DottorMalatesta ha scritto:La mia proposta di indicare una possibile incisione operistica perfetta é volutamente provocatoria
. Ma in fondo é un motivo di discussione, no?
La tua domanda non è per nulla provocatoria, anzi, molto interessante.
A patto che -per valutare- si prendano in considerazione elementi oggettivi. Nel limite del possibile, è ovvio.
Io darei la palma della vittoria al "Ring" di Solti edito dalla Decca.
Non è la registrazione operistica "che mi piace di più", intendiamoci. Anzi, per certi aspetti è ormai superata. E' quella però che, a mio parere, oggettivamente incarna l'idea di "perfezione" per quanto attiene alle pubblicazioni operistiche.
Ecco i criteri.
Editoriale: nessuno mette in discussione l'importanza di questa pubblicazione. Il primo Ring in studio nella storia del disco venne realizzato in quattro tappe. Rheingold - 1959, Siegfried - 1961, Gotterdammerung 1962, Walkure 1965. La cofana di 22 LP (19 le quattro opere + una guida all'ascolto di 3) fu pubblicata nel 1968 in occasione dei dieci anni dal Rheingold.
Eccola
Nessuno aveva mai tentato -prima della Decca- un'impresa del genere. Tra l'altro quasi tutti i capisaldi del grande repertorio erano già stati registrati. Mancava un Ring completo in studio. Per la Decca fu un salto nel buio. La Emi di Legge aveva ipotizzato un Ring completo con Furtwangler di cui resta solo Walkiria. Aveva abbandonato il l'impresa sia per la morte di Furtwangler che per la scarsa risposta del mercato.
Tecnica: penso che anche sotto il profilo tecnico i dubbi possano essere pochi. Il "sonicstage" inventato e brevettato dai tecnici Decca è, tutt'ora, spettacolare. Senza dubbio, come sistema di microfonazione e resa sonora è ampiamente superato. Così come, in ambito cinematografico è superato il "technicolor" di Via col vento o il Todd-a-o di Cleopatra. Ciò non toglie che all'epoca questo sistema di ripresa del suono abbia fissato uno standard (nel bene o nel male, a seconda dei gusti) da cui nessuna casa di produzione operistica poteva prescindere. Piaccia o meno, dopo il sonicstage non potevi più tornare indietro. Perfino Karajan (uomo di punta della Emi di Legge) abbandonò la casa inglese per registrare con questo sistema Otello, Carmen, Aida, Tosca. L'unica che ne fece a meno fu ovviamente la Emi di Legge che continuò imperterrita a sfornare dischi (splendidi) ma realizzati con criteri tecnici, per l'epoca, superati. Il successo commerciale di questo Ring nonchè quello di altre opere registrate con questo sistema fu una della cause -se non la principale- della crisi profonda in cui cadde la Emi negli anni Sessanta e che portò all'allontanamento di Legge dal timone del settore classico.
Commerciale Sono del parere che anche il successo commerciale contribuisca non poco a fissare i criteri di "perfezione" (uso un tuo termine) di un cofanetto d'opera. Il Ring di Solti è uno dei pochi dischi a non essere mai uscito di catalogo nell'arco di mezzo secolo. Mentre è l'unico caso di una registrazione d'opera che non sia stata mai pubblicata in edizione economica. Ancora oggi l'edizione su CD è ad alto prezzo. Magari si trova scontata in qualche piega del web. Ma il prezzo di listino non è cambiato. Quando usci il successo commerciale fu enorme. Immenso se rapportato all'epoca e al costo dell'oggetto. Nel 1974 la cofana soltiana costava 90.000 lire (fonte un vecchio catalogo Decca/Telefunken in mio possesso con prezzi), quando una 500 FIAT ne costava 450.000. Fate le proporzioni.
Riconoscimenti Lo ammetto, questo può voler dire tutto e niente. Sta di fatto però che la lista dei premi conferiti a questo Ring, degli awards, dei dischi d'oro e di platino, delle varie palme di questa o quella rivista superano di gran lunga la trentina.
Team artistico Su questo possiamo aprire le discussioni. Però, piaccia o meno, gli artisti coninvolti in questo Ring rappresentano per molti la sintesi di un'età dell'oro (quello che Mat chiama il Wagner internazionale e io da esportazione) rimpianta da molti. Secondo me la visione soltiana, così esplosiva , evidente, spettacolare, così "bigger-than-life", così da fantasia epica alla Conan, ha fatto il suo tempo. E mette in luce solo alcuni aspetti della poetica wagneriana (tra l'altro i meno interessanti sebbene suggestivi). Oggettivamente però sono convinto che la prima edizione assoluta del Ring dovesse avere questi criteri, come dire, divulgativi. Non poteva essere altro che così. Tra l'altro Solti, per l'epoca, davvero rappresentava il "nuovo" e il "giovane". Con i Wiener fu un rapporto turbolento. Il suo Wagner così esplosivo, dal passo teatrale implacabile, così definito nei contrasti, micidiale nella ritmica, aspro nei contrasti, spigoloso nelle dinamiche era quanto di più lontano dalla sacrale e immensa cavata dei wagneriani di tradizione dove anche i piagnistei di Mime e le moine delle Rheintochter diventavano qualcosa di runico, inciso nella pietra, con fastidiosi connotati rituali. Giova ricordare che all'epoca le registrazioni live non erano state ancora pubblicate e, ad esempio, del Ring di Karajan i discofili disponevano solo di un terz'atto di Walkiria registrato da Legge (in mono ovviamente) dal vivo a Bayreuth.
Quello che rende Solti ancora ascoltabile ai giorni nostri è l'assoluta mancanza di retorica, che invece affligge molti wagneriani a noi contemporanei. Il suo Ring potrà essere eccessivo, oleografico, forse anche banale; ma non è mai retorico. Difficilmente Solti si dirige addosso.
Come ho detto, non è la mia registrazione d'opera preferita ma ritengo che, nella somma dei criteri, possa essere definita "perfetta".
WSM