Auditorium di Torino - Pelleas et Melisande
Inviato: ven 16 ott 2015, 6:53
Davvero una recita memorabile quella andata in scena all'Auditorium di Torino. Il "Pelleas et Melisande" capolavoro indiscusso di Debussy, ha saputo regalarci commozione, complice una direzione ispiratissima di Valcuha ed un cast di mirabile fusione, composto da giovanissime leve (Andrieux e Briot), cantanti di provata esperienza (Piau e Gay) e vecchie glorie del canto (Lloyd e Armstrong).
Entrando nel merito, il direttore romeno ci ha dato una lettura soffusa, direi quasi minimalista ma non evanescente in un "tappeto sonoro" che ha accompagnato splendidamente i cantanti.
Andrieux quale Pelleas, e' risultato cantante sicuro, capace di accenti e trasalimenti convincenti e direi baldanzosi, dominando l'aspra tessitura con nonchalance. Sicuramente destinato ad una folgorante carriera, visto anche la sicurezza scenica mostrata, nonostante l'opera sia stata eseguita in forma di concerto.
Piau, cinquantenne, ha mostrato una voce non più freschissima, ma variegata, pungente che unita ad un viso mobilissimo ha tratteggiato una Melisande "falsa ingenua".
Gay, Golaud di provata esperienza, era l'unico del cast a cantare la parte senza scrutare lo spartito. Il suo tratto distintivo, la naturalezza del ruolo ne e' sbalzato a tutto tondo.
Lloyd 75 anni, ha portato il suo innato carisma e la sua altrettanta innata capacità di "colorare" la frase, nonostante la voce non è mai stata, anche negli anni migliori, un portento. Da ricordare sopratutto il monologo del quarto atto e tutto il suo quinto atto, dopo la morte di Melisande.
Armstrong, altra vecchia gloria, come Genevieve e' stata l'unica che mi ha deluso, per una sua lettura veloce e senza pathos nella scena della lettera.
Bravi i comprimari, sopratutto la Briot nei panni di Yniold.
Insomma, chi può non si lasci sfuggire l'eventuale replica che verrà trasmessa su Rai 5.
Entrando nel merito, il direttore romeno ci ha dato una lettura soffusa, direi quasi minimalista ma non evanescente in un "tappeto sonoro" che ha accompagnato splendidamente i cantanti.
Andrieux quale Pelleas, e' risultato cantante sicuro, capace di accenti e trasalimenti convincenti e direi baldanzosi, dominando l'aspra tessitura con nonchalance. Sicuramente destinato ad una folgorante carriera, visto anche la sicurezza scenica mostrata, nonostante l'opera sia stata eseguita in forma di concerto.
Piau, cinquantenne, ha mostrato una voce non più freschissima, ma variegata, pungente che unita ad un viso mobilissimo ha tratteggiato una Melisande "falsa ingenua".
Gay, Golaud di provata esperienza, era l'unico del cast a cantare la parte senza scrutare lo spartito. Il suo tratto distintivo, la naturalezza del ruolo ne e' sbalzato a tutto tondo.
Lloyd 75 anni, ha portato il suo innato carisma e la sua altrettanta innata capacità di "colorare" la frase, nonostante la voce non è mai stata, anche negli anni migliori, un portento. Da ricordare sopratutto il monologo del quarto atto e tutto il suo quinto atto, dopo la morte di Melisande.
Armstrong, altra vecchia gloria, come Genevieve e' stata l'unica che mi ha deluso, per una sua lettura veloce e senza pathos nella scena della lettera.
Bravi i comprimari, sopratutto la Briot nei panni di Yniold.
Insomma, chi può non si lasci sfuggire l'eventuale replica che verrà trasmessa su Rai 5.