I futuri passatismi

Ieri Natalie Dessay ha prestato il suo enorme talento a Violetta. Oggi, come sempre quando si parla di una grande personalità, assistiamo ad un giudizio fortemente dicotomico. Da un lato chi l'ha adorata, dall'altra chi l'ha odiata. E' ovvio che sia così: il personaggio è ENORME, potenzialmente immenso per esaltare la grandezza dell'interprete o, viceversa, per amplificarne in modo impietoso le debolezze. Natalie Dessay è una grande, ed è normale che divida gli animi. Difficile trovare chi sia rimasto indifferente (anche se non è detto che non ci sia anche questo caso).
Orbene, pensando ai suoi detrattori mi è venuto in mente uno spunto di discussione. Chissà perché, sono convinto che fra dieci, venti, trent'anni quegli stessi che storcono il naso a proposito di questa Violetta diranno: "ah, se ci fosse adesso una Dessay! Mica che fosse il massimo, anzi... ma rispetto alla roba che ci propinano adesso era un fenomeno!"
Ecco: domanda da un milione di dollari:
Che cosa sarà "quello che ci propinano adesso" fra dieci venti o trent'anni? In altre parole, quali saranno le evoluzioni del teatro lirico che più di tutte faranno inorridire i più tradizionalisti? Se parliamo di oggi, i primi tratti controversi che mi vengono in mente sono: il peso e la libertà d'azione notevoli dati al regista, la moderna prassi barocca strumentale e vocale, l'importanza della recitazione (e talvolta anche dell'immagine) per valutare un cantante, l'occasionale ricorso all'amplificazione. Tutte cose, cioè, su cui secondo alcuni era meglio "the way we were". E domani?
Altra domanda pesa: quali artisti oggi smazzuolati saranno riabilitati post mortem (solo artistica e non fisiologica, mi auguro) con la stereotipata frase: "ci fossero oggi, sarebbero i migliori"?
Oppure... mi sbaglio, e davvero, come dicono taluni, siamo in una bolla di desolazione, e le generazioni future guarderanno a questo tempo come ad un periodo di decadenza di cui nulla merita d'essere salvato?
Orbene, pensando ai suoi detrattori mi è venuto in mente uno spunto di discussione. Chissà perché, sono convinto che fra dieci, venti, trent'anni quegli stessi che storcono il naso a proposito di questa Violetta diranno: "ah, se ci fosse adesso una Dessay! Mica che fosse il massimo, anzi... ma rispetto alla roba che ci propinano adesso era un fenomeno!"
Ecco: domanda da un milione di dollari:


Oppure... mi sbaglio, e davvero, come dicono taluni, siamo in una bolla di desolazione, e le generazioni future guarderanno a questo tempo come ad un periodo di decadenza di cui nulla merita d'essere salvato?