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Rusalka (Dvorak)

MessaggioInviato: ven 06 giu 2008, 21:10
da elvino
Invogliato dal prezzo(34,90 € anzichè 59,77€)sarei tentato di comprare quest'opera nell'edizione Decca con la Fleming e Heppner,diretta da Mackerass.Purtroppo per mia lacuna non possiedo neanche una registrazione del repertorio dell'Europa Orientale e quindi non so cosa aspettarmi da un'opera di quell'area culturale,chiedo quindi a voi che siete sicuramente più esperti di me:
1°Secondo voi come si pone Dvorak operista nei confronti del mondo musicale di fine 800 inizi 900
2° Come lo classifichereste in rapporto alla sua scrittura orchestrale e melodica
3° Ha qualche anche remota attinenza al mondo musicale italiano o cmq dell'Europa Occidentale di quel periodo
4° Come si può definire la sua scrittura vocale e il suo trattamento delle voci
5° Com'è questa edizione dell'opera, è davvero da considerarsi fra quelle ufficiali(e non) la migliore in commercio.
Grazie x le vostre eventuali risposte buona serata e buon week end Gian Luigi

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: ven 06 giu 2008, 21:16
da Alberich
A parte che sono di fretta, non sarei in grado di rispondere alle tue domande se non con risposte "grezzissime".
Però Rusalka è un'opera con parti veramente splendide ed è godibilissima anche per un ascoltatore occidentale: ha delle melodie veramente trascinanti. L'edizione di cui parli è, purtroppo, l'unica che conosco (e non l'ascolto da tempo immemore), quindi ti do un giudizio molto approssimativo. Però ho ricordo di un disco particolarmente ben riuscito.

In ogni caso: http://www.operadisc.com/rec_dischi.php?id=122

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: ven 06 giu 2008, 22:00
da MatMarazzi
Caro Elvino,
credo che l'ascolto della Rusalka ti piacerà, perché (come sempre con Dvorak) l'opera rigurgita di temi bellissimi, sottolineati da un trattamento fastoso.
Quel che manca, secondo me, è una dimensione teatrale davvero coinvolgente.
I personaggi sono ben delineati, ma con un sentimentalismo talmente esagerato che dopo un po' satura.

elvino ha scritto:3° Ha qualche anche remota attinenza al mondo musicale italiano o cmq dell'Europa Occidentale di quel periodo


Tantissimo! Lo senti nel gusto favolistico e boschivo, lo senti nella scrittura e persino nella costruzione dei personaggi.
Così almeno pare a me, che conosco l'opera solo superficialmente.

Se deciderai di approfondire, esiste un video molto bello. Una produzione che ho visto nascere a Parigi e che da allora è stata spesso ripresa, anche in Italia.
E' l'edizione Conlon-Carsen.
Te la consiglio!

Salutoni,
Matteo

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: ven 06 giu 2008, 23:37
da Tucidide
elvino ha scritto:5° Com'è questa edizione dell'opera, è davvero da considerarsi fra quelle ufficiali(e non) la migliore in commercio.

Rispondo solo a questa domanda, ché per le altre non mi sento all'altezza. :oops:
Conosco due edizioni in disco di Rusalka: quella che citi tu della DECCA e quella dal vivo della ORFEO con la Benackova e Dvorsky diretta da Neumann.
Premettendo che dal mio avatar si capisce il debole che provo per la Fleming, devo dire che, come Rusalka, non mi sento di porla al di sopra della Benackova, ma le ritengo, ex aequo, le migliori Rusalka del disco. Entrambe hanno cantato il ruolo in tutto il mondo, cucendoselo addosso come una seconda pelle, e l'hanno affinato continuamente: non si sono limitate solo a canticchiare la "Canzone alla Luna" in concerto a mo' di bis strappapplausi.
La Benackova ha uno splendido timbro argenteo, quasi disincarnato in talune smorzature, e riesce quasi esclusivamente in virtù del proprio colore timbrico a farci vedere una Ondina davvero sovrumana, creatura di un mondo fiabesco. Nel III atto, dove Rusalka è donna, la Benackova fraseggia con notevole perizia, e riesce a suggerire l'umanità del personaggio per virtù interpretativa.
La Fleming, diversissima per timbro e temperamento, è appassionata, fremente, sensuale nel III atto, mentre nel I atto deve rinunciare ad esibire la morbida rotondità del timbro per non risultare troppo "terragna" e umana.
Nell'incisione DECCA i risultati sono ottimi, ma secondo me la vera Rusalka della Fleming è quella del DVD citato da Mat (che per averla vista dal vivo ha tutta la mia invidia :mrgreen: ), dove, ferma restando l'urgente passionalità del III atto, riesce a costruire un I atto sensazionale, per virtù di fraseggio. Nella "Canzone alla Luna" la Fleming esaspera i portamenti, si concede arbitri ritmici anche cospicui, indulge ad effetti un po' jazzistici, insomma gioca con la linea vocale con la naturalezza e l'ingenuità di un'adolescente innamorata. Pur partendo da un timbro innegabilmente "maturo", il personaggio che esce, complice anche la regia di Carsen, è davvero adolescenziale, giovanile e freschissimo. Uno dei suoi capolavori di interprete, secondo me, di intere spanne meglio che in disco.
Pertanto, ti consiglio senz'altro l'acquisto dell'incisione DECCA, ma se dovesse piacerti l'opera, non rinunciare alla magnifica Benackova (reperibile anche in un'edizione in studio che non conosco) e soprattutto al DVD dello spettacolo parigino.

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: sab 07 giu 2008, 13:57
da teo.emme
elvino ha scritto:1°Secondo voi come si pone Dvorak operista nei confronti del mondo musicale di fine 800 inizi 900
2° Come lo classifichereste in rapporto alla sua scrittura orchestrale e melodica


Dvorak si inserisce sicuramente nell'ambito del tardo romanticismo europeo, con chiarissime influenze brahmsiane e beethoveniane (o meglio della lettura che Brahms diede di Beethoven) ispirate quindi ad un certo classicismo formale (le sue 9 sinfonie, infatti, si pongono nella scia del sinfonismo più classico, senza grandi sperimentazioni o innovazioni di linguaggio, al contrario di Mahler - ad esempio - che cercò di superarne forme e contenuti). Si aggiungano le suggestioni wagneriane - immancabili in ogni compositore vissuto in quel periodo (soprattutto nei grandi poemi sinfonici). Contestualmente a ciò sono evidentissimi i rimandi al folklore tradizionale, alla musica "bassa", rielaborata e recuperata: atteggiamento, questo, assai comune a musicisti del tempo (anche in altre aree, si pensi alla musica russa), nell'ambito del risorgere di spiriti nazionalistici.

elvino ha scritto:3° Ha qualche anche remota attinenza al mondo musicale italiano o cmq dell'Europa Occidentale di quel periodo


Qui, mi sembra, la questione è mal posta. Dvorak è un musicista occidentale. Nato e cresciuto nell'impero absburgico (appunto austro-ungarico) e quindi perfettamente inserito nel clima intellettuale artistico della mittel Europa. Certo con tratti identitari peculiari, ma per nulla accomunabile a tradizioni "orientali". Purtroppo l'idea che la Cecoslovacchia (così come l'Ungheria) faccia parte dell'Oriente (o dell'Europa dell'Est) è pregiudizio che deriva dai tristi avvenimenti successivi alla II Guerra Mondiale, quando venne ridotta a provincia dell'impero sovietico e relegata oltre "la cortina di ferro", tradendo così le antiche tradizioni europee a favore di un coatto inserimento in ambito asiatico. La posticcia identità orientale è ferita recente, e si può considerare breve parentesi (purtroppo tragica) nella storia di quel paese. Dvorak fu musicista europeo, austriaco (nel senso di absburgico). Alla tua domanda, pertanto si deve rispondere così: Dvorak appartiene al mondo musicale occidentale (intendendo per questo l'Europa continentale).

Sull'attinenza con la musica italiana, invece, non sono del tutto d'accordo. O meglio, non lo trovo maggiore rispetto al consueto modello operistico occidentale che, appunto, all'opera italiana (ma non solo) si riferiva (essendo l'Italia patria dei maggiori operisti dell'epoca, che necessariamente influenzarono il resto) Certamente nell'opera lirica vi è un grande utilizzo di melodie ed una costruzione "melodrammatica", ma più che un richiamo all'italianità ci vedo un recupero del folklore. Anzi, se lo sguardo si sposta da Rusalka agli altri lavori teatrali di Dvorak, si scoprirà un evidente influenza del grand-opéra (naturalmente il grand-opéra ha grandi debiti con l'opera italiana, basta citare Rossini, Donizetti e Verdi). Tuttavia non vedo tale influenza italiana/grand opéra, maggiore rispetto a tutti gli altri compositori dell'epoca (dalla Francia alla Russia, fatti salvi i più intransigenti epigoni wagneriani).

elvino ha scritto:4° Come si può definire la sua scrittura vocale e il suo trattamento delle voci


Risponderei definendola una scrittura essenzialmente lirica e melodica, con un ritorno ai pezzi chiusi e a certe ampie scene corali (più evidenti però in Vanda e Dimitrij), il tutto sorretto da una robusta scrittura sinfonica tardo romantica.

elvino ha scritto:5° Com'è questa edizione dell'opera, è davvero da considerarsi fra quelle ufficiali(e non) la migliore in commercio.


A me piace molto (comunque di edizioni discografiche ne puoi trovare almeno una decina).

Ps: ti consiglio - se ti è piaciuta Rusalka - di provare ad ascoltare altri lavori teatrali di Dvorak: la splendida Vanda, Il Giacobino, Armida e Dimitrij sono capolavori. Ma anche la musica sacra e oratoriale è da conoscere (penso a Santa Ludmillla, al Requiem, allo Stabat Mater)

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: sab 07 giu 2008, 15:53
da Alberich
teo.emme ha scritto:Qui, mi sembra, la questione è mal posta. Dvorak è un musicista occidentale. Nato e cresciuto nell'impero absburgico (appunto austro-ungarico) e quindi perfettamente inserito nel clima intellettuale artistico della mittel Europa. Certo con tratti identitari peculiari, ma per nulla accomunabile a tradizioni "orientali". Purtroppo l'idea che la Cecoslovacchia (così come l'Ungheria) faccia parte dell'Oriente (o dell'Europa dell'Est) è pregiudizio che deriva dai tristi avvenimenti successivi alla II Guerra Mondiale, quando venne ridotta a provincia dell'impero sovietico e relegata oltre "la cortina di ferro", tradendo così le antiche tradizioni europee a favore di un coatto inserimento in ambito asiatico. La posticcia identità orientale è ferita recente, e si può considerare breve parentesi (purtroppo tragica) nella storia di quel paese. Dvorak fu musicista europeo, austriaco (nel senso di absburgico). Alla tua domanda, pertanto si deve rispondere così: Dvorak appartiene al mondo musicale occidentale.


Quanto dici è molto giusto, anche perchè Praga prima della tripletta mortale del primo dopoguerra, del nazismo e della cortina di ferro, era uno dei centri economici e culturali più dinamici dell'europa centrale. Rimane solo da stabilire se la "mittel" europa sia europa occidentale o no. (Per me, in quel periodo, non lo era: era appunto "mitteleuropa", altro rispetto al mondo anglo-francese, altro rispetto al mondo degli zar).
Un saluto

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: sab 07 giu 2008, 17:23
da teo.emme
Certo la mitteleuropa ha una sua identità rispetto all'europa anglofrancese, così come rispetto a quella ispanica o a quella italiana o alla Russia zarista... Ma è un'ovvietà mi pare. E comunque nulla permette di contrapporre la mitteleuropa ad una ipotetica Europa Occidentale. Anzi, considero il concetto stesso di Europa Occidentale (necessariamente in contrapposizione a quella Orientale) come un costrutto ideologico circoscrivibile unicamente al periodo post-bellico e alle invasioni sovietiche. Si può parlare legittimamente di Europa Occidentale e Orientale (anche in riferimento alle diverse culture) solo a partire dagli anni '50 del secolo XX. La realtà prima era più eterogenea e molto meno contrapposta. Ma erano tempi più civili quelli (considerazione mia personale che nulla c'entra..)...

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: sab 07 giu 2008, 18:08
da Pruun
A me Dvorak piace proprio tanto!
Conosco l'edizione in studio con la Benackova e devo dire che crea un personaggio molto fascinoso e languido: non saprei dirti se è meglio lei o la Fleming... son due Rusalke molto diverse e proprio per questo molto valide entrambe... la Benackova è sicuramente più 'idiomatica', ma finito lì (anche perché non so il ceco e, al di là di una maggior disinvoltura linguistica in alcuni passaggi che ho notato a 'orecchio nudo', non saprei segnalarti passi precisi..)...
Se ti piace Dvorak ti consiglio anche 'Il diavolo e Caterina'... un'opera comica di strabiliante divertimento!

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: dom 08 giu 2008, 1:26
da dottorcajus
Non sono all'altezza di rispondere alle tue domande. Posso solo dire che Rusalka, visto lo spettacolo citato da Matteo lo scorso anno a Torino, è opera bellissima, godibilissima.
Nei confronti di Dvorak maledico la mia incapacità di apprezzare l'opera attraverso i dvd o i dischi. Purtroppo ho bisogno del teatro e quindi dubito che mai riuscirò a vedere gli altri titoli sopra citati.
Peccato!
Roberto

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: dom 15 giu 2008, 0:58
da elvino
Anche se con ritardo vi ringrazio per le vostre inteligenti risposte,acquisterò in settimana l'opera visto il vostro "plebiscitario" giudizio sulla stessa.In riferimento al fatto che Dvorak sia un compositore occidentale mi sno espresso male nella domanda ovviamente è un compositore occidentale ma io intendevo la domanda sul fatto che è stato sicuramente influenzato dalla musica popolare del suo paese e anche penso da quella dell'est Europa.Buona notte Gian Luigi

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: ven 27 giu 2008, 19:12
da krausforever
Potrei sapere se nalla suddetta edizione con la Fleming ci sia il libretto in italiano? grazie
Giorgio

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: ven 27 giu 2008, 20:02
da Tucidide
Nell'edizione DECCA è presente il libretto in cèco, tedesco, inglese e francese.
Nel DVD TDK c'è l'opzione dei sottotitoli in italiano. :wink:

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: sab 28 giu 2008, 16:16
da krausforever
Capisco....beh vorrà dire che prenderò entrambi :D :D :D :wink:

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: dom 03 ago 2008, 22:50
da VGobbi
Ho ascoltato la Rusalka, edizione Decca. L'opera, di per se', e' d'immancabile fascino sonoro, grazie alla maestria di un Dvorak veramente inspirato. La pecca, se si puo' dire, e' che manca di una teatralita' efficace che in Verdi od in Wagner l'avevano nel sangue.

In merito all'ascolto, a mio modestissimo parere, la direzione (mi piacerebbe sentire cosa ci avrebbe regalato un Neumann) ed in misura ancor maggiore il cast mi hanno lasciati deluso. Non tanto a vocalita', d'altronde cosa gli si puo' imputare a timbri come quelli di una Fleming - Heppner - Zajic, quanto a prosodia che in determinate opere e' essenziale, irrinunciabile. Il rischio e' sentire tanta poltiglia sonora da lasciare irretiti da cotanto spreco. Credo che in un'opera del genere sia importante cercare di reclutare, il piu' possibile, cantanti di madrelingua, partendo magari da una Kniplova e Zidek.

Re: Rusalka edizione DECCA

MessaggioInviato: mer 06 ago 2008, 21:43
da tatiana
Rusalka bisognerebbe vederla in teatro. Così si scopre meglio anche la sua teatralità che non manca di certo.

Per quanto riguarda la 4 domanda di elvino posso dire che Dvorak le voci le tratta proprio bene. Parola di chi l'ha cantato. A proposito, chi di voi conosce quelle piccole perle che sono i cicli di romanze da camera "Meldie zigane" e "Canzoni bibliche"?

Tatiana