teo.emme ha scritto: Infine sul Pavarotti non musicista che canta bene Idomeneo: scusa ma non ti capisco. Pavarotti non era nè un filologo nè uno studioso, ma era un cantante e mi risulta che per cantare si debba essere proprio cantanti (magari in futuro non sarà più così, quando verranno battute altre vie espressive che relegheranno il canto ad una cosa non necessaria all'interpretazione di un'opera, tra l'altro la Dessay ci sta proprio convincendo che si vada verso quella strada...). E per cantare di tutto, da Monteverdi a Henze, bisogna esserlo. Cosa significhi cantante musicista, quindi, mi sfugge, o meglio non mi interessa. Ti ribalto però la questione: Domingo è cantante musicista (fa pure il direttore d'orchestra), ha iterpretato un buonissimo Tristano e ha in repertorio Sigmund e Parsifal. Ha provato anche Idomeneo - parte che secondo te sarebbe non molto difficile - con esiti a dir poco disastrosi. Come disastrosi sono stati i suoi tentativi nel repertorio del tenore belcantista, da Nemorino ad Edgardo... Come la mettiamo? Idomeneo è parte difficilissima e che richiede molto dalla voce (basta leggere la partitura del resto) e se Pavarotti l'ha interpretata egregiamente (l'unico in disco, giacchè non si può dire lo stesso di nessuno degli altri cantanti che hanno affrontato il ruolo: da Gedda, ai tenorini filologici anglosassoni, a Domingo) vuol dire che sapeva cantare, magari ignorava altre cose, ma possedeva la tecnica per il ruolo (a differenza di Domingo e degli altri citati).
Che Pavarotti sia stato Idomeneo, nessun dubbio: lo ha fatto.
Che lo abbia fatto bene, qualche dubbio - permettimi - ce l'ho. Conosco bene quell'incisione - se ti riferisci a quella di Pritchard - e la trovo una delle più colossali ciofeche discografiche di sempre. Non prevalentemente per Pavarotti - d'accordo - ma anche. Non era male, oggettivamente: faceva quello che poteva in una parte che lo sovrastava non tanto tecnicamente (ne viene a capo), quanto umanamente, dimostrando che non basta avere una bella voce per cantare questo ruolo di padre disperato e lacerato. Lo stesso Langridge, secondo me, gli è infinitamente superiore quanto a statura artistica, ma anche Bostridge, ed è tutto dire! Non parliamo di Gedda, per me massima icona tenorile di sempre...
Parli di Domingo, e sono globalmente d'accordo con te: non è Idomeneo, e bene avrebbe fatto ad astenersene.
Come dicevo in altro post, la sua tecnica, soprattutto negli ultimi anni, ha preso una direzione prevalentemente declamatoria che gli proscriverebbe questi ruoli, affrontati per vili esigenze commerciali.
Se proprio vogliamo, la differenza essenziale fra i due grandi tenori è che Domingo è stato l'una e l'altra cosa, Pavarotti solo una, ma poco conta.
Quanto alle tue affermazioni sulla Dessay, è talmente stridente lo jato fra la statura immensa di questa Artista (che, tra l'altro, mi ha letteralmente entusiasmato nell'ascolto della Lucia dal Met) e quello che tu dici, da riportarmi in mente quello che il mio nonno buonanima diceva su un giocatore di poker che si misurò con lui...