Manon Lescaut - Roma
Inviato: mar 11 mar 2014, 11:07
Ciao carissimi.
Apro, con mia stessa grande sorpresa, un thread su Manon Lescaut - opera che sopporto a fatica perchè a mio gusto opera doppia - insopportabile nel primo e nel secondo atto (fino al finale di "lescaut, tu qui?!) e via via sempre più interessante sino al bellissimo e tragico finale. Circostanze fortunate mi hanno consentito di assistere all'Opera di Roma a questa produzione (grazie, caro amico Carlo! la tua improvvisa influenza mi ha regalato un biglietto e una emozione).
Parlerò poco della regia di Mademoiselle Chiara: zero idee, il deserto che appare dall'inizio dell'opera non mi sembra questa grande novità, un sacco di pasticci e imprecisioni (una per tutte la nave che si muove in senso contrario!!!!)
Parlerò poco della direzione del papà: pesante, lenta, maestosa (quanti timpani suonano nell'intermezzo e nel finale? 500????), sempre comunque con un suono molto bello e levigato. Parlerò poco o niente di un imbarazzante tenore trentenne che sembrava una caricatura di un tenore in pensione.....
Lasciatemi soffermare su una vera e propria apparizione, un sogno: "dican le dolci labbra come vi chiamate" "manon lescaut mi chiamo" e si apre un mondo! entra LEI.... Anna Netrebko è all'apice della sua bellezza, della sua grande capacità di attrice, della sua stupenda vocalità (che sia veramente questo il suo registro?). Mai Anna ha impersonificato un ruolo non russo con tale partecipazione emotiva. La voce è salda, fermissima, emessa con gusto. I pianissimi eterei corrono nella sala con una facilità disarmante. Vincente l'idea di presentare un personaggio "solo, perduto e abbandonato" già dall'inizio dell'opera. la cifra interpretativa chiarissima, tragica, perfettamente portata avanti e sviluppata fino ad un quarto atto da brividi: "ma l'amor mio non muor" non è solo il finale dell'opera, è il compimento di un travaglio interiore che lascia senza fiato. Semplicemente magistrale! Sono anni che non esco da teatro con un tale mix di sensazioni così forti e coinvolgenti. Chi mi conosce sa che non ho mai usato parole così per una cantante.... Ma la Netrebko mi ha davverto sconvolto. Vista in entrambe le Manon non ho dubbio nel dire che è la Manon pucciniana il suo vero e autentico cavallo di battaglia!
Che bella serata. Grazie Carlo.... mai influenza fu così provvidenziale
flip
Apro, con mia stessa grande sorpresa, un thread su Manon Lescaut - opera che sopporto a fatica perchè a mio gusto opera doppia - insopportabile nel primo e nel secondo atto (fino al finale di "lescaut, tu qui?!) e via via sempre più interessante sino al bellissimo e tragico finale. Circostanze fortunate mi hanno consentito di assistere all'Opera di Roma a questa produzione (grazie, caro amico Carlo! la tua improvvisa influenza mi ha regalato un biglietto e una emozione).
Parlerò poco della regia di Mademoiselle Chiara: zero idee, il deserto che appare dall'inizio dell'opera non mi sembra questa grande novità, un sacco di pasticci e imprecisioni (una per tutte la nave che si muove in senso contrario!!!!)
Parlerò poco della direzione del papà: pesante, lenta, maestosa (quanti timpani suonano nell'intermezzo e nel finale? 500????), sempre comunque con un suono molto bello e levigato. Parlerò poco o niente di un imbarazzante tenore trentenne che sembrava una caricatura di un tenore in pensione.....
Lasciatemi soffermare su una vera e propria apparizione, un sogno: "dican le dolci labbra come vi chiamate" "manon lescaut mi chiamo" e si apre un mondo! entra LEI.... Anna Netrebko è all'apice della sua bellezza, della sua grande capacità di attrice, della sua stupenda vocalità (che sia veramente questo il suo registro?). Mai Anna ha impersonificato un ruolo non russo con tale partecipazione emotiva. La voce è salda, fermissima, emessa con gusto. I pianissimi eterei corrono nella sala con una facilità disarmante. Vincente l'idea di presentare un personaggio "solo, perduto e abbandonato" già dall'inizio dell'opera. la cifra interpretativa chiarissima, tragica, perfettamente portata avanti e sviluppata fino ad un quarto atto da brividi: "ma l'amor mio non muor" non è solo il finale dell'opera, è il compimento di un travaglio interiore che lascia senza fiato. Semplicemente magistrale! Sono anni che non esco da teatro con un tale mix di sensazioni così forti e coinvolgenti. Chi mi conosce sa che non ho mai usato parole così per una cantante.... Ma la Netrebko mi ha davverto sconvolto. Vista in entrambe le Manon non ho dubbio nel dire che è la Manon pucciniana il suo vero e autentico cavallo di battaglia!
Che bella serata. Grazie Carlo.... mai influenza fu così provvidenziale
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