Eccezionalmente riferisco solo oggi in merito all'ultima opera sentita a Vienna il 25 aprile, prima di tornare a casa, ossia I Capuleti e iMontecchi di Bellini, data in forma concertante al Konzerhaus. Vi sono state tre rappresentazioni, registrate per ottenervi un Cd di prossima produzione da parte della Deutsche Grammophon. L'attesa in città era grandissima nel mondo interessato all'opera, perchè le due protagoniste erano la Garanca (Romeo) e la Netrebko
(Giulietta), e anche Joseph Calleja, il tenore che interpretava Tebaldo, era atteso con grande interesse. Il resto del cast, i due bassi, erano Robert Gleadow (Lorenzo) e Tiziano Bracci (Cappelio). L'orchestra erano i Wiener Symphoniker diretti da Fabio Luisi. Le due protagoniste sono state sicuramente all'altezza della loro fama di migliore mezzosoprano del momento e di soprano di grande eccellenza. Come già a Baden Baden l'anno scorso, quando hanno cantato assieme
il duetto della Norma, c`è stata la conferma che le loro voci si completano in modo ottimale.
Penso di non sbagliare dicendo che le due cantanti saranno anche nel futuro l'eccellenza di qualsiasi produzione che riunisce soprano e mezzo soprano, come ad esempio la Carmen in progetto nel 2010 a Vienna. La vera sorpresa è stata comunque il giovane tenore Joseph Calleja, che possiede una bellissima voce potente, con grande musicalità. Sicuramente una promessa nel mondo della lirica. Bravi assistenti, e nulla più, i due comprimari Gleadow e Bracci,
mentre l'anello più debole della serata mi è parsa proprio l'orchestra. I Wiener Symphoniker sono essenzialmente, come lo dice il loro nome, un'orchestra sinfonica, e specialmente per Bellini hanno mancato in brillantezza e leggerezza, malgrado gli sforzi di Fabio Luisi di smorzare la loro irruenza.
Nel complesso tuttavia una serata di grande emozione e l'ennesima dimostrazione di grandezza della Netrebko e della Garanca.
Lionello
Trovo questa recensione molto interessante - i complimenti di tutto lo staff di Operadisc - perché, oltre a condensare l'essenziale in poco spazio (la brevità gran pregio) ha il vantaggio non indifferente di confermarci che le voci, gli artisti di rango, insomma i grandi protagonisti ci sono in tutto il loro splendore e sono in grado di ridare tutto il fasto necessario ad un repertorio a questo punto un po' impolverato.
Dopo tanti massacri che quasi ci avevano convinti che non ci fosse più nessuno capace di cantare, era quanto avevamo bisogno di sentirci raccontare!