Nella mia esperienza personale vi sono alcuni capolavori operistici che tendono a provocare in me un'emozione meno immediata, meno diretta (perché filtrata dal pensiero, dalla riflessione), ma non per questo meno intensa (anzi forse più duratura rispetto all'emozione che fa accapponare la pelle): è, per dire, l'effetto che mi fa "Le Nozze di Figaro", buona parte di Wagner, ma anche il Verdi di Don Carlos.
Altre opere invece mi colpiscono direttamente allo stomaco, mi prendono le viscere (mi viene in mente il verbo greco "splanchnizo", ossia "commuoversi nelle viscere") con un'immediatezza e violenza irresistibili che quasi paralizzano il cervello: penso a certo primo Verdi, a Carmen, o a certe pagine di Walkure.
Per quanto mi riguarda (ma forse per la splendida Cassandra della Antonacci, la sensualissima Dido della Westbroek, o le splendide immagini di McVicar) Les Troyens date recentemente al Covent Garden appartengono senza dubbio alla seconda categoria. Ma sarebbe lo stesso con Les Troyens interpretate da un altro cast e con una regia differente?
Penso che la "ricezione emotiva" di un'opera sia strettamente legata alla formazione e al gusto personali. Tuttavia, è possibile individuare alcuni parametri "oggettivi" per qualificare il tipo di effetto che un'opera è in grado di esercitare sull'emotività dello spettatore?
Necessariamente "Tristan und Isolde" deve indurre nello spettatore un'emotività "di testa", solo per il fatto di essere un'opera indubbiamente lunga, cantata in tedesco, e in cui i protagonisti dialogano per un'ora buona sul senso della congiunzione semplice "e" (und) invece di spassarsela in modo... meno filosofico (Toscanini durante le prove di questo duettone disse rivolto ad un orchestrale disse "A Parma a quest'ora avrebbero già fatto un figlio!"

E ancora, è possibile astrarsi dalle componenti "esecutive" di un'opera per determinare la sua risonanza emotiva? Il fatto che il medesimo brano, ad esempio il "Vissi d'arte", lo canti la Callas o la Tebaldi quanto influisce sulla ricezione "emotiva" dello spettatore?
P.S.: scusate la concettosità dell'argomento, in effetti piuttosto cerebrale.... Del resto, nella vita faccio il neurologo
