La Boheme, Salisburgo

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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La Boheme, Salisburgo

Messaggioda vivelaboheme » lun 06 ago 2012, 19:32

Nel pomeriggio-sera del 4 agosto, ho assistito a Salisburgo a due spettacoli (è la prima "doppia" della mia vita, ma l'occasione era ghiotta e ho prenotato per tempo). Alle 15 Il Flauto Magico su direzione di Harnoncourt e regia J.D. Herzog, alle 20 La Boheme su direzione di Daniele Gatti e regia di amiano Michieletto.
Il minimo che si possa dire, di entrambi, è che si tratta di due allestimenti di grande intensità, intellettuale ed "emotiva", sia scenica che musicale.
Comincio da Puccini.
La Boheme di Daniele Gatti "è" Boheme alla ennesima potenza. Il direttore milanese, com'è suo costume, mette l'opera pucciniana al microscopio di una concertazione capillare, ottenendo dai Wiener (memorabili, particolarmente nell'ultimo atto) un suono trasparentissimo nel quale non uno dei particolari della straordinaria orchestrazione va perduto. A questo lavoro di analisi fa riscontro la sintesi. Gatti coglie tutta la poesia, e lo struggimento di Boheme. E' un dolore di giovani, dunque estremo (ecco perché l'uso estremo, in realtà sapientissimo, del "rubato"). E, in particolare, in perfetta coincidenza con una (a mio parere) straordinaria Anna Netrebko e con lo spettacolo di Michieletto, "centra" musicalmente un personaggio Mimì struggente, anzi lancinante, la cui autoconsunzione nel corso dell'opera lascia sconvolti In particolare, ovviamente, in un finale di straordinaria potenza, musicale e scenica, nel quale da "Sono andati" (cantato da Mimì-Netrebko alzandosi improvvisamente in piedi dal mucchio di cenci che le fa da materasso) in poi, lo spegnimento di Mimì è una lenta, sempre più rarefatta, cerimonia funebre, l'autodistruzione d'una creatura (concetto quanto mai pucciniaano) dalla quale (potrei citare, oltre alla mia, alcune reazioni di pubblico, accanto, davanti e dietro a me) dalla quale si esce sconvolti.
Michieletto racconta la vicenda d'una gioventù parigina (Parigi è dappertutto, in questo spettacolo, nelle mappe nelle finestre, nei cartelli stradali) stravolta da un modno che ha sempre dimensione diversa dalla loro. Il che è scenicamente ottenuto con un incredibile effetto-Lilliput, volta volta rovesciato. In interno, nella soffitta non-ammobiliata da povere cose (cuscini, materassi, qualche oggetto) i quattro ragazzi più Mimì sono piccolissimi rispetto all'immensa finestra ghiacciata (l'inverno e il Natale sono un altro segno distintivo - appropriatissimo - di questo spettacolo). In esterno, nel secondo quadro, Parigi, la sua mappa, le case sono... giocattoli, rispetto ai personaggi. E il secondo quadro "by" Michieletto e Gatti, più intera compagnia e coro, è interessantissimo in un'intuizione esattissima (che crediamo sia stata prima di tutto del regista): è un atto di bambini e di cose da bambini - il Natale, i giocattoli, le renne-Babbo Natale, la cuffietta (che qui diventa un cappelluccio )e di musiche da bambini. Lo è, musicalmente, l'arrivo di Parpignol (l'uomo ragno: geniale), lo è la marcia conclusiva (la banda che passa sembra composta da giocattoli luminosi). Forse alternativo a questo è solo il valzer di Musetta, che è molto elegantemente caratterizzata rispetto alla sciroccata compagnia di Mimì e dei suoi nuovi amici. Michieletto "legge" a suo modo la vicenda di Boheme, ma non la altera: c'è tutta, e c'è nella progressiva presa di coscienza dei ragazzi e di Mimì: lei non può che morire, loro "crescono" in un dolore esistenziale per un mondo che non è mai a loro misura, ed è un dolore ed un'amara consapevolezza che si sviluppa di quadro in quadro, nello scorrere della vita. Il terzo quadro - la "barriera, la neve - li immerge in un inverno spropositato ; ci rivedremo alla stagion dei fior, sì... ma come? La baruffa iniziale del quarto quadro ha pochissimo di gioioso: è l'arruffata voglia di felicità di quattro ragazzi in qualche modo "disadattati" (brutta cosa la povertà , certo, ma non solo: peggio è non riuscire a vivere" nel mondo", nella propria città): e spaventosamente bisognosi d'amore. Mimì è stata - per Rodolfo, ma per tutti - forse l'ultima speranza. La sua consunzione è la loro. Non sappiamo che ne sarà di loro. E c'è da tremare... Spettacolo stupendo, duro e tenerissimo, amaro e "romantico" ("è", ripetiamo, Boheme all'ennesima potenza, Michieletto è, in realtà, rispettosissimo) nella lettura struggente di Gatti e nella scelta tematica e scenica del regista.
Ero presente il 4 agosto alla replica in cui si è verificata la singolare defezione di Beczala, recitante in scene ma sostituito "in voce", a lato del palcoscenico, da Jonas Kaufmann, pescato al volo. Spero ci siano altre occasioni più compiute di ascoltare il Rodolfo di Kaufmann. Qui ha compiuto un miracolo, se si pensa che è stato "pescato" a cena - quindi praticamente senza prova - dopo che la defezione "vocale" di Beczala ha preso corpo... quasi all'orario d'inizio, con pubblico (Merkel compresa) già in sala e orchestra in buca. Gli annunci di Pereira (bravissimo, quasi diabolico, nel gestire la situazione con il pubblico, che infatti ha capito) Una quarantina di minuti per l'arrivo di Kaufmann, poi l'opera: che qualche disagio ci sia stato è niente rispetto al miracolo tecnico compiuto insieme da Kaufmann (ovviamente salutato da ovazioni) e Gatti. Anche in situazione d'emergenza, alcune sfumature colte da Kaufmann (la ricerca della chiave al primo quadro, tutto il finale nel quarto) erano da brivido. Quanto a Gatti, la splendida concertazione non ha ceduto di niente per la situazione d'emergenza, segno d'una padronanza anche tecnica sbalorditiva. Di tutto il resto della compagnia darei la definizione di funzionale a ciò che Gatti e Michieletto richiedono. Anna Netrebko è molto di più. A parte il ben noto "carisma" scenico - per cui se c'è lei in scena lo sguardo s'incolla - c'è la voce. Una Mimì di timbro oggi così "scuro", sontuoso, parrebbe fin "esagerata" per la parte. Ma Netrebko è una fuoriclasse, e proprio di questa caratteristica attualòe della sua voce fa tesoro, nel disegnare una Mimì che si autospegne (il suo ultimo ultimo atto è di una ricchezza sbalorditiva, dall'escursione dinamica del "sono andati" allo spegnimento finale). Molti hanno parlato di... Amy Winehouse per dire di questa concezione del personaggio. Sia o non sia stato il modello, è una Mimì che non si dimentica.


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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda Enrico » mar 07 ago 2012, 0:11

Sempre grande Kaufmann, non ne dubito: ma anche a Salisburgo giocano senza sostituti in panchina?

Ho sentito la prima alla radio, anzi solo terzo e quarto quadro: bella la ripresa sonora, che diversamente da quelle solite della Rai trovava un buon equlibrio tra voci e orchestra dando l'impressione quasi di un ascolto teatrale senza mettere le voci in primo piano. Piaciuta la Netrebko, non male gli altri. Direzione chiara e corretta, attenta a molti dettagli come hai detto, però secondo me con troppi rallentamenti e con eccesso di sviolinature lacrimevoli: ma non si giudica senza vedere. C'è già il video in internet, mi pare, ma per ora non posso vederlo.

Una Bohéme moderna mi piacerebbe con tempi più toscaniniani, cioè più serrata, asciutta, graffiante, a meno che non dovessero rinascere Karajan o Kleiber: diffidate dalle imitazioni. Strano che fosse la prima Bohéme a Salisburgo: e come mai lo zio Herbert, ai tempi della Mirella viennese, non aveva osato?
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda DottorMalatesta » mar 07 ago 2012, 1:03

Resto un po' sorpreso nel sentire come Gatti abbia diretto (a quanto mi par d'aver capito) una Bohème un po' decadente, con un uso estremo del rubato. Anche perché l'idea che me ne ero fatto era quella di un direttore dal taglio piuttosto asciutto ed incisivo. Sarei davvero curioso di ascoltare questa direzione. E, perché no, magari di poter ascoltare un giorno Kaufmann come Rodolfo (sebbene una voce dal timbro così scuro non sembri l'ideale per trasmettere l'idea di un giovane poco più che adolescente). Del resto anche una voce "matura" come quella della Netrebko non parrebbe vincente per Mimì e invece, a quanto pare (e non fatico a crederlo), è stata una grande interprete di questo ruolo. Del resto, al di là del timbro, in Puccini conta il fraseggio (scusate la banalità dell'affermazione: basta pensare a quello che di Mimì ha fatto la Callas).
Anch'io comunque, come Enrico, preferirei una Bohème diretta con il tratto incisivo ed acido di un disegno di Egon Schiele, piuttosto che con la tavolozza di colori di una tela di Monet: ferma restando la mia ammirazione sconfinata per la Bohème di Karajan (ma anche per quella di Toscanini!!!), continuo a sognare quello che in quest'opera avrebbe potuto fare un grandissimo pucciniano come Sinopoli (la sua Manon Lescaut, Madama Butterfly e Tosca restano per me ineguagliate!). e è Bohème guarda al passato o al futuro? Considerando la straordinaria modernità della precedente grande opera, Manon Lescaut, non avrei molti dubbi nel dire che anche Bohème è proiettata verso il Novecento.
By the way, sapete se di questa produzione verrà fatto un DVD?

P.S.: mi sarebbe piaciuto vedere la cancelliera tedesca in...paziente attesa!!! :mrgreen:
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda Maugham » mar 07 ago 2012, 10:11

Grazie Marco del tuo resoconto a cui unisco un po' di invidia chiuso come sono in mezzo agli appennini in una zona dove il web e anche il telefono funziona a manovella.
Sono riuscito a vedere questa Bohème solo in video e quindi il mio giudizio vale per quello che vale.
Ho trovato Michieletto discretamente bravo nel muovere le sue pedine sul palcoscenico. E qui mi fermo. Perchè più che bravo mi è sembrato soprattutto furbo.
Un paio di anni fa un amico mi ha regalato un romanzo di Faletti.
"Leggilo, a te che piacciono i gialli, le storie di polizia medico legale, i serial-killers, Criminal Minds e C.S.I. Vedrai finalmente un autore italiano che in questo genere non ha niente di che vergognarsi rispetto ai tuoi anglosassoni."
L'ho letto. Dopo una cinquantina di pagine riconoscevo lo stile a blocchi della Cornwell, la scrittura kinghiana corsivo compreso, i dialoghi tirati giù da Ellroy, l'ironia grottesca di Lansdale.
Niente di male, intendiamoci. Una buona lettura. Un prodotto "furbo" assemblato con estrema abilità.
Così ho trovato questa Bohème di Michieletto. Un po' di Pelly nei costumi e nei movimenti (oltre al vistoso plagio, ops citazione della Vie Parisienne all'apertura del secondo atto), un'occhio a Herheim nel realismo contemporaneo delle scenografie, una pennellata di giovanilismo da musical tirato giù da Rent, qualche carsismo nel viavai della gente nel secondo atto...
Niente di male, intendiamoci. Non è che sempre si può vedere la Bohème di Richard Jones (Bregenz anche in dvd) o quella di Lurhmann (Sidney anche in dvd) e quindi si è trattato di uno spettacolo godibile. Mi stupisco solo di fronte a tutti gli oh di meraviglia che sto leggendo in giro. E quindi forse mi sbaglio e mi è sfuggito qualcosa.
Ugualmente dico la mia: mi è sembrata solo una discreta Bohème che, come in un bignami, ti riassume tutto quello che è stato detto su quest'opera in tema di giovanilismo contemporaneo.
Siamo però lontanissimi dallo struggente e malinconico allestimento di Jones, ambientato tutto su un tavolino da caffè parigino ingrandito a dismisura dove dolcissime e fragili figurine lillipuziane si muovevano tra portaceneri immensi, immense scatole di fiammiferi e Musetta canta la sua canzone a cavallo di una penna sfera gigantesca come la Hayworth sull'atomica.... come dicevo prima, non si può sempre avere il meglio. Anche se Salisburgo potrebbe e dovrebbe permetterselo.
Gatti ha, come suo solito, confezionato momenti magici in fatto di timbri e colori peccando però, come suo solito, di astrattezza. A cosa serve tenere quei tempi lentissimi quando perfino un mantice come la Netrebko doveva prendere fiato dove poteva per chiudere la frase? E quindi una Bohème dove il drettore marci per conto suo a me non interessa.
Ho trovato la Netrebko in forma smagliante. Bravissima, sicura in tutta la linea, in alcuni punti addirittura tonante fin troppo per Mimì.
Alla tua c'era Kaufmann? :D :D :D :D In quinta e richiamato al dovere mentre era a cena? :D :D :D :D
Ma ti rendi conto che hai assistito alla contemporanea presenza dei due divi più affetti da cancellite della storia.
Kaufmann cancella a New York e a Londra e la Netrebko lascia in braghe di tela Berlino, Milano e Monaco.
Ma a Salisburgo, eccolì lì, sul palco, addirittura Kaufmann reperibile come un medico del pronto soccorso. : WohoW :
Con Pereira filano dritti e ubbidienti.
Sarò irrivirente ma a me è venuta in mente una scena di Amarcord.
Vi ricordate quando lo zio di Titta (Ingrassia) finisce su un albero urlando "Voglio una doooooonnnaaaa"? Bene, tutti provano a farlo scendere e non ci riescono. Ci riesce solo, al tramonto, una monaca nana mandata dal manicomio che nemmeno si prende la briga di salire sull'albero. Le basta urlare: "Ven zò! E fala finìda con toti stal patachédi!" (Vieni giù e falla finita che tutte queste pataccate!")
Chissà cosa avrà detto loro Pereira......

Saluti

WSM
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda vivelaboheme » mar 07 ago 2012, 11:11

Intanto chiedo venia per una citazione errata, frutto di fretta. Ovviamente "ci lasceremo alla stagion dei fior".
Poi, quanto ai tempi di Gatti: trovo che un "toscaninismo" (per dirla così) non avrebbe avuto niente a che fare con l'impostazione generale di questo spettacolo.
Nel lento spegnersi di Mimì, in particolare, c'è totale corrispondenza fra quanto Michieletto fa fare a Netrebko (bravissima) e la direzione di Gatti.
L'uso del "rubato" da parte del direttore ha una totale rispondenza nell'impostazione generale di questo spettacolo. Almeno a mio avviso, non pretendo di essere oro colato.

Quanto poi alla sostituzione "in voce" Beczala-Kaufmann, be'... vi assicuro, dovevate essere in sala per godere della diabolica abilità da vecchia volpe del teatro d'opera con la quale Pereira (avercene! Credo che a Zurigo lo rimpiangeranno...) ha affrontato il pubblico, tirandolo tutto dalla sua parte. Uno spettacolo nello spettacolo!

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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda Enrico » mar 07 ago 2012, 11:18

Maugham ha scritto: o quella di Lurhmann (Sidney anche in dvd)


bellaaaaaaaaaa!!!!
(quella di Jones mi manca)
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda Enrico » mar 07 ago 2012, 11:23

DottorMalatesta ha scritto: poter ascoltare un giorno Kaufmann come Rodolfo


Credo che l'abbia fatto almeno una volta, mi pare di avere sentito qualche frammento sul "tubo"
(o forse mi confondo tra gelide manine e soavi fanciulle eseguite in concerto)
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda vivelaboheme » mar 07 ago 2012, 11:35

Se non erro, Kaufmann è stato Rodolfo su direzione di Gustavo Dudamel a Berlino


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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda DottorMalatesta » mar 07 ago 2012, 12:20

Maugham ha scritto:Sono riuscito a vedere questa Bohème solo in video e quindi il mio giudizio vale per quello che vale.


Provo moltissima invidia: dove sei riuscito a trovare il DVD? Al mercato nero? ;-)
Grazie per aver segnalato la Bohème di Jones, di cui ignoravo l'esistenza. Bellissima invece (concordo in pieno) la Bohème con la regia di Luhrmann.


Maugham ha scritto:Sarò irrivirente ma a me è venuta in mente una scena di Amarcord.
Vi ricordate quando lo zio di Titta (Ingrassia) finisce su un albero urlando "Voglio una doooooonnnaaaa"? Bene, tutti provano a farlo scendere e non ci riescono. Ci riesce solo, al tramonto, una monaca nana mandata dal manicomio che nemmeno si prende la briga di salire sull'albero. Le basta urlare: "Ven zò! E fala finìda con toti stal patachédi!" (Vieni giù e falla finita che tutte queste pataccate!")
Chissà cosa avrà detto loro Pereira......


Condivido in pieno!!!!

Per quanto riguarda il Rodolfo di Kaufmann, posto di seguito un video (solo l'audio a dire il vero) riferito ad una recita di Kaufmann a Berlino nel 20008 (non so davvero se nell'opera completa, in forma di concerto o come brano da recital...)

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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda Tucidide » mar 07 ago 2012, 12:57

Ho visto il video di questa Bohème, e fra i peani pindarici letti da alcune parti e le feroci stroncature leggibili altrove, trovo il giudizio di Maugham sulla regia il più equilibrato e congruo. Mi sento di condividerlo quasi totalmente per quel che riguarda Michieletto, regista che mi ha fatto divertire più volte a teatro.
Di mio però aggiungo che ho trovato Beczala in più punti inascoltabile, in difficoltà quando la tessitura saliva, con scivoloni vistosi anche nell'intonazione. Non male Cavalletti, che non conoscevo, buono Colombara.
Le due donne... beh, la Machaidze è sempre bellissima : Love : e dimostra il solito talento un po' brado. Nel complesso per me funziona, costruisce un bel personaggio e dimostra intenzioni interpretative chiare, tuttavia capisco le critiche anche pungenti al suo canto in quanto tale. La Netrebko non canta male, cioè padroneggia bene quella vociona scura che si è costruita nel corso degli ultimi anni, rinunciando al timbro più puro che aveva nei primi anni di carriera (almeno fino alla famosa Traviata di Salisburgo). Pur inchiostrando la voce e facendo in modo un po' artato il soprano slavone, ne esce bene, non urla, non scricchiola, insomma funziona, anche perché conosce bene il personaggio. A Maugham chiedo solo cosa intenda per "mantice": :shock: non mi ritrovo con questo nome riferito alla Netrebko, fra le cui virtù non mi sento proprio di annoverare la tenuta e la gestione dei fiati. Basta ascoltare quante volte e quanto rumorosamente respiri nel brindisi della già citata Traviata del 2005 (Villazon è molto più corretto nella gestione dei fiati, non spezza le frasi e non ansima); adesso, con la maggior quantità di fiato richiesta dalla sua emissione più inchiostrata, le cose non possono essere certo migliorate.
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda DottorMalatesta » mar 07 ago 2012, 13:55

Ho visto solo ora che hanno trasmesso questa Bohème su ORF2 (e me la sono persa : Andry : : Andry : : Andry : : Andry : : Andry : : Andry : ).
Peccato!!!!
Speriamo che a breve si riesca a recuperarla tra le maglie della rete!!!
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda Tucidide » mar 07 ago 2012, 14:14


Questo è il video completo... non in HD, ma è già qualcosa. 8)
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda DottorMalatesta » mar 07 ago 2012, 14:21

Grazie 1000 Tucidide!!!!
8) 8) 8)
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda Luca » mar 07 ago 2012, 16:06

Questa Boheme non mi piace assolutamente. A parte la regia che rende superflua la storia e il libretto (o comunque la storia ed il libretto fanno a pugni con quanto si vede), i cantanti non sono granché né vocalmente, né espressivamente. Mai udito un valzer di Musetta così funereo, mai vista una Mimì così priva di poesia. E per brevità mi fermo qui... Ma poi la trovata della pianta della città in palcoscenico è stata già sfruttata in una Tosca qui a Roma alle Terme di Caracalla qualche estate fa. All'inizio del III atto ho smesso di visionare; che attendersi ancora ? Che appaia - come diceva Paolo Poli - la Madonna di Lourdes col sigaro in bocca?

Saluti, Luca.
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Re: La Boheme, Salisburgo

Messaggioda vivelaboheme » mar 07 ago 2012, 16:58

L'immenso Paolo Poli sarebbe una memorabile Musetta!
Pensate al valzerino cantato da lui. O... "qual dolore qual bruciore.... aaaaaaaaal pié!", detto da lui!
Devo suggerirlo per la prossima Boheme.


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