Fenice da Dieci e Lode! Un altro pianeta, per il milanese!
Inviato: lun 23 feb 2015, 16:04
Dieci e lode al Teatro La Fenice! Un weekend entusiasmante di musica. Al top: sabato, l'ultimo atto di Omer Wellber ne La Traviata, e il soprano-rivelazione Francesca Dotto, una stupenda Violetta di 27 anni, dai mezzi vocali importantissimi uniti a bellezza e bravura. Domenica, un travolgente Don Pasquale, con Wellber da pelle d'oca dal finale secondo in poi, e anche qui una voce-rivelazione: Davide Luciano, interprete del Dottor Malatesta, perfetto scenicamente sulla base di uno strumento timbratissimo. I due spettacoli, collaudatissime e qualitative produzioni locali, reggono gli anni e il tempo come avviene nei grandi teatri.
Su tutto, trionfano i complessi de La Fenice: il coro e soprattutto l'orchestra. Da due mesi, questi signori suonano tutte le sere, in alternanza, Elisir, Don Pasuqle e Traviata: il livello esecutivo è altissimo, da ormai miglior orchestra d'opera italiana, non solo: entusiasma l'evidente spirito di corpo, l'entusiasmo, la soddifazione di lavorar bene. Alla fine dell'ultima replica di Don Pasquale, tutta l'orchestra rimane in buca, Omer Wellber saluta uno per uno gli orchestrali che poi restano lì finmchè il direttore nonm si unisce al cast per l'applauso del pubblico. L'impressione è quella di un ingranaggio in cui tutte le parti funzionano a perfezione. iIl divario e la differenza con la svaccata Aida della Scala, la mediocrità fracassona e svogliata dell'orchestra scaligera, la sensazione di mestizia e di malfare che promana dal teatro milanese, induce nel milanese in trasferta a Venezia la sensazione di essere in un altro mondo. A La Fenice si fa arte, prevalgono la musica e i suoi valori. Alla Scala, non più, e da tempo!
E a Venezia cast sono scelti per attitudine alle opere e non in base ad altri criteri d'agenzia (vero, Pereira, vero Scala?). Il teatro è sempre pienno (vero, Pereira, vero Scala?). Il clima, entusiasta (vero, Scala?). Dovrebbe tenerne conto il Ministero al momento di decidere i finanzaiamenti. Certe pseudograduatorie sono, da tempo, mutate. E bisogna premiare chi lavora bene, non chi decade.
marco vizzardelli
Su tutto, trionfano i complessi de La Fenice: il coro e soprattutto l'orchestra. Da due mesi, questi signori suonano tutte le sere, in alternanza, Elisir, Don Pasuqle e Traviata: il livello esecutivo è altissimo, da ormai miglior orchestra d'opera italiana, non solo: entusiasma l'evidente spirito di corpo, l'entusiasmo, la soddifazione di lavorar bene. Alla fine dell'ultima replica di Don Pasquale, tutta l'orchestra rimane in buca, Omer Wellber saluta uno per uno gli orchestrali che poi restano lì finmchè il direttore nonm si unisce al cast per l'applauso del pubblico. L'impressione è quella di un ingranaggio in cui tutte le parti funzionano a perfezione. iIl divario e la differenza con la svaccata Aida della Scala, la mediocrità fracassona e svogliata dell'orchestra scaligera, la sensazione di mestizia e di malfare che promana dal teatro milanese, induce nel milanese in trasferta a Venezia la sensazione di essere in un altro mondo. A La Fenice si fa arte, prevalgono la musica e i suoi valori. Alla Scala, non più, e da tempo!
E a Venezia cast sono scelti per attitudine alle opere e non in base ad altri criteri d'agenzia (vero, Pereira, vero Scala?). Il teatro è sempre pienno (vero, Pereira, vero Scala?). Il clima, entusiasta (vero, Scala?). Dovrebbe tenerne conto il Ministero al momento di decidere i finanzaiamenti. Certe pseudograduatorie sono, da tempo, mutate. E bisogna premiare chi lavora bene, non chi decade.
marco vizzardelli