Alzira (Verdi)
Inviato: dom 05 set 2010, 12:11
Ho letto la splendida recensione di Trib su Alzira e mi è venuta voglia di riprendere in mano quest'opera (alla fine dobbiamo ammettere che la collaborazione fra Verdi e Cammarano - pur essendo molto inferiore a quella con Piave e addirittura fuorviante rispetto a ciò che Verdi intendeva fare - ha portato a prodotti maiuscoli, come Trovatore, Luisa Miller, Battaglia di Legnano, opera quest'ultima a cui sono particolarmente affezionato).
Alzira pertanto non va sottovalutata, anche se la discografia è particolarmente avara al riguardo.
L'unica edizione integrale che possiedo io è uno strano prodotto Philips (abbastanza eccezionale, rispetto al discorso della "crisi" che facevo in altro thread). Si tratta in fatti di uno dei pochi dischi verdiani dei primi anni '80 in cui ci si sia preso il rischio di scelte di casting per nulla scontate.
Una vera audacia erano i due protagonisti: la Cotrubas e Araiza, molto lontani entrambi dal modo "solito" con cui si faceva Verdi in quegli anni.
Più scontata la scelta di Bruson, ma insolitamente felice.
Non credo che questa Alzira ufficiale della Phililps (l'unica? dico bene?) sia completamente riuscita. La Cotrubas ha accento convincente ma anche alcune pecche tecniche che, considerata la scrittura aerea e sublime che Verdi consegnò nientemeno che alla Tadolini, si fanno sentire.
Sulla carta, quando avevo comparto gli LP, avevo trovato suggestiva l'idea di Araiza in un ruolo Fraschini.
Mi sembrava che ne avesse tutte le caratteristiche, e probabilmente sarebbe stato così, se il tenore non si fosse fatto prendere (come al solito, quando cantava ruoli più pesanti del suo normale repertorio) dalla smania di spingere e eroicizzarsi, col risultato di apparire fibroso, afono e stonato.
I tenori son sempre tenori!
Possiedo inoltre un curioso CD della Myto degli anni '30, in cui sono proposti i pezzi scelti dell'opera ...in tedesco e con la giovanissima (ventenne) Elisabeth Schwarzkopf in Alzira!!!!!
Non è male, alla fine,... è ascoltabile. Ma nemmeno stratosferica, tutt'altro.
E soprattutto non si riconosce assolutamente la sublime cantante che sarebbe diventata sui 40, grazie al prezioso lavoro di ripensamento operato su se stessa e grazie alla collaborazione con Legge.
Mi è piaciuto molta l'idea di McNeal - svelata da Tribuolet - di un Gusmano che volge al patetico fin dall'inizio e che, in questo, rende coerente il rovesciamento di prospettive finale.
Quanto alla Zeani sarebbe stata un'Alzira certo meravigliosa qualche anno prima, anche per quel qualcosa di esotico (ma attentamente sorvegliato) che il suo canto possedeva. Forse il 67 era un po' tardi, non solo dal punto di vista vocale: anche come gusto e sensibilità.
Secondo me, nella seconda metà degli anni '60 non sarebbe stato male puntare per il ruolo su una Sills: Alzira è l'unico personaggio Verdiano in cui l'avrei davvero voluta sentire (mentre potrei vivere benissimo senza la sua Violetta).
Comunque ecco la Zeani e McNeil nel loro splendido duetto, in cui tutte le osservazioni di Trib trovano conferma.
Sempre a proposito di Alzira e discografia, la giovane Caballé incise in gioventù l'aria "Di Gusman su fragil barca". il risultato è talmente grandioso (e lo dice uno che non va solitamente pazzo per il Verdi della Catalana) che è difficile pensare si possa far meglio.
Secondo me, è una delle due o tre incisioni INDISPENSABILI di ogni discografia verdiana.
Peccato che non sia su Youtube...
Salutoni,
Mat
Alzira pertanto non va sottovalutata, anche se la discografia è particolarmente avara al riguardo.
L'unica edizione integrale che possiedo io è uno strano prodotto Philips (abbastanza eccezionale, rispetto al discorso della "crisi" che facevo in altro thread). Si tratta in fatti di uno dei pochi dischi verdiani dei primi anni '80 in cui ci si sia preso il rischio di scelte di casting per nulla scontate.
Una vera audacia erano i due protagonisti: la Cotrubas e Araiza, molto lontani entrambi dal modo "solito" con cui si faceva Verdi in quegli anni.
Più scontata la scelta di Bruson, ma insolitamente felice.
Non credo che questa Alzira ufficiale della Phililps (l'unica? dico bene?) sia completamente riuscita. La Cotrubas ha accento convincente ma anche alcune pecche tecniche che, considerata la scrittura aerea e sublime che Verdi consegnò nientemeno che alla Tadolini, si fanno sentire.
Sulla carta, quando avevo comparto gli LP, avevo trovato suggestiva l'idea di Araiza in un ruolo Fraschini.
Mi sembrava che ne avesse tutte le caratteristiche, e probabilmente sarebbe stato così, se il tenore non si fosse fatto prendere (come al solito, quando cantava ruoli più pesanti del suo normale repertorio) dalla smania di spingere e eroicizzarsi, col risultato di apparire fibroso, afono e stonato.
I tenori son sempre tenori!
Possiedo inoltre un curioso CD della Myto degli anni '30, in cui sono proposti i pezzi scelti dell'opera ...in tedesco e con la giovanissima (ventenne) Elisabeth Schwarzkopf in Alzira!!!!!
Non è male, alla fine,... è ascoltabile. Ma nemmeno stratosferica, tutt'altro.
E soprattutto non si riconosce assolutamente la sublime cantante che sarebbe diventata sui 40, grazie al prezioso lavoro di ripensamento operato su se stessa e grazie alla collaborazione con Legge.
Mi è piaciuto molta l'idea di McNeal - svelata da Tribuolet - di un Gusmano che volge al patetico fin dall'inizio e che, in questo, rende coerente il rovesciamento di prospettive finale.
Quanto alla Zeani sarebbe stata un'Alzira certo meravigliosa qualche anno prima, anche per quel qualcosa di esotico (ma attentamente sorvegliato) che il suo canto possedeva. Forse il 67 era un po' tardi, non solo dal punto di vista vocale: anche come gusto e sensibilità.
Secondo me, nella seconda metà degli anni '60 non sarebbe stato male puntare per il ruolo su una Sills: Alzira è l'unico personaggio Verdiano in cui l'avrei davvero voluta sentire (mentre potrei vivere benissimo senza la sua Violetta).
Comunque ecco la Zeani e McNeil nel loro splendido duetto, in cui tutte le osservazioni di Trib trovano conferma.
Sempre a proposito di Alzira e discografia, la giovane Caballé incise in gioventù l'aria "Di Gusman su fragil barca". il risultato è talmente grandioso (e lo dice uno che non va solitamente pazzo per il Verdi della Catalana) che è difficile pensare si possa far meglio.
Secondo me, è una delle due o tre incisioni INDISPENSABILI di ogni discografia verdiana.
Peccato che non sia su Youtube...
Salutoni,
Mat