elvino ha scritto:1°Secondo voi come si pone Dvorak operista nei confronti del mondo musicale di fine 800 inizi 900
2° Come lo classifichereste in rapporto alla sua scrittura orchestrale e melodica
Dvorak si inserisce sicuramente nell'ambito del tardo romanticismo europeo, con chiarissime influenze brahmsiane e beethoveniane (
o meglio della lettura che Brahms diede di Beethoven) ispirate quindi ad un certo classicismo formale (
le sue 9 sinfonie, infatti, si pongono nella scia del sinfonismo più classico, senza grandi sperimentazioni o innovazioni di linguaggio, al contrario di Mahler - ad esempio - che cercò di superarne forme e contenuti). Si aggiungano le suggestioni wagneriane - immancabili in ogni compositore vissuto in quel periodo (
soprattutto nei grandi poemi sinfonici). Contestualmente a ciò sono evidentissimi i rimandi al folklore tradizionale, alla musica "bassa", rielaborata e recuperata: atteggiamento, questo, assai comune a musicisti del tempo (
anche in altre aree, si pensi alla musica russa), nell'ambito del risorgere di spiriti nazionalistici.
elvino ha scritto:3° Ha qualche anche remota attinenza al mondo musicale italiano o cmq dell'Europa Occidentale di quel periodo
Qui, mi sembra, la questione è mal posta. Dvorak
è un musicista occidentale. Nato e cresciuto nell'impero absburgico (
appunto austro-ungarico) e quindi perfettamente inserito nel clima intellettuale artistico della mittel Europa. Certo con tratti identitari peculiari, ma per nulla accomunabile a tradizioni "orientali". Purtroppo l'idea che la Cecoslovacchia (
così come l'Ungheria) faccia parte dell'Oriente (
o dell'Europa dell'Est) è pregiudizio che deriva dai tristi avvenimenti successivi alla II Guerra Mondiale, quando venne ridotta a provincia dell'impero sovietico e relegata oltre "la cortina di ferro", tradendo così le antiche tradizioni europee a favore di un coatto inserimento in ambito asiatico. La posticcia identità orientale è ferita recente, e si può considerare breve parentesi (
purtroppo tragica) nella storia di quel paese. Dvorak fu musicista europeo, austriaco (
nel senso di absburgico). Alla tua domanda, pertanto si deve rispondere così:
Dvorak appartiene al mondo musicale occidentale (
intendendo per questo l'Europa continentale).
Sull'attinenza con la musica italiana, invece, non sono del tutto d'accordo. O meglio, non lo trovo maggiore rispetto al consueto modello operistico occidentale che, appunto, all'opera italiana (
ma non solo) si riferiva (
essendo l'Italia patria dei maggiori operisti dell'epoca, che necessariamente influenzarono il resto) Certamente nell'opera lirica vi è un grande utilizzo di melodie ed una costruzione "melodrammatica", ma più che un richiamo all'italianità ci vedo un recupero del folklore. Anzi, se lo sguardo si sposta da
Rusalka agli altri lavori teatrali di Dvorak, si scoprirà un evidente influenza del grand-opéra (
naturalmente il grand-opéra ha grandi debiti con l'opera italiana, basta citare Rossini, Donizetti e Verdi). Tuttavia non vedo tale influenza italiana/grand opéra, maggiore rispetto a tutti gli altri compositori dell'epoca (
dalla Francia alla Russia, fatti salvi i più intransigenti epigoni wagneriani).
elvino ha scritto:4° Come si può definire la sua scrittura vocale e il suo trattamento delle voci
Risponderei definendola una scrittura essenzialmente lirica e melodica, con un ritorno ai pezzi chiusi e a certe ampie scene corali (
più evidenti però in Vanda e Dimitrij), il tutto sorretto da una robusta scrittura sinfonica tardo romantica.
elvino ha scritto:5° Com'è questa edizione dell'opera, è davvero da considerarsi fra quelle ufficiali(e non) la migliore in commercio.
A me piace molto (
comunque di edizioni discografiche ne puoi trovare almeno una decina).
Ps: ti consiglio - se ti è piaciuta Rusalka - di provare ad ascoltare altri lavori teatrali di Dvorak: la splendida Vanda, Il Giacobino, Armida e Dimitrij sono capolavori. Ma anche la musica sacra e oratoriale è da conoscere (
penso a Santa Ludmillla, al Requiem, allo Stabat Mater)