Sarovvi e dirovvi!
Per il momento ho letto con molto interesse la bella recensione di Pietro sulla Lulu di Py in home. Non conosco il DVD recensito da Pietro. Conosco invece la Lulu della Petibon avendo il DVD dello spettacolo della Nemirova da Salisburgo. Sono d´accordo con Pietro sull´interpretazione magistrale della cantante francese. Se non che, a mio modesto parere, c´è una cantante che – oggi – la sopravanza in questo ruolo, ed è Barbara Hannigan. La Lulu della Hannigan nel DVD che riporta lo spettacolo nella regia di Warlikowski dalla Monnaie (al solito piena di mistero e fascino quasi fosse un film di Lynch) è qualcosa che mi ha lasciato senza parole. Per quanto mi riguarda è lei la Lulu dei nostri giorni.
Pietro scrive:
La tendenza, per lo più, è quella ben esemplificata dal video di Loy: minimalismo spinto e manicheismo ai massimi livelli.
Non so se il minimalismo spinto sia la tendenza che va per la maggiore quando si tratta di mettere in scena Lulu. Purtroppo, invece, lo è il manicheismo. Peraltro a me il DVD dello spettacolo dalla ROH con la regia di Loy è piaciuto molto. Ho trovato l´impostazione minimalista, tutta centrata sulla “attorialità” dei cantanti (che recitano tutti come padreterni), a mio parere assolutamente preferibile alle due Lulu espressioniste (quelle della Nemirova e di Bechtolf). Pappano dirige splendidamente, la Eichenholz ha quel non-so-che di assolutamente irresistibile, e Volle è forse il miglior Schön oggi sulla piazza.
Pietro scrive:
Julia Juon è una veterana della propria parte, qui vissuta come una sorta di “doppio razionale” di Lulu, in contrapposizione all’ingenuità primitiva della protagonista: la Contessa è costruita, artefatta, una vera e propria donna di mondo.
Non ho (ancora) visto questo DVD, ma questa impostazione del personaggio proprio non mi convince. Se c´è un essere che è permeato di amore nella Lulu, questa è la Contessa. Sarei tentato di dire che, in fondo, è la Geschwitz l´unica figura completamente positiva dell´opera.
C´è un punto, al terzo atto, in cui la figura della Geschwitz e Lulu sono volutamente accostante con ambiguità. È il punto in cui Schigolch e Alwa stanno dialogando tra loro, mentre Lulu – ridotta a vivere del proprio corpo - è scesa a battere il marciapiede. E la Geschwitz l´ha seguita.
Schigolch(distogliendosi da Alwa)
Se almeno non fosse scesa sulla strada insieme alla Geschwitz!
(Davanti al ritratto di Lulu, lo contempla.)
Lei, questa cosa non la capisce. (Die versteht die Sache nicht.)
Alwa
Che cosa non capisce?
Schigolch
Lei non può vivere dell’amore, perché la sua vita è l’amore.
Chi è che “non capisce questa cosa”? Lulu (la frase viene pronunciata da Schigolch davanti al suo ritratto). Lulu che poco prima aveva detto al Marchese “non posso vendere l’unica cosa che mi è sempre appartenuta“ e anche “Non ci penso nemmeno a farmi rinchiudere in una casa (Vergnügungslokal, casa di piacere) del genere!” (in Wedekind è più esplicita, ed esclama: “Ich in ein Bordell? Io, in un bordello?!).
Schigolch ci dice che Lulu è incapace di guadagnarsi da vivere con l´amore perché la vita di Lulu è l´amore.
Se si considera il passato di Lulu sulla base di questa “definizione” il personaggio acquista un´altra dimensione.
Si veda il momento del dialogo tra Lulu e il Pittore, al primo atto:
Il pittore
Tu non hai ancora amato…
Lulu
È lei che non ha ancora amato…
Si veda anche, e soprattutto, il rapporto con Schön l´unico uomo (ce lo dice lei stessa) che abbia mai amato.
Però, tornando al dialogo tra Schigolch e Alwa al terzo atto…
Lei, questa cosa non la capisce.
L´affermazione potrebbe anche essere rivolta alla Geschwitz. Non vi è alcuna cesura nella melodia in questo punto. E inoltre, dal punto di vista grammaticale la frase potrebbe benissimo riferirsi alla contessa. Non solo. Se uno non prendesse in considerazione il testo scritto, ma si limitasse ad ascoltare quello che Schigolch canta potrebbe intendere la frase così:
Se almeno non fosse scesa sulla strada insieme alla Geschwitz che (la quale) questa cosa non la capisce.
Il Die potrebbe quindi essere interpretato come un pronome relativo riferito alla persona che lo precede immediatamente nel discorso, cioè la Geschwitz.
La Geschwitz è del resto una figura angelica, pronta all´abnegazione assoluta nei confronti della donna amata.
Il finale è emblematico, con la contessa ridotta ad una “bestia”: “Armes Tier!”, “povera bestia!”, così la definisce Jack lo squartatore.
Ora, con l´eccezione del prologo, vi è un solo altro punto (uno solo! ) in tutta l´opera (opera in cui, come detto enfaticamente dal domatore di fiere del prologo, tratta dell´ “animale donna”) in cui ricorre il termine Tier, animale. Ed è nella seconda scena del primo atto, quando Lulu parla con Schigolch:
Lulu
A memoria d’uomo non mi chiamo più Lulu.
E da quanto tempo non ballo più?...
Adesso non sono più che…
Schigolch
Che cosa?
Lulu
(con un brivido di orrore)
… una bestia…
Lulu-Geschwitz...
Cosa fa di Lulu un animale? Non lo sappiamo (qualche idea? Perchè in quel preciso punto dell´opera Lulu si definisce "ein Tier"?). Cosa fa della Geschwitz un animale? L´amore per Lulu.
Si badi inoltre: Lulu è solo Lulu così come la Geschwitz è solo la Geschwitz. La fedeltá a se stessi si rispecchia nel fatto che quasi tutti gli altri cantanti affrontano più personaggi (pittore/negro, Schön/Jack, etc.), mentre Lulu è un ruolo interpretato da una sola cantante. La stessa cosa vale per la Geschwitz (e per Schigolch e per Alwa: forse perché gli unici, tra gli uomini, a provare per Lulu un amore autentico?). Lulu e la Geschwitz sono dotate di un´invididualità “indivisibile”. Lulu è unica, nonostante sembri assumere in sé diverse figure (qual è poi il suo nome? Eva? Mignon? Nelly? Ognuno le dà un nome diverso!), e resta fino in fondo fedele a se stessa (“Io non ho mai voluto che il mondo mi credesse qualcosa di diverso da quello che mi ha considerato. E nessuno al mondo mi ha mai considerato altro che quella che sono.”, canta nel celeberrrimo Lulu-Lied).
Lulu-Geschwitz.
Lulu opera antifemminista? Più la ascolto e meno ne sono convinto...
Che ne dite?
Ciao,
DM