da Luca » sab 08 dic 2012, 12:13
Carissimi,
sono stato al Simone, giovedì sera 6. Ho riportato una favorevole impressione. Anzitutto la parte visiva curata dalla regia di Adrian Noble e le scene di D. Ferretti erano notevoli, per sobrietà, gusto, assoluta assenza di pesantezza. Molto in evidenza l'elemento del mare, tranne che nella scena del Consiglio e nel II atto quella del progettato assassinio di Boccanegra da parte dell'inconsapevole ed ardente Adorno. Semmai c'è stata qualche sfasatura nel gioco di luci, ma era ben espressa l'idea popolare e, al contempo, aristocratica che anima la vicenda. Il guaio del Simone (a mio avviso) al di là di quasiasi edizione è il libretto che ha avuto la sventura di vederci rimesse le mani da Boito (del quale non ho alcuna stima). Però nonostante il fatto che sia stato definito 'tavolo zoppo' è un'opera che attrae. Per la parte musicale è chiaro che l'impostazione di Muti ha privilegiato le scene più drammatiche e, in certo senso, apocalittiche come il grandioso finale I dove si sente la vicinanza di atmosfera con la Messa da Requiem (il "Quantus tremor est futurus" e il reiterato "Sia maledetto" rivolto a Paolo Albiani sono emblematici) con i relativi silenzi che in Verdi sono molto espressivi. Anche visivamente questo finale I creava un'atmosfera drammaticissima con il coro che, disposto circolarmente, avanzava attorniando progressicamente il 'maledetto' Paolo Albiani. Però da notare che Muti ha curato (e davvero bene !) anche i momenti più intimi e raccolti. L'introduzione al I atto è stata molto fine, direi magica. I cantanti erano tutti all'altezza della situazione, anche se complessivamente siamo sul livello medio-alto. G. Petean protagonista piuttosto liricheggiante, non mi è parso dominare completamente la corda drammatica e dominatrice del personaggio, mostrava però affettuosità nei duetti con Maria-Amelia e notevoli doti dinamiche di attore. D. Beloselskiy era un Fiesco discreto, ma non monolitico ed efferato come il personaggio in parte richiede (nel mio primo Boccanegra visto qui a Roma alla metà degli anni '70 c'era Christoff, per cui lascio a voi le conclusioni, sebbene - per me - questo basso non è l'ideale per vocalità: ricordo però ancora la parte finale del suo 'Il lacerato spirto', davvero impressionante per suono e autorità). Inoltre Beloselskiy non mi è parso di estensione particolarmente grave. Molto bene D. Solari come Albiani, efficace contraltare del protagonista (nelle repliche sarà lui Boccanegra), soprattutto nell'evidenziare l'indole e i propositi vendicativi del personaggio. Bene anche Zanellato come Pietro. Bravissima la coppia dei giovani Maria e Gabriele. M. Agresta, già da me udita come buona (e a tratti ottima) Elvira del Don Giovanni a Verona, è stata una Maria di notevole spessore e non troppo incline alla querimonia infantile, ma decisa e volitiva quando occorrreva con scatti nervosi. Avei desiderato maggior cura nei pianissimi e meno inclinazione verso modi un pò veristi in basso, ma sostanzialmente grande prestazione! F. Meli, ottimo come Adorno: voce nervosa, franca, ma anche capace di sfumature, finezze ed insomma duttile. In alto qua e là c'era qualche suono fibroso, ma non ci si poteva davvero lamentare.
Pubblico entusiasta, anche se c'è da dire che al termine del duetto Maria-Gabriele del II atto si è avuta una contestazione piuttosto 'vociazzara', a mio avviso, davvero immeritata.
Questo è tutto.
Saluti, Luca.