Norma (Bellini)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Norma (Bellini)

Messaggioda MatMarazzi » gio 24 mag 2007, 12:05

RICORDI: LE NOSTRE NORME A TEATRO


pbagnoli scriveva (in altro thread) ha scritto:Chiedo a Matteo se nei suoi giri, oltre alla Anderson, ha trovato qualche Norma degna di rilievo.


Non ho sentito la Cedolins in Norma, però sono d'accordo con te.
Il personaggio è enorme non solo per intrinseche ragioni, ma anche per la tradizione intimidatoria che le interpreti otto-novecentesche hanno costituito.
Con un simile passato, non è possibile affidare il personaggio se non a qualcuno che abbia davvero qualcosa da dire.
La Cedolins è una cantante sopravvalutata secondo me: ha uno discreto timbro, smorza gli acuti (per quanto ancora?) e come interprete posa molto.
Personalmente posso ascoltarla nel Trovatore (anche se pure da Leonora mi aspetterei di più) ma in Norma non mi sognerei mai di andare a sentirla.

Per quanto riguarda le Norma che ho sentito dal vivo, mi pare di ricordare che fossero solo quattro: Angeles Gulin (1983), Mara Zampieri (1988), June Anderson (2001) e Edita Gruberova (2005).
Della prima - ascoltata al teatro di Valence - non ricordo nulla, se non certa autorevolezza scenica e (alla fine del primo atto) un sensazionale re sopracuto. All'epoca però avevo tredici anni e troppa poca esperienza per poter esprimere valutazioni serie.

Della seconda (sentita sempre in Francia, alle arene di Nimes) ho già un ricordo più netto: qualche slancio potente, qualche posa primadonnesca, per il resto durezze e stridori a gogò! Devo dire però che non mi diede l'impressione di "fatica". Anzi, la Zampieri dava se non altro l'idea di una grande forza fisica e perentorietà. Però non mi piacque lo stesso.

Quindici anni senza Norma (ma è possibile? che non abbia dimenticato qualcosa?) prima della successiva: June Anderson a Parma.
E qui, finalmente, mi sono proprio divertito.
Pure con la sua solita femminilità "contenuta" e altera, quasi con paura di rivelarsi troppo, col pudore di mettersi a nudo, e nonostante il registro acuto cominciasse a essere intaccato da oscillazioni e tensioni, la Anderson ha disegnato un personaggio talmente forte, umano, lacerato, vertiginoso persino nella sua predisposizione romantica (un secondo atto da capogiro) da darmi la sensazione di essere tornato fra le dive ottocentesche. La disposizione belcantistica e soprattutto l'innata monumentalità statuaria (al limite un filo holliwoodiana) di questa sacerdotessa bellissima anche fisicamente ha fatto il resto. Dopo di allora, ho visto la Anderson in Dafne di Strauss e, soprattutto, come Agave delle Bassaridi di Henze a Parigi. In entrambi casi fu fantastica.
Ritornando comunque a Norma, posso dire che lei è stata decisamente la migliore che abbia visto dal vivo.

Migliore senz'altro di Edita Gruberova, che certamente dispone di una grandissima personalità e un peso di artista fuori dal comune. Al suo debutto scenico nel ruolo (a Monaco) è stata ammirevole, indubbiamente.
Ha riflettuto molto sul ruolo, ne ha tratto qualcosa di estremamente personale (vittima, prigioniera nel sottosuolo, atterrita dal mondo di guerra, sangue e tribalità che la circonda, con un rapporto estremamente contraddittorio coi figli). Aiutata dalla regia, ha lasciato alcuni momenti anche visivamente stupendi: il monologo dell'inizio secondo cantato a precipizio su un'altissima passerella, immobile come un monumento al dolore.
Però sentire una Gruberova a disagio vocalmente è un controsenso: e non era solo questione di tessitura (il registro basso che Edita non ha avuto mai), ma di povertà di fiato e fatica nel registro acuto.
Abituato ai trionfi deliranti che la cantante raccoglie a Monaco (ero stato presente a un Roberto Devereux dove si è visto di tutto: standing ovation, quaranta minuti di applausi, uscita della Gruberova solo a palcoscenico svuotato), mi ha sorpreso l'accoglienza tutto sommato "educata" che il pubblico bavarese le ha riservato in questa occasione. Personalmente l'ho interpretato come una specie di tristezza per questo "inizio di fine". Anche le "eterne" prima o poi concludono un percorso.


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Messaggioda beckmesser » ven 25 mag 2007, 11:09

Mi fa piacere il commento positivo sulla Norma della Anderson di Parma. In teatro era stata accolta molto male, ed anche la critica non c’era andata leggera: alle solite accuse (freddezza, eccessivo distacco, scarso coinvolgimento…) se ne erano aggiunti altre più inedite (scarsa musicalità, problemi di intonazione, acuti incerti, ecc.). Ora, se sulle seconde qualche verità forse c’era (anche se nulla di drammatico, a mio avviso: semplicemente, dal punto di vista vocale non era più la Anderson di dieci anni prima…), sulle prime proprio non sono d’accordo. Mi era sembrata una lettura molto originale che sostituiva al “solito” erompere di passioni (gelosia, ira, vendetta) il livido raccogliersi in se stessa di una donna offesa che non vede come reagire a quanto le accade intorno. Mi era sembrata una figura persino “antipatica”, scontrosa e ferita, che solo nel finale si scioglie e recupera una reale umanità. Anche il resto dello spettacolo aveva spunti interessanti (a parte un tenore assurdo): fra l’altro, era il primo (e a quanto mi risulta unico) tentativo di presentare un’opera di Bellini in veste filologica (strumenti d’epoca, sonorità, fraseggio, ecc.). Tentativo a mio parere riuscitissimo. Ovviamente, fu un fiasco solenne…
La Cedolins in Norma l’ho sentita un paio di anni fa a Genova: vocalmente mi è sembrata molto interessante, a parte alcuni momenti di grosso imbarazzo. Resta il fatto che va bene il legato formidabile, va bene la purezza del timbro, va bene il patetismo del finale e tutto il resto, ma se una Norma mostra la corda sulle agilità di forza di molti passaggi (che non sono, ovviamente, mere bellurie vocali, ma mezzo espressivo fra i più originali inventati da Bellini per questo ruolo), resterà sempre un’interprete interlocutoria. La cosa strana è che pare la Cedolins voglia darsi sempre più proprio a questo tipo di repertorio (dice di voler fare molto Donizetti, tre regine in testa). Credo che già la Luisa Miller di Parma a ottobre sarà un buon banco di prova.
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Messaggioda MatMarazzi » ven 25 mag 2007, 12:46

beckmesser ha scritto:teatro era stata accolta molto male, ed anche la critica non c’era andata leggera.


Già, ma (guarda caso) solo alla prima.
Alla mia recita fu un trionfo: eravamo allo quarta, se ben ricordo.

In realtà le contestazioni (come tutte quelle dell'anno "Cagli" a Parma) furono completamente strumentali e pre-organizzate.
Cagli come saprai aveva escluso dalla programmazione una certa orchestra e un certo coro (entrambi orripilanti, a mio guso) che a Parma lavoravano sempre, quasi d'ufficio.
Essendo un grande direttore artistico, ebbe l'idea di chiamare (come si fa da anni in tanti grandi teatri e festival europei) tante orchestre diverse, ognuna col suo direttore.
Fu questo il caso di Biondi con la sua orchestra "barocca" per Norma; fu anche il caso di Gergev col Marinskij per il suo interessantissimo Ballo in Maschera.

L'orchestra e il coro locali, inferociti, organizzarono la propria vendetta: acquistarono quanti più biglietti possibili (alle prime, ovviamente, perché c'erano la stampa e le dirette radiofoniche) e si presentarono a teatro muniti di fischietti.
E così gente del calibro di Gergev (abituato a raccogliere trionfi deliranti ovunque vada) e della Anderson (che proprio in Norma era stata adorata in teatri un po' meno periferici della misera Parma, come Parigi, Chicago, Buenos Aires, Ginevra) hanno avuto l'incredibile sorpresa di sentirsi fischiati e insultati alla prima rappresentazione.
Inutile dire che, dalla seconda, i fischi si tramutarono in successi: già, non si potevano certo prendere biglietti per tutte le recite!

La cosa che mi scandalizzò di più in quella occasione fu proprio l'atteggiamento della critica italiana, che - probabilmente - non sapeva nulla di questo maneggio.
Sentendo i fischi non è stata capace di esprimere la propria sorpresa o il proprio dissenso: si è subito accodata a chi fa la voce grossa.
E così si sono letti - come tu giustamente affermi - argomenti a dir poco fantasiosi, per giustificare "stroncature" che non avevano alcuna ragione reale se non gli interessi di alcuni disturbatori.

Mi ha sopreso come la stessa critica abbia poi esaltato la Anderson nelle sue successive apparizioni in Italia (Capriccio e Dafne).
Ovviamente scrissero che era "irriconoscibile rispetto alla Norma di Parma", come già a Parma avevano scritto che era "irriconoscibile rispetto a quella che era stata quindici anni prima".
E dire che per me (comprese certe piccole tensioni in alto e il vecchio vezzo di strascicare i suoni) è sempre stata riconoscibilissima.

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Messaggioda beckmesser » ven 25 mag 2007, 14:10

Sono di Parma, e un po' dentro a certi giri musicali, per cui il retroscena lo conoscevo benissimo. Anche se, a dirla tutta, bisogna riconoscere che ci fu anche altro. Certe proposte (la Norma "filologica", il Macbeth di Pitoiset a mio parere, visivamente, fantastico, ecc.) vanno preparate, non calate dall'alto, specie con un pubblico particolare come quello di Parma (col quale, per inciso, raramente mi trovo d'accordo...). E fermo restando che a mio parere, in quel "festival" del centenario di Parma, molte proposte furono effettivamente molto discutibili (a partire dal Ballo di Gergiev cui fai riferimento...). Fu il tipico esempio di pressapochismo italiano: poco tempo (del resto è noto: gli anniversari delle morti dei grandi compositori sono difficili da prevedere...) cui si pensò di ovviare con molti soldi (in gran parte sprecati). Mah...

Saluti
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Messaggioda MatMarazzi » sab 26 mag 2007, 10:15

beckmesser ha scritto:molte proposte furono effettivamente molto discutibili


Sì, certo... discutibili! Tutto lo è! Pensa che io metto in discussione persino la Tosca "De Sabata-Callas" o l'Elektra "Solti-Nilsson". E non di meno se De Sabata o Solti (o i loro spettri) venissero a dirigere queste opere a Ferrara io mi bacerei i gomiti.
Ora... ammettiamolo... il Regio di Parma non è quel teatro importante che si crede: è una sperduta e malinconica periferia operistica, ai margini di qualsiasi circuito. La presenza di un Gergev è una cosa che, sì... in astratto possiamo anche discutere... ma resta il fatto che fischiarlo (e ripeto, non a New York o Parigi, ma a Parma...) è cosa ridicola, patetica e in mala fede. Non trovi?
Io sono di Ferrara e ti posso assicurare che sulle scelte artistiche e direttoriali di Abbado, nelle cose che ha fatto qui, non mi sono quasi mai trovato d'accordo. Operazioni come il Barbiere, le Nozze, lo stesso Così fan tutte personalmente le ho trovate censurabili. Inoltre ti assicuro che anche noi, se dovessimo parlare di sperperi, maneggi, nepotismi, mangia-mangia e cose simili, potremmo scrivere enciclopedie.

Eppure, nonostante tutto questo, se la mia città non si fosse spellata le mani (in presenza di un Abbado nel nostro piccolo buco) mi sarei lettaralmente scandalizzato.
beckmesser ha scritto:Fu il tipico esempio di pressapochismo italiano: poco tempo (del resto è noto: gli anniversari delle morti dei grandi compositori sono difficili da prevedere...) cui si pensò di ovviare con molti soldi (in gran parte sprecati). Mah...


Nel denunciare il pressapochismo e gli sperperi italiani mi troverai sempre al tuo fianco. Eppure occorre anche fare dei distinguo.
Cagli non è Meli!
Inoltre, io credo proprio che quella stagione (pur non mettendo in dubbio le tue perplessità) fosse a un livello che nè Parma, nè il 90% dei teatri italiani conosce: è esattamente per questo che l'hanno affossata con tanto furore!

Queste almeno sono le mie idee.

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PALERMO 2007

Messaggioda tatiana » mer 19 dic 2007, 22:36

Qualcuno di voi c'è stato? Ho degli amici che mi hanno detto che la coppia della Lucrezia Borgia di Bergamo (soprano - mezzosoprano) era nello stesso stato come a Bergamo e che lo spettacolo non è andato bene. A me dispiace sentire queste cose. Vorrei che tutto andasse sempre liscio nei teatri. E mi pare che Norma mancava da un bel po' a Palermo.

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Messaggioda dottorcajus » gio 20 dic 2007, 14:35

Non conosco solo il mezzo.
Zanellato mi è sembrato un cantante piacevole anche se non dotato di uno strumento importante.
Hong. visto a Firenze in Forza del Destino, mi ha suscitato varie perplessità sia vocali che interpretative. Se penso poi a chi dovrebbe fare le riprese, un tenore ascoltato in Aida qui vicino a Pisa, mi sgomento.
La Teodossiu la ascoltai vari anni fa a Pisa in una mirabile esecuzione di Fritz ed in questo repertorio credo che sarebbe dovuta restare. Riascoltata anni dopo nei Lombardi trovai una cantante dotata di un certa personalità interpretativa ma assolutamente non dotata per tale repertorio dove appariva come un soprano mignon. Non mi meraviglia il suo incerto errare nelle tempeste.
Roberto
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Messaggioda teo.emme » gio 20 dic 2007, 15:17

Ho letto pure io di un disastro, come per la Borgia. Forse per la Theodossiu sarebbe opportuno un periodo di riflessione...
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BOLOGNA 2008

Messaggioda VGobbi » mar 29 apr 2008, 21:47

Sta andando in scena a Bologna il debutto della Dessi' nella Norma. La stanno trasmettendo alla radio. Qualcuno la sta ascoltando?

Aspettative ed impressioni sulla Dessi'.
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Messaggioda gustav » gio 01 mag 2008, 11:07

VGobbi ha scritto:Sta andando in scena a Bologna il debutto della Dessi' nella Norma. La stanno trasmettendo alla radio. Qualcuno la sta ascoltando?

Aspettative ed impressioni sulla Dessi'.



Caro Gobbi,
ti ringrazio per la segnalazione di questa Norma: ne ho ascoltato meno della metà, ma non avessi letto il tuo post, mi sarei perso anche questa! :D

Le mie considerazioni su quello che ho sentito sono positive, la Dessì mi è piaciuta: rispettando i dovuti debiti alla Callas che si hanno ascoltando Norma, credo sia riuscita nell'intento di stimolare l'emozione degli ascoltatori con una interpretazione che, se forse aveva un impatto meno incisivo di quello di alcune cantanti del passato (probabilmente anche l'età ha giocato, ma non è poi la sola ad essere arivata a Norma non giovanissima), alla fine è stata convincente.

A proposito di Callas:
voi preferite l'edizione con Serafin del 1954 o del 1960 (scusate se le date non sono esatte, ma vado a memoria)


Ciao...
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Messaggioda VGobbi » gio 01 mag 2008, 13:46

Anch'io mi son sentito tutta la Norma "bolognese." Concordo con Gustav per il tardivo approccio da parte della Dessi' in questo grandioso personaggio. Nonostante questo, l'ho trovata davvero convincente, autoritaria nei recitativi (e gia' questo segna un suo punto decisamente a favore), inspirata nella "preghiera", dolce nei "cantabili". Una Norma senz'altro piu' vicino alla scuola di pensiero della Callas, piuttosto che quella della Sutherland (per fortuna aggiungo io!). Armiliato e' la prima volta che mi ha convinto da quando l'ho ascoltato, per inciso in sole altre due occasioni. Una dal vivo all'Arcimboldi come Pinkerton, l'altro alla radio nel Don Carlo fiorentino. In entrambi le occasioni era stato decisamente insufficiente. Come Pollione invece mi e' piaciuto assai, mostrando una maturita' vocale ed interpretativa che in altri frangenti non avevo riscontrato. Bravo! Non mi e' piaciuto il basso che ha cantato Oroveso (non mi sovviene il nome), mentre decisamente buona l'Adalgisa della Aldrich, cosi' come la direzione sicura ed affidabile di Pido'.

gustav ha scritto:A proposito di Callas:
voi preferite l'edizione con Serafin del 1954 o del 1960 (scusate se le date non sono esatte, ma vado a memoria)

Rimanendo in campo serafiniano, opto per l'annata '55 anche per via del cast di cui e' circondata, decisamente migliore, non tanto a livello di nomi, quanto di vera e propria interpretazione (Del Monaco, a mio modesto parere, supera e di gran lunga Corelli. L'Adalgisa della Stignani per me rimane un must, senza nulla togliere a quella anch'essa brava ma impersonale della Ludwig). L'edizione del '54 che tu hai citato e che non possiedo, vede accanto Filippeschi, tenore di indubbia vocalita' ma discontinuo come pochi. Piu' interessante la presenza di Rossi-Lemeni come Oroveso.
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Messaggioda dottorcajus » gio 01 mag 2008, 13:51

Ho ascoltato la Norma e, almeno dall'ascolto radio, la prova della Dessì mi sembra meritevole di essere seguita e riascoltata, possibilmente in teatro. Nell'insieme ho trovato una partecipazione che solitamente manca a questa artista e una ricerca espressiva interessante.
Da lodare nell'insieme la prova di Armiliato. Rispetto ad altre prove si è sforzato di cercare un espressività che solitamente gli manca. Certo nessuna folgore ma rispetto al passato un evidente tentativo di migliorarsi. Peccato che voglia far sembrare la sua voce drammatica quando non lo è. Il risultato è una evidente diseguaglianza timbrica avvertibile in tutte le zone del pentagramma e, perdonatemi il termine gergale, la sensazione che canti con "una patata in bocca".
In ogni caso mi sembra che la Norma bolognese sia da annoverarsi fra gli spettacoli che guardano al passato più sano dove si curavano forse meno molti particolari, si tagliava ed aggiustava, ma si lasciavano le briglie sciolte a cantanti e direttore.
Roberto
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Messaggioda Luca » gio 01 mag 2008, 15:54

Non conosco la Norma bolognese, né purtroppo l'ho sentita perché capto con molta fatica (e molto disturbata) RAI3.

Circa le Norme in disco della Callas: quella del '54 con Serafin non la trovo, Callas a parte, esaltante. Ci sarebbe allora la seconda con Corelli, la Ludwig ecc. valida, ma la Callas è moderatamente 'avanti'. Esiste però il live di Trieste del '53 con Nicolai, Corelli e Christoff diretto da Votto (pubblicata dal Fonografo Italiano, cofanetto verde): ecco, quella Norma è molto interessante e si sente abbastanza bene.

Saluti, Luca.
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Messaggioda gustav » gio 01 mag 2008, 16:40

Luca ha scritto:A proposito di Callas:
L'edizione del '54 che tu hai citato e che non possiedo, vede accanto Filippeschi, tenore di indubbia vocalita' ma discontinuo come pochi. Piu' interessante la presenza di Rossi-Lemeni come Oroveso.



Eppure proprio Rossi Lemeni non mi ha mai convinto del tutto, in particolar modo nelle prime battute l'intonatura mi è sempre piaciuta poco...
Discorso Callas: è vero che nell'edizione del 54 ha una voce strepitosa, migliore certamente a quella del '60; ciò detto, la seconda edizione, che tra l'altro ha nuovamente un Serafin molto ispirato, gode, di un cast migliore e, almeno nella versione che possiedo, di una nuova rimasterizzazione audio che esalta ulteriormente i pregi dell'insieme.
Nella seconda edizione, proprio la Callas mi convince poco nel punto celeberrimo di "casta diva"( ma del resto, qui ho sempre nelle orecchie la sua voce dei momenti migliori)...Cmq direi che questa volta la Callas viene fuori alla distanza, eccome se viene, e, nonostante tutto, regge divinamente il confronto...
Cast a parte, non avrei difficoltà a consigliare come prima scelta quella del '60; anzi, grazie al lavoro dei tecnici e al complesso degli artisti messi in campo a chi fosse indeciso fra i due acquisti direi di partire da tale versione...
Sono fissato sulla Callas, con quest'opera, ma ritengo che ogni Norma del mondo debba partire da lei! E appunto non si possa parlare di edizioni di riferimento senza tirala in ballo. :wink: :!: :arrow: :D


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Messaggioda pbagnoli » gio 01 mag 2008, 18:06

Scusate, ma penso che sia ingiusto parlare della Norma della Dessì tirando in ballo la Callas. Possiamo lasciarla momentaneamente da parte e, magari, citare altri riferimenti?
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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