VGobbi ha scritto:Posso anticipare che Langridge e' l'unico che ha ricevuto l'applauso a scena aperta, praticamente dopo la ballata "Hurr hopp hopp hopp, Galopp, lopp, lopp".
Sara' un caso? Chissa' se il Marazzi ci illuminera' in proposito ...
Be' Vit,
come ogni volta che esco da uno spettacolo di Richard Jones, anche il 29 dicembre al Met ho avuto la sensazione di assistere all'opera più bella della mia vita.
Non credo di avere più alcun dubbio sul fatto che Jones è il massimo regista d'opera del nostro tempo.
Cercherò di fare una recensione dettagliata dell'allestimento, esaltato da un cast di tutte stelle e da un direttore di genio (e amicissimo di Jones) come Wladimir Jurowski.
A proposito di Langridge, anche lui - come tutti i veri grandi - ha il merito di sorprenderti sempre.
Avendo ancora negli occhi e nelle orecchie il suo inarrivabile Loge, mi aspettavo una creatura comica e sinistra, una strega vistosamente virile e volgare, dinoccolata e terrificante.
E invece si è presentato in scena talmente truccato e trasmormato da risultare irriconoscibile anche fisicamente: mi ci sono voluti diversi secondi per capire che quella signorina grassa e gongolante, vivace e rubiconda, dalle movenze norvose ma aggraziate - a metà tra dolce nonnina e zitella di paese - era davvero lui.
Gli avevano aggiunto persino il doppio mento e la pelle cascante sulle braccia grassotte.
La leggerezza con cui si muoveva, saltellava sui tacchi, faceva smorfiette, giocava con la farina era incredibile, e strideva terribilmente con l'orrore di quella cucina sporca, metallica, terrorizzante, uscita da qualche moderno film dell'orrore dedicato a serial killers del tipo "Saw l'enigmista".
Come al solito un'interpretazione fenomenale che il pubblico ha salutato con un'ovazione meritatissima, non meno intensa di quella giustamente riservata due sere prima a Anna Netrebko, strepitosa Juliette.
Langridge è l'ennesima prova di come, nel resto del mondo, nei teatri che contano, anche la prova di un interprete d'opera sia giudicata come un'espressione artistica. Solo da noi si è persa l'abitudine.
Langridge, a oltre trent'anni di carriera, è davvero incommensurabile.
Salutoni
Matteo