E invece stavolta "la Scala" ha fatto bene ! (serata di venerdì 12 luglio 2° rappresentazione appena vista)
I "chi di dovere" scaligeri stavolta (raro) hanno fatto virtù di ciò che avevano. Cosa avevano per mettere in scena a fine stagione estiva una delle più belle ma ardue opere del sommo Maestro Verdi ? Non avevano un direttore di carisma o di genio ma un giovane che forse si farà ma vedremo, non avevano un Cappuccilli o un Bruson ma neanche un Nucci o persino uno Zancanaro per fare Renato ma un onesto baritono corto e dalla voce priva di fascino ma credibile di aspetto come marito cornuto (non so quello del primo cast parlo di Viviani), non avevano una Price o una Caballé o una Scotto ma neppure una Ricciarelli o anche una Maria Chiara, ma un sopranone proto-verista che grida dall'inzio alla fine con voce tanto torrenziale quanto sgradevole causa un vibrato insopportabile per fare Amelia la donna che ne seduce due, ed infine non avevano un Pavarotti o Bergonzi ma un tenore con gli acuti ancora più compromessi non dico di un Domingo, ma anche di un Carreras o di un Aragall, ma dotato ancora di voce comunicativa e di straordinaria simpatia che conquista anche per la generosità degli sforzi per uscirne fuori senza giocare di rimessa e con il giusto carisma per fare un Riccardo uomo e non Re, in pratica, solo la ormai usurata Ulrica era con la "voce giusta" di quelle di tradizione. Insomma un po poco per celebrare vecchie usanze per dirla alla Tonio. Allora che fare ? La solita Corte coi soliti costumi e i soliti quadri che vanno bene se hai in scena dei pali che cantano da padreterni (vedi sopra) ma che altrimenti ormai sono visti e stravisti ? No hanno deciso di puntare su uno spettacolo del tutto nuovo e diverso per tentare così di dare pepe a quella che altrimenti sarebbe stata una serata inutile. Poi però avuta la idea bisogna vederne l'esito, e allora dico che a me, ad onta dei tanti criticoni, alla fine questo spettacolo mi è proprio piaciuto e spiego perchè. Prima cosa un regista che vuol fare uno spettacolo moderno deve avere una idea e qui c'era: il ballo è diventata una storia di una amicizia tradita per corna di una famiglia della classe media americana inizi anni sessanta o fine cinquanta, un pò alla Revolutionary Road quel bel film con Di caprio e la Winslet di qualche annetto fa. Secondo la idea deve essere coerente con l'opera e con i singoli quadri con cui Verdi ha previsto lo snodarsi del dramma e a quelli adattata e anche qui il regista ci è riuscito bene e molto azzeccati in tal senso la macchina con cui arriva Riccardo, il luogo delle battone dove si reca Amelia (che oggi altrimenti non si capirebbe quante menate nel recitativo se fosse solo in una foresta dove non la vede nessuno), la doppia stanza trasparente dove il bimbo della coppia sul divano attende la finale decisione dopo lo scontro tutto privato del 3 atto tra mamma e papà e geniale (prima volta che lo vedo) vedere Amelia prostrata che lascia la sala di casa tutta sola mentre Riccardo decide di lasciarla andare nella romanza del 4 atto e la struttura della festa finale con le sagome che creano effetto labirinto per l'omicidio conclusivo, insomma tutto diverso dal solito e dall'atteso ma mai in contrasto con musica e dramma di Verdi anzi. Infine bisogna poi vedere se tutto questo era anche un "bel" vedere e se gli interpreti hanno saputo creare il personaggio all'interno di questa nuova ricostruzione e coi vestiti e non i soliti costumi ammuffiti che sono passati da uno all'altro che li hanno preceduti. E qu anche giudizio più che positivo e in particolare davvero notevole tutta la scena dell'antro di Ulrica che quella solita grotta buia con lei che fa la Azucenza di turno aveva un pò rotto le scatole, questa era strepitosa (anche musicalmente è stata la parte meglio riuscita direi che han cantato bene tutti anche Amelia per quel poco che ha). Perfettamente credibili nei rispettivi ruoli i due maschietti veri protagonisti di questa visione e soprattuto Alvarez che deve oltretutto inventarsi soluzioni dal La in su e che ormai ha poco legato e poco fiato, ma il suo si rivederti così fatiicoso ma così spinto alla fine mi ha fatto venire voglia di abbracciarlo e nel complesso un Riccardo da vedere, ci crede e ci crediamo anche noi. Il resto è quello, l'opera resta meravigliosa anche se le voci stasera lo erano molto meno. Anche quella sorta di Santuzza al vibratone meno male che era vestita così e non con costumi nobiliari tra pizzi e merletti perchè pensate che effetto sarebbe stato vederla quando ad inizio del 3 atto (nel piccolo duetto "ah tal colpa" prima del "morrò ma prima in grazia") ha fatto al povero marito una tale piazzata vocale stile sceneggiata napoletana che pensavo Renato le rispondesse sciogliendo gli enigmi di Turandot... se penso che ai tempi alcuni dicevano che la Dimitrova era poco verdiana perchè cantava tutto in forte con questa simpatica signora non saprei davvero cosa dire....Ah la Ciofi ? Boh...gradevole anche lei nell'antro di Ulrica nulla di che nel resto ma si capisce che ai tempi ha anche potuto cantare Traviata anche se personalmente le Violette soprani leggeri non mi hanno mai troppo convinto. Morale: mi sono divertito