A Verona, felicissima replica domenicale conclusiva di Don Pasquale (nonostante il ritardo d'inizio per agitazione di parte dei musicisti del Filarmonico, comunque civilmente accolta dal pubblico, più d'uno ne ha educatamente discusso con gli orchestrali, disponibili a spiegare). Sono tornato, dopo aver assistito ad una delle prima repliche: Omer Wellber ha più "raccolto" il suono senza perdere - anzi, guadagnando! - in colori, fraseggi, ritmo travolgente (finale primo, coro atto terzo - funambolico, con direzione di coro in platea e orchestra in buca), vivacità coniugata a malinconia struggente (certo, che opera meravigliosa!) e aplomb pressochè perfetto con e "di" tutta la seconda compagnia. Direzione di ENORME talento.
Stavolta ho ascoltato Edgardo Rocha al posto di Demuro: meno volume, ma tanta eleganza, musicalità, senso della frase (che bello il suo "notturno", tenuto molto più soffuso: qui, fra l'altro Wellber ha creato un colore ed un effetto sonoro straordinario con i tamburelli soffusissimi, "in alto", come fossero un suono di stelle): è vero, rinuncia alla puntatura della cabaletta, probabilmente per pudore o prudenza, mentre darebbe l'idea (mai dire mai) di poterla affrontare, ma, alla fine, è un dettaglio in una prova davvero ammirevole. Confermatissimi in bene il protagonista Omar Montanari (ormai una certezza in questo repertorio), la spigliatissima Bargnesi (rivelazione annunciata da precedenti, mi si dice, ottimi), l'efficace Vittorio Prato. Una compagnia stilisticamente compatta. Orchestra e coro esaltati dal direttore in precisione, colori, brio e (ripeto) alleggeriti nelle dinamiche (fra l'altro, complimenti alla tromba solista; da fare invidia ai teatri metropolitani) in una replica affrontata da tutti in stato di grazia, eleganza e ulteriore grazia dello spettacolo di Antonio Albanese (presente e applauditissimo), esito collettivo pienamente riconosciuto dall'entusiasmo di un pubblico stavolta più folto rispetto all'usuale e molto "partecipe", al quale il direttore circondato dal cast ha simpaticamente dedicato, alla fine, uno striscione con con la scritta "Buon Natale".
Non mi dilungo in note "colte" sullo straordinario Wellber (posso assicurare che è stato spettacoloso). Mi piacerebbe lo facesse, qui, un utente di OperaDisc, presente a Verona e assai più titolato del sottoscritto.
marco vizzardelli