Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

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Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 lug 2013, 12:23

Eccomi di ritorno da Monaco, dove ho assistito alla Ariadne auf Naxos di Strauss con regia di Carsen.
Dal punto di vista musicale il cast era dominato dalla Ariadne della Westbroeck (apice della serata il monologo “Es gibt ein Reich”, di un´intensitá fuori dal comune). Gli altri chi un gradino sotto (la Zerbinetta della Fally), chi due o tre (tutti gli altri, inclusa la Koche dalla quale mi aspettavo davvero di piú).
Direzione “espressionista” di De Billy (non so quanto sia appropriato dirigere Ariadne come Salome o Elektra), e orchestra assolutamente eccezionale.
Si seguito qualche commento sull´eccezionale regia di Carsen.
Un caro saluto,
DM


Gli specchi di Ariadne
Una riflessione su “Ariadne auf Naxos” nella regia di Robert Carsen


L´Ariadne auf Naxos di Carsen è un gioco di specchi. Una profonda riflessione sul rapporto, spesso contrastato, senza dubbio misterioso, tra realtà e arte, caducità e immortalità, compromesso e ideale.
La scena del prologo è definita da specchi che riflettono la realtà rimandandone ad altre, illusorie ma forse non per questo meno vere. È la stessa vertigine descritta da Borges nei suoi racconti e rappresentata da Velázquez in “Las Meninas”. Gli specchi moltiplicano la scena, costringono noi spettatori seduti in sala a “rifletterci”. Vedendo le nostre immagini riflesse, riflettiamo su noi stessi: cos´è, reale, a teatro? La realtà concreta o quella ideale creata dall´artista?
Per Carsen (e Richard Strauss) il personaggio del compositore condensa in sé le ansie e le aspirazioni, spesso violente ed estreme, proprie della gioventù, e rischia di destare derisione per il suo atteggiamento da Don Chisciotte, tutto teso all´ideale, al sublime, incapace di accettare quel compromesso che pure gli permetterebbe di vedere la sua opera realizzata. Quando, in preda ad un´esaltazione crescente, racconta la vicenda di Ariadne (“Io lo so che lei muore! Ariadne è unica tra milioni, lei è la donna che non dimentica”), il compositore è solo in scena, il corpo illuminato da un riflettore al proscenio che proietta un´inquietante ombra gigantesca sulla parete di fondo. Il compositore si rivela per quello che è. E così fa Zerbinetta: senza parrucca, senza le vistose scarpe rosse con tacchi a spillo con cui si era presentata, addosso solo una sottoveste nera (la stessa che poi vestirà Ariadne nel corso dell´opera): una donna fragile, sola, impaurita di fronte al mistero della vita. Il compositore si toglie la giacca e gliela pone sulle spalle in un gesto di conforto e protezione. Ecco cos´è l´arte: un tentativo di sfuggire alla fragilità, al dolore, alla morte, per ascendere ad una dimensione dove non vi è ombra, ma solo luce. “Nei secoli eterni può andare perso anche un solo istante?”.
Cala il sipario, e una luce violenta, cattiva, illumina la platea, mentre il compositore stringe al petto la partitura della “sua opera” (Ariadne auf Naxos), quasi a volerla difendere da una realtà minacciosa. E noi spettatori, seduti comodamente nelle nostre poltrone, ci sentiamo sotto accusa, e avvertiamo forte il disagio di appartenere ad un mondo meschino ed insensibile alle ragioni dell´arte, lo stesso mondo del “Haushofmeister” e del “gnädiger Herr”, per cui l´arte non è altro che un modo per fare soldi, e l´opera nient´altro che un “digestivo” per ricchi borghesi.
Poi il compositore consegna la partitura di “Ariadne” al direttore, l´interprete, che si fa intermediario tra il mondo reale e il mondo ideale.
Il sipario si apre nuovamente, l´opera ha inizio, e vediamo a terra non una, ma molte Ariadne: tutte sono vestite in modo uguale e si muovono allo stesso modo. Anche Zerbinetta e i personaggi della commedia dell´arte sono vestiti come lei: il dolore di Ariadne è universale, nulla esiste al di fuori di esso. La realtà viene deformata dal dolore, che la amplifica e moltiplica come nel gioco di specchi del prologo. Quello che vediamo rappresentato in scena è il dolore di Arianna, figura tra le più celebrate nella storia dell´opera fin dai suoi albori (l´opera lirica nasce proprio con il lamento di Arianna abbandonata di Claudio Monteverdi). Ma è anche l´arte stessa ad essere così raffigurata: l´arte per sua natura ricca di significati, labirinto di possibili percorsi interpretativi, regno dell´ambiguità e della pluralitá di significati.
Anche Zerbinetta è una e molte al contempo. E Brighella, Truffaldino e Scaramuccio si perdono nel tentativo di riconoscere e conquistare la “vera” Zerbinetta, che però è già sfuggita al mondo della finzione rifugiandosi dall´altra parte dello specchio, in platea, nel mondo vero, dove può congiungersi con Arlecchino.
Ma se Zerbinetta è destinata a tornare al mondo “reale”, non così Ariadne. Mentre fuoriscena si sente la voce del dio Bacco, dal fondale nero che chiude la scena si apre una fessura da cui penetra una luce abbagliante. La luce colpisce lo spettatore agli occhi, provocando per un attimo un dolore lancinante. “Ein Augenblick ist wenig, ein Blick ist viel, un istante è poca cosa, uno sguardo è molto”. E ad ogni nuovo intervento di Bacco lo spiraglio sulla scena nera si allarga un po´di più, e con la nuova luce si rinnova il dolore.
Anche Bacco, come Ariadne, è uno e molti al contempo. Ariadne e Bacco si affrontano a distanza, poi si volgono le spalle, in un dialogo che è un continuo sfuggirsi, un continuo fraintendersi: Ariadne pensa di riconoscere in Bacco l´amante Teseo (l´uomo insieme al quale era ancora un unico essere (“qualcosa di bello, io ero: Ariadne-Teseo”), Bacco la scambia per un´incantatrice, Ariadne ancora lo crede il dio della morte.
Intanto la luce, bianca, uniforme, ha invaso completamente la scena, e Bacco e Ariadne, finalmente, si guardano, si toccano, si riconoscono. Nel prologo il compositore e Zerbinetta erano figura chiare su un fondo scuro, che trovavano vita e ragione d´essere nella luce artificiale della ribalta senza peraltro riuscire a sfuggire l´ombra minacciosa della morte. Ora Ariadne e Bacco sono figure nere che si delineano stagliandosi su un fondale di accecante chiarore: figure reali ed immortali immerse nella realtà irreale dell´arte.
L´opera termina. Cala il sipario. Il compositore, che ha assistito alla sua opera insieme a noi spettatori, “dall´altra parte”, si alza, scosta la tenda del sipario, da cui non filtra più alcuna luce. Sale sulla scena, ora completamente sgombra. In lontananza la luce si allontana veloce, affievolendosi sempre più fino a scomparire.
È stato tutto solo un sogno?
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 lug 2013, 18:01

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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda Enrico » mer 10 lug 2013, 0:48

DottorMalatesta ha scritto:Tantoe per avere un' idea...

http://www.bayerische.staatsoper.de/888 ... itrag.html

È un'opera che non conosco, e dopo la tua recensione sono andato a leggere qualche notizia (e la trama) nel Dizionario dell'Opera Mondadori di un bel po' di anni fa: ma non andrò oltre, per ora. Niente dvd d''opera, per me, almeno fino a settembre: poi si vedrà. In questa settimana mi sono limitato a quel poco del Trovatore da Monaco, all'aria di Florestan cantata da Rosvaenge, e ad alcune sinfonie di Beethoven dirette da Toscanini.
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda mattioli » mer 10 lug 2013, 12:26

E bravo il nostro Malatesta (il nostro, precisiamo bene).
Piccoli Maugham crescono...
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PS: oggi mi sento così, un po' critico letterario.
A propos, quiz: qual è la maggior Norma del Dopoguerra, così, di primo acchito?
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda DottorMalatesta » mer 10 lug 2013, 12:30

mattioli ha scritto:Piccoli Maugham crescono...


Ne ho di strada da fare...

mattioli ha scritto:A propos, quiz: qual è la maggior Norma del Dopoguerra, così, di primo acchito?


Cos´è, un trabocchetto? Se dico Callas che mi succede? Dovevo, conoscendoti, dire... Bartoli?

Ciao!
DM
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda mattioli » mer 10 lug 2013, 13:24

Se dico Callas che mi succede?


Niente. Solo che oggi il solito personaggio verticalmente svantaggiato sdottoreggia sulla terza pagina (!) del Corriere (!!) che la maggior Norma dal dopoguerra è la Cerquetti. Ovviamente senza spiegare perché...
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda Enrico » mer 10 lug 2013, 13:33

mattioli ha scritto:
Se dico Callas che mi succede?


Niente. Solo che oggi il solito personaggio verticalmente svantaggiato sdottoreggia sulla terza pagina (!) del Corriere (!!) che la maggior Norma dal dopoguerra è la Cerquetti. Ovviamente senza spiegare perché...

:arrow: Eccezionalmente darò un'occhiata più tardi perché mio padre compra tutti i giorni il Corriere.
:arrow: Lasciatelo sdottoreggiare e andate a discutere la questione nel nostro thread sulla Cerquetti, se esiste, e se non esiste apritelo, oppure in uno dei tremila thread sulla Norma.
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda mattioli » mer 10 lug 2013, 13:38

Lasciatelo sdottoreggiare e andate a discutere la questione nel nostro thread sulla Cerquetti, se esiste, e se non esiste apritelo, oppure in uno dei tremila thread sulla Norma.


Ma figurati se ho voglia di discutere della questione o dell'individuo in questione.
Segnalavo giusto per non avere il monopolio delle risate...
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda flipperinodoc » mer 10 lug 2013, 14:10

mattioli ha scritto: che la maggior Norma dal dopoguerra è la Cerquetti.


sicuramente una delle più grosse..... :mrgreen:
non respira! .... sarà all'ottavo piano!
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda Maugham » mer 10 lug 2013, 14:56

DottorMalatesta ha scritto:
mattioli ha scritto:Piccoli Maugham crescono...

Ne ho di strada da fare...

Siete irridicibilmente sciocchi. : Love :
Doc, che dire? bellissima recensione di uno spettacolo tutt'altro che facile di cui anch'io non avevo capito tutto.
Bravo.

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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda Maugham » mer 10 lug 2013, 14:57

mattioli ha scritto:Segnalavo giusto per non avere il monopolio delle risate...


Dopo questa dico che sei un gigante.
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda Enrico » mer 10 lug 2013, 16:09

mattioli ha scritto:
Lasciatelo sdottoreggiare e andate a discutere la questione nel nostro thread sulla Cerquetti, se esiste, e se non esiste apritelo, oppure in uno dei tremila thread sulla Norma.

Ma figurati se ho voglia di discutere della questione o dell'individuo in questione.
Segnalavo giusto per non avere il monopolio delle risate...

Intendevo dire "se volete discutere della Norma della Cerquetti", sulla quale abbiamo già una recensione di Luca, argomentata e motivata (la registrazione romana del 1958, diretta da Santini, il più grande direttore della Norma dopo Wagner e dopo Marinuzzi secondo l'illustre critico che ogni tanto mi costringete a leggere: ma c'è ancora qualcuno vivente che abbia sentito Wagner e Marinuzzi? forse, per Marinuzzi, si potrebbe chiedere alla Olivero; di interessante, dal Corriere e dal suo critico, posso ricavare la notizia che l'edizione di Marinuzzi ripristinava le versioni "estese" del terzetto e del coro di guerra, di cui abbiamo parlato, parallelamente alla pubblicazione, in collaborazione con le edizioni del Vittoriale, del facsimile del manoscritto, ma non saprei dire se ci sia un legame con le successive esecuzioni di Bonynge, che naturalmente, come possiamo aspettarci, non viene nemmeno nominato).
Anche il thread sulla Cerquetti esiste, ed è ricco di riflessioni molto interessanti (ad opera di Matteo) sulla sua eccellenza nel repertorio "preromantico".
Purtroppo non ho sufficienti competenze straussiane per tentare di riportarvi "in topic".
Enrico B.
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda VGobbi » mer 10 lug 2013, 19:32

La più grande e' la Callas, la peggiore (ovvio) e' la Sutherland ... ma la Cerquetti e' una Norma con i fiocchi!!!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Ariadne auf Naxos, Monaco di Baviera

Messaggioda Enrico » gio 11 lug 2013, 0:20

VGobbi ha scritto:la peggiore (ovvio) e' la Sutherland
: Ban? :
Puoi specificare, per favore, che si tratta di una tua personalissima opinione?
Sei già stato richiamato recentemente per una affermazione simile. Nessuno vuole impedirti di esprimere e motivare le tue opinioni, ma è il modo che non va: non c'è niente di "ovvio" nel tuo giudizio. Questa è la seconda ammonizione. Alla prossima ti banno per tre giorni.
Enrico B.
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