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Messaggioda MatMarazzi » lun 08 giu 2009, 23:41

Omaggino serale...
Sentite cos'è questa barcarola.

Anzitutto c'è Minkowski che dirige in maniera addirittura sublime e che fa respirare questo alito notturno fra leggerezze impalpabili e sospiri grevi.
Un miracolo a dir poco.
poi entrano le due dame: la Von Otter, imperiale di sofisticazione, meravigliosamente distaccata come solo lei sa essere, ma con suoni che paiono attingere a mille vocabolari sonori, rivelati nei colori più strani, seduttivi, pop... tutta l'arte applicata di un'esploratrice lucida e implacabile.
Poi entra la D'Oustrac, che potrebbe venir schiacciata da tale confronto. Piccolina, più giovane, più tradizionale nel canto, meno perentoria nella presenza.
Eppure - a contrasto - sfodera una personalità che, già oggi, la rende una delle regine dell'opera francese: istinto della seduzione, misto a un vigore calmo, composto, un intensità di accenti e sguardi che attrae e spaventa.
Il controllo dottorale della svedese, gelidamente androgino, contro la sensualità compressa, implosiva, tenebrosa della francese.
Ed entrambe, così diverse, fuse in un unico respiro da Minkovski.
Dite quel che volete, ma per me è per ascolti come questo che si giustifica il nostro amore per l'opera.

Buon ascolto
Mat

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Messaggioda Tucidide » mar 09 giu 2009, 0:24

Bell'ascolto davvero, Mat, ma credo che un buon 70 % del merito della straordinaria riuscita del pezzo sia da ascrivere a Minkowski, che è veramente magico, per tutto: dinamica, accenti, agogica, gestione del ritmo.
Le due donne, certamente molto brave, gli vanno dietro, specialmente la D'Oustrac, e fanno bene, ché qualunque "iniziativa" rischierebbe di rovinare il magnifico cuscino sonoro di Minkowski. Poi, la sofisticheria della von Otter è perfetta, per un brano squisitamente "finto" come questo.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda MatMarazzi » mar 09 giu 2009, 0:51

Tucidide ha scritto:Bell'ascolto davvero, Mat, ma credo che un buon 70 % del merito della straordinaria riuscita del pezzo sia da ascrivere a Minkowski, che è veramente magico, per tutto: dinamica, accenti, agogica, gestione del ritmo.
Le due donne, certamente molto brave, gli vanno dietro, specialmente la D'Oustrac, e fanno bene, ché qualunque "iniziativa" rischierebbe di rovinare il magnifico cuscino sonoro di Minkowski. Poi, la sofisticheria della von Otter è perfetta, per un brano squisitamente "finto" come questo.


A me sinceramente non pare che le due donne si limitino ad andargli "dietro".
Se così fosse, potremmo sostituirle (che so?) con la Devia e la D'Intino...
Meglio di no, fidati...
Ti accorgeresti che, con tutto il genio di Minkowski, il risultato sarebbe diverso... e non solo per un 30 per cento.

Lo sbalorditivo risultato d'insieme sta per me proprio in loro due, nella loro capacità di esprimere infinite cose (e infinitamente diverse, persino opposte) in un brano che, in teoria, dovrebbe lasciare poca autonomia all'inteprete, data la sua ritmica cullante e incatenante.
La Von Otter non è perfetta solo perchè il brano sarebbe "finto" (e perché poi?) ma perché si è inventata, più ancora della Lott, un linguaggio sonoro specifico per Offenbach, che spinge i suoi tentacoli al di fuori dei suoni classici, verso lidi più popolari e antichi.
Proprio come sicuramente faceva la divina Schneider (che infatti, benchè stella adorata dal tout-Paris, all'Opéra non fu mai ammessa).

saluti,
Mat
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Messaggioda Tucidide » mar 09 giu 2009, 12:48

Visto che siamo in tema di duetti da concertone "all stars", ne metto sul piatto un altro, classicissimo: "Au fond du temple saint".

Questa versione mi piace moltissimo. Innanzitutto, c'è Levine che, come spesso succede, manca un po' di originalità, ma come sempre è un grande narratore ed affabulatore, ed accompagna mirabilmente il canto.
Alagna e Terfel sono diversissimi. Il tenore classicissimo nell'emissione, ricerca suoni leggeri e carezzevoli, è talvolta duro in acuto, ma padroneggia bene la mezzavoce e dipinge un Nadir poetico e idealistico: forse un'immagine di Nadir un po' convenzionale, ma efficacissima.
Il canto di Terfel è invece aspro, aperto, a volte violento, e costruisce uno Zurga barbarico, di una forza espressiva primitiva ed ancestrale.
La frizione stilistica, tecnica, sonora dei due cantanti costituisce a mio avviso la carta vincente per la riuscita di questa esecuzione.

(Mat, immagino che tu preferisca Burden e Gunn :D )

Questo invece, non mi convince: Polenzani mi sembra insicuro nell'intonazione, come se conoscesse poco il pezzo o lo cantasse di malavoglia, e Keenlyside qui è davvero troppo "professorino" e costruito. Io ho grande stima di questo baritono, ma in questo pezzo non mi convince.
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Messaggioda MatMarazzi » mar 09 giu 2009, 13:33

Davvero Tucidide mi sconvolgi.
Come ti faccia a piacere quella colata di mascarpone non lo capisco...
Ammetto che ci sono momenti riusciti (specie nella prima metà del brano) ma proprio gridare al miracolo mi sembra esagerato!

Tucidide ha scritto:Innanzitutto, c'è Levine che, come spesso succede, manca un po' di originalità, ma come sempre è un grande narratore ed affabulatore, ed accompagna mirabilmente il canto.

Posso concordare, ma fino a metà brano, come dicevo. Devo ammettere che sono rimasto conquistato da Levine anche io, nonostante Alagna e Terfel...
Ma converrai che da metà in poi tutto finisce in vacca, risolto nel solido melodismo piagnone da filmetto natalizio, tipico di Levine quando non sa più dove andare a parare.

Il tenore classicissimo nell'emissione, ricerca suoni leggeri e carezzevoli, è talvolta duro in acuto, ma padroneggia bene la mezzavoce e dipinge un Nadir poetico e idealistico: forse un'immagine di Nadir un po' convenzionale, ma efficacissima.

In pratica, fa quello che fa in qualsiasi ruolo canti: da Nemorino a Cavaradossi.
Il tono da bamboccione sognatore, il singultino "orgasmico", le urla sugli acuti... qualche frase convince, ne convengo, ma a me pare comunque di essere all'asilo infantile. Quest'opera e questo personaggio sono già abbastanza sciocchi di per sè: non importa che il tenore faccia di tutto per rincarare la dose.

Il canto di Terfel è invece aspro, aperto, a volte violento, e costruisce uno Zurga barbarico, di una forza espressiva primitiva ed ancestrale.

Qui davvero mi sorprendi!
Terfel , per cui solitamente stravedo, a me pare qui del tutto fuori contesto, duro, insignificante, annoiato persino. E anche un poco becero.
La faccia sembra dire... "ma cosa ci faccio qui? Non farei meglio a pascolare le mie pecore nel Galles? E invece sono qui a far lo scemo per le massaie di Brooklyn in libera uscita"
Gli viene bene solo il primo ritornello, perché lo canta a mezza voce, in bella intesa con Levine.


(Mat, immagino che tu preferisca Burden e Gunn :D )

Sì, in effetti lo preferisco moltissimo (e non capisco bene la faccina sorridente...)
A me sembra cantato con gusto, profondità, modernità mille volte maggiore: non ci sono singhiozzetti, piagnistei, toni "poetici e sognatori" (bah...), ma una patina di malinconia virile, più crepuscolare che esotica.
Posso ammettere che Levine è globalmente molto migliore; ma Gunn è anni luce sopra Terfel, ogni parola ha una sfumatura di umanità.
Burden poi (a parte la pronuncia grottesca) è un vero artista, cosa che Alagna non è: il suo non sarà un Nadir "poetico e idealistico", ma nemmeno un moccioso che vuole la mamma.
Il suo canto è sobrio e nostalgico, il legato meno zuccheroso, non ci sono singulti e piagnucolii.

Davvero Tuc, ascoltalo bene e mi darai ragione: devi solo badare a non farti distrarre dalle ridicole foto scelte da chi ha postato il video (evidentemente molto sensibile al fascino maschile). (la metto io ora la faccina sorridente? :D)

Sarei curioso di sapere cosa ne pensano gli altri!

Saluti,
Mat
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Messaggioda Tucidide » mar 09 giu 2009, 14:00

MatMarazzi ha scritto:Il tono da bamboccione sognatore, il singultino "orgasmico", le urla sugli acuti... qualche frase convince, ne convengo, ma a me pare comunque di essere all'asilo infantile. Quest'opera e questo personaggio sono già abbastanza sciocchi di per sè: non importa che il tenore faccia di tutto per rincarare la dose.

Scusa, ma dove sarebbero i singultini? Alagna era nella prima fase della carriera - stiamo parlando del 1996 -, quando ancora cantava con pulizia. E' stato lo sconfinamento in un repertorio diverso, più "pesante", a portarlo ai singultini. Sugli acuti ti do ragione, e l'avevo detto, infatti.

Terfel , per cui solitamente stravedo, a me pare qui del tutto fuori contesto, duro, insignificante, annoiato persino. E anche un poco becero.
La faccia sembra dire... "ma cosa ci faccio qui? Non farei meglio a pascolare le mie pecore nel Galles? E invece sono qui a far lo scemo per le massaie di Brooklyn in libera uscita"
Gli viene bene solo il primo ritornello, perché lo canta a mezza voce, in bella intesa con Levine.

Secondo me è di una pregnanza notevole. Il canto è piuttosto rozzo, in effetti, ma secondo me è quella la sua peculiarità. Uno Zurga così è diversissimo dalle buone maniere che tutti inseguono quando cantano questo brano, specie in concerto.

(Mat, immagino che tu preferisca Burden e Gunn :D )

Sì, in effetti lo preferisco moltissimo (e non capisco bene la faccina sorridente...)
A me sembra cantato con gusto, profondità, modernità mille volte maggiore: non ci sono singhiozzetti, piagnistei, toni "poetici e sognatori" (bah...), ma una patina di malinconia virile, più crepuscolare che esotica.
Posso ammettere che Levine è globalmente molto migliore; ma Gunn è anni luce sopra Terfel, ogni parola ha una sfumatura di umanità.
Burden poi (a parte la pronuncia grottesca) è un vero artista, cosa che Alagna non è: il suo non sarà un Nadir "poetico e idealistico", ma nemmeno un moccioso che vuole la mamma.
Il suo canto è sobrio e nostalgico, il legato meno zuccheroso, non ci sono singulti e piagnucolii.

Davvero Tuc, ascoltalo bene e mi darai ragione: devi solo badare a non farti distrarre dalle ridicole foto scelte da chi ha postato il video (evidentemente molto sensibile al fascino maschile). (la metto io ora la faccina sorridente? :D)

La faccina non aveva nessun intento particolare: so che i due artisti in questione ti piacciono, e immaginavo che li avresti apprezzati anche qui. :)
Li ho ascoltati più volte, e nel complesso non lo trovo un duetto mal riuscito.
Però però... se Gunn in effetti ha una sua efficacia, su Burden non concordo. Legato meno zuccheroso? Io direi meno preciso, anzi falloso. Canto sobrio? Io direi monotono. Rispetto ad Alagna gli riconosco una maggiore morbidezza e facilità in acuto.
Le foto non sono ridicole, in quanto riferite allo spettacolo in questione.
E poi, davvero pensi che mi faccia distrarre da quelle foto? Beh, capirei se fossero la Netrebko e la Garanca. :mrgreen:
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Messaggioda MatMarazzi » mar 09 giu 2009, 18:55

Scusa, ma dove sarebbero i singultini? Alagna era nella prima fase della carriera - stiamo parlando del 1996 -, quando ancora cantava con pulizia. E' stato lo sconfinamento in un repertorio diverso, più "pesante", a portarlo ai singultini.


Io non ce l'ho con Alagna... anzi, Rototo mi è pure simpatico.
Ti dirò persino che lo ho apprezzato quasi di più nella "seconda" carriera che nella "prima" (almeno fino a che non ha cominciato ad allargarsi sospettosamente in faccia). Ho calorosamente difeso persino il suo Manrico e il suo primo Radames.
Il problema è che l'espressione è sempre stata di una genericità piagnucolosa oltre alla quale mi pare non sia mai riuscito ad andare (sarei curioso di sentire il suo Cirano). Anche in questo caso non riesce a fare altro che il bambino sognante e un po' ciordo che, sì, ammetto può intenerire in ruoli come Nemorino o persino Gabriele Adorno e Don Carlo. Già in Romeo o in Des Grieux si fa stucchevole. In un brano del genere poi...
Hai ragione nel farmi osservare che la parola "singultini" è a sproposito, in quanto veri singulti non ce ne sono.
Io parlavo di tono, di atmosfera della sua espressione. I singulti non ci saranno ma c'è sempre quell'ispirazione puerile, un po' beota, un po' tenera, che riduce tutto a un sentimentalismo zuccheroso.
Ad ogni frase del duetto, si intuisce benissimo dove Alagna parte e dove finisce: dal trasporto genericamente sognante all'ebrezza infantile.
Non canta affatto male (acuti a parte) ma non mi dice molto. Specie nella seconda parte.

su Burden non concordo. Legato meno zuccheroso? Io direi meno preciso, anzi falloso. Canto sobrio? Io direi monotono. Rispetto ad Alagna gli riconosco una maggiore morbidezza e facilità in acuto.

Eheheh... Già altre volte, Tuc, ho avuto il sospetto che dove non vi sia accumulo di effetti tu veda "monotonia". :D
O forse sono io (è possibile) che odio talmente l'effettistica fine a se stessa da irritarmene più del giusto.
Nel nostro duetto, vedo da una parte un tenorino bambinone che fa tanti suonini teneri teneri; dall'altra parte vedo un uomo che senza perdersi in moine e piagnistei spinge il suo sguardo nella lontananza della memoria, del sogno impossibile. E secondo me Burden ci riesce proprio perché non strafa, ma si limita a lasciar che il suo luminoso mezzoforte galleggi sulla melodia, come un ricordo.
Tu dirai che "non fare" non è un merito: lo è se il tenore in questione ha dimostrato in altre occasioni risorse di dinamica, colore e incisività espressiva che il povero Alagna non ha mai avuto. Burden lo "sceglie" quel tipo di canto per questo brano; ed è lo stesso tipo di canto che - per quel brano - avrei scelto io, se avessi avuto l'orrenda disavventura di nascere tenore.


Le foto non sono ridicole, in quanto riferite allo spettacolo in questione.

Dici? Per me sono spaventosamente ridicole, proprio perché ridicolo fu quello spettacolo.

E poi, davvero pensi che mi faccia distrarre da quelle foto? Beh, capirei se fossero la Netrebko e la Garanca. :mrgreen:

Ma Tuc, non mi hai capito! Non è la nudità di Burden e Gunn a distrarre, quanto la stupidità di quelle foto, che sembrano uscite da un b-movie anni '50 sulle "Mille e una notte". A vederli in quelle pose, coi loro costumini "indiani", palestrati e depilati, e le espressioni da fotoromanzo, si rischia di non prendere sul serio il valore dei due artisti.

Salutoni,
Mat
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Messaggioda Tucidide » mar 09 giu 2009, 19:58

MatMarazzi ha scritto:Il problema è che l'espressione è sempre stata di una genericità piagnucolosa oltre alla quale mi pare non sia mai riuscito ad andare (sarei curioso di sentire il suo Cirano). Anche in questo caso non riesce a fare altro che il bambino sognante e un po' ciordo che, sì, ammetto può intenerire in ruoli come Nemorino o persino Gabriele Adorno e Don Carlo. Già in Romeo o in Des Grieux si fa stucchevole. In un brano del genere poi...

Che Alagna non sia un genio dell'interpretazione è pacifico: il suo canto è sempre stato tendenzialmente tradizionale, e posso capire che l'espressività sempre un po' saccarinica dia fastidio. Io penso anche che sia una scelta dettata dal tipo di voce che Alagna ha, anzi, direi, aveva. Adesso fa il tenorone, anche quando canta ruoli lirici, e ha perso del tutto o quasi la capacità di sfumare e di dare eleganza alla linea. Ma all'inizio, quel timbro non enorme ma dolcissimo e vellutato (forse non bellissimo) lo spingeva spontaneamente ad un'espressività di quel tipo. Certo, si sedeva un po' sulle caratteristiche timbriche e sul gusto per le sfumature, ma in certi ruoli faceva la sua figura.
Anche a me piacque il suo primo Manrico, in effetti.

Eheheh... Già altre volte, Tuc, ho avuto il sospetto che dove non vi sia accumulo di effetti tu veda "monotonia". :D
O forse sono io (è possibile) che odio talmente l'effettistica fine a se stessa da irritarmene più del giusto.

Direi che siano vere entrambe le ipotesi. :D
Anche perché io trovo spesso arbitrario, o comunque soggettivissimo, lo stabilire quando la ricerca di effetti si traduca in "profondità", e quando invece rimanga "effettistica fine a sé stessa". :wink:
E' un mio limite, me ne rendo conto.

Le foto non sono ridicole, in quanto riferite allo spettacolo in questione.

Dici? Per me sono spaventosamente ridicole, proprio perché ridicolo fu quello spettacolo.

Questo è un altro discorso. :)

Tornando a Terfel, giusto per capirci, io trovo che il suo canto si attagli bene in questa situazione. Ma ad esempio, un canto assai simile in altri brani non mi piace, ma proprio per niente.
Qui, ad esempio, lo trovo inascoltabile: un elefante in un negozio di cristalli.
Qua invece tocca proprio il fondo, complice anche un atroce Armiliato: due buzzurri.
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Messaggioda Maugham » mer 10 giu 2009, 19:07

Tucidide ha scritto: [Qui, ad esempio, lo trovo inascoltabile: un elefante in un negozio di cristalli.


Non ho capito. L'elefante è lui o lei? :mrgreen:
Meglio sopra con la Damrau.
Terfel qui è grandissimo. Sembra il sosia di Tony Soprano.
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Ivan: What do you mean?
Mae West: I'm intellectual and you are the opposite.
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Messaggioda Tucidide » mer 10 giu 2009, 20:22

Maugham ha scritto:Non ho capito. L'elefante è lui o lei? :mrgreen:

Beh... un po' lei si fa contagiare dall'elefantiasi :mrgreen:

Meglio sopra con la Damrau.
Terfel qui è grandissimo. Sembra il sosia di Tony Soprano.

Qui, dici?
Sì, è meglio, un po' più raffinato.
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