Il mitico (grazie
!) e' qui bloccato all'aeroporto di Venezia perché il volo per il Viaggio a Reims di Michieletto ad Amsterdam ha tre (tre!) ore di ritardo...
Quanto ai Soldaten, l'opera mi aveva fatto una forte impressione a Salisburgo e me l'ha rifatta alla Scala: un superWozzeck dove il rigore formale non esclude l'emozione, anzi. Si sa che non basta essere grandi musicisti per essere anche grandi operisti. Zimmermann ci riesce.
Metzmacher gestisce l'enorme macchina musicale con tranquilla autorevolezza e ottiene cose egregie dall'orchestra, e in una partitura tecnicamente di grande difficoltà. La compagnia è nel complesso ottima. Credo però che per la Benackova (si scriverà così?) e per Muff sia davvero arrivato il momento della pensione. La Aikin e' bravissima e si è presa dei grandi applausi; la vocalità e' quella di Lulu, quindi giusta per lei; io però mi sono sorpreso a pensare cosa potrebbe fare in quest'opera una Hannigan. Detto questo, chapeau a tutti.
Lo spettacolo è stato assai criticato perché troppo "semplice", interpretativamente un po' rinunciatario e talvolta anestetizzante rispetto alla crudeltà di certe situazioni. Però credo che una regia didascalica, con simboli facili da decrittare (la paglia...) e qualche tocco di incongruo naturalismo (i cavalli veri, che però a Salzburg erano sette e qui solo tre) serva a far "passare" l'opera a un pubblico diffidente e reazionario come quello della Scala. Infatti il teatro era abbastanza pieno, non ci sono state fughe nell'intervallo, si sono sentite relativamente poche sciocchezze e alla fine tutti hanno applaudito a lungo.
Infine, non si capisce perché la Scala continui a coprodurre spettacoli concepiti per un palcoscenico del tutto diverso dal suo come quello della Felsenreitschule: ogni volta, e anche in questo caso, tocca in pratica rifarli interamente...
Scusate la brevità e i refusi, ma scrivo con un tablet aspettando il KLM dei tartari...
Saluti e ossequi a tutti
AM