Kniaz Igor (Borodìn)

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Kniaz Igor (Borodìn)

Messaggioda Zarevich » ven 31 ago 2007, 18:26

«Canto della schiera di Igor» «Слово о полку Игореве»

Nel 1185 Igor Svjatoslàvich (figlio di Sviatoslàv) principe della città di Nòvgorod Sèverskij (Нòвгород Сèверский), compì una sfortunata incursione contro la tribù dei Pòlovcy (i cumani): l'avvenimento, che rientra nel quadro delle lotte contro i popoli della steppa, ispirò “Il canto della schiera di Igor”, sorto probabilmente attrono al 1185-1187 in ambiente laico, forse cavalleresco-cortigiano, una delle più suggestive opere della letteratura antico-russa in cui si avverte intensa l'eco della Rus' pagana (Языческая Русь), testimonianza dell'altissimo livello raggiunto in Rus' nell'epoca kijeviana. Il poema epico fu scoperto nel 1795 dal conte A.I. Mùssin-Pushkin (Мусин-Пушкин), pubblicato per la prima volta nel 1800: il manoscritto originario andò distrutto nell'incendio di Mosca del 1812. Subito dopo la scoperta del manoscritto iniziò la controversia sulla sua autenticità, ma la maggior parte dei critici ritiene che il testo sia autentico e non una dotta e postuma contraffazione. L'anonimo autore narra di Igor, della sua cattura, prigionia e fuga. La precisione storica del racconto induce a fissare la data di composizione a brevissima distanza dagli avvenimenti descritti (metà del XII secolo). L'ideologia guerriera fa pensare a un autore laico, dotato di una buona conoscenza della lirica orale fiorita alla corte dei prìncipi di Kiev nel corso dell'XI secolo. L'originalità e l'importanza del «Canto» («Слòво») sono nell'efficacia con cui sono usati in forma scritta, all'interno di una prosa ritmica straordinariamente fluida e musicale, procedimenti tipici della poesia orale. Il testo è pervaso da un primitivo culto della natura, che offre suggestivi paralleli con la vita umana e spunti per sottili allusioni allegoriche che fanno del "Canto" lo splendido prototipo della prosa ornata e simbolica russa.

LA SIMBOLOGIA
Molti episodi dello «Canto» («Слòво») hanno un recondito significato simbolico, anche quei passi che parrebbero semplici raffigurazioni naturalistiche, come i riferimenti ai lupi che ululano fra i dirupi o agli uccelli che attendono sugli alberi del bosco di pascersi dei caduti. La natura prende parte attiva al destino di Igor ed a quello della stessa Terra russa: l’erba si china per il dolore, mentre al contrario aiutano con gioia Igor fuggiasco il fiume Donec e gli uccelli che ne popolano le rive. Nello “Slòvo” non si parla mai di notti limpide o fosche: la notte “si offusca”, non viene mai semplicemente descritto il colore delle acque dei fiumi, ma si dice che “i fiumi scorrono torbidi”, la Dvinà (Двинà) “scorre fangosa”. La disputa tra i khan cumani Konciàk (хан Кончàк) e Gzak sulla sorte da riservare a Vladimir, il figlio di Igor che si trova ancora nelle loro mani, prosegue il racconto sulla fuga del principe, racconto colmo di simboli tratti dal mondo vivente della natura: Igor vola come “falco” (сòкол) verso la patria ed i khan decidono la sorte del “falchetto”. È da notare come qui, come anche in altri passi dell’opera, siano impiegati due tipi di metafore: i simboli guerreschi (“falco” inteso come guerriero ardito), e quelli del folklore, in questo caso tratti dalla simbologia dei canti nuziali, in cui il fidanzato è il “falco”, mentre la promessa sposa viene detta “la bella giovane”, “il cigno”.
Igor è definito “giorno luminoso”, mentre a Khan Konciàk spetta l’epiteto “nero corvo”, alla vigilia della battaglia nere nuvole giungono dal mare a coprire i “quattro soli”. Ma poi, quando Igor torna nella Russia dalla prigionia, di nuovo “splende il sole nel cielo”. L’azione dello “Slovo” si svolge in un’enorme vastità spaziale ed il narratore pare abbracciare con il proprio sguardo un territorio che va da Nòvgorod nel nord a Tmutorokàn (nella penisola di Tamàn) nel sud, dal Volga ad est ad Halich e ai Carpazi ad ovest.

IGOR ИГОРЬ
Igor (Игорь) è un nome abbastanza tipico della Russia anche se la sua origine è scandinava. Deriva dallo scandinavo Ingvarr o Yngvarr. Pare significasse letteralmente «progenitore». Furono i Variàghi (i Vichinghi), una popolazione scandinava che si era stanziata nella Russia, a portare questo nome fra gli Slavi. Il nome divenne popolare grazie alla fama di un Principe russo, Igor Sviatoslàvich, Principe della città di Nòvgorod Sèverskij. La sua figura ispirò il primo grande testo della letteratura russa scritta, il “Canto della schiera di Igor”, che risale probabilmente al XIII secolo. A sua volta Aleksandr Borodìn trassedal poema la sua opera lirica che però non riuscì a completare. La terminò il Giazunòv che, avendola ascoltata al pianoforte dal Borodin stesso, potè trascrivere ciò che mancava e poi strumentare tutta l'opera con la collaborazione di altri collaboratori: col nome di «Il principe Igor» («Князь Игорь») l'opera venne rappresentata per la prima volta a Pietroburgo nel 1890.

ALEKSANDR BORODIN «PRINCIPE IGOR»
АЛЕКСАНДР БОРОДИН «КНЯЗЬ ИГОРЬ»
Opera in un prologo e 4 atti
Libretto proprio, dal “Canto della schiera di Igor”
Prima: Pietroburgo, Teatro Mariinskij, 23 ottobre 1890
PERSONAGGI:
Igor, Principe delle città di Nòvgorod-Sèverskij (Basso-Baritono)
Jaroslàvna, sua seconda moglie (Soprano)
Vladìmir Igorevich, figlio di primo letto di Igor (Tenore)
Vladìmir Gàlizkij, il principe di Gàlich, fratello di Jaroslàvna (Basso)
Khan Konciàk (Basso)
Konciakòvna, figlia del Khan Konciàk (Mezzosoprano)
Ovlùr, pòlovec battezzato (Tenore)
Skùla, suonatore di gudòk (Basso)
Eròshka, suonatore di gudòk (Tenore)
La nurse di Jaroslàvna (Soprano)
Ragazze della tribù dei Pòlovcy, principi e principesse russe,
boiari e loro mogli, anziani, guerrieri, ragazze, gente del popolo,
Khan dei Pòlovcy, amiche di Konciakòvna, schiave del Khan Konciàk, prigionieri russi, guardie dei Pòlovcy

PROLOGO
Igor Sviatoslàvich (Игорь Святославич), il Principe della città di Nòvgorod Sèverskij, intraprese una campagna contro i cumani (пòловцы = i pòlovcy). Con lui partirono anche suo figlio Vladìmir, che regnava su Putìvl (Путивль), ed il nipote Sviatoslàv di Rylsk. L’eclissi verificatasi il 1° maggio 1185 inquietò i principi e le loro truppe, che videro in essa un cattivo presagio, ma Igor convinse i compagni a proseguire la spedizione. Anche gli esploratori mandati in avanscoperta tornarono con cattive notizie: non era già più possibile cogliere di sorpresa i cumani e quindi era necessario o sferrare immediatamente un attacco o tornare indietro. Ma Igor temeva che se fosse tornato a casa senza aver ingaggiato battaglia si sarebbe macchiato di un’onta “peggiore … della morte”. Nonostante i presagi sfavorevoli e le preghiere della giovane moglie Jaroslàvna, il principe Igor parte con il suo esercito dalla città di Putìvl per una spedizione punitiva contro la tribù dei Pòlovcy che minacciano i commerci della città.

ATTO PRIMO
Scena prima
Il principe Vladìmir Gàlizkij (Владимир Галицкий), fratello di Jaroslàvna (Ярославна), conduce vita dissoluta, beve, rapisce una fanciulla per il suo piacere, si circonda di perdigiorno “Bisogna ammetterlo: io non amo la noia” e si prende gioco di Jaroslàvna che disapprova il suo comportamento. Un gruppo di ragazze protesta per il rapimento di una di loro e viene cacciato. I cortigiani, prima intimoriti dalla riprovazione di Jaroslàvna, cantano le lodi di Gàlizkij: vorrebbero averlo come principe al posto di Igor.

Scena seconda
Jaroslàvna, nella sua camera, è angosciata per Igor e turbata da sogni tormentosi Jaroslàvna: “Non molto tempo è passato”. Giungono le fanciulle che denunciano il comportamento di Gàlizkij. Gàlizkij arriva e le aggredisce, deride la sorella che lo rimprovera, ma alla fine accetta di lasciar libera la ragazza che ha rapito e se ne va. Arriva un gruppo di boiari con una terribile notizia: Igor e il figlio Vladimir sono stati catturati dai Pòlovcy. La città è in allarme: l’esercito dei Pòlovcy sotto la guida di Khan Gzak sta per attaccare Putìvl.

IL FONDAMENTO STORICO DEL SOGGETTO
La mattina di venerdì 10 maggio i russi batterono i cumàni (i pòlovcy) e si impadronirono del loro campo e del loro carriaggi. Dopo questa vittoria Igor si apprestava a tornare prontamente indietro, prima che giungessero altre forze cumane. Ma Sviatoslàv che si era spinto lontano ad inseguire i cimani in rotta, si oppose, facendo presente che i suoi cavalli erano spossati. Così i russi pernottarono nella steppa. All’alba del sabato scoprirono di essere ormai accerchiati da schiere di nemici, “di avere intorno a sé l’intera terra cumana”, come è detto nel racconto della cronaca. Per tutto il sabato e nella mattinata della domenica continuò una battaglia durissima. Inaspettatamente si dispersero e fuggirono i reparti di guerrieri turchi che Jaroslàv di Cernìgov aveva dato come rinforzo a Igor. Questi, cercando di fermarli, si allontanò dalla sua schiera e fu preso prigioniero. L’esercito russo subì una completa disfatta. Solo quindici guerrieri riuscirono ad aprirsi un varco e a far ritorno nella Russia. Sconfitto Igor i cumani sferrarono una controffensiva: devastarono il territorio sulla riva sinistra del Dnèpr. Un mese dopo la sconfitta Igor riuscì a fuggire dalla prigionia. Così sono fissati negli annali gli avvenimenti del 1185.

ATTO SECONDO
Nell’accampamento dei Pòlovcy, un gruppo di ancelle intrattiene con un canto e una danza la figlia del Khan, Konciakòvna (Кончакòвна): “Senza acqua, di giorno il fiorellino appassisce al sole”. Konciakòvna attende con impazienza l’incontro d’amore con il figlio di Igor, Vladìmir: “Si spegne la luce del giorno”. Frattanto ordina alle ancelle di dar da bere ai prigionieri russi che tornano dal lavoro scortati da Ovlùr (Овлур). Vladimir, spiato da Ovlùr, arriva alla tenda di Konciakòvna, impaziente di abbracciarla. Recitativo e cavatina: “Dove sei, dove” La fanciulla appare e insieme cantano il loro amore: “Tu, mio Vladìmir”
Si nascondono all’arrivo di Igor, che, logorato dalla prigionia, pensa all’amata Jaroslàvna. La bellissima Aria del Principe Igor: “Né sonno, né riposo”.
Ovlùr, sempre in agguato, gli si avvicina e gli propone la fuga. Igor prima rifiuta, poi è tentato, ma è distolto dai piani di Ovlùr dall’arrivo del Khan Konciàk (Хан Кончàк), che gli dimostra grandi attenzioni, gli propone la libertà in cambio di un’alleanza. Igor rifiuta. Konciàk ordina alle ancelle di intrattenere i prigionieri con canti e danze.
«DANZE POLOVESIANE» «ПОЛОВЕЦКИЕ ПЛЯСКИ»
È una serie di danze che si trova alla fine del secondo atto del “Principe Igor” e che costituiscono l’episodio centrale dell’opera. Concepite originariamente con coro, esse possono anche essere eseguite nella versione da concerto dalla sola orchestra senza perdere nulla del loro fascino melodico e ritmico. Nell’opera le danze vengono eseguite quando il Khan Konciak vuole intrattenere nel suo appartamento il nobile prigioniero Igor. Di qui il colorito tutto orientale delle danze, che risentono dei modi della musica popolare centro-asiatica e hanno un sapore assolutamente particolare e inconfondibile.
La prima danza – proceduta da una breve introduzione – è un “Andantino” pregno di intima grazia melodica; segue una vigorosa e ritmata danza degli uomini, “Allegro vivo”, che sfocia in un rapido “Allegro” in 3/4 dai temi pulsanti e trascinanti.
La quatra danza è un “Presto” in 6/8, vorticoso e fuggente nella strumentazione ora leggera ed ora piena di ebbrezza. La festa nell’accampamento è qui al suo culmine, ma ancora ritornano i temi delle danze precedenti prima di giungere alla conclusione festosa e giubilante.

ATTO TERZO
L’esercito guidato dal Khan Gzak ritorna da Putìvl con altri prigionieri russi,
(marcia dei Pòlovcy) tra il tripudio dei Pòlovcy e del Khan Konciak “La nostra spada ci ha dato la vittoria”. I prigionieri russi, umiliati dalla nuova sconfitta, esortano Igor ad accettare la proposta di fuga di Ovlùr. I Pòlovcy bevono e danzano alla vittoria “È simile al sole il Khan Konciak”. Koncakòvna, informata del piano di fuga di Igor, irrompe disperata, nella speranza di trattenere Vladìmir e avvisa i suoi. Igor fugge, i Pòlovcy minacciano Vladìmir ma Konciak lo difende e benedice l’unione di lui con la figlia.

ATTO QUATTRO
Sugli spalti di Putìvl.
A Putìvl Jaroslàvna prega le forze della natura di aiutare il suo uomo, di trarlo dalla prigionia. Al suo lamento si aggiunge quello della gente di Putìvl che piange sulla città distrutta. E’ indicativo come anche in questo pianto lirico, strutturato sul modello delle lamentazioni funebri popolari. Jaroslàvna piange non solo il consorte, ma anche i suoi guerrieri e ricorda le gloriose spedizioni.
Il pianto di Jaroslàvna è strettamente legato al susseguente racconto della fuga di Igor dalla prigionia. La natura aiuta il principe: “il fiume conversa amichevolmente con lui, corvi, cornacchie e gazze tacciono per non rivelare agli inseguitori la posizione dei fuggiaschi, i picchi indicano loro la strada
e gli usignoli li rallegrano con il loro canto”.

La città di Putìvl’ (Город Путивль)
Jaroslàvna è distratta da un improvviso scalpitare di cavalli: riconosce da lontano Igor e gli si butta tra le braccia “On moj sòkol jàsnyj” - “È lui, il mio bianco falco”. L’epilogo è festoso e trionfale. Le campane suonano a stormo per annunciare il ritorno del principe e il popolo si raduna in festa. Conclude l’opera un solenne brindisi in onore dei principi russi. “Ecco che il Signore ha ascoltato le nostre preghiere”.

DISCOGRAFIA DELL'OPERA "IL PRINCIPE IGOR" DI ALEKSANDR BORODIN

1.“IL PRINCIPE IGOR” Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca (1951)
Direttore: Aleksandr Mèlik-Pasciàjev
Igor Sviatoslàvich - Andrej Ivanòv
Jaroslàvna – Evghenia Smolènskaja
Vladimir Igorevich – Serghej Lèmescev
Vladimir Gàlitskij – Aleksandr Pirogòv
Khan Konciàk – Mark Reizen
Konciakòvna – Veronica Borissènko

2.“IL PRINCIPE IGOR” MELODIA 1941
Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca
Direttore: Aleksandr Mèlik-Pasciàjev
Igor Sviatoslàvich – Aleksandr Batùrin
Jaroslàvna – S.Panòva
Vladimir Igorevich – Ivan Kozlòvskij
Vladimir Gàlitskij – Aleksandr Pirogòv
Khan Konciàk – Maksim Mikhajlov
Konciakòvna – Nadezhda Obùkhova

3.“IL PRINCIPE IGOR” DECCA 1955
Coro e Orchestra dell’Opera di Beogrado
Direttore: O.Danon
Igor Sviatoslàvich – D.Popòvich
Jaroslàvna – V.Ghejbàlova
Vladimir Igorevich – N.Zhunets
Vladimir Gàlitskij – D.Popòvich
Khan Konciàk – D.Popòvich
Konciakòvna – M.Bugarìnovich

4.“IL PRINCIPE IGOR” EMI 1966
Coro e Orchestra dell’Opera di Sofia
Direttore: Jerzy Sèmkov
Igor Sviatoslàvich – K.Cerkerlijskij
Jaroslàvna – J.Weiner
Vladimir Igorevich – T.Tòdorov
Vladimir Gàlitskij – Boris Chrìstov
Khan Konciàk – Boris Chrìstov
Konciakòvna – R.Pènkova

5.“IL PRINCIPE IGOR” MELODIA 1969 (3 CD)
Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca
Direttore: Mark Ermler
Igor Sviatoslàvich – Ivan Petròv
Jaroslàvna – Tatiana Tugàrinova
Vladimir Igorevich – Vladimir Atlàntov
Vladimir Gàlitskij – Artur Ejzen
Khan Konciàk – Aleksandr Vedèrnikov
Konciakòvna – Elena Obraztsòva

6.“IL PRINCIPE IGOR” SONY 1990
Coro e Orchestra dell’Opera di Sofia
Direttore: Emil Chakyrov
Igor Sviatoslàvich – B.Martinovich
Jaroslàvna – Stefka Evstàfjeva
Vladimir Igorevich – K.Kalùdov
Vladimir Gàlitskij – Nikolaj Ghiusèlev
Khan Konciàk – Nikolaj Ghiaùrov
Konciakòvna – A.Mìlceva-Nònova

7.“IL PRINCIPE IGOR” PHILIPS 1995 (CD e DVD)
Coro e Orchestra del Teatro Mariìnskij di San Pietroburgo
Direttore: Valerij Ghèrghijev
Igor Sviatoslàvich – M.Kit
Jaroslàvna – Galina Gorciakòva
Vladimir Igorevich – Ghegam Grigorian
Vladimir Gàlitskij – Vladimir Ognovènko
Khan Konciàk – Bulàt Minzhilkìjev
Konciakòvna – Olga Borodinà

DVD
“IL PRINCIPE IGOR”
Teatro Bolshoj filmato nel 1981
Coro e Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca
Direttore Mark Ermler
Personaggi e Interpreti
Principe Igor - Evghenij Nesterènko
Jaroslàvna - Elena Kuròvskaja
Vladimir Igorevich - Vladimir Scerbakòv
Principe Gàlitskij - Aleksandr Vedèrnikov
Khan Konciàk - Boris Moròzov
Konciakovna - Tamara Siniàvskaja (Secondo me è la migliore Konciakovna di tutti i tempi!)
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