Alcuni pensieri sparsi su queste due operine di Ravel che sto (ri)scoprendo in questi giorni.
Ho ascoltato finora diverse edizioni (Ansermet, Maazel e Ravel per l´Enfant; Ansermet, Cluytens e Maazel per l´heure). Sebbene i cast delle incisioni con Ansermet siano emblematici di cosa sia il vero canto francese, si tratta di registrazioni particolarmente penalizzate dal suono mono. Per cui, almeno per l´heure, preferisco di gran lunga Maazel, che qui è davvero di un virtuosismo impressionante. Il cast poi è nel complesso eccellente, e rende molto bene la malizia nascosta sotto le numerosi allusioni sessuali
di questa farsaccia greve rivestita di musica sublime. E´ comunque interessante vedere come sono resi i personaggi, di fatto ridotti a degli automi, a delle marionette (emblematico il finale, in cui anziché togliersi la maschera, continuano a giocare la loro parte), non molto dissimili dai meccanismi e dagli ingranaggi degli orologi che col loro arido incedere ritmico segnano lo scorrere del tempo. Peraltro l´unico personaggio che per un attimo si illumina di umanità è Ramiro, il mulattiere improvvisatosi facchino, che con sguardo sognante si ferma ad osservare gli orologi e pensa: “Quando vedo qui raccolte / tutte queste macchine sofisticate / tutte queste minuscole molle, ingarbugliate a bella posta, / penso al meccanismo rappresentato / dalla donna, meccanismo ben altrimenti complicato! / Orientarsi è difficile.” Conveniamone: non sarà Baudeleire
, ma – soprattutto grazie alla musica di Ravel – qualcosa… “passa”!
Per quanto riguarda l´Enfant (operina che è un´irresistibile “macedonia” di stili musicali diversi, dal fox-trot alla sarabanda settecentesca, “suite kaleidoscopique” la chiamava Ravel) preferisco invece l´incisione diretta da Rattle. Il suo è probabilmente il cast peggiore tra quelli da me ascoltati. Ma i Berliner sono semplicemente favolosi. Inoltre è l´unica edizione che riesca a rendere, con suoni graffianti e quasi sgradevoli, l´atmosfera da incubo espressionista e surreale dell´opera. Lungi dall´essere un´operina per bambini cretini, gli oggetti animati e gli animali parlanti che popolano “L´Enfant et les sortileges” possono infatti essere interpretati come la proiezione del senso di colpa del bambino, che viene detto “cattivo” (Enfant méchant). Qui vedo un legame con il Miles de “Il giro di vite di Britten” ("You see? I am bad, I am bad. Aren't I? I am bad, I am bad, aren't I?), un´altra opera nella quale gli spettri potrebbero essere letti come proiezione dei sensi di colpa del bimbo.. Sembra che nel Novecento ci sia questo gusto un po´ perfido di ritrarre dei bambini oppressi da un senso di colpa invece tipicamente adulto.
Sono davvero due operine deliziose, che, se non conoscete, vi consiglio di ascoltare. Dal canto mio non vedo l´ora di vederle a Roma tra pochi giorni!
DM