PESARO 2011
Che è successo a Pesaro quest'anno?
Presto detto...
Pochi soldi, pochi idee.
Quindi ripresa della Scala di seta di Michieletto del 2009. Va bene. Ma non si può fare con cast e direttore inesistenti. E invece così è stato.
Adelaide di Borgogna in forma scenica? Benissimo. Ma forse non con la Barcellona bravissima, ma già sentita nella stessa parte in concerto nel 2006. E soprattutto, non con Pier'Alli, che non è un regista. E' uno che prende per i fondelli, oggi più che mai.
La Pratt, sarà pure protetta da qualcuno, ma finché non verrà collocata in una parte plausibile rispetto alla sua personalità scenica (quindi difficilmente uno dei ruoli Manfredini di Rossini, tra i più belli e luminosi per femminilità e trasporto) difficilmente sarà convincente. Tantopiù che la vocalità è da buona virtuosa, ma non certo stratosferica. I sovracuti saranno intonati ma sono lanciati a casaccio in mezzo a fraseggi squinternati...etc etc.
Il Mosè?
Tutti i soldi sono andati lì per un allestimento mastodontico in termini di figuranti e costruzione della scena.
Per che cosa?
Affinché Vick, fregandosene totalmente di Rossini, sovrapponesse sul Mosè in Egitto una serie di deliri sconclusionati.
Gli ebrei non sono ebrei perché sono vestiti da palestinesi.
Gli egizi non sono egizi perché sono vestiti da emiri (almeno così il Faraone).
A sinistra c'è un pezzo del teatro di Mosca dove anni fa avvenne il sequestro.
In giro per l'Arena ci sono foto appese di gente uccisa e dispersa.
Le maschere in sala indossano un'elegantissima tunica alla vista della quale è impossibile tenere le risate.
Gli ebrei, ma che non sono ebrei ma estremisti, ma non palestinesi, sono capitanati da Mosè che ha evidentemente le fattezze di Bin Laden e fa i discorsi in televisione quando parla delle minacce del dio.
Quindi gli egizi sono gli americani o israeliani? Nulla di tutto questo...
Quindi è una lotta tra fanatismi di diverso colore? Alla fine tutti sono uguali? Alla fine non vince nessuno? Vincono o perdono tutti? E lo scontro tra coralità degli ebrei e individualità degli egizi che è presente in Rossini e con cui bisogna fare i conti che fine fa?
E la preghiera? La preghiera con i mitra in mano e con un carrozzone di coristi del comunale di Bologna che non stanno nemmeno fermi (ma del resto quando mai si fa la regia del coro? In un titolo oratoriale poi...)
E il finale quando entra un carro armato e sulla musica celestiale che chiude l'opera arrivano dei soldati a puntarti in faccia il fucile?
Caspita Vick doveva usare altra musica, non quella di quel vecchiaccio di Rossini. Qui ci voleva un compositore americano.
Eh no...aspetta...a Pesaro non si può. Si fa filologia!! Guai toccare Rossini.
Guai!! Un momento però...ma mica c'erano due arie secondo Rossini?
Due arie, una di Amaltea e una di Mosè che hanno tagliato??
Eh sì le hanno tagliate dall'esecuzione, ma hanno lasciato il testo come se nulla fosse nel libretto. Eh beh dev'essere stata una decisione dell'ultimo momento, avvenuta troppo tardi per segnalarla nel programma di sala del Festival che costa il modico prezzo di 15€!
Del resto quando si ha un grande regista chissenefrega del rigore filologico no?...
Ma per fortuna hanno scritturato una Ganassi che, se già è sempre stata al limite nei ruoli Colbran, quest'anno era totalmente a suo agio tra le colorature e il carattere aristrocratico della parte...
Per fortuna Korchak aveva tutto lo stregante virtuosismo e l'ampiezza di tessitura di un ruolo Nozzari-amoroso... Direi che è pronto per un ruolo David, magari con ulteriori fiorettature acute.
Per fortuna la ragazza russa che faceva Amaltea era una virtuosa di primo rango e attrice da far impallidire Inge Borkh, tant'è che non le hanno lasciato nemmeno l'aria... Dunque pronta, è chiaro, per Semiramide con Zedda ad Anversa.
Insomma, un Mosè in Egitto (titolo scelto tra l'altro per l'anniversario dell'Italia) non si può allestire con un regista irresponsabile, voci scritturate male, potendo contare solo sul Faraone di Alex Esposito e sulla direzione di Roberto Abbado.
Semplicemente non si può!
E per quanto riguarda la regia, al di là dell'ironia, i precetti ben esposti da Matteo su come può funzionare un lavoro di ricontestualizzazione Vick non sa nemmeno vagamente che cosa siano.
Probabilmente si è inventato questo pasticcio appena ha sentito il nome di Mosè, giusto per tirare giù due confuse banalità su terroristi, ebrei, Israele e religioni varie... Del Rossini napoletano del resto chissenefrega.
E per fortuna in sede di recensione dello spettacolo si escludono i commenti alle dichiarazioni del regista su quotidiani locali e simili, altrimenti...
Chi volesse può divertirsi ad andare a leggere le scempiaggini scritte, pure con tono polemico, da Carla Moreni sul Sole24Ore a difesa di questo spettacolo. Scempiaggini il cui rigore e la cui coerenza argomentativa non permetterebbero nemmeno di passare l'esame di quinta elementare, ma a cui va riconosciuta la virtuosistica abilità di essere riuscita a parlare male di Muti anche recensendo un'opera da lui mai diretta.