Povera musica classica

problemi estetici, storici, tecnici sull'opera

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Re: Re:

Messaggioda Maugham » dom 07 set 2008, 12:56

MatMarazzi ha scritto:allo sponsor interessa solo che ciò per cui paga RENDA.

Il punto è questo.
In Italia la sponsorizzazione culturale è ancora vista come elemosina.
Non parlo di quantità, ma di qualità e natura del rapporto.
Non si tratta di un contratto in cui io ti offro un servizio e tu me lo paghi.
Nella migliore delle ipotesi è un rapporto vicino al mecenatismo.
Un ricco imprenditore "illuminato" con il pallino della cultura (perchè sua zia da piccolo lo cullava con l'Aida) regala denaro a un'istituzione.
Nella peggiore delle ipotesi (la più comune) si tratta invece del magnanimo gesto del feudatario che, dopo insistenze e pressioni, sgancia riluttante e dubbioso una somma a fondo perduto perchè un funzionario o un politico l'ha distrutto di telefonate. Ma non sa nemmeno cosa sta pagando.
La sostanza però non cambia.
Tutto alla fine si misura da un lato nel "buon cuore" del donante e dall'altro nelle capacità persuasive di cui dispone l'operatore culturale.
Capisci bene che un rapporto che nasce così raramente produce qualcosa di buono.
Tra me che chiedo e tu che "regali" ci sarà sempre una sudditanza.
Con tutte le conseguenze che potete immaginare.
Sto ovviamente semplificando ad uso di un forum.
Si tratta di un argomento enorme (quello dei finanziamenti culturali sia pubblici che privati), con diecimila ramificazioni, oggetto di studi, tesi di laurea e corsi universitari.
Perdonate le forzate banalità.
Però il succo è questo.

All'ora qual'à la differenza con l'Italia?
Una differenza enorme, secondo me!
Che a stanziarli effettivamente non è la politica ma il singolo sponsor (che DECIDE quanti e come darne).


Eccoci. Perchè in Italia -e anche in altri paesi, non dubitate!- è così?
I motivi possono essere molti.
Ne butto qualcuno sul piatto.

Il primo secondo me è di carattere sociale.
Negli Stati Uniti l'opera ha un fascino mediatico che da noi non esiste.
Da noi invece ancora si parla di Arte, Cultura, facciamo gli schizzinosi...
Siamo tutti dei piccoli Wagner! :)

Poi c'è il problema tecnologico e di comunicazione.
Sotto questo profilo c'è poco da dire. Siamo analfabeti.
Consideriamo ancora il siti web l'equivalente elettronico della bruchure su carta. :D
I contratti con molti artisti nei teatri statunitensi non riguardano solo la recita.
Ma l'immagine dell'artista e di conseguenza quella del teatro e quindi di chi ha investito su quel teatro.
Tot passaggi televisivi, tot interviste, tot tour promozionali, tot passeggiate in giro per la città nel tal risotrante piuttosto che nell'altro...
Da noi tutto questo non esiste o esiste in parte.

Poi ci sono le costosissime gestioni dei nostri teatri, cui giustamente faceva riferimento Matteo.
Fintamente gestiti con un assetto privatistico (tutti i teatri d'opera italiani sono nominalmente privati) in realtà hanno ancora un'ingerenza pubblica, nella gestione, MOSTRUOSA. E lasciamo stare l'ingerenza politica che sarebbe un altro discorso.
La sindacalizzazione è alle stelle, le paghe sono tra le più basse d'Europa (e di conseguenza occore che, almeno, il posto sia fisso, fino a un po' di tempo fa adesso neanche questo), l'atroce sistema delle selezioni pubbliche paralizza il turn-over... questo è davvero un problema. Anzi, IL problema.
Le prime saltano o sono a rischio praticamente sempre.
Tutto questo si traduce in costi di gestione altissimi.
Non sempre si tratta dell'incapacità di questo o quel direttore.
Anche il più brillante manager operistico può trovarsi in ginocchio, schiacciato dai diecimila paletti presenti.
Se risolveremo questo... penso che ci sarà un effetto domino che risolverà anche il resto.

Infine, i ricchi degli Stati Uniti non sono paragonabili nè per numero nè quantità a quelli Italiani.
In compenso i Teatri d'opera in proporzione sono molto meno che in Italia.

Per chiudere un discorso che sarebbe immenso ritorno agli sponsor.
Perchè mai un privato dovrebbe investire soldi in strutture del genere?
Che ritorno ne avrebbe?

Ripeto però, a costo di sfinire, tutto questo va' costruito.
Non è che negli Stati Uniti, eccettuato per l'ultimo punto, sono partiti più avvantaggiati di noi.
Hanno lavorato per...
E dobbiamo farlo anche noi.


Dall'altra parte però, scusate la franchezza, io odio le solite lamentazioni! :D
Lo dico a te Tatiana e soprattutto a te Riccardo con i tuoi saluti anti-italiani :shock: .
Tra l'altro non sono per niente d'accordo con il titolo del thread.
Povera musica classica (musica non mosica) :D ... cosa?
Secondo me in Italia (vista la attuale situazione dei teatri) potrebbe andare molto peggio di così.

Oddio, ci sono dei limiti anche in questo sistema.


E' vero.
Però sono convinto che alla fine -vuoi anche solo per la regola della sopravvivenza- quella della privatizzazione vera e non all'italiana sia l'unica strada percorribile. Almeno proviamoci.

Ciao
Willie
Ultima modifica di Maugham il lun 08 set 2008, 8:20, modificato 3 volte in totale.
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Maugham » dom 07 set 2008, 13:35

Alberich ha scritto:Ho cercato: il FUS assorbe meno di 500milioni all'anno. Non credo dipenda da questo la nostra sistuazione finanziaria.


FUS che contiene tra l'altro anche i finanziamenti per il cinema che se ne mangia una bella fetta.
Poi ovviamente non si tratta di solo FUS.
Ci sono i finanziamenti delle Regioni, dei Comuni, i Fondi Speciali, le una tantum.
Sta di fatto però che l'investimento pubblico dello Stato nello spettacolo dal vivo in Italia è tra i più bassi d'Europa.
Questo è un dato di fatto.
Che poi queste briciole potrebbero essere gestite meglio, l'ho scritto prima.

Riccardo ha scritto:E il bello è che in Italia ci sono sempre le solite campane che lamentano lo scarso finanziamento alla cultura, i tagli al FUS et similia...


Io sono una di quelle campane. Perchè, come ho detto sopra, è un dato di fatto. Non un'opinione.
Perchè non proponi un'ipotesi di gestione alternativa?
Io te la propongo.
Detassa i teatri, detassa i privati che investono, limita gli interessi bancari per gli scoperti sugli anticipi che i Teatri chiedono , azzera le utenze, crea come in Francia settori di credito bancario agevolato per l'opera e vedrai che del FUS non ce ne sarà più bisogno.

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Re: Povera musica classica

Messaggioda Riccardo » dom 07 set 2008, 13:59

Maugham ha scritto:
Riccardo ha scritto:E il bello è che in Italia ci sono sempre le solite campane che lamentano lo scarso finanziamento alla cultura, i tagli al FUS et similia...

Io sono una di quelle campane. Perchè, come ho detto sopra, è un dato di fatto. Non un'opinione.
Perchè non proponi un'ipotesi di gestione alternativa?
Io te la propongo.
Detassa i teatri, detassa i privati che investono, limita gli interessi bancari per gli scoperti sugli anticipi che i Teatri chiedono , azzera le utenze, crea come in Francia settori di credito bancario agevolato per l'opera e vedrai che del FUS non ce ne sarà più bisogno.WSM

D'accordissimo.
Facevo ironia sulle lamentele per i tagli al FUS soltanto perché è un problema generale che crea un circolo vizioso.

L'Italia ha un problema generale di gestione della spesa pubblica che è per la maggior parte gestita con malcostume, clientelismo e quasi nulla meritocrazia. Questo comporta sprechi a non finire ed un conto finale sempre più in rosso (anche se ci sono periodi in cui i giornali lo raccontano di più, altri di meno).
In una situazione del genere i primi settori a farne le spese sono naturalmente quelli del superfluo, e all'interno di essi quello meno popolare e più dispendioso, ossia l'opera lirica.

Nei settori non superflui la spesa è altissima, supera gli standard europei, ma guarda caso i servizi sono inferiori agli standard dei paesi più moderni. E questo è tanto più evidente perché se il servizio sanitario o i treni non funzionano se ne accorgono tutti; se invece abbiamo due Rigoletti con Nucci la prossima stagione tra Genova e Bologna, forse si indignerà uno 0,2% della popolazione.

In Italia manca il senso del dovere per una spesa pubblica efficiente, mirata e trasparente: quando i soldi sono di tutti automaticamente scatta il menefreghismo. Onde poi lamentarsi della effettivamente eccessiva tassazione etc etc.

Quindi viva i tagli al FUS se devono finanziare delle spese che non fanno un servizio di qualità al pubblico. Io sono disgustato al pensiero che i soldi pubblici abbiano finanziato una regia del Maometto come quella di Hampe il mese scorso a Pesaro. Dovrebbe esserci una protesta generale, doveva essere subissata di fischi una scelta simile. Se proprio risultava troppo faticoso per la direzione artistica trovare un regista che non rubasse il compenso, sarebbe stato meglio fare l'opera in concerto e risparmiare le risorse per cause più nobili.
Ma manca una coscienza pubblica che tiene alle casse statali come risorse che provengono dalle tasche di tutti i cittadini.

Se non si attiva una nuova mentalità seria e pragmatica, l'Italia rimarrà il fanalino di coda dei paesi occidentali.
E non è con mezzi artificiosi, e ulteriormente umilianti per le risorse pubbliche come il "salvataggio di Alitalia", che si cancellano autentiche vergogne nazionali.
Ultima modifica di Riccardo il dom 07 set 2008, 14:39, modificato 1 volta in totale.
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda tatiana » dom 07 set 2008, 14:31

Caro Maugham,

Io riporto dei fatti. Se a te sembra che mi lamenti, beh, pazienza. In quanto all'errore di battitura mi spiace , non lo posso correggere io il titolo, anzi prego qualcuno degli amministratori di provvedere.
Io sono una persona che di solito si lamenta molto poco.Ma vedermi togliere dei concerti perchè la musica classica non piace allo sponsor, beh, almeno qualcosa mi viene da dirlo. Scusa la franchezza.

Tatiana

P.S. Per Mat Marrazzi - si, i fondi degli assessori alla cultura si distribuiscono esattamente come dici tu :evil:
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Riccardo » dom 07 set 2008, 15:09

Maugham ha scritto:Dall'altra parte però, scusate la franchezza, io odio le solite lamentazioni! :D
Lo dico a te Tatiana e soprattutto a te Riccardo con i tuoi saluti anti-italiani :shock: .

Ovviamente quei saluti erano un'esagerazione, ma le mie non sono lamentele: sono semplici constatazioni. Io non provo nessun particolare orgoglio ad appartenere ad una società che fa acqua sotto molti aspetti. I meriti che le vengono riconosciuti sono per lo più di natura storico-culturale e paesaggistica. Dell'oggi c'è troppo poco.

L'orgoglio per la propria nazionalità non nasce a divinis.

Maugham ha scritto:Tra l'altro non sono per niente d'accordo con il titolo del thread.
Povera musica classica (musica non mosica) :D ... cosa?
Secondo me in Italia (vista la attuale situazione dei teatri) potrebbe andare molto peggio di così.

Ah beh, allora non facciamo nulla!
Del resto i teatri sono stati inseriti in Italia come dei gusci avulsi dal contesto... Povera Italia sfortunata ad avere una simile situazione piovuta dal cielo! Chissà come mai appena fuori dal confine sono piovuti teatri fortunati come Zurigo Monaco o Lione...mentre da noi sono scesi il Carlo Felice di Genova (commissariato da qualche mese) o il San Carlo di Napoli... Toh che cose strane!

A me sembra che questo nazionalismo a tutti i costi sia l'ennesimo elemento che taglia le gambe allo sviluppo del nostro paese. In un'ottica europea, poi, tantopiù trovo che faccia veramente sorridere!
Ultima modifica di Riccardo il dom 07 set 2008, 15:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Maugham » dom 07 set 2008, 15:13

Riccardo ha scritto:Quindi viva i tagli al FUS se devono finanziare delle spese che non fanno un servizio di qualità al pubblico. Io sono disgustato al pensiero che i soldi pubblici abbiano finanziato una regia del Maometto come quella di Hampe il mese scorso a Pesaro. Dovrebbe esserci una protesta generale, doveva essere subissata di fischi una scelta simile. Quei soldi piuttosto andavano dati a chi non arriva a fine mese.
Ma manca una coscienza pubblica che tiene alle casse statali come risorse che provengono dalle tasche di tutti i cittadini.


Questo è un altro discorso.
Ovvero sulla pertinenza delle scelte artistiche e sulla competenza degli operatori chiamate a farle.
Che volutamente non ho affrontato perchè in questi casi la discussione da bar, con tutte le derive del caso, è dietro l'angolo.
E non avevo nè la voglia, scusami, nè il tempo di affrontarla.
Chi decide, quella che tu chiami, la qualità del servizio?
Su che base valutiamo certe scelte?
Sulle mie inclinazioni? Sulle tue?
Il Maometto a te e a me non è piaciuto.
A Pruun si. Per lui quindi non è uno spreco.
Se Matteo avesse visto quell'Ermione magari avrebbe ribadito la sua definizione di schifezza attribuita a quasi tutte le regie di Daniele Abbado.
Quindi per lui sarebbe uno spreco.
Per noi no.
E siamo solo tre gatti. :D

Vedi, Riccardo, questo è proprio l'errore che fanno anche in sede ministeriale quando istituiscono delle commissioni di esperti ( :D :D :D ) che giudicano "la qualità" delle attività proposte.
Non ci potrà mai essere una valutazione coerente, univoca e condivisa in questo campo.
E' un'utopia tra le più nefaste di certa sinistra battagliera di derivazione collettivistica.
Il gruppo di intellettuali (scelti nel più ampio rispetto della pluralità politica, ci mancherebbe! :)) i quali decidono: questo artisticamente "vale" e questo "di meno" e questo "no".
Dagli esiti di questa commissione (non solo, è ovvio!) partono i finanziamenti che, come capita in questi casi, sono quasi sempre dati a pioggia, identici anno dopo anno.
Questo è il problema.
Nessuno si sognerebbe in un paese anglosassone di fare una roba del genere.
Il direttore del Met o del Covent Garden è un plenipotenziario per tutta la durata del contratto.
Ha praticamente pieni poteri e decide come vuole. Altro che commissione! Al massimo gli arriva addosso l'FBI per capire la provenienza di certe donazioni :shock:
Ovviamente paga le conseguenze o ritira lauti dividendi a seconda che la sua gestione sia più o meno redditizia in termini di immagine, incassi e presenze.
E se toppa, tanti saluti! E' bruciato.
Ma mentre lavora nessuno mette becco nelle sue scelte.
Riguardo al FUS, come ho scritto io l'abolirei.
(E comunque vorrei ricordarti che anche alla fine dell'Ottocento i teatri lirici vivevano di sovvenzioni pubbliche.)
Non dovrebbe esserci nessun finanziamento allo spettacolo.
Ma solo una serie di strumenti fiscali e amministrativi che permettano di spendere meno.
Il che poi equivale a un finanziamento.
Sulla "coscienza pubblica" non so che dirti. In molti ce l'hanno. E non sono pochi.

Tatiana ha scritto:Io riporto dei fatti. Se a te sembra che mi lamenti, beh, pazienza.
Io sono una persona che di solito si lamenta molto poco.Ma vedermi togliere dei concerti perchè la musica classica non piace allo sponsor, beh, almeno qualcosa mi viene da dirlo. Scusa la franchezza.
P.S. Per Mat Marrazzi - si, i fondi degli assessori alla cultura si distribuiscono esattamente come dici tu


Cara Tatiana, capisco il tuo disappunto e se le cose stanno come le racconti condivido la tua :evil:
Non era mia intenzione sminuire il tuo lavoro nè ridimensionare la tua delusione.
Se è così, me ne scuso con te e con gli altri che mi hanno letto e che forse mi hanno preso un po' per un maleducato.
E' solo che davvero, non reggo più questa faccenda che tutto va male, che i direttori artistici sono fantoccini, che manca il senso civico, che gli esclusi sono sempre incompresi... non reggo più questa retorichina del piagnisteo (principalmente degli addetti ai lavori).
Senza dubbio il malcostume è diffuso.
Ma qualcosa funziona.
Non tutti gli assessori danno i soldi a cugini e compagni di merenda. :D
Se tu fossi nei panni del tuo assessore pavido, cosa avresti fatto?

Salutoni
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Riccardo » dom 07 set 2008, 15:33

Maugham ha scritto:Vedi, Riccardo, questo è proprio l'errore che fanno anche in sede ministeriale quando istituiscono delle commissioni di esperti ( :D :D :D ) che giudicano "la qualità" delle attività proposte.
Non ci potrà mai essere una valutazione coerente, univoca e condivisa in questo campo.
E' un'utopia tra le più nefaste di certa sinistra battagliera di derivazione collettivistica.
Il gruppo di intellettuali (scelti nel più ampio rispetto della pluralità politica, ci mancherebbe! :)) i quali decidono: questo artisticamente "vale" e questo "di meno" e questo "no".
Dagli esiti di questa commissione (non solo, è ovvio!) partono i finanziamenti che, come capita in questi casi, sono quasi sempre dati a pioggia, identici anno dopo anno.
Questo è il problema.
Nessuno si sognerebbe in un paese anglosassone di fare una roba del genere.
Il direttore del Met o del Covent Garden è un plenipotenziario per tutta la durata del contratto.
Ha praticamente pieni poteri e decide come vuole. Altro che commissione! Al massimo gli arriva addosso l'FBI per capire la provenienza di certe donazioni :shock:
Ovviamente paga le conseguenze o ritira lauti dividendi a seconda che la sua gestione sia più o meno redditizia in termini di immagine, incassi e presenze.
E se toppa, tanti saluti! E' bruciato.
Ma mentre lavora nessuno mette becco nelle sue scelte.

C'è qualcosa che non va, perché siamo d'accordo eppure non c'intendiamo.

Quando io ho scritto che il FUS andrebbe tagliato del tutto, poiché finisce per finanziare delle scempiaggini per ragioni clientelari e non trasparenti, tu hai detto che invece sei una campana che lamenta i tagli....

Riguardo al FUS, come ho scritto io l'abolirei.
(E comunque vorrei ricordarti che anche alla fine dell'Ottocento i teatri lirici vivevano di sovvenzioni pubbliche.)
Non dovrebbe esserci nessun finanziamento allo spettacolo.
Ma solo una serie di strumenti fiscali e amministrativi che permettano di spendere meno.
Il che poi equivale a un finanziamento.

D'accordissimo.

Il discorso sul Maometto era inteso a dire che l'intervento statale, visto che c'è, andrebbe come minimo gestito secondo criteri meritocratici e non assistenzialisti. Invece lo stato copre i buchi di bilancio invece di dare più risorse a chi le spende in modo efficace.
L'incasso del Maometto rispetto a quello della Gazza ladra dell'anno prima, ad esempio, dovrebbe consigliare la direzione artistica su quali registi puntare per le prossime edizioni.
Ultima modifica di Riccardo il dom 07 set 2008, 15:46, modificato 3 volte in totale.
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Alberich » dom 07 set 2008, 15:37

Maugham ha scritto:Vedi, Riccardo, questo è proprio l'errore che fanno anche in sede ministeriale quando istituiscono delle commissioni di esperti ( :D :D :D ) che giudicano "la qualità" delle attività proposte.
Non ci potrà mai essere una valutazione coerente, univoca e condivisa in questo campo.
E' un'utopia tra le più nefaste di certa sinistra battagliera di derivazione collettivistica.
Il gruppo di intellettuali (scelti nel più ampio rispetto della pluralità politica, ci mancherebbe! :)) i quali decidono: questo artisticamente "vale" e questo "di meno" e questo "no".
Dagli esiti di questa commissione (non solo, è ovvio!) partono i finanziamenti che, come capita in questi casi, sono quasi sempre dati a pioggia, identici anno dopo anno.
Questo è il problema.
Nessuno si sognerebbe in un paese anglosassone di fare una roba del genere.
Il direttore del Met o del Covent Garden è un plenipotenziario per tutta la durata del contratto.
Ha praticamente pieni poteri e decide come vuole. Altro che commissione! Al massimo gli arriva addosso l'FBI per capire la provenienza di certe donazioni :shock:
Ovviamente paga le conseguenze o ritira lauti dividendi a seconda che la sua gestione sia più o meno redditizia in termini di immagine, incassi e presenze.
E se toppa, tanti saluti! E' bruciato.
Ma mentre lavora nessuno mette becco nelle sue scelte.


Probabilmente hai toccato un punto centrale. La struttura dei controlli in Italia e in Uk (e negli USA) è sostanzialmente differente. In Uk praticamente non esistono i tribunali amministrativi e la magistratura contabile. Eppure la qualità della spesa (qualità! non liceità) è fondamentalmente molto migliore. C'è qualcosa che non torna o che torna fin troppo bene, ma qui ci allontaniamo dalla discussione sull'opera e finiamo in tutt'altro campo.
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Pruun » dom 07 set 2008, 15:43

La discussione è molto interessante: intervengo solo per specificare, visto che Maugham ha espresso in parte il mio pensiero, che del Maometto è piaciuta l'idea, ovvero profare a fare uno spettacolo tradizionale, provarci, perché no? Ma sulla regia di Hampe non mi pronuncio perché era inqualificabile! Ci sarebbe voluta una mano un filo più logica. :wink: Ho trovato invece ben fatte e molto professionali le scenografie.

Piuttosto, vorrei chiedervi, una volta ho sentito dire che addirittura il 70 % del FUS andrebbe ai teatri lirici e alle Stagioni Concertistiche... possibile? :shock:
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Maugham » dom 07 set 2008, 15:46

Riccardo ha scritto:Chissà come mai appena fuori dal confine sono piovuti teatri fortunati come Zurigo Monaco o Lione...mentre da noi sono scesi il Carlo Felice di Genova (commissariato da qualche mese) o il San Carlo di Napoli... Toh che cose strane!
A me sembra che questo nazionalismo a tutti i costi sia l'ennesimo elemento che taglia le gambe allo sviluppo del nostro paese. In un'ottica europea, poi, tantopiù trovo che faccia veramente sorridere!


Puoi sorridere fin che vuoi Riccardo, ma è proprio a questa deriva che non volevo arrivare.
E mi dispiace che ci sia arrivato tu.
Ovvero alla chiacchiera domenicale su come sono bravi gli svizzeri e casinisti i genovesi.
Forse ti sentirai a tuo agio in questa discussione (io no), ma vorrei riportare il discorso su elementi più concreti.
Visto che parli di Zurigo e lo confronti a Genova (non penso ti limiti al cartellone) vorrei che tu mi parlassi di come interviene la Lindt e le principali assicurazioni mondiali che lì hanno sede nella gestione del teatro. Come si muove Pereira nella scrittura degli artisti (fermare un cantante per il 2012 senza avere una concreta copertura finanziaria è debito fuori bilancio -quindi penale- come in Italia oppure normale attività di programmazione'?), quali sono i vincoli nella gestione del personale, che peso hanno i sindacati etc. etc. hanno bilanci pluriennali o annuali come in italia? Si muovono con bilanci a stagione oppure a anno solare? Quali sono le norme di sicurezza sui locali di pubblico spettacolo in Svizzera? In Italia sono talmente rigide che una ristrutturazione di porta via cento posti come ridere...
Te lo chiedo perchè non lo so. Già conosco poco la situazione dei teatri italiani, figurati di quelli svizzeri.
Tu conoscerai anche quella di Monaco e Lione visto che li citi a sostegno di una visione europeista.
Io purtroppo no, a Lione non ci sono neanche mai stato. :cry:
Poi non voglio assolutamente difendere Genova. Figurati! Voglio solo capire i perchè.
Trovo che per parlare di gestione dei teatri (roba difficile) e confrontarli (roba ancora più difficile) occorra la stessa competenza che riserviamo alle nostre discussioni interpretative e vocali.
Poi, una volta che questi dati li abbiamo sottomano, possiamo esprimere un parere, scagliarci contro i mali italici e dire che davvero altrove sono più bravi.
Per quanto riguarda l'ottica europea ti inviterei a leggere le direttive in materia di spettacolo dal vivo.
Viene difesa proprio l'attività capillare di distribuzione sul territorio.
Con la conseguente rivolta proprio del grandi centri di produzione che temono un taglio radicale sulle attività.
Guarda un po'.
Non è che sei proprio tu un difensore a oltranza del localismo? :D
Dai, scherzo!
Ciao
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Maugham » dom 07 set 2008, 15:48

Pruun ha scritto: che del Maometto è piaciuta l'idea, ovvero profare a fare uno spettacolo


Perchè scrivi come Sturmtruppen?
:D
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Pruun » dom 07 set 2008, 15:54

Maugham ha scritto:
Pruun ha scritto: che del Maometto è piaciuta l'idea, ovvero profare a fare uno spettacolo


Perchè scrivi come Sturmtruppen?
:D
Ciao
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Perché la tastiera nuova mi da qualche problemino... :oops: :oops:
Tofrò imparare a ufarla meglio... :lol: :lol: :lol:
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Maugham » dom 07 set 2008, 15:55

Riccardo ha scritto:Quando io ho scritto che il FUS andrebbe tagliato del tutto, poiché finisce per finanziare delle scempiaggini per ragioni clientelari e non trasparenti, tu hai detto che invece sei una campana che lamenta i tagli....


Forse mi sono espresso male.
Io abolirei il FUS.
Lo sostituirei con forme di agevolazioni e non di finanziamento diretto.
Okay?
Bene, dal momento però che in Italia da questo orecchio non ci sentono e il FUS c'è, trovo che sia scandalosamente basso.
Ciao
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Riccardo » dom 07 set 2008, 16:02

Maugham ha scritto:Visto che parli di Zurigo e lo confronti a Genova (non penso ti limiti al cartellone) vorrei che tu mi parlassi di come interviene la Lindt e le principali assicurazioni mondiali che lì hanno sede nella gestione del teatro. Come si muove Pereira nella scrittura degli artisti (fermare un cantante per il 2012 senza avere una concreta copertura finanziaria è debito fuori bilancio -quindi penale- come in Italia oppure normale attività di programmazione'?), quali sono i vincoli nella gestione del personale, che peso hanno i sindacati etc. etc. hanno bilanci pluriennali o annuali come in italia? Si muovono con bilanci a stagione oppure a anno solare? Quali sono le norme di sicurezza sui locali di pubblico spettacolo in Svizzera? In Italia sono talmente rigide che una ristrutturazione di porta via cento posti come ridere...

Non capisco tutta questo polemica nei miei confronti visto che stiamo dicendo semplicemente le stesse cose.

L'unica differenza è che tu nel dire che i teatri esteri funzionano meglio dei nostri dai le giuste colpe a sindacati, leggi e norme di sicurezza, come se queste piovessero dal cielo e non fossero votate da un Parlamento eletto con il mio e il tuo voto.
Se in Italia i teatri funzionano male e in Svizzera bene, secondo te la colpa è dei Giapponesi?

Sul fatto che bisogna essere ben informati quando si discute sono d'accordissimo anch'io e lo ripeto sempre. Non mi pare però che si debbano fare studi approfonditi sulla gestione dei due teatri per capire che forse a Zurigo la macchina funziona un po' meglio che a Genova. Certo che le singole responsabilità saranno diverse, vuoi dei sindacati, vuoi degli orchestrali, vuoi dei dirigenti...sta di fatto che là funziona e qui no.
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Re: Povera musuca classica

Messaggioda Riccardo » dom 07 set 2008, 16:06

Maugham ha scritto:Bene, dal momento però che in Italia da questo orecchio non ci sentono e il FUS c'è, trovo che sia scandalosamente basso.

Però le rivoluzioni improvvise, dovresti saperlo se sei anche tu filoanglosassone, non funzionano mai molto bene.

Dire: o FUS a volontà o togliamolo del tutto mi sembra un po' utopistico... Certo è che se si continua a foraggiare, non ci sarà mai nessun incentivo a trovare sponsor e vie alternative di finanziamento privato.

Il problema italiano è che il FUS è basso non per preparare la transizione ad un sistema più liberale all'americana, ma semplicemente perché si buttano via troppi soldi pubblici negli altri settori.

Le mentalità cambiano gradualmente...comprese quelle degli imprenditori disposti a rischiare sul terreno della cultura.
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen.
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