mattioli ha scritto:Oh, beh, Ilaria, sai cosa intendo: spade sguainate, braccia spalancate in prossimità dell'acuto, tutto l'eroismo pret-à-porter.
Dei tre protagonisti, oggettivamente (credo) lo zio Greg è stato, come attore, il meno convincente. D'accordo che con l'Antonacci la partita era persa in partenza, ma forse non con la sorprendente Barcellona. Ma magari è colpa di McVicar...
Comunque ribadisco che la prestazione dell'Enea sessantenne è stata maiuscola: gran tenuta, un do acuto che alla Scala non si sentiva da tempo, e anche quell'aria un po' vissuta e stropicciata che si addice a Enea (magari più a Cartagine che a Troia).
Baci baci e buona Australia.
AM
No, non lo sapevo proprio: per me non è per nulla così evidente e, come immaginerai, non condivido. Ma ti ringrazio per avermi chiarito il tuo punto di vista.
ACA è su un altro pianeta anche rispetto a tanti attori di prosa: il figurone da fuoriclasse della recitazione nel mondo dell'opera è garantito e sono felice di constatarlo ogni volta che ho la fortuna di vederla dal vivo.
Non condivido perché le spade, o quali altre siano le armi usate dai troiani secondo McVicar, le avrebbe sguainate anche Kaufmann in quella parte e secondo quelle disposizioni registiche (tanto per citare un esempio impeccabile in quanto a talento d'attore, nonché un altro artista che stimo e che mi emoziona molto). Quanto di più spacconamente tenorile di quello che faceva il bel Jonas nell'orrendo
Trovatore di Py? Vero che il paragone con la sobrietà dei
Troyens dello scozzese, e quindi anche con la loro maggiore pertinenza gestuale, non si pone. Mi pare che la questione sia molto più sottile. Ai miei occhi, le braccia talvolta allargate di Kunde sono un gesto ben fatto, a lui molto congeniale, che irradia imponenza patriarcale: adatto all'italico fondatore, no?
Guarda che non mi offendo mica, anzi!
Non sai quanto mi faccia piacere confrontarmi su argomenti sui quali rimugino da anni. Solo che trovo che spesso si liquidi GK con troppa laconicità, soprattutto riguardo a certi aspetti, come non si farebbe con altri che sono diventati mostri sacri assoluti molto più in fretta. Anche il dover sempre aggiungere il particolare (non dico dettaglio perché di dettaglio non si tratta) dell'età mi sembra ingeneroso nei confronti di un artista che, nonostante sia vero che mostri talvolta la fibra, sarebbe comunque molto bravo in assoluto, e non solo considerato il "venerando" traguardo raggiunto. Quando vedo ACA in
Carmen non mi viene da pensare che sia brava in quanto ancora incredibilmente fresca, in ogni senso, benché non più trentenne: è brava e basta. Idem con Kunde. Fermo restando che non farei mai cantare, adesso come adesso, Zerlina alla prima e Paolino al secondo.