Una premessa. Sono attualmente in attività tre direttori italiani di età fra i 30 e i 40 anni, tutti e tre eccellenti nel repertorio d'opera italiano: Michele Mariotti, Matteo Beltrami, Jader Bignamini E nessuno dei tre figura in cartellone al Teatro alla Scala, presso il quale la cimiteriale stagione 1 di Pereira vede in lista, invece, una serie di mediocri routinier italiani.
Detto questo, per semplicità passo ai voti su Madama Butterfly alla Verdi di Milano, eseguita con grande successo la sera stessa della trionfale prima di Matteo Beltrami in Turandot a Novara.
JADER BIGNAMINI, direttore. 9. E' grandissimo, come ci aspettavamo. Ma è completamente diverso da come ce l'aspettavamo in Butterfly. Dopo il recente, modernissimo e traslucido Richard Strauss, ci aspettavamo qualcosa di simile. Bignamini ci dà, invece, una Butterfly quasi completamente immersa in una temperie tradizionale, di suono e di fraseggi più ottocenteschi che novecenteschi (siamo nel 1905), più vicina al paraverismo di Tosca che agli esperimenti di Turandot. Il che, data la personalità del direttore, sorprende. Restano tipiche di Bignamini l'incandescenza e certe accelerazioni quasi parossistiche. E il tutto è emozionantissimo. "Si piange in anticipo", con Cio Cio San e Pinkerton, già al primo atto. Tutto è spudoratamente lirico e struggente, drammaticissimo. Ma è melodramma ottocentesco, gli ardimenti strumentali ci sono ma sono come in maschera (salvo nel momento forse più memorabile), il "coro muto", straordinario, concertato da Bignamini con incisi orchestrali di solito non udibili e cantato benissimo dal coro della Gamberini, che qui si riscatta pienamente da un primo atto così così. Bignamini attinge esiti fantastici dai "fiori" di Suzuki e Cio Cio San e in tutto il finale, e governa benissimo i cantanti, salvanmdo tra l'altro la protagonista da un paio di svarioni ritmici dovuti probabilmente ad emozione. Lavora magnificamente con l'orchestra (ottoni sicurissimi: i soli tali in Italia, con Samta Cecilia, alieni dai berci dei complessi scaligeri). Ed è INTERPRETE a tutto tondo di una tragicissima, lancinante Madama Butterfly. Si possono apprezzare altri approcci (pensiamo, in anni recenti, a quello modernissimo e stilizzato del grande Chung alla Scala). Ma Bignamini si conferma talento mostruoso, tale da meritare i massimi podii.
SVETLANA KASYAM, Cio Cio San 7/8. L'8, che sarebbe anche un 9 abbondante, va alla bellezza della voce, calda brunita, con quasi tutte le note del ruolo a piena disposizione, anche al temperamento laddove esibito, e, lodevolissima in questo, alla realizzazione di un personaggio forte e sensuale, alieno dai bamboleggiamenti da pupattola che troppo spesso caratterizzano i soprano interopreti di Cio Cio San. Il 7, e anche meno, va alle incertezze metriche e agli svarioni d'emozioni che a tratti hanno costretto Bignamini a un bel lavoro per tenerla assieme ai partner e non farla uscir di tempo. Però è giovane, ha mezzi, è una bella e brava cantante. Le consigliamo, per Venezia, di studiarsi bene la regia stilizzata e bellissima, diversa dalla fisionomia del personaggio che qui ci ha proposto.
VINCENZO COSTANZO, PInkerton 7/9. Il 9 va alla voce, una meraviglia, piena, timbrata, timbrata, importante, da gran tenore lirico-drammatico. Teoricamente potrà spaziare da un Riccardo ad un Otello verdiani... se non se la sarà rovinata troppo pèresto per i suoi meravigliosi 23 anni, urlando e forzando come un ossesso, come tende a fare. Il fantasma di Cura rovinato deve essere davanti ai suoi occhi. Dopodiché ha il peso e la caratura di un fuoriclasse: e il Pinkerton c'era tutto, voce e personaggio. Anche con lui Bignamini ha avuto il suo sa fare. Si conservi, si curi la voce, che ce l'ha bellissima!
MANUELA CUSTER 8/9 Perfetta la scelta di una Suzuki di voce matura rispetto alla protagonista giovane. Delinea un personaggio quasi ieratico, tragicissimo. Ottima interprete. Qualche suono iperprofondo serve a delineare il personaggio, quindi ci sta. Brava.
LUCA GRASSI Goro 9. Bravissimo, perfido, insinuante, un vero Goro. Migliore in campo.
LUCA GRASSI Sharpless 8.Inappuntabile-
CRISTIAN SAITTA Zio Bonzo 8 Bignamini lo investe di drammaticità e violenza sonora. E lui risponde molto bene.
YAMADORI 7
KATE PINKERTON 6.
Nel complesso è una prima volta già eccellente nella direzione di Bignamini, che avrà comunque modo di sciogliere e approfondire il tutto in vista delle rappresentazioni, in programma con lo stesso cast, a La Fenice. Da vedere come l'impostazione del tutto si sposerà alla regia veneziana
marco vizzardelli