Callas -Fedora Ricordi
Carissimi amici
rivivrò per voi una meravigliosa serata , a brandelli , cos' come mi torna ora alla mente, senza nessuna pretesa di fornirvi una testimonianza esaustiva.
SE NON VI VA SALTATE QUESTA PARTE :ANTEFATTO
L'antefatto ("I genitori gabbati!" o "Cosa non si combina a per l'opera" ) è dabvbastanza divertente ha il gusto di un'epoca passata..
Un compagno del Liceo ci dette la buona novella: un suo parente milanese aveva alcuni biglietti per il loggione della Scala : in cartellone, Fedora - che non conoscevo- ma con due miei idoli: la divina Maria Callas e il divino Franco Corelli.
Il problema fondamentale consisteva nel fatto che gli occhiuti genitori di noi fanciulle non ci avrebbero mai e poi mai dato il permesso di andare fino a Milano con tanto di ritorno in treno in piena notte, o, peggio ancora , se avessimo passato ben una notte fuori casa ,seppur ospiti di famiglia assai timorata.Il fratello maggiore di questo mio compagno, ripetente recidivo ,aveva da poco la patente : fu corrotto subito . Qual prezzo? Fornimmo al bisognoso giovane varie versioni dal greco e in latino ( a queste ci pensai io) nonché la soluzione di problemi ed equazioni ( la mia sedula compagna di banco).Ai nostri genitori raccontammo una grossa e complicata balla, che mi fu insegnata da una mia amica di un 'altra sezione.
Oberata da una marea di compiti, io sarei andata a studiare e a dormire da questa mia amica- anche lei secchiona- che abitava in una frazione vicina alla mia città. Purtroppo il suo telefono di casa era guasto. Avrei telefonato dal Bar dell'ameno paesello verso le 20 e la mattina verso le 8.La mia amica spiattellò la stessa sòla alla sua famiglia. Così gli altri due.I genitori credettero a questa storia altamente improbabile e ci dettero il loro alto benestare , commossi da tanta voglia di studiare.I compiti li facemmo poi fortunosamente e quasi acrobaticamente in macchina , come il cambio dei vestiti ed il make up con l'eye liner nero a coda di rondine, fondotinta bianco fantasma e rossettino pink slavato.Capelli gonfi alla Renata Tebaldi.
FINITO L'ANTEFATTO
Arrivammo all'ultimo momento.
Salii col cuore in gola , letteralmente sbalordita dalla ricchezza , dall'eleganza e , come dire ?, dall'aura di sacralità che emanava dall'allora Tempio della lirica universale.
Ci appollaiammo in un posto magnifico ( per la vista e per l'ascolto).
Nulla o quasi sapevo della trama di !"Fedora" , se non a grandissime linee: tra ideazione della macchinazione ,opera di persuasione a tappeto dei genitori creduloni e il disbrigo parziale dei compiti , non c'era stato modo di procurarmi il libretto .
Mi pare che a dirigere fosse Gavazzeni , comunque era direttore dotato di un grandissimo senso della teatralità.
Le ondate sonore che mi raggiungevano erano emozionanti:il dramma era tutto in crescendo.
La scena si aprì su una scena sfarzosa, con magnifici arredi d'epoca,di un lusso ostentato , ma estremamente elegante.
Ricordo un immenso samovar d'argento (I Atto), una sorta di imponente fuga di specchi nel secondo , nel terzo infine uno di chalettino svizzero da cartolina.
Regia tradizionalissima , fastosa - andava bene così- e con movimenti delle masse molto ben studiati.
Ricordavo la Maria infagottata , grossa ( più che grassa) ma sempre signora della scena di anni prima.Quando la Callas apparve ,qualche passo leggero da pantera , e poi ferma. inondata dalla luce,rimasi senza fiato : altissima , flessuosa,il vitino di vespa,diadema scintillante , meravigliosa collana elaboratissima, altri ricchissimi gioielli, avvolta in una 'ampia pelliccia di ermellino a ruota, con cappuccio - appuntato sul diadema (può essere?)-, l'incedere regale. Vestita di raso bianco , mi pare. Sì, sì. un costume di raso bianco.
Un'apparizione .La femme fatale in tuti i sensi.
Mi restò in mente anche una delle ultime scene : lei sull'altalena felice e radiosa.
E non parliamo dell'ultima scena con Maria- Fedora morente, riversa sulla scalinata, dopo aver preso il veleno dalla suntuosa croce bizantina al collo.
( Ho rivisto anni fa quest'opera alla TV con la Freni: perfetta emissione , ma , al confronto con la'imperiale Fedora della Callas, mi sembrò una graziosa camerierina sorpresa ad indossare di nascosto i lussuosi abiti della Principessa, sua signora. Portava il diadema portato come un foulardino ).
Sarò sincera , la prima e la seconda Fedora (con la Freni) non mi sono sembrate sul piano musicale un granchè, anche se interessanti.
Naturalmente conoscevo allora solo "Amor mi vieta " e , capii subito , ascoltando Corelli,perché si dicesse di Caruso:" fe' d'oro la Fedora ".
Mi colpì il fraseggio proteiforme della Callas : scolpiva ogni frase, dava significato ad ogni silla ba e nota, con un mirabile, cangiante timbro di voce : ora cupo ,ora sussurrato , ora imperioso, ora vendicativo, ora grigio,ora tenero e trasparente.... Sempre ispirato.
Dallo sconvolto "Un medico" al catacombale "truci tenebrosi", alla tenerezza di "fra le tue braccia " , al terreibile "Dio di giustizia"-
Mi colpirono i suoi immensi occhi neri , che divoravano ilsuo volto pallido, la bocca come una ferita,le mani eteree , e la voce spietata , irata e con toni quasi gutturali nel colloquio col funzionario di polizia, Grech (credo).
Recitava con lo sguardo imperioso ed eloquente . e con il movimento calibratissimo delle mani alabastrine.
PUr calata totalmenet nel personaggio, era sostanzialmente essenziale, misurata ,nel gesto e nella voce,. Dico questo perché alle prese col personaggio di Fedora è facile andare sopra le righe.
Diversamente da molti che li deprecavano ,aggiungo che mi piacquero moltissimo sia il registro centrale che quello basso di Maria : saranno stai anche suoni "poitrinés", ma risultavano estremamente espressivi. ( Aggiungo a margine, che non ho mai trovato nulla da ridire anche nella sua esecuzione di "Ciel ch'io respiri" , dall'Aroldo di Verdi.Celletti paragonò il finale di questa romanza secundum Callas ad un vecchio grammofono giù di giri : un gran bel grammofono invece , a mio avviso. Amo le voci scure e kl'espressività del suono).
Riprendo : recitava meravigliosamente, riempiva il palcoscenico nelle controscene.Non si poteva fare a meno di guardarla.
Aveva il dono di n autentico magnetismo.
Corelli-Loris , il bel nihilista , aveva la voce e il " phisique du role". "Be'mmoro , per Dio! ",come nelle "Sorelle Materassi" di Palazzeschi.
Maria ha avuto il merito storico di aver cantato con nobiltà di accento e voce perfettamente immascherata le opere del periodo verista - e in Fedora fu sublime- e di aver scavato con una profondità inusitata nella psiche dei vari personaggi, spesso troppo "urlati" o estenuati fno allo sfinimento.
Ah, dimenticavo !Alcuni trovarono da ridire anche sugli acuti ,"non rotondi", come disse un pirla vicino a me. Lo guardai con compassione.
Insomma , applausi ed ovazioni ,certamente , ma molti scuotevano la testa :l'opera impegnava troppo il centro e il registro basso.In altri casi ho sentito le solite gnegnere su ruoli in cui la Callas doveva invece metere troppo in gioco quello acuto , stridente. ecc. ecc.
Sarò stata ingenua ma ebbi la precisa sensazione di essere dinanzi ad una geniale ri-creazione di un ruolo , musicalmente non iperuranio , in cui sarebbe stato facilissimo andare sopra le righe, come certe idve del muto.
Maria, lo ripeto , fu sublime.
Tenete presente che Fedora non è un'opra da me particolarmente amata, quindi per ora non ricordo altro.
Scusatemi se vi ho deluso.
Con tanta simpatia
Milady
PS: ritorno a casa rocambolesco , ma in orario e tutto andò bne.