Beh, io c'ero
.
Per la cronaca: i "buuu!" (non fischi, solo buuu!, strano) hanno colpito, in ordine crescente di intensità, Priante, Cura e Zanetti.
Molto divertente la reazione dei primi due, che si sono messi ironicamente a ringraziare i buatori. Cura ha anche mandato loro un bacio.
Per la recensione: gli unici "buuu!" meritati erano quelli a Cura. Magnifica la definizione che ne ha dato Freniano (ciao!
), seduto accanto a me: landobuzzancheggiava. Non capisco non tanto come si sia potuto scritturarlo come Don José, ma come si possa pensare di farlo cantare con la Garancia. Lei è bella, brava, canta benissimo (una colonna di voce senza scalini né fratture dal grave all'acuto) e interpreta decisamente poco, soprattutto perché il fraseggio è monotono (per dire: ho iniziato a pensare ai casi miei a metà dell'Habanera). Ora, una Carmen "frigida" ci può anche stare, ma bisognerebbe costruirle intorno una produzione e non metterle accanto il Merlo maschio.
Nelle prime frasi del duetto con Micaela, Cura sembrava Domingo con la raucedine. Io sono stato preso da un attacco di fou rire con grave imbarazzo dei turisti seduti accanto a me (Freniano, che è un saggio, sorrideva). Poi più o meno l'ha sfangata. Belle in tutto un paio di frasi, con la voce che ritrovava il vecchio colore scuro e anche un certo volume, "fiore" come condensato di ogni possibile trucco vocale ma non orrendo, finale turiddesco-otelleggiante abbastanza imbarazzante. Ma nelle condizioni attuali Cura forse non dovrebbe cantare alla Scala e certamente non Carmen. Priante un po' a corto di volume ma dignitoso, Mosuc come al solito professionalissima (meglio il duetto dell'aria, comunque).
Non si capisce perché sia stato buato Zanetti. E' una Carmen generica, se vogliamo, priva sia di una linea interpretativa precisa sia di scrupoli stilistici. Però non si sono sentiti disastri, l'orchestra ha suonato complessivamente bene, il coro ha cantato idem e Zanetti non ha nemmeno perso Cura che ormai ha un'idea dei tempi del tutto personale. Se la Scala diventerà, come si spera, un teatro di semirepertorio, allora spesso le riprese saranno dirette da direttori così, solidi ma non interessanti. Non si capisce peraltro perché non piacciano ai giurassici del loggione per i quali il direttore sta lì per accompagnare i cantanti, cosa che Zanetti indubitabilmente sa fare.
Rivisto con piacere lo spettacolo della Dante: molti momenti continuano a essere non risolti e/o banali (mamma mia, il duetto del second'atto con lei con le mani sui fianchi, la gonna sollevata che gli balla sull'inguine, ma va?), però le masse sono mosse benissimo e c'è una certa corrosiva ironia, molto carmencitesca, verso Istituzioni come l'Esercito, la Chiesa e la Famiglia. Inoltre lo spettacolo è stato rimontato bene e, uscendo da un'Aida dove il superbollito Stein non era riuscito a regolare nemmeno le uscite per gli applausi, fa piacere vedere qualcuno che sbriga con professionalità la bisogna.
Infine, una riflessione che propongo a Marco. Qui bisogna decidersi. Il pubblico della Scala non può essere pirla quando fischia Cerniakov per far dispetto a Lissner e intelligente quando fischia Zanetti per far dispetto a Pereira. Insomma, credo che la valutazione di Pereira, che in ogni caso continuo a ritenere prematura, non possa essere affidata soltanto a reazioni che in altri casi spesso abbiamo deprecato. Questa Carmen era una normale ripresa di un vecchio spettacolo, di un livello qualitativo migliore di molte riprese in molti teatri d'opera di rango equivalente e con un vistoso errore di casting. Tutto qui. Farne un sintomo del "come volevasi dimostrare" (cosa, poi? E chi ha detto che sia stata messa su dalla nuova gestione e non ereditata dalla vecchia?) mi sembra un po' pretestuoso. Come pure ritenere che ci siano spettacoli o artisti "da Scala" o pensare che chi non è pregiudizialmente contro tutto quello che ci passa sia un collaborazionista dell'occupante crucco.
Beh, scusate la lenzuolata.
Ciao
AM