Les Huguenots (Meyerbeer)
Inviato: gio 16 giu 2011, 20:01
Ebbene sì... ieri ho visto la super-produzione di Bruxelles degli Ugonotti, prima tappa di una vera e propria rinascita del genere ad opera delle grandi Maisons dell'opera (cui faranno seguito la Muette all'Opéra Comique e il Robert le Diable alla ROH).
Come sempre (per la gioia di quei due o tre coglioncelli che ancora ci chiamano "esterofili") sono tutte operazioni che nascono in Belgio, proseguono a Parigi e finiscono a Londra...
E noi siamo esterofili perché, amando l'opera, vogliamo andarci?
Certo, per frequentare i teatri esteri e godere di questi spettacoli bisogna saper scegliere! Non è possibile, non è pensabile che tutto ciò che si fa a Bruxelles o a Londra sia di livello eccelso!
Il fatto è che se qualcosa di eccelso c'è, è in questi teatri che lo si trova!
Basta saperlo scegliere!
C'è un ben noto e inevitabile vecchietto sul web italiano (di quelli che ci leggano avidamente e poi riportano per vari siti frasi intere copiate da noi) che ha scritto, parlando di me, che dovunque vada io torno con recensioni entusiastiche, da pellegrino di santuario.
A parte che non è del tutto vero, è pur vero che nei sei-sette spettacoli che ogni anno organizzo di vedermi all'estero (di più non potrei permettermi ovviamente) ho cura di scegliere cose importanti!
E' colpa mia se sono capace di selezionare gli spettacoli migliori invece di andare per i teatrucoli della periferia tedesca a beccarmi quel che capita o di organizzare un weekendino low cost a Parigi e, già che sono lì, farmi la fila per qualche posticino in piedi alla ripresa di qualche stravecchio spettacolo alla Bastille e poi uscirmene con recensioni perplesse (tutta qui l'Opera all'estero?) su qualche blogghino affamato di testimonianze estere che gli diano un po' di tono....
Saper scegliere gli spettacoli più importanti, cosa in teoria facilissima, in pratica non lo è....
Altrimenti, i vecchietti suddetti, invece che leggere avidamente le mie recensioni e poi manifestare la loro gelosia, farebbero bene ad andarci anche loro a vedere la Salome con i Berliner, Rattle e Herheim, o l'Ariana di Guth, o il Comte Ory con la Bartoli, o il Franco Cacciatore di Gardiner o questi Ugonotti...
E scegliere impone attenzione: ad esempio al cast!
Questi Ugonotti presentavano due cast: il primo con una serie di nomi assolutamente necessari al risultato finale, alla poetica di Minkowski (in particolare Cutler, la Petersen, la Leshneva), il secondo con nomi non solo meno altisonanti, ma quel che è peggio (è il caso di Osborne) lontanissimi dal senso stesso dell'operazione, scelti solo in virtù del fatto di possedere, se non altro, le note.
A dispetto di una regia con vari limiti, a dispetto di piccole fastidiose ombre nei ruoli secondari (e talvolta primari, considerando che né Varnier come Marcel, nè stranamente la Delunsch Valentine hanno tenuto tutte le promesse) questi Ugonotti sono stati fantasmagorici, sensazionali, esaltati da un Minkowski semplicemente incendiario e da alcuni interpreti capaci di sbatterci in faccia la verità di personaggi che pensavamo, credevamo di aver capito (Cutler e la Petersen).
Una gioia, amplificata dal fatto di ritrovarmi lì, senza preavviso, una colonna di Operadisc come Beckmesser, anche lui entusiasta, anche lui... uno che se si muove per spettacoli lo fa a ragion veduta!
Mi dispiace per il vecchietto di cui sopra, ma per vedere grandi spettacoli non occorre andare a Fatima e in altri luoghi miracolistici! In quelli si va semmai per chiedere la grazia di saper scegliere cosa andare a vedere e cosa no!
Al più presto vi preparerò una recensione.
Salutoni,
Mat
Come sempre (per la gioia di quei due o tre coglioncelli che ancora ci chiamano "esterofili") sono tutte operazioni che nascono in Belgio, proseguono a Parigi e finiscono a Londra...
E noi siamo esterofili perché, amando l'opera, vogliamo andarci?
Certo, per frequentare i teatri esteri e godere di questi spettacoli bisogna saper scegliere! Non è possibile, non è pensabile che tutto ciò che si fa a Bruxelles o a Londra sia di livello eccelso!
Il fatto è che se qualcosa di eccelso c'è, è in questi teatri che lo si trova!
Basta saperlo scegliere!
C'è un ben noto e inevitabile vecchietto sul web italiano (di quelli che ci leggano avidamente e poi riportano per vari siti frasi intere copiate da noi) che ha scritto, parlando di me, che dovunque vada io torno con recensioni entusiastiche, da pellegrino di santuario.
A parte che non è del tutto vero, è pur vero che nei sei-sette spettacoli che ogni anno organizzo di vedermi all'estero (di più non potrei permettermi ovviamente) ho cura di scegliere cose importanti!
E' colpa mia se sono capace di selezionare gli spettacoli migliori invece di andare per i teatrucoli della periferia tedesca a beccarmi quel che capita o di organizzare un weekendino low cost a Parigi e, già che sono lì, farmi la fila per qualche posticino in piedi alla ripresa di qualche stravecchio spettacolo alla Bastille e poi uscirmene con recensioni perplesse (tutta qui l'Opera all'estero?) su qualche blogghino affamato di testimonianze estere che gli diano un po' di tono....
Saper scegliere gli spettacoli più importanti, cosa in teoria facilissima, in pratica non lo è....
Altrimenti, i vecchietti suddetti, invece che leggere avidamente le mie recensioni e poi manifestare la loro gelosia, farebbero bene ad andarci anche loro a vedere la Salome con i Berliner, Rattle e Herheim, o l'Ariana di Guth, o il Comte Ory con la Bartoli, o il Franco Cacciatore di Gardiner o questi Ugonotti...
E scegliere impone attenzione: ad esempio al cast!
Questi Ugonotti presentavano due cast: il primo con una serie di nomi assolutamente necessari al risultato finale, alla poetica di Minkowski (in particolare Cutler, la Petersen, la Leshneva), il secondo con nomi non solo meno altisonanti, ma quel che è peggio (è il caso di Osborne) lontanissimi dal senso stesso dell'operazione, scelti solo in virtù del fatto di possedere, se non altro, le note.
A dispetto di una regia con vari limiti, a dispetto di piccole fastidiose ombre nei ruoli secondari (e talvolta primari, considerando che né Varnier come Marcel, nè stranamente la Delunsch Valentine hanno tenuto tutte le promesse) questi Ugonotti sono stati fantasmagorici, sensazionali, esaltati da un Minkowski semplicemente incendiario e da alcuni interpreti capaci di sbatterci in faccia la verità di personaggi che pensavamo, credevamo di aver capito (Cutler e la Petersen).
Una gioia, amplificata dal fatto di ritrovarmi lì, senza preavviso, una colonna di Operadisc come Beckmesser, anche lui entusiasta, anche lui... uno che se si muove per spettacoli lo fa a ragion veduta!
Mi dispiace per il vecchietto di cui sopra, ma per vedere grandi spettacoli non occorre andare a Fatima e in altri luoghi miracolistici! In quelli si va semmai per chiedere la grazia di saper scegliere cosa andare a vedere e cosa no!
Al più presto vi preparerò una recensione.
Salutoni,
Mat