Gli Abbellimenti

Gli Abbellimenti - 1. Bach: Variazioni Goldberg
Dal momento che può capitare spesso di parlare di “abbellimenti” in riferimento alle esecuzioni di brani vocali, barocchi o belcantistici (ma non solo: gli abbellimenti si usano ancora anche nella musica moderna e nel Jazz!), inserisco qui alcuni esempi che possono rendere il discorso più chiaro per coloro che non hanno familiarità con gli spartiti.
Ecco la famossissima Aria sulla quale J.S.Bach ha scritto le Variazioni Goldberg (BWV988).
Contiene la maggior parte degli abbellimenti che ci interessano.
Vediamo la prima delle due pagine che la compongono:

E per comodità anche un pezzetto in edizione moderna:

Abbiamo nella prima battuta un mordente , nella seconda due appoggiature rappresentate con le notine piccole, nella terza di nuovo un mordente e un trillo, nella quarta un’appoggiatura, nella quinta di nuovo il mordente, nella sesta un gruppetto. Un segno più moderno per indicare il trillo è semplicemente Tr posto sopra una nota, seguito qualche volta da una linea ondulata che ne indica la durata.
In questa tavola potete vedere gli stessi segni con l’indicazione pratica di come vanno realizzati.

Il n.4 corrisponde al gruppetto; 5-6-7-8 rappresentano le varie combinazioni di trillo con mordenti o gruppetti (cioè con note di preparazione o di chiusa); i numeri 9 e 10 presentano i segni antichi di appoggiatura, già sostituiti in Bach dalle notine piccole; 11-12-13 sono le appoggiature seguite da trillo (l’ultima, con trattino verticale, indica una più forte accentazione). Il mordente in alcuni casi può essere prolungato come l’equivalente di un piccolo trillo. Manca qui il segno di arpeggio, costitutito da una linea ondulata verticale posta accanto alle note di un accordo, che in quel caso vanno eseguite non contemporaneamente ma in rapida successione.
Ascoltiamo ora l’Aria nella registrazione di Wilhelm Kempff, che esegue soltanto le note reali ignorando tutti gli abbellimenti (eccetto l'arpeggio):
Glenn Gould, nell’incisione degli anni ’60 sceglie un tempo simile (molto veloce) ma esegue correttamente gli abbellimenti (il video visualizza anche lo spartito, compresa la seconda parte dell’aria).
Nell’ultima registrazione di Gould il tempo è più lento, lo stile più meditativo, e si sentono distintamente gli abbellimenti realizzati nota per nota:
Lo spartito prevede la ripetizione della prima parte, e poi della seconda, con eventuali variazioni nella realizzazione degli abbellimenti, o l’aggiunta di qualche piccolo abbellimento in più (di cui c’è qualche traccia nel quaderno di Anna Magdalena). Ma né Kempff né Gould eseguono il da capo (Kempff ripete solo la prima parte, ma senza variare nulla).
Pieter-Jan Belder invece, al clavicembalo, rispetta anche le ripetizioni (la sua registrazione di tutte le variazioni infatti dura mezz’ora in più rispetto a quella lenta di Gould!):
Dal momento che può capitare spesso di parlare di “abbellimenti” in riferimento alle esecuzioni di brani vocali, barocchi o belcantistici (ma non solo: gli abbellimenti si usano ancora anche nella musica moderna e nel Jazz!), inserisco qui alcuni esempi che possono rendere il discorso più chiaro per coloro che non hanno familiarità con gli spartiti.
Ecco la famossissima Aria sulla quale J.S.Bach ha scritto le Variazioni Goldberg (BWV988).
Contiene la maggior parte degli abbellimenti che ci interessano.
Vediamo la prima delle due pagine che la compongono:

E per comodità anche un pezzetto in edizione moderna:

Abbiamo nella prima battuta un mordente , nella seconda due appoggiature rappresentate con le notine piccole, nella terza di nuovo un mordente e un trillo, nella quarta un’appoggiatura, nella quinta di nuovo il mordente, nella sesta un gruppetto. Un segno più moderno per indicare il trillo è semplicemente Tr posto sopra una nota, seguito qualche volta da una linea ondulata che ne indica la durata.
In questa tavola potete vedere gli stessi segni con l’indicazione pratica di come vanno realizzati.

Il n.4 corrisponde al gruppetto; 5-6-7-8 rappresentano le varie combinazioni di trillo con mordenti o gruppetti (cioè con note di preparazione o di chiusa); i numeri 9 e 10 presentano i segni antichi di appoggiatura, già sostituiti in Bach dalle notine piccole; 11-12-13 sono le appoggiature seguite da trillo (l’ultima, con trattino verticale, indica una più forte accentazione). Il mordente in alcuni casi può essere prolungato come l’equivalente di un piccolo trillo. Manca qui il segno di arpeggio, costitutito da una linea ondulata verticale posta accanto alle note di un accordo, che in quel caso vanno eseguite non contemporaneamente ma in rapida successione.
Ascoltiamo ora l’Aria nella registrazione di Wilhelm Kempff, che esegue soltanto le note reali ignorando tutti gli abbellimenti (eccetto l'arpeggio):
Glenn Gould, nell’incisione degli anni ’60 sceglie un tempo simile (molto veloce) ma esegue correttamente gli abbellimenti (il video visualizza anche lo spartito, compresa la seconda parte dell’aria).
Nell’ultima registrazione di Gould il tempo è più lento, lo stile più meditativo, e si sentono distintamente gli abbellimenti realizzati nota per nota:
Lo spartito prevede la ripetizione della prima parte, e poi della seconda, con eventuali variazioni nella realizzazione degli abbellimenti, o l’aggiunta di qualche piccolo abbellimento in più (di cui c’è qualche traccia nel quaderno di Anna Magdalena). Ma né Kempff né Gould eseguono il da capo (Kempff ripete solo la prima parte, ma senza variare nulla).
Pieter-Jan Belder invece, al clavicembalo, rispetta anche le ripetizioni (la sua registrazione di tutte le variazioni infatti dura mezz’ora in più rispetto a quella lenta di Gould!):