Otello (Rossini)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Otello (Rossini)

Messaggioda MatMarazzi » dom 12 ago 2007, 14:26

PESARO 2007

Ho assistito ieri all'Otello di Pesaro.
Bella serata con tanti "Wanderer" provenienti da tutta Italia: c'era persino Claudio da Napoli e Maurizio da Asti, con la simpaticissima Etsuko.

Lo spettacolo mi è piaciuto.
Ero talmente prevenuto contro Giancarlo del Monaco, che alla fine sono rimasto piacevolmento sorpreso.
Intendiamoco: mi sono cascate le braccia all'inizio, quando ho visto quella deprimente scena unica (una camera prospettica con le pareti dipinte con il mare) e quelle porte "retrattili" (nel senso che venivano sfilate dalla parete e portate in giro per il palcoscenico con malinconiche coreografie da pantera rosa). Anche la replicazione degli Iago, tutti in verde e nascosti dietro alle porte mobili, inizialmente mi ha lasciato perplesso.
Per tutto il primo atto mi sono annoiato: poche idee, scarni movimenti, trovate francamente sciocchine (Desdemona che gioca con Emilia come una bambina).

Dopo l'intervallo, però, ammetto di essere rimasto più coinvolto. Pure nel didascalismo semplice (la camera-prigione psicologica; Iago-demonio; il coro rosso-satanico, immobilizzato in terrazze laterali, a loro volta retrattili...), l'emozione era spesso palpabile, anche per i movimenti attorali curatissimi e le luci molto suggestive.
L'ultimo atto poi è risultato, almeno per me, di grande poesia; peccato la caduta di gusto della porta che (riversa in terra) si trasforma in sepolcro: soluzione rudimentale e prevedibile, seppur a suo modo coerente col disegno generale.

Benissimo il cast.
Purtroppo Merritt ha dato forfait: è un vero peccato. Tutta la regia era imperniata sull'autorità storica del tenore. Inoltre questo Iago curvo, zoppicante e mefistofelico pensato dal regista sembrava proprio un omaggio doveroso anche alla seconda carriera di Merritt, basata sui ruoli più complessi, torbidi e contraddittori del '900.
E' anche vero che, alle prime recite, il tenore era stato giudicato vocalmente provatissimo: io non ho sentito la prima alla radio, ma temo che molte perplessità nascessero dalla dabbenaggine di certo pubblico pesarese, abituato a giudicare solo l'exploit atletico-virtuosistico e (di conseguenza) a non perdonare a un vecchio artista con quasi trent'anni di carriera alle spalle di non aver più la voce di un tempo.
Non so....
Comunque il sostituto José Manuel Zapatà è andato bene: una volta tanto il suo timbro un po' verdastro e il suo fisico non ideale hanno servito a meraviglia un ruolo.

Nella parte di Otello, Ferdinand von Bothmer mi è piaciuto moltissimo.
Ammetto di aver accolto con sollievo la notizia che alla mia recita ci fosse lui invece di Kunde.
E' vero che era un po' spaventato: ogni tanto l'intonazione periclitava, gli acuti erano cauti (e un po' sibilanti), mentre le famose note gravi del ruolo spesso solo accennate.
Però a livello istintivo ha una grandissima presenza! Voce timbrata (anche se non potentissima), colore e accento virili, splendidi recitativi, agilità se non stratosferiche almeno efficienti. Scenicamente poi è stato a dir poco autorevole e capace di notevoli intuizioni attorali.
A mio parere il suo Otello è stato fra i migliori oggi ascoltabili e lascia presagire ben altri sviluppi nel proto-romanticismo eroico, nel primo Verdi e specialmente nel Grand-Opéra (penso a un Enea o a un Vasco de Gama).

Florez era Rodrigo. Quindi bene: lo si sa in partenza.
Certo io non mi stanco di ripetere che i ruoli David non sono i più adatti a valorizzarlo, nè in termini teatrali nè in termini psicolgici.
Sono personaggi troppo grandi, contraddittori e problematici; richiedono una varietà di accenti ben oltre il tono perennemente "tristo-dolente" che Florez utilizza.
Anche se il pubblico (anche questo prevedibilmente) ha riservato un'ovazione alla sua aria, il fantasma di Blake ridacchiava sinistramente dietro le quinte.
Detto questo, Florez è un grande. E' un vero piacere per le orecchie sentire una voce tanto dominata, estesa, flessibile.
Inoltre, ormai, è diventato una vecchia volpe anche a livello scenico: se anche non sente il personaggio (o, come in questo caso, non lo capisce fino in fondo) sa stare in scena benissimo, sa attirare l'attenzione anche quando non deve fare nulla, attira le simpatie anche quando deve (per forza di copione) presentarsi come perdente di fronte alla perentoria virilità del rivale.
Insomma, è bravo, proprio bravo.

Brava anche la Peretyatko. Anzi, più che brava, bravissima.
Bella vocina, acuti solidi, sopracuti che improvvisamente trovano vibrazioni stellari; inoltre è una bella ragazza, molto piacevole a vedersi, con ottime risorse di attrice.
Resta solo da chiedersi come mai a Pesaro si ostinino a chiamare voci come la sua (acute e leggere) per ruoli che dovrebbero richiamare un contralto. E dire che oggi ci sarebbero cantanti perfetto per i ruoli Colbran(penso alla Antonacci).
Sono convinti, probabilmente, che il pubblico vada in depressione se non sente almeno un mi bemolle!

La Peretyatko ha voce troppo chiara, troppo poco sostanziosa al centro, nei brani di insieme si sente poco e quasi mai dà la sensazione della forza, così connaturata al personaggio.
Questo non toglie che, sia pure in questo caso mal distribuita, sia un'artista di razza e da tenere presente, perché farà parlare di sè.

Tengo per ultimo Palumbo, che ha diretto bene, con grande sensibilità teatrale e cura dei dettagli. Purtroppo l'orchestra di Bologna mi è parsa allo sbando, con attacchi costantemente imprecisi e una sezione di ottoni che grida vendetta.

Ah.. dimenticavo! BELLISSIMI i costumi della Filippi, fantasiosi ed efficaci. Molto belle (ma credo di averlo già detto) le luci di Von Zoubek.

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Messaggioda marco » dom 12 ago 2007, 14:55

sono contento di leggere queste considerazioni
condivido le considerazioni sulla P., anche se il mio parere si basa solo sull'ascolto radiofonico (vedrò lo spettacolo venerdì prossimo)
sinceramente non vedo tanti soprani che possano assumere questi ruoli Colbran
l'Antonacci evidentemente non gode delle simpatie della direzione del festival e non riesco a comprenderne i motivi (saranno evidentemente extra-artistici)
8) e pensare che il prossimo anno è prevista Ermione
speriamo veramente che von Bothmer siano una nuova certezza tenorile anche per il Rof
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Messaggioda MatMarazzi » lun 13 ago 2007, 11:48

marco ha scritto:l'Antonacci evidentemente non gode delle simpatie della direzione del festival e non riesco a comprenderne i motivi (saranno evidentemente extra-artistici)


La penso anche io così.
Peccato davvero: quest'anno farà un po' dappertutto Elisabetta in forma di concerto. Speriamo che sia una preparazione a una qualche nuova produzione (magari a Parigi...).
A proposito di Elisabetta, non sai la mia depressione quando ho visto a Bologna quest'opera (che per me è il massimo capolavoro del Rossini Napoletano) nella produzione del ROF.

Cantava la Ganassi.
I proverbiali cavoli a merenda sarebbero stati molto più in parte di lei.
Tenera e femminile (la migliore Seymour e Adalgisa che abbia visto a teatro), abbastanza sensuale da convincermi persino in Don Sebastiano, la Ganassi è stata una regina di Inghilterra da far morir dal ridere.
Come disse un amico, aveva il carisma regale di una dattilografa.
Credo che quello sia stato il peggior errore della sua carriera.

Dentro di me pensavo a cosa sarebbe stata quell'Elisabetta con l'Antonacci, o con June Anderson (di oggi) o - alla faccia di chi le vuole male ehehehe.... - con una Gruberova...

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Si Matteo, e' stata una buona serata....

Messaggioda Maurizio Dania » mer 15 ago 2007, 2:06

ci siamo visti e sentiti. Etsuko ricembia la simpatia. Ormai piu' che da Asti, posso dire di sentirmi veneziano. La tratta Bologna-Venezia è ormai conosciuta a memoria e digerita. Veniamo a quanto scrivi.
Questa sera tornando a casa ho voluto comparare Blake a Florez. ROF per entrambi.
Ebbene qui capita secondo me lo stesso fenomeno che capito' a chi canto' dopo la Callas. Blake è un cantante storico. Ma Florez non sfigura, anzi. Ha una voce più bellla e soprattutto, per sua sfortuna non è impegnato doverosamente dal resto del cast. Anche dopo la Callas altre interpreti hanno cantato persino meglio cio' che per la prima volta la Callas aveva proposto, ma erano giunte dopo, grazie alla Callas. Quindi, il primato fu ed è della Callas. Ma non per questo Caballè, Sutherland e Gencer son da considerare inferiori. Ma la storia e la strada l'ha fatta e l'ha tracciata la greco-americana. Torniamo ai cast. Merrit al ROF, quando canto' la parte di Otello, era all'apice della sua bellezza vocale. Un altro cantante storico. C'era June Anderson. Cantavano Giorgio Surjan, la Pierrotti guidati dalla direzione di Pritchard, il quale, con tutto il rispetto, concertava meglio di Palumbo.
Con cio' voglio dire che un fuoriclasse di 34 anni, da solo, nel deserto, ha dato il meglio di quanto si potesse desiderare.
Messo al confronto, almeno con un altro fuoriclasse, come con la Dessay a Vienna e a Londra, si riescono a trovare motivazioni che trasformano un clima dell'intera serata, da una buona performence in una eccezionale.
Poi sai che io sono convinto che anche questi ruoli siano nelle possibilita' di Florez. Solo che se proprio volessimo trovare il pelo nell'uovo, potremmo dire che abbiamo assistito ad un'opera di Rossini che non era Otello, ma Rodrigo. Possiamo anche soggiungere che il panorama non offriva molte alternative, per cui ci sarebbe da chiedersi perche' scegliere un titolo così impegnativo, potendo contare, gia' in partenza su un solo fuoriclasse? L'11 comunque Florez ha ricevuto 2 minuti esatti di applausi e di ovazioni, a scena aperta.
Come ho già scritto altrove, la voce del soprano impegnato accanto ai protagonisti nel ruolo di Desdemona, appartiene piu' a quella di Gilda che non a Desdemona, specie alla Desdemona rossiniana. Ha una bella presenza, da vicino ,(ma non solo), è anche bellissima, ma non basta.
Sarei piu' conciliante con Zapata. Ha esordito quella sera, era stato contattato la mattina precedente, ha imparato la parte in una notte, non ha fatto prove, se non al pianoforte e non al Teatro 1, per non disturbare il concerto della Mei, tenutosi al Teatro 2 poche ore prima...che si desidarava o si poteva pretendere di piu'?. Ovvio che fosse titubante, o semplicemente sorvegliato.
Ha anche sbagliato due volte nell'aprire le porte mobili di Del Monaco, e due volte ha impugnato il bastone con la sinistra, anzichè con la destra.
Palumbo e Del Monaco sono una coppia. Non mi si fraintenda. Palumbo ha diretto anche Del Monaco. Tengono famiglia e lavorano entrambi in Germania. Palumbo è anche il direttore della Deutche Opera. (Ci siam capiti?). Sua l'idea di lasciare Rodrigo, spalle al pubblico, quando sarebbe stato meglio studiare qualche variante, dato che poi deve dire a Desdemona di stare ferma e attraversare una delle famose porte, per uscire di scena. Tra il termine della sua aria e l'azione successiva ci sono stati gli apllausi di cui s'è detto. Il momento è drammatico. La regia non ha saputo trovare soluzioni e, se ricordi, l'effetto è stato comico, tanto che il pubblico ha riso, divertito.
In ogni caso l'opera di Rossini è stupenda. Il terzo atto un capolavoro.
I tempi erano giusti, ma l'orchestra molto distratta, non ha suonato come in altre occasioni, quando era parsa perfetta. Anche qui Palumbo ha qualche responsabilita'. Poi, ogni tanto dovrebbe dare anche l'attacco agli interpreti vocali e non rimanere col capo chino sullo spartito, come giustamente aveva osservato la Moreni nel suo articolo sul Sole.
Un'ultima cosetta, sempre su Palumbo. I tempi staccati, dalla sinfonia in poi. Lenti. Si ascolti al riguardo la registrazione di Lopez Cobos, oppure quella del gia' citato Pritchard.
Con questo porgo al forum, al suo responsabile, ai carissimi amici del Waderer ed a te i miei piu' cari e affettuosi saluti.
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Messaggioda MatMarazzi » mer 15 ago 2007, 9:47

Maurizio Dania ha scritto:Blake è un cantante storico. Ma Florez non sfigura, anzi. Ha una voce più bellla
...Poi sai che io sono convinto che anche questi ruoli siano nelle possibilita' di Florez. Solo che se proprio volessimo trovare il pelo nell'uovo, potremmo dire che abbiamo assistito ad un'opera di Rossini che non era Otello, ma Rodrigo. .


So bene, Maurizio, che su questi punti la pensiamo diversamente.
Ne abbiamo spesso discusso e continueremo a farlo, per la gioia di chi - come noi - ama il confronto operistico! :)

Siamo concordi, evidentemente, che Florez è un cavallo di razza: quando si stilerà la lista dei maggiori cantanti di tutti i tempi, lui ci sarà.

Il fatto è che a mio parere nei ruoli David non può esplicare il meglio delle sue prerogative.
Non concordo con te sul fatto che (in Rodrigo e in qualsiasi altro ruolo David) non sfiguri rispetto a Blake.
Secondo me, invece, rispetto a Blake (e solo rispetto a lui) in questi ruoli sfigura un po'.

Guarda che non sto dicendo che "intrinsecamente" Blake sia migliore di Florez. Questa tesi è del vecchio amico Riccardo, grande sostenitore di Blake (a proposito, Ric... è un po' che non scrivi...)

Secondo me, il buon Rockwell aveva come tutti aveva pregi e difetti, possibilità spettacolari e difetti altrettanto spettacolari.
In senso generale, si può dire che Florez è meno alterno: presenta meno picchi (in positivo e in negativo).
Questo solo se parliamo in generale.
Perché se parliamo DEI RUOLI DAVID (perché è di questo che stiamo discutendo) allora no!
Allora secondo me resta un abisso fra i due.
...un abisso che non è solo vocalistico (c'è anche quello), ma anche e soprattutto poetico, culturale, drammaturgico.

Ho vissuto la parabola di Blake in questi personaggi fin dai primi anni: ricordo la folgorazione allucinante di quell'Oreste a Pesaro (Ermione 1986) che mi fece sobbalzare sulla sedia.
In un colpo sparirono la Horne e la Caballé (e non dico quelle un po' declinanti di quell'Ermione, ma proprio la loro somma parabola di rossiniane, loro sì semplicemente "storiche").
Sparì anche Merritt, nonostante avesse allora mezzi vocali stratosferici.
Intorno all'Oreste scomposto, dilaniato di Blake, dalle fragilità infantili e propulsioni sataniche, sempre in perfetto equilibrio fra surrealismo barocco e febbrile umanità... si fece il vuoto.

Non trovai solo il vocalista che tecnicamente era in grado di esaltare (come nessun altro, prima e dopo di lui) la scrittura disumana della parte.
Trovai anche l'artista in grado di rivelarmi l'universo antropologico che si nasconde dietro tutte quelle note.
Proprio come aveva fatto la Callas nei ruoli Pasta.

Lo stesso miracolo dell'Ermione si compì ogni volta che sentii Blake (dal vivo o in disco) in un ruolo David.
Mentre, lo ammetto, non si ripetè quasi mai quando Blake uscì da questo repertorio.
A differenza di Riccardo, io ritengo che tutti i pregi che Blake aveva nel Rossini serio, divenissero difetti negli altri personaggi, sia che cantasse Bellini, sia che cantasse Mozart, sia che cantasse (come recentemente ha fatto) Meyerbeer.

Ma nei ruoli David del Rossini Napoletano ha scritto uno di quei capitoli della storia del canto operistico da cui non sarà più possibile prescindere.

Secondo me il confronto con Florez non esiste, almeno su questo terreno.
Florez è più bravo di lui in tanti altri ruoli; inoltre ha quel bel timbro carino carino che sicuramente a molta gente pare più digeribile delle asprezze di Blake.
Ma nei ruoli David, Florez mi pare bravino, efficiente, ma tanto insignificante quanto grandioso era stato Blake.

Lasciamo stare il discorso delle agilità e del funambolismo, nel quale Blake era non mille, ma diecimila volte superiore a Florez.
E puntiamo solo sull'aspetto poetico e psicologico: Blake nel re di Scozia, nel Rodrigo, nel Norfolk e in tutti gli altri ruoli David ha rivelato quel lato estremo, grandioso, eppure terribilmente fragile, addirittura instabile della sua personalità. Nel suo canto, caleidoscopico e sconcertante, nell'estremo gioco di colori (che comprendeva anche aperture e suoni gracchianti) si inserisce di tutto: anche una certa ambiguità erotica, una sorta di insoddisfazione esistenziale, una grandezza di slanci che possono alludere anche a paranoia.
Non solo agilità e prodezze, ma un selvaggio turbamento (che Bagnoli definì sacrosantamente "dionisiaco"), un'inconfessabile disagio esistenziale, un'incontenibile eccitabilità.

Questo era Blake nei ruoli David.
E anche la sgradevolezza del timbro (con buona pace di chi osserva che Florez ha un timbro carino carino) era parte fondamentale dello stesso disegno.

Quindi Blake non è stato solo un cantante storico perchè "ha aperto una strada", come tu affermi.
E' stato molto di più.
Questa qualifica la si potrebbe dare a Merritt, che nei ruoli Nozzari ha trovato semplicemente una scrittura adatta alla sua voce.
Blake no. Lui nei ruoli David ha trovato un intero cosmo di emozioni dicibili e indicibili, di rivelazioni che andavano oltre la stessa musica.

Così come la Callas.
E, con tutto il mio amore per la Sutherland, la Gencer e persino la Caballé, ci andrei piano a dire che l'hanno superata, se non per una manciata di note quà e là più belle.
L'incontro fra la Callas e i ruoli Pasta è qualcosa che, sì, riguarda la storia, ma per il semplice fatto che la fusione incantatoria, medianica fra l'universo umano e culturale della Callas e quello sotteso ai ruoli Pasta è stato talmente sconvolgente da segnare un'epoca.

Queste sono solo opinioni personali.
So che non tutti la pensano come me.
Proprio ieri, nelle sedi della mia associazione, abbiamo deciso di proseguire il discorso del Rossini napoletano con una serie di ascolti discografici.
Fra le altre cose abbiamo confrontato l'aria di Uberto nell'interpretazione di Blake e di Florez.
Se non avessimo sentito prima Blake, avremmo certo commentato che Florez canta bene, è abbastanza (abbastanza) disinvolto con le agilità, ha bel timbro e acuti bellissimi.
Ma dopo aver sentito Blake in quello pagina, in tutta sincerità di Florez non resta nulla.

Ora... intendiamoci! Blake non canta più e bisogna accontentarsi: Florez si dedica a questo repertorio se non altro con proprietà e adeguatezza di mezzi. Nessun altro potrebbe oggi disimpegnarvisi altrettanto bene.
Io però, fossi in lui, mi cercherei ruoli più adatti a valorizzarlo.
Hai citato il suo Tonio: quello è un bell'esempio.
Di fronte al Tonio di Florez non c'è Pavarotti, non c'è Kraus e non c'è nemmeno Blake che - almeno a mio gusto - regga il confronto.
Potrebbe approfondire i ruoli Rubini (per esempio Percy), cominciare a studiare i ruoli Nourrit (almeno alcuni), mettere il naso nell'opéra comique (da la Dame Blanche di Boildieu al Belle Helene). Anche nell'Orfeo francese, che proprio tu mi dicevi debutterà presto, dovrebbe risultare benissimo.


L'11 comunque Florez ha ricevuto 2 minuti esatti di applausi e di ovazioni, a scena aperta.


Ero presente anche nel 1988 quando fecero l'Otello con Blake. E inoltre ho la video-registrazione della RAI.
Nella stessa aria Blake ricevette otto minuti di applausi.
Sì: ho detto bene. Otto!
E dire che lui era uscito di scena subito (non come Florez rimasto lì per goderseli): ci furono otto minuti con il palcoscenico vuoto, tranne la Anderson riversa a terra.

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Per la verita'...

Messaggioda Maurizio Dania » mer 15 ago 2007, 10:44

quando affermo che Blake è come la Callas, cioè esiste un anno ZERO e quindi un prima e dopo Blake, come un prima e dopo Callas, non nego che e non credo che lo sipossa fare che, dal punto di vista stilistico o puramente vocale, la Caballè abbia cantato meglio "Al dolce guidami...", "Casta diva", e con questi due esempi, miseri miseri, senza la lezione Callas dell'Armida, probabilmente non avremmo avuto quella lettura di Bellini e Donizetti, oltre che dello stesso Rossini che ha prodotto la grande Stuarda, Roberto Devereux, ed un modo sostanzialmente diverso, innovativo, di cantare questi Autori. Non solo spazzando via i sopranini di coloratura.
Blake ha costituito lo stesso fenomeno.
Concordiamo sul fatto che i minuti di applausi furono 8, ma anche in questo caso, non misuriamo sul minutaggio l'importanza della prestazione. Quella di Blake è formidabile. Affermavo solo che in un contesto come quello, quando la sala è gia' "calda", alla presenza di fuoriclasse in grande spolvero, il suo canto, storicamente nuovo ed abbagliante, precisissimo nelle agilita', aveva la strada spianata verso un meritato trionfo. Il pubblico era pronto, l'interprete stimolato. E trionfo fu.
Florez recitava nel deserto. (E comunque, contrariamente a quanto di solito fanno lui ed il suo maestro di canto, non sono state apportate le variazioni, nè seguite le agilita' di Blake, per un volere preciso di Palumbo. "Facciamo una cosa aderente e più vicina possibile allo spartito originale", frase quanto mai sibillina. Quando i direttori ed i registi si renderanno conto della cosa più banale del mondo, ma che dimenticano sovente, cioè che senza i cantanti, non c'è opera lirica? - Con questo non dico che avrebbe fatto cose più mirabolanti di quelle di Blake.).
Un abbraccio.
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Re: Per la verita'...

Messaggioda Maurizio Dania » mer 15 ago 2007, 11:19

[quote="Maurizio Dania"]quando affermo che Blake è come la Callas, cioè esiste un anno ZERO e quindi un prima e dopo Blake, come un prima e dopo Callas, non nego e non credo che lo si possa fare che, dal punto di vista stilistico o puramente vocale, la Caballè abbia cantato meglio "Al dolce guidami...", "Casta diva", anche se con questi due esempi, miseri miseri, senza la lezione Callas dell'Armida, probabilmente non avremmo avuto quella lettura di Bellini e Donizetti, oltre che dello stesso Rossini che ha prodotto la grande Stuarda, Roberto Devereux, ed un modo sostanzialmente diverso, innovativo, di cantare questi Autori. Non solo spazzando via i sopranini di coloratura.
Blake ha costituito lo stesso fenomeno.
Concordiamo sul fatto che i minuti di applausi furono 8, (anche se nella registrazione RAI, quelli dopo l'aria furono piu' o meno 2, e non è stata tagliata la scena), ma anche in questo caso, non misuriamo sul minutaggio l'importanza della prestazione. Quella di Blake è formidabile. Anche se all'ascolto, peculiare e senza pregiudizi, appare quasi abbassata di mezzo-tono. Affermavo solo che in un contesto come quello, quando la sala è gia' "calda", alla presenza di fuoriclasse in grande spolvero, il suo canto, storicamente nuovo ed abbagliante, precisissimo nelle agilita', aveva la strada spianata verso un meritato trionfo. Il pubblico era pronto, l'interprete stimolato. E trionfo fu.
Florez recitava nel deserto. (E comunque, contrariamente a quanto di solito fanno lui ed il suo maestro di canto, non sono state apportate le variazioni, nè seguite le agilita' di Blake, per un volere preciso di Palumbo. "Facciamo una cosa aderente e più vicina possibile allo spartito originale", frase quanto mai sibillina. Quando i direttori ed i registi si renderanno conto della cosa più banale del mondo, ma che dimenticano sovente, cioè che senza i cantanti, non c'è opera lirica? - Con questo non dico che avrebbe fatto cose più mirabolanti di quelle di Blake.).
Un abbraccio.
P.S. Blake ha la voce più scura di quella di Florez, che è solare, illuminante. Con questo è anche una voce tecnicamente straordinaria. In ogni caso, se non avesse cantato Florez, chi altri, per mantenere ad alto livello almeno il suo ruolo? - Non trovo così distante la questione sulla resa poetica, drammatica e quindi l'inevitabile conquista culturale. Diciamo che da sempre le voci dal timbro più scuro rendono con più apparente credibilita' le sfumature dell'anima e le emozioni del cuore: io credo che JDF abbia invece questo limite, per cui può apparire algido quando canta Elisir o Sonnambula. Bisogna pero' ascoltare la vera partecipazione, porsi nel contesto, seguire l'evoluzione del suo canto, dagli esordi e pensare che ha 34 anni, con tutte le possibilita' di migliorare alle orecchie di chi giustamente privilegia suoni caldi e saettanti quando emettono sovracuti. Da qui penso che ogni anno, e ciò accade a tutti i grandi interpreti seri, JDF migliori e cambi, vuoi anche per questioni fisiche, la sua voce e quindi l'interpretazione, come una conquista dell'intelletto e non solo per una questione legata all'evoluzione dell'eta' canora - corde vocali che s'inspessiscono).
Ultima modifica di Maurizio Dania il mer 15 ago 2007, 12:18, modificato 1 volta in totale.
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Re: Per la verita'...

Messaggioda VGobbi » mer 15 ago 2007, 11:31

Maurizio Dania ha scritto:Concordiamo sul fatto che i minuti di applausi furono 8, ma anche in questo caso, non misuriamo sul minutaggio l'importanza della prestazione.

Guarda Maurizio che sei stato tu ad iniziare minutando gli applausi riservati a Florez. :twisted:

Vedo che avete minimamente accennato all'Otello di Lopez Cobos. Incisione che possiedo e che mi piacerebbe sentire un vostro commento su questa prova discografica. Temo che la giudicherete stilisticamente fuorviante, se paragonata alla perfomance di un Blake, Merritt o lo stesso Florez.

Inoltre, un piccolo appunto. Sarebbe cosa gradita, visto che non tutti lo sanno (compreso il sottoscritto, non lo nascondo), che tipi di ruoli si vogliono identificare quando si esprime i "ruoli David" o chi per esso.

Grazie!
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Caro Vittorio...

Messaggioda Maurizio Dania » mer 15 ago 2007, 12:24

è vero. Con questo pero' volevo ricordare e mi scuso se molti lettori e appassionati leggono cose che non hanno visto, per cui diamo per scontato che si siano invece vissute, la regia prevede a Pesaro 2007 che Florez si fermi in scena, con qualche effetto comico successivo, quando ferma Desdemona ed esce dalla scena attraversando una delle 9 porte semoventi; Blake, se ne va subito dopo con la sola Desdemona presente ed accasciata, in mezzo al palco. Normalmente quando l'interprete oggetto di ovazioni se ne va, gli applausi durano di piu'. E' una questione psicologica. (Caballè docet - es. Milano, La Forza del destino, dopo il pace, pace, mio Dio). Sui tenori David ti rispondero' dopo pranzo, che è pronto. Buon ferragosto a te ed a tutti. (Se gia' Matteo non l'avra' fatto). :D
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Re: Caro Vittorio...

Messaggioda MatMarazzi » mer 15 ago 2007, 14:23

Maurizio Dania ha scritto: Normalmente quando l'interprete oggetto di ovazioni se ne va, gli applausi durano di piu'. E' una questione psicologica.



Oddio!
Questa, Maurizio, non l'avevo mai e poi mai sentita!
Io credo proprio che sia vero il contrario.
Che se un'artista esce di scena gli applausi durano meno... di solito.
Trent'anni di teatro me l'hanno confermato...

Blake si è beccato 8 minuti di applausi (contro i due di Florez) non perché è uscito, ma perché ha cantato in modo tale da meritarsi 8 minuti di appluasi.
Questa è la sola verità.

E poi, scusami sai, ma l'affetto per i nostri aristi del cuore non deve spingerci a negare la realtà
Non è per colpa del regista che il pubblico è scoppiato a ridere dopo l'aria di Rodrigo.
E' colpa di Florez, che pur di prendersi tutti gli applausi fino all'ultimo è rimasto in scena anche se sarebbe dovuto uscire...
L'effetto è stato esilarante: una volta terminato l'applauso, Rodrigo fa un gesto sconsolato, apre la porta ed esce...
Per forza il pubblico ride...
Niente di male: è stata solo una piccola ingenuità.
Gli servirà di lezione per la prossima volta.

E quanto a noi, dobbiamo proprio ridurci a parlare di queste inezie?
Dobbiamo proprio dare giustificazioni "psicologiche" al fatto che un tenore riceve più appluasi di altri?
:)
Non si potrebbe tornare a fare discorsi meno loggionistici?

A Vit rispondo che David era un tenore stratosferico che imperava a Napoli proprio negli anni di Rossini.
Nelle opere napoletane di Rossini spesso si fronteggiano due (se non più) ruoli tenorili.
Uno eroico, baritonale, virile: erano le parti scritte per il tenore Nozzari.
L'altro aereo, acutissimo e virtuoso, psicologicamente inquieto, più lirico, agitato da una specie di sofferenza interiore, talvolta persino crudele e ipocrita: erano le parti scritte per il tenore David.
Rossini seppe trasformare le caratteristiche umane (oltre che vocali) di questi due tenori in modelli topici della sua struttura drammatico-musicale.

Se Nozzari aveva spesso i ruoli del protagonista, era David a dover affrontare le personalità più complesse e tormentose.
Ma questo non l'abbiamo capito, prima che arrivasse Blake.

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Messaggioda pbagnoli » mer 15 ago 2007, 15:20

Naturalmente sono totalmente d'accordo con Beckmesser.
Pur amando incondizionatamente la straordinaria bravura di JD Flòrez, come sapete, è già da un bel po' di tempo che desidero che esca definitivamente da questo ruoli che pure gli hanno dato celebrità imperitura.
Ruoli splendidi, ma in cui non solo non ha più nulla da dire di veramente interessante, ma in cui corre anche il rischio di andare a scontrarsi con miti del passato che hanno inciso in essi ben più profondamente di quanto lui stesso possa aver fatto o possa fare in futuro.
Beckmesser ha perfettamente ragione nell'inquadrare alcuni ruoli in cui si potrà giocare la vocalità di JD nel futuro immediato e non, e mi vede completamente concorde. Nulla vieta che - perché no? - ci possa tornare di tanto in tanto, ma non riesco a pensare che i prossimi trent'anni della sua carriera si giochino ancora sui queste parti.
Sono ancora stupito al pensiero di quanto mi abbia annoiato profondamente in Matilde di Shabran, e non perché non sia stato bravo: è bravissimo, sempre straordinario, ma di qui non si esce.
Stigmatizzo l'idea che si debba ricorrere al cronometro per certificare il gradimento del pubblico, come in una sorta di applausometro (specie se ci sono prove che storicamente hanno pesato di più anche su questo fronte).
E stigmatizzo l'idea della vox clamans in deserto: da appassionato di opera, spero che Flòrez possa sempre cantare al centro di produzioni prestigiose di fronte a partner che ne mettano alla frusta il carisma e le capacità interpretative, proprio come nella recente Fille a Vienna.
Viva Flòrez, quindi; ma che inizi un po' ad uscire dal seminato, santa pace!...
Dovremo aspettare ancora tanto? Corre il rischio che Mironov (tanto per dire il primo nome che mi viene in mente) si metta in corsia di sorpasso...
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Son 30 anni anche per me...

Messaggioda Maurizio Dania » mer 15 ago 2007, 16:32

e a parte tutto il bene che si possa volere ad un cantante l'effetto esilarante è colpa del regista e di Palumbo. Così hanno voluto, così hanno imposto. Te lo posso assicurare.
Non nego che Blake meritasse o meno gli otto minuti, e che sia stato stupendo, e storicamente il primo e l'unico a far cose che solo Florez dopo di lui ha proposto, per ora, ma su questo punto, insisto: se l'effetto è stato esilarante è perchè il regista con la complicità di Palumbo, non hanno voluto sentire ragioni, nonostante pareri contrari.
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Mironov....

Messaggioda Maurizio Dania » mer 15 ago 2007, 16:41

è bravo. Bravino: piu che sorpassare, stia attento a non sbandare. Comunque invito a rileggere la questione degli applausi. Non è un parametro. Mi serviva per dimostrare altro. Dopo "Madre pietosa vergine", stupendamente cantato dalla Caballè a Milano, non ci furono 8 minuti di applausi; ci fu un'interminabile ovazione dopo il "Pace, pace mio Dio", anche perchè seguiva uno straordinario duetto drammatico, cantato da Carreras e Cappuccilli, che aveva destato urla e applausi "infiniti".
Stranamente, dopo la prima aria da me citata qui, la Caballè rimase in scena, in entrambi gli altri passi citati, i protagonisti se ne andarono e l'entusiasmo s'intensifico' fino a farli riapparire per ringraziare.
Comunque, nessun problema.
(Ripeto, la rergistrazione RAI, non tagliata, dimostra che Blake canto' una spettacolare aria di Rodrigo, ma anche che tutto cio' che era stato cantato prima, preparava, portava, predisponeva ad un trionfo. A Pesaro 2007, in ogni caso e fatte le dovute differenziazioni, c'era solo Florez).
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Re: Son 30 anni anche per me...

Messaggioda MatMarazzi » gio 16 ago 2007, 0:05

Maurizio Dania ha scritto:Così hanno voluto, così hanno imposto. Te lo posso assicurare.


Be' se lo affermi con tanta convinzione, vuol dire che lo sai e quindi io ti credo senza meno.
E' che mi sembrava strano che un regista (e ancor di più un direttore) fosse così interessato a far uscire un cantante prima o dopo l'applauso.
Avrei capito se, dopo l'applauso, ci fosse stato un momento musicale preciso, durante il quale il regista avesse previsto l'uscita...
Ma non c'è stato nemmeno quello.
Quindi proprio non ne vedo la ragione: non conosco Del Monaco, ma non me lo figuravo a strillare "No! e poi no! Tu esci solo dopo che ti hanno applaudito!! Capito?"
:)

Comunque sarà certamente come tu dici, anche se in questo caso sarebbe interessante e forse doveroso sentire l'altra campana.

E comunque, Maurizio, si è trattato di una cosa di nessun conto, su cui al massimo si può sorridere. Non ha tolto nulla ai grandi meriti (e... piccoli demeriti) :) del nostro caro Florez in Rodrigo.

E già che ci sono voglio fare qualche precisazione.
Io non mi sono lamentato del fatto che Florez canti i ruoli David.
E' bravo, l'ho detto.
Se anche affermo che Blake (in questo ambito) è un livello del tutto diverso, questo non deve impedirci di continuare a eseguire il Rossini napoletano.
E, poiché oggi Blake non canta più, ben vengano altri, fra i quali (hai ben ragione) Florez non sfigura per niente!

Ho solo e unicamente detto che questi ruoli - per me - non sono quelli ideali per valorizzarlo.
E che altrove risalta di più e lui stesso pare più a suo agio.

Ma sono certo che anche lui, essendo persona di grande intelligenza, se ne renderà presto conto. Forse se ne rende conto già adesso.
Alle volte ho la sensazione che mantenga questi personaggi in repertorio soprattutto come palestra tecnica e ...forse anche come una forma di omaggio (in questo senso giustificatissima e ammirevole) verso il grande Ernesto Palacio, che del Rossini napoletano fu ai suoi anni un interprete chiave.

Un salutone e a presto,
Matteo
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Per chiudere la quasi comica vicenda dell'uscita o meno...

Messaggioda Maurizio Dania » gio 16 ago 2007, 19:44

ti dico che hai ragione. Infatti Del Monaco non ha urlato per nulla. La piccola cosa, ma anche altre, registicamente le ha "suggerite" Palumbo. Per questo scrivevo di complicità. Del Monaco fin che è rimasto da solo dava indirizzi, si agitava, faceva il "regista". Dopo, quando e' giunto il direttore, il clima è cambiato. Sembrava Palumbo il regista e Del Monaco un agnellino. Per il resto, condivido cio' che scrivi e pensi. In ogni caso piu' che un omaggio a Palacio, vi sono scelte dettate dai desideri dei teatri.
Come si fa a dire di no, specie se a chiamarti sono i Grandi teatri? Poi Pesaro è casa sua. (Se ne sta costruendo una...anzi è quasi terminata).
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