La Traviata (Verdi)

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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda Tucidide » dom 08 giu 2008, 11:38

Benvenuta, Micaela! :wink:
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda micaela » dom 08 giu 2008, 11:57

Tucidide ha scritto:Benvenuta, Micaela! :wink:

Ti ho riconosciuto dall'avatar più che dalla firma... venuto bene in questa foto!

(SCUSATE! non scrivo più ot!)
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda VGobbi » lun 16 giu 2008, 0:34

Io sono andato alla recita del 12 giugno. Il peggiore e' stato Montanaro, di nome e di fatto, capace di rievocare un tale Rizzi-Brignoli quanto a fragore e scarsa dinamica coloristica. Un preludio del primo atto cosi' fiacco ed incapace di trasporto nel tema "Amami Alfredo" fa gia' intuire che razza di direttore sia.

Passiamo al cast. La Devia era l'unica che avevo gia' sentita. A 60 anni, seppur non credibile come Violetta, vocalmente ha strabiliato, specie nel primo atto. Alla vocalista tanto di cappello, ma Violetta e' tutt'altra cosa.
Jose' Bros mi e' piaciuto molto come Alfredo, mostrando voce squillante a fronte di una recitazione allo stato brado. Comunque il classico buon cantante che dona sicurezza e professionalita'. Affidabile.
Rimane Bruson. Baritono 74enne che mostra la sua classe, la sua autorita', il suo charme. Mi ha colpito notevolmente. Anzi tutto, io che ho problemi di udito, sentire una voce come la sua cosi' chiara e squillante, nonostante gli sforzi vani di Montanaro nel coprire le voci, e' un autentico balsamo per me. Naturalmente il suo timbro "ballava", ma non tale da arrecare fastidio. E poi ho trovato nella recitazione una naturalezza, senza inutili pose da cinema muto, che non avrei mai sospettato in Bruson. Bravissimo davvero!

Cio' non toglie che son altre le Traviate storiche ... a partire da quella di Salisburgo con il trio Netrebko-Villazon-Hampson- Pero', lasciatemelo dire, dal punto di vista attoriale li ho trovati un po' troppo sovraccaricati, plateali. O no?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda dottorcajus » lun 16 giu 2008, 13:55

VGobbi ha scritto:Jose' Bros mi e' piaciuto molto come Alfredo, mostrando voce squillante a fronte di una recitazione allo stato brado. Comunque il classico buon cantante che dona sicurezza e professionalita'. Affidabile.
a partire da quella di Salisburgo con il trio Netrebko-Villazon-Hampson- Pero', lasciatemelo dire, dal punto di vista attoriale li ho trovati un po' troppo sovraccaricati, plateali. O no?


Davvero Vittorio trovi quella zanzarina un tenore affidabile. Canta tutto nel naso con una vocetta minuscola e monocorde. Perlomeno questo era quanto ascoltavo quando ancora non lo evitavo accuratamente.

Anche io ho qualche perplessità sulla Traviata salisburghese.
Sono convinto che a teatro avrebbe avuto un diverso impatto e mi sarebbe piaciuta molto di più.
La ripresa e le scelte registiche del dvd hanno invece messo in evidenza quanto Villazon e Hampson siano molto attivi con la mimica facciale. Per Villazon credo che ci sia poco da fare tanto è sfavorito dal naturale disegno e dalla mobilità del suo volto e dalle conseguenti espressioni.
Guardando quella Traviata, che nel complesso mi è piaciuta, credo di aver trovato conferma di quanto alcune regie siano pensate non tanto per la visione teatrale ma per il conseguente dvd. Molti di questi eccessi mimici sarebbero scomparsi nella visione dello spettacolo dalla mia amata galleria e la visione dello spettacolo sarebbe stata più piacevole.
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda pbagnoli » mar 17 giu 2008, 19:25

VGobbi ha scritto: Passiamo al cast. La Devia era l'unica che avevo gia' sentita. A 60 anni, seppur non credibile come Violetta, vocalmente ha strabiliato, specie nel primo atto. Alla vocalista tanto di cappello, ma Violetta e' tutt'altra cosa.

Quello che scrivi mi è piaciuto.
Ti ho risposto in un editoriale in home
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda Pruun » mar 17 giu 2008, 22:04

L'editoriale è molto interessante e solleva problemi molto attuali e precisi.
Se ti va rispondo domani con calma (ora c'è la partita :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: ) su questa discussione. Ok?
Salut!
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda VGobbi » mer 18 giu 2008, 20:08

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto: Passiamo al cast. La Devia era l'unica che avevo gia' sentita. A 60 anni, seppur non credibile come Violetta, vocalmente ha strabiliato, specie nel primo atto. Alla vocalista tanto di cappello, ma Violetta e' tutt'altra cosa.

Quello che scrivi mi è piaciuto.
Ti ho risposto in un editoriale in home

Letto. Grazie di nuovo! Ora sentiamo anche l'altra campana ... Si prospetta un dibattito acceso! :twisted:
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda Pruun » mer 18 giu 2008, 21:00

Ma in verità devo distinguere tra le considerazioni generali del pezzo in questione (per cui faccio comunque i miei complimenti al boss) e il caso particolare offerto dalla Devia.
Infatti, in generale, sposo e condivido appieno tutte le considerazioni fatte sulla necessità dell'interpretazione... insomma mi sento di sottoscrivere appieno affermazioni come la seguente che cito testualmente:

Sono francamente stufo di queste diatribe di nessun significato che diventano argomenti di discussione per chi ancora si ostina pervicacemente a fare penosi distinguo fra canto ed interpretazione, come se il canto – inteso ovviamente come una sequenza di notine ben emesse, rotonde, possibilmente “morbide” e di buon volume (valore aggiunto indispensabile per gli appassionati del genere) – fosse l’unica valenza possibile in un’interpretazione lirica.
Se c’è una cosa che la Storia dell’interpretazione d’opera ci ha insegnato è proprio che il processo esecutivo non ha mai disgiunto i due aspetti fondamentali, quello vocale da quello più propriamente interpretativo. Era così ai tempi di Anna Girò e dei castrati, della Bordoni e della Cuzzoni, è stato così ai tempi di Rosa Ponselle prima e di Maria Callas poi, e così deve essere ancora adesso. Le volte che non è stato così, i risultati sono stati quanto meno interlocutori quando non fallimentari: nessuno può reggersi solo su un’emissione vocale “ore rotundo” quale unica valenza espressiva. Non esiste – lo ripetiamo, a scanso di equivoci – non esiste una scissione fra questi due aspetti così importanti e complementari.


Precisando una cosa, personalissima anche questa: il canto non è l'unica valenza possibile in un'interpretazione lirica, ma è il linguaggio con cui si esprimono i suoi protagonisti... per cui deve essere corretto. Non credo che la Cuzzoni o la Bordoni avessero problemi nell'emissione o nel sostenere le difficilissime parti vocali che i compositori di tutto il mondo scrivevano per loro, idem Mozart con il suo primo Idamante (mi sfugge il nome ora :oops: :oops: ) di cui si lamentava ma per cui scrisse comunque una parte molto difficile... segno che le carenze lamentate non erano di natura tecnica.
Lo preciso perché, anche se so che non vuoi alludere a quello :wink: , troppo spesso in nome dell'interpretazione si accetto prestazioni vocali decisamente imbarazzanti e deficitarip, per cui io, quando do moltissima importanza al canto, non è perché mi piace il suono bello, ma perché dal 'bel suono' (che poi non significa niente, per cui dirò dal 'suono corretto') un determinato repertorio non dovrebbe prescindere.

Detto questo è inutile precisare che non condivido le riserve sull'arte di Mariella Devia.
Non capisco (parlo seriamente e non sto scherzando) una frase come questa:
Premetto subito che il mio personalissimo parere è che non si possa oggettivamente parlare di grandezza di una cantante che costruisca la propria fortuna solo ed esclusivamente su una tecnica di canto ampiamente passata di cottura in tutto il mondo che non sia l’Italia. E non è questione di correttezza di picchettati, trilli, mordenti e volatine che sono, nel caso della cantante in questione, indiscutibilmente precisi ed espressi “lege artis”. Ma è un’arte vecchia, stanca, paga di se stessa e di virtuosismi demodé già ai tempi di Luisa Tetrazzini (che infatti si esprimeva con ben altro furore ed ebbra joye de vivre), specie se paragonata alle follie vertiginose di una Dessay prima maniera o di una Damrau che, attualmente, è la massima espressione possibile del canto di coloratura.


Cosa avrebbe di passato di cottura la tecnica di canto della Devia?

Io personalmente ho sempre trovato nella Devia pregi e difetti, ma la storia che sia fredda mi sembra una 'favoletta' comunque legata ai gusti personali che, vivaddio, son diversi in tutti noi.
Ad Ancona, in Traviata (fermo restando un teatro più piccolo della Scala e un allestimento più agevole acusticamente e poco dispersivo) fu interprete intensa prima ancora che cantante, con un fraseggio grigio, amaro, sfumatissimo (mi ricordo le grandi variazioni di spessore sonoro del 'Dite alla giovane', pur mantenuto sempre su un costante pp). Mancava, alla sua Violetta, un contrasto netto con i momenti più accesi, come l'Amami Alfredo soprattutto, o il 'Gran Dio mori si giovane' dove, come rilevi giustamente, il volume se non c'è non si può inventare, ma fatte salve queste riserve io l'ho trovata una splendida Violetta.
Fermo restando che la sua voce non è quella di Violetta, come non è quella di Lucrezia o Imogene.
La sua è la voce di Lakmé, di Manon di Auber, della Comtesse... che poi con molta intelligenza (a mio avviso) sia riuscita assolutamente convincente e, per me, emozionante, anche in altri ruoli che esulano dal suo tonnellaggio non cambia i termini della questione.

Per me, comunque, il canto non è mai disgiunto dall'interpretazione: odio chi canta bene e basta... nonostante tutto amo la Devia proprio perché trovo che, quando voglia, sa essere interprete per me coinvolgente (non sempre, le due incisioni ufficiali di Lucia stan lì a dimostrarlo, imparagonabili a quanto riuscì a fare nel bell'allestimento di Brockaus a Macerata nel 2003).

Comunque il problema che sollevi mi sembra molto interessante e, al di là delle divergenze d'opinione su Devia e Damrau (ma davvero ti piace molto? Io ho trovato così deludente il suo disco ''Arie di bravura") su cui, rispettivamente, mi pare che nutriamo entuasiasmi e pesanti riserve, mi sento di sposare appieno le tue tesi (condivido, invece sulla Dessay... ultima Lucia del Met a parte dove non mi è proprio piaciuta, mentre ho apprezzato, nonostante avessi affermato nel thread apposito che non l'avrei sentito :mrgreen: :twisted: il suo Airs d'opéra italiens).
A presto!
G
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda Orbazzano » mer 18 giu 2008, 21:38

Ho appena letto l'interessante editoriale in homepage, però devo ammettere di trovarmi in disaccordo. Siamo d'accordo col dire che nel interpretazione di un ruolo, essendo appunto tale, non si possa prescindere dal lato interpretativo, allo stesso modo, e forse di più però (chi parla è un fermo sostenitore del "prima la voce e la tecnica e poi tutto il resto"), non si può prescindere dalla tenuta vocale che mai, almeno a mio parere, deve passare in secondo piano. Quindi una Netrebko, mi perdoni l'autore dell'editoriale, per me rimane una Violetta mal cantata con problemi nei fiati e nella zona centro grave della voce, spesso ingolfata e ingolata. La Violetta della Devia, al contrario, nonostante cominci, checchè se ne voglia dire :D , a mostrare i segni dell'età (e caspita ha 60 anni, è normalissimo!!) rimane una delle Violette meglio cantate degli ultimi anni (se i gravi sono piccini e i centri un po' grigi, il settore acuto e sovracuto, per l'età che ha, è veramente sbalorditivo!) e, sarò sincero, il suo Addio del Passato tutto "galleggiante" sul fiato è stata una delle cose più emozionanti che mi è capitato, alla mia tenera età, di sentire in teatro! Dirò di più, sempre a mio modestissimo parere, è proprio la tecnica che regge l'espressione, è la tecnica che permette al cantante di fraseggiare adeguatamente, non a caso alle MIE orecchie la Traviata della Netrebko giunge un po' insepressiva, monocorde, cantata costantemente in mf e f con una quasi totale assenza di sfumature e di ricerca del fraseggio (si badi bene questa è una mia opinione). Concludendo, sono totalmente d'accordo con l'autore dell'editoriale nel dire che non si possa prescindere dal lato interpretativo (anche se la storia della Devia sempre e comunque inespressiva proprio non la capisco...direi che la sua è una espressività meno plateale rispetto a quella di altre sue illustri colleghe, ma che comunque a modo SUO emoziona), però sono fermamente convinto nel dire che non si possa nemmeno prescindere dal lato puramente tecnico e vocale.
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda Pruun » gio 19 giu 2008, 10:01

Secondo me una grande.
Ma sull'interpretazione si tratta di gusti personali.
Io trovo che alcuni personaggi siano molto riusciti (Imogene, la stessa Violetta, mi colpì molto Anna Bolena... poi scendendo indietro la Manon e la Lakmé)... la Lucia, ma anche il resto, dipendevano molto da chi trovava a dirigerla sul podio e come regista.
Due cose 'rimprovero' alla Devia: non aver scelto di partecipare esclusivamente a produzioni di un certo livello (vedi la Sonnambula di Como edita in cd dalla Nuova Era... c'è lei e basta!!) e non avere questa personalità così travolgente da imporsi nonostante tutto.
Se trova lo spettacolo giusto e il direttore giusto crea dei bei personaggi... sennò è fredda fredda e canta bene. Punto. Le due Lucie sono lì a dimostrarlo e mi spiace molto che non esista un disco ufficiale con una prestazione della Devia all'altezza della sua fama e di certe sue serate.
La stessa Violetta anconetana (fatti salvi i limiti di cui sopra e fermo restando che io non l'ho sentita nella produzione scaligera oggetto del topic) secondo me fu molto ben fraseggiata e molto ben accentata e, anzi, proprio l'aspetto più deludente della sua prestazione (nel confronto con se stessa) fu il Finale I, ma l'Addio del passato fu bellissimo, e anche Ah forse è lui....
Boss, ma nemmeno questi due pezzi ti piacciono nel cd Bongiovanni? :cry: :cry: :cry:
(Lo so che ce l'hai... lo dicesti tempo fa! :mrgreen: :mrgreen: sta in quello che tu chiami il tuo scaffalino degli orrori o qualcosa del genere :evil: )

OT: bigandalu il tuo avatar è fantastico!!!! :lol: :lol: :lol:
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda marco » gio 19 giu 2008, 12:14

è da molto che volevo intervenire sulla diatriba Devia che spesso ritorna nel forum
la prima cosa è che noto un eccessivo accanimento da parte dei bosses Pietro e Matteo nei confronti di questa cantante, fatta assurgere quasi a simbolo del MALE, cioè di tutto quello che non si deve fare su un palcoscenico d'opera e questa idea pur ben argomentata viene ribadita così insistentemente, anche quando si parla di cose che non vedono la D. coinvolta (vedi l'editoriale sulla prossima stagione scaligera), da farla sembrare una fissazione quasi maniacale oppure una risposta ad altri ambienti che identificano il MALE in cantanti odierni tipo Dessay o Netrebko
io credo che, come in tutte le cose della vita, anche nei cantanti d'opera non esista il MALE o il BENE assoluti, ma ognuno ha pregi e difetti, la propria personalità, le proprie caratteristiche
per adesso chiudo ma spero di avere il tempo per approfondire
Marco
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda dottorcajus » gio 19 giu 2008, 15:05

Concordo con Marco e non sono completamente d'accordo con quanto scritto nell'editoriale.
Anche io trovo la Devia, ascoltata molte volte nell'arco di 20 anni, un artista piuttosto fredda e poco comunicativa. Mi ha sempre deluso quando l'ho ascoltata in ruoli che non esaltavano la sua perizia tecnica. Mancando questo e dovendo ricercare altrove restava in genere una certa insoddisfazione, una noia.
Non ho ascoltato la sua Traviata e quindi non mi posso esprimere.
Canto ed interpretazione sono sicuramente elementi congiunti tanto che a mio parere solo nel canto deve nascere l'interpretazione e grazie a ciò possiamo esprimere valutazioni sulle prestazioni di quei cantanti di cui abbiamo potuto ascoltare la sola voce registrata.
Ma oggi esiste il dvd e, giustamente, l'interpretazione che nasce nel canto e si esprime attraverso esso deve essere affiancata dalla recitazione e dalla mimica corporale. In questo senso il gesto diventa pure determinante. In effetti, specie dall'osservazione della recente Traviata passata su Sky con il trio Net-Vil-Ham ho avuto la netta impressione di una regia, non solo televisiva, ma anche teatrale pensata per il passaggio in dvd. Un insieme di particolari espressivi e di movimenti che nella visione totale che offre il teatro andrebbero persi ma che invece sono valorizzati dal dvd.
Analizzata in questi termini sembra ovvio che una Dessay od una Netrebko offrano dei risultati nettamente superiori alla staticità convenzionale della Devia.
Poichè resto ancorato alla mia idea di scarsa oggettività presente nella lirica non posso essere d'accordo sull'idea di "tecnica bollita e superata" espressa nell'editoriale. A mio parere quello che si evolve costantemente è il "fruitore dei suoni", colui che coglie l'effetto finale di un percorso vocale sempre espressione della personale tecnica e della personalità del cantante. L'attualità della prestazione della Devia e della sua tecnica è pari a quella della Netrebko o di altre. Ognuna offre un suo modello, sta poi allo spettatore riconoscersi in esso. Non credo nell'esistenza del modello interpretativo ideale.
Chiudo poichè riaprirei nuovamente la questione "oggettività/soggettività" che esula totalmente dal tema del thread.
Roberto
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda Maugham » ven 20 giu 2008, 17:35

bigandalu ha scritto: Ma secondo voi, la Devia è una 'Grande' o una 'Brava' ?
Sergio


Guarda, ne hanno parlato a lungo nei mesi scorsi.
Dico ne hanno perchè non facevo ancora parte della banda. :mrgreen:

Penso che "grande" non possa essere un aggettivo applicabile alla Devia.
E visto il tipo sono convinto che a lei non interessi minimamente essere definita tale.
I grandi (per il peso che attribuisco a questo aggettivo) sono merce rara da tutte le parti.
Non so se fra cinquant'anni le esibizioni della Devia citate sul forum a Palermo, Napoli, Verona, Ancona, Macerata, Ravenna, Bologna, Lugo di Romagna (sembra l'annuncio di un interregionale) :) riempiranno i forum di discussione, creeranno schiaramenti, faranno pubblicare libri, serviranno da ispirazione per generazioni d'artisti, porteranno i melomani del 2060 a scannarsi per trovare sul Web (o su quello che l'avrà sostituito) testimonianze audio e video di questa nostra gloria nazionale. Forse, ma ne dubito.

Per essere definiti grandi sul palcoscenico bisogna ribaltare prospettive, far ragionare, creare dubbi, smuovere certezze.
Avere, insomma, personalità, temperamento teatrale, idee originali, coraggio.

Ciò non toglie che anche senza questo bagaglio si possa ugualmente fare una più che splendida carriera.
Come è stata quella della Devia.
Non si scriverà la storia dell'opera, ma ve bene lo stesso.
Cantante diligente e rassicurante per una certa fetta di melomani soprattutto italiani interessati solo alla voce come strumento.
Un'ottima professionista senza dubbio.
Ma cantare, permetti, non significa fare solo le note.

Tu definiresti grande un attore che, nel monologo di Shylock, seppur fermo di testa e di corpo come un palo ti facesse sentire in cambio tutte le vocali aperte e chiuse al posto giusto, le sibilanti corrette, le dentali marcate, sapesse usare la voce di petto senza sbracare...
Uno tipo, che so io, alla Alberto Lupo :D :D :D
Non ti chiedersti dov'è Shylock? I suoi tormenti, i dubbi, le isterie, le crudeltà gratuite, il finto sentimentalismo, l'ombrosità, il senso di rivalsa, la cocciutaggine. Nella sua voce dovresti sentire gli scudisci degli armigeri durante le perscuzioni, gli scricchiolii dei cardini dei portoni del ghetto sbarrato all'imbrunire, l'odore delle candele di sego accesse di nascosto, il sapore del pane senza lievito e delle erbe amare, devi sentire la Bibbia, il libro di Quoeleth...
altro che dentali :D

Tornando alla Devia basta leggere quello che si è scritto sulla sua Violetta scaligera.
Sintetizzando, grosso modo questo.
"Accidenti, a sessant'anni canta ancora così bene!"
Tutto qui, viene fatto di dire... :shock:
Trattata come un atleta di mezza età che ancora riesce a arrivare in fondo alla Maratona di New York senza stramazzare? :shock:
Se fossi la Devia ne sarei in po' delusa.
Ciao
WSM
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Ivan: What do you mean?
Mae West: I'm intellectual and you are the opposite.
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Re: Traviata alla Scala 3 giugno 2008

Messaggioda Tucidide » ven 20 giu 2008, 20:45

Verissimo il discorso di Maugham, ma collegandomi al suo calzante esempio shakespeariano, mi chiedo: come possiamo valutare tutte queste cose,
I suoi tormenti, i dubbi, le isterie, le crudeltà gratuite, il finto sentimentalismo, l'ombrosità, il senso di rivalsa, la cocciutaggine. Nella sua voce dovresti sentire gli scudisci degli armigeri durante le perscuzioni, gli scricchiolii dei cardini dei portoni del ghetto sbarrato all'imbrunire, l'odore delle candele di sego accesse di nascosto, il sapore del pane senza lievito e delle erbe amare, devi sentire la Bibbia, il libro di Quoeleth

in maniera oggettiva?

Viceversa, per tutte quelle altre cose,
tutte le vocali aperte e chiuse al posto giusto, le sibilanti corrette, le dentali marcate, sapesse usare la voce di petto senza sbracare

esistono parametri più o meno codificati ed accettati da tutti.
Con questo non voglio dire che uno Shylock tecnicamente sublime sia ipso facto un grande Shylock, ma solo che ci si può accordare sulla sua tecnica.
Invece, lo Shylock meno corretto ma che a te fa sentire l'odore di sego, fa udire gli scricchiolii sinistri delle porte del ghetto e fa risonare nella mente "vanitas vanitatum" potrebbe essere solo discreto per un altro, ma non perché costui valuti solo la tecnica, ma proprio perché a lui quelle sensazioni semplicemente non arrivano.
Un'opera d'arte non è un oggeto fisso, ma dinamico: cambia a seconda del soggetto che la recepisce. Io, con la mia cultura, le mie sensazioni, il mio carattere e le mie fisse avrò una percezione diversa da te, da chiunque altro. E l'opera d'arte stessa "cambierà". Io troverò in essa cose che tu, pur provandoci, non troverai mai, perché ti manca il mio background. E viceversa.
Per questo non mi stupisco quando sento che gli estimatori della Devia si emozionano proprio per le sue performances. Il fatto che a me arrivi una percezione molto blanda di emozione, non vuol dire nulla. Invece, tutti concordiamo sulla sua bravura tecnica. Perché quella è oggettiva, più o meno.
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Messaggioda Orbazzano » sab 21 giu 2008, 0:52

Tucidide ha scritto:Per questo non mi stupisco quando sento che gli estimatori della Devia si emozionano proprio per le sue performances. Il fatto che a me arrivi una percezione molto blanda di emozione, non vuol dire nulla. Invece, tutti concordiamo sulla sua bravura tecnica. Perché quella è oggettiva, più o meno.


Esatto! Qui sta il punto secondo me, le emozioni sono talmente soggettive che è difficile stabilire quale sia un cantante grande, bravo, mediocre o pessimo da questo punto di vista. Le emozioni arrivano in maniera soggettiva e in modo diverso a ciascuno di noi. La perizia tecnica invece è cosa ben più oggettiva e tangibile, e voler negare la grandezza della Devia, e vedo che in molti ci provano, è un atteggiamento che francamente proprio non capisco... :roll:
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