Perfettamente d'accordo con l'analisi di Alberto.
Le opere contemporanee non attirano il pubblico e producono teatri semivuoti, mentre il musical di qualità riempie le sale, per cui va benissimo che questo genere vada nei teatri d'opera. D'altra parte il musical, da buon genere anglosassone, ha il suo antenato nel
masque inglese del '600, che con Purcell ha prodotto perle come
The Fairy Queen e
King Arthur, che altro non erano se non musical ante litteram.
Sui motivi per cui l'opera (ed in genere la musica) contemporanea è fin troppo di nicchia si è molto discusso e molto si discuterà. Io che sono un "secentista" legato alla nascita dell'opera impresariale, ho la convinzione - in quanto parte del pubblico - di essere il committente... di conseguenza, come sempre avviene nei fenomeni "impresariali", il committente ha sempre ragione, anche quando a qualche
elite autoreferenziale tutto ciò può far storcere il muso.
Non a caso ho già i biglietti in tasca per la rappresentazione di domenica sera: poi vi racconterò
Saluti.
Giuseppe