Veramente visto in tv.

Ormai Bregenz è diventata una sorta di 'Arena di Verona in cui -salvo eccezioni- si sperimenta alla tedesca.
Quest'anno hanno allestito l'Andrea Chénier affidandone la regia a Warner. Keith non Deborah.
Ne ho visto solo dei pezzi lo ammetto. E mi sono bastati, se non per esprimere -ovviamente- un giudizio complessivo sullo spettacolo, almeno per cambiare canale.
Passiamo sopra al cast da bassa/bassissima periferia e alla soporifera e già vista rivisitazione in chiave grottesca della vita nobiliare in Francia prerivoluzione.
Passiamo sopra ai paurosi sfasamenti di sincronia fra le voci e l'orchestra. Passiamo sopra alla morte sghignazzante con la falce che si aggira tra i nobili festanti come la Morte Rossa di Poe (solo che lì tutti la consideravano mentre qui sembra una sorta di cugino scemo venuto dalla campagna, di quelli che gli si da da mangiare in cucina)... tralasciamo la vestizione di Maddalena che continua a cambiarsi vestiti assolutamente identici fra loro e non si capisce perchè....
Ma non posso soprassedere su questo.
Alla fine del primo atto, dopo la ripresa della gavotta, mi aspetto che parta la baldoria rivoluzionaria e... invece parte una musica che sembra Sostakovich.



Sulla scena partono ammazzamenti, stupri, forconi, rivolte, si sente la Marsigliese e il ça ira.....
Leggo che si tratta di una composizione originale di David Blake commissionata da Warner per rappresentare visivamente l'esplodere della rivoluzione.
Ma che meraviglia!
Il signor Warner non solo pensa che il pubblico sia scemo e non capisca bene quello che succede tra il primo e il secondo atto dello Chénier ma, ancora peggio, si permette di manipolare con aggiunte la partitura di Giordano perchè, a suo avviso, è carente sotto il profilo della drammaturgia.
Troverei la cosa irritante se questa musica non fosse così inefficace nel suo bolscevismo di maniera da rendersi ridicola da sola e crollare di fronte alle asciutte e sferzanti pennellate di Giordano.
Ugualmente sono del parere che nessuno mai, dico mai, oserebbe commissionare a John Williams la scrittura di un interludio tra il secondo e il terzo atto di Tristano per raccontare il viaggio dell'eroe a Kareol. E se lo facesse sarebbe uno scandalo. Anzi uno skandal!

Con Giordano invece si può. Perchè, nella testa di questi reucci del contenuto, Giordano (come Cilea, Leoncavallo, Puccini, Catalani, Mascagni e anche certo Verdi) sono robetta popolare, musica per facili platee che vanno per metà educate e per metà sconvolte facendo loro conoscere la "vera" drammaturgia e la "vera" musica.
Reucci molto ricchi visto che l'allestimento è costato (fonte Opera Fresh) la meraviglia di 10, 4 milioni di dollari statunitensi.
Complimenti.
WSM