L’HEURE ESPAGNOLE e L'ENFANT A ROMA 2014

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L’HEURE ESPAGNOLE e L'ENFANT A ROMA 2014

Messaggioda Luca » dom 02 feb 2014, 12:54

Le due piccole opere musicate da Ravel (a stretto rigor di termini Comedie musicale la prima e Fantasie lyrique la seconda) mancavano da Roma dalla stagione del 1939-40 (L’heure, diretta da T. Serafin) e del 1947-48 (L’heure e L’enfant rappresentate insieme e dirette da A. Wolff). A distanza di quasi un secolo vengono perciò riproposte nell’allestimento di Glyndebourne regia di L. Pelly (che si è presentato a ricevere gli applausi davvero meritati) e con la direzione di C. Dutoit. Se L’Enfant mi era nota attraverso diverse registrazioni ascoltate, la famosa L’heure espagnole mi era pressoché sconosciuta e, a dire il vero, non è che mi sia piaciuta molto. Non parlo dell’interpretazione divertente e buona anche vocalmente dei solisti (brava la Concepciòn di Stéphanie d’Oustrac e centrati anche i caratteri dei vari amanti con i quali, unitamente al marito, la vivace e vispa donna tiene incontri d’amore e mantiene le relazioni che sappiamo), ma della vicenda narrata che, a mio avviso, è piuttosto idiota (anche alcuni lati buffoneschi: confesso non amo l’opera farsesca) e la musica non particolarmente interessante, rifacendosi a volte a Debussy o guardando, specie nel finale, ai noti motivi bizetiani della Carmen della quale la protagonista Concepciòn sembra riprendere qualche tratto, ricalcandone aspetti della condotta piuttosto immorale.
La parte visiva era curata, per le scene, da Caroline Ginet e evidenziava con accorto gioco di luci i vari momenti della vicenda tenuti insieme dall’ossessiva presenza del tempo misurato dai numerosi orologi appesi al muro. La scena dava l’idea di un retrobottega con annesso domicilio in cui il disordine era evidente e giustificabile, dato che l’arzilla padrona di casa era nelle solite “altre faccende affaccendata”. Spigliati anche i movimenti dei vari personaggi. Ma francamente l’opera non mi è piaciuta.

Ben diversa è stata la resa de L’Enfant, anzitutto molto ben cantata e caratterizzata sul piano interpretativo. Le scene, curate da Barbara de Limbourg, presentavano inizialmente un grande tavolo sul quale il bambino sta facendo controvoglia i compiti e, successivamente, facevano spazio a tutte le varie fisionomie dei personaggi che si animano incutendo stupore e terrore al piccolo discolo, la cui furia iniziale si limita tuttavia a saltare sul tavolo scaraventando a terra la merenda (teiera e tazza che poi ricompariranno) e finendo poi per strappare la carta da parati dietro di lui dove sono raffigurati i vari personaggi. Divertente, ma anche a suo modo drammatica, l’animazione dei vari oggetti che si concretizzano. Ciò che tuttavia ha colpito è stata la forte ed insistente sottolineatura della solitudine del bambino acutizzata da questi oggetti che divengono presenze minacciose che tendono a schiacciarlo e con un ottimo gioco di luce dove predominava il buio squarciato da luci violente a contrasto proprie dei vari oggetti e personaggi incombenti. Notevole – in merito – l’irrompere del vecchietto incalzante dell’Aritmetica mentre si vedono srotolate due stuoie in cui sono raffigurati disegni geometrici e formule. Dopo la ribellione del bambino, ecco che si ha l’effetto boomerang tanto in casa quanto in giardino (ben reso, anche se gli alberi ricordavano molto da vicino il IV atto del verdiano Macbeth) fino a quando, dopo aver curato la zampa ferita dello scoiattolo (che poi era nella resa visiva un pipistrello), viene perdonato e riconsegnato alla mamma, siglando e concludendo quasi in modo tronco con quel “Maman” una sorta di liberazione. Molto buona la direzione attenta a curare il brio nelle scene più mosse distendendosi poi in quelle più liricheggianti in cui è possibile notare come Ravel non sia stato insensibile alla lezione wagneriana in pieno ‘900. Sarebbe interessante accostare in un’ideale serata quest’opera all’Hansel und Gretel di Humperdinck avendo quale tema unificante quello dell’infanzia, che poi sarà ripreso da Britten.
I cantanti – per la maggioranza di area anglo-francese con l’eccezione di A. Concetti (la poltrona e un albero) – erano molto bravi: pur essendo un’opera che non raggiunge l’ora, ci sono alcuni ruoli particolarmente impegnativi (soprattutto femminili che sono la maggioranza): pensiamo al fuoco e alla principessa nel I quadro che hanno tessiture piuttosto acute (astrale quella del fuoco). Qui si è fatta valere Kathleen Kim che doveva vocalizzare nella parte del fuoco seduta su un braccio mobile che percorreva qua e la tutta la scena. Brava anche Khatouna Gadelia, quale Enfant, che ne sottolineava i lati più inquietanti con le sue paure e il suo senso di sconfitta. Bravo anche François Piolino nella raffigurazione di una coreografica Teiera inglese ed una vivida Aritmetica.
Il successo del pubblico è stato notevole e tutti gli interpreti hanno avuto la loro buona dose di riconoscimento e lode. Davvero uno spettacolo ‘simpatico’.
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Re: L’HEURE ESPAGNOLE e L'ENFANT A ROMA 2014

Messaggioda pbagnoli » dom 02 feb 2014, 13:28

Kathleen Kim?
Be', cavolo, è una brava!
Ce ne puoi raccontare qualcosa di più?
Grazie della - come al solito - puntualissima recensione!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: L’HEURE ESPAGNOLE e L'ENFANT A ROMA 2014

Messaggioda reysfilip » dom 02 feb 2014, 16:19

Grazie della recensione.
In effetti questo dittico è una delle cose più interessanti della stagione romana, anche perché gli interpreti erano pressoché gli stessi che c'erano a Glyndebourne quando è stato creato questo allestimento.
Dunque, da quel che ho capito, la regia di Pelly stavolta ha fatto centro.
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Re: L’HEURE ESPAGNOLE e L'ENFANT A ROMA 2014

Messaggioda Luca » dom 02 feb 2014, 18:16

La Kim ha in effetti distinto i due personaggi: come fuoco ha dipanato acrobazie simili a quelle stratosferiche di Zerbinetta (anche perché la melodia è frastagliatissima: il bambino scompiglia il fuoco nel caminetto e questo reagisce a suo modo con fiammelle e bagliori, il libretto sottolinea che è "pailleté"), come Principessa è stata di un lirismo e di una dolcezza davvero notevoli! Impersonava poi anche l'usignolo nella II parte dell'opera che ha una parte abastanza breve ma anch'essa con due pennellate in acuto.
Ripeto: uno spettacolo godibilissimo che sarà replicato: oggi, martedì e giovedì. Tenete poi conto che giovedì 30 che era la I è saltata per uno sciopero e quindi io ho assistito alla "vera prima" però come numero di recite sono davvero pochine..... Pazienza, io però l'ho vista e... chissà quando metterannno in cartellone questo dittico. Tra l'altro Youtube porta integrale L'heure espagnole con questa regia di Pelly, sebbene con altro cast.

Saluti da una Roma allagata che obliga a sospendere persino la partita.
Luca.
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Re: L’HEURE ESPAGNOLE e L'ENFANT A ROMA 2014

Messaggioda DottorMalatesta » sab 08 feb 2014, 17:59

Sono incapppato in un seccantissimo sciopero che ha costretto ad annullare la prima : Andry : , impedendomi di assistere a questo spettacolo che, sulla carta, sembrava interessantissimo. E la recensione positiva dell'amico Luca non può che aumentare la mia irritazione e delusione : Andry : : Hurted : :cry: . Ci saranno altre occasioni, spero...

Ciao e grazie a Luca per l'accurata recensione!

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