Quale migliore occasione della riapertura ufficiale del nostro forum per ricordare Daniela Dessì. Il Teatro Grande di Brescia, sua città di adozione, ha voluto ricordarla la scorsa settimana con il I Daniela Dessì Gala mentre la Decca ha pubblicato un doppio cd dal titolo Daniela Dessì "Vissi d'Arte, vissi d'amore".
E' difficile parlare di questo cofanetto senza lasciarsi sopraffare dall'emozione di ascoltare e riascoltare una delle voci che ha segnato le nostre serate teatrali, alla Scala come a Verona e in tanti altri teatri del mondo.
Bisogna subito dire onestamente che la Decca poteva sforzarsi un po' di più nel comporre questa antologia, anzichè limitarsi a unire alcuni pezzi di altre compilation già in circolazione.
Resta la bellissima foto di copertina, dove la Dessì è ritratta in tutta la sua bellezza.
Il primo cd è dedicato a Bellini e Verdi con una piccola (non sensatissima) pagina di Mascagni. Si comincia con la meravigliosa aria del Corsaro e subito l'imprinting della Dessì segna il valore della compilation. La voce è quel prodigio di "sanità vocale" che abbiamo sempre apprezzato in teatro, abbinato a grande classe e sempre eccelente gusto nel porgere il suono. Poco spazio a svenevolezze cerebrali, si va dritti al punto fissando l'interpretazione direttamente nella vocalità, sempre ferma, precisa, morbida quando serve, robusta nei punti giusti. Bravissima nel Trovatore, nell'Aida in quel "Cieli Azzurri" che l'ha resa celebre nel mondo, interessante nel duetto di Norma e nel Bolero dei Vespri Siciliani. Meno interessanti - non tanto vocalmente - ma per la messa a fuoco del personaggio le arie di Eboli e di Lady Macbeth. C'è poi il duetto delle ciliegie dall'Amico Fritz: se vi piace è cantato meravigliosamente, se invece trovate questa musica stucchevole, ebbene è reso straordinariamente stucchevole.
Rimane l'autentico capolavoro del primo cd. L'aria del II atto del Ballo in Maschera, Ecco l'orrido campo. Qui la nostra Daniela è semplicemente straordinaria: il terrore dell'orrido campo, l'amore, l'ansia, la colpa. Tutto è reso alla perfezione, sia vocalmente sia interpretativamente. L'aria racchiude in se' un po' tutta la carriera del soprano genovese, partita con un repertorio barocco e giunta fino alle arcate drammatiche verdiane pressochè senza sbagliare un colpo.
Spiace - sempre rimanendo in Verdi - la mancanza dell'Aria di Leonora della Forza del Destino, altro cavallo di battaglia della Dessì.
Il secondo CD è dedicato a Puccini e al Verismo: di Puccini Daniela ha lasciato testimonianze importanti, soprattutto in Tosca, Butterfly e Boheme. Personalmente però la trovo assolutamente indimenticabile in Manon Lescaut. In Sola Perduta, Abbandonata il canto disteso, sereno, pulito ma al tempo stesso drammatico e struggente ci porta immediatamente nelle sofferenze di quella "landa desolata". La purezza vocale di tebaldiana memoria riecheggia in testa per un tempo interminabile, in un crescendo di emozioni straordinario. E quanto suona devastante il grido "non voglio morir" oggi...
Molto bello anche l'Andrea Chenier qui presente sia nella celebre aria sia nel duetto finale.
Nei duetti è accompagnata dal marito Fabio Armiliato con il quale trova sempre una splendida sintonia, in particolare nel finale di Chenier.
Alla fine dunque un bel cd, che non aggiunge nulla all'arte di Daniela Dessì che forse poteva essere ricordata meglio, ripescando anche incisioni meno celebri (penso ai Medici o all'Ernani) ma perpetua il ricordo di una artista scomparsa troppo presto e così ingiustamente.
Ed ora un po' di ascolti.
docFlipperino