Manon Lescaut (Puccini)
Inviato: lun 05 lug 2010, 18:39
DG Sinopoli - Freni: un'occasione perduta?
Carissimi amici,
leggendo l’ articolata recensione di Manon Lescaut di Pietro mi sono ritrovato non lontano dalle sue idee circa i giudizi che ha dato. Aggiungo qualche ulteriore riflessione personale che farà discutere, ma che voglio condividere con voi. Anzitutto è da notare, per quanto riguarda la Freni, che è la sua seconda edizione dopo quella con Pavarotti-Chailly. In effetti, la Freni ha poco a che vedere, proprio per suo pragmatismo e per il proverbiale, almeno sul piano vocale, far bene tutto ciò che fa (riecheggiando le Nozze mozartiane) con l'eroina di Prevost tracciata da Puccini (e da Massenet: e la Freni, non dimentichiamolo, ha cantato anche quella, con Pavarotti, sebbene in italiano), poiché tal personaggio non si può risolvere solo con la vocalità. Amo molto Puccini (e Sinopoli che ne ha dato ottime esecuzioni: una bella Turandot in studio ci sarebbe stata proprio bene anche come terzo polo dopo i precedenti Mehta e Karajan ! Esiste il 'live' di Copenaghen con la curiosità di Gedda quale Altoum, ma con un cast poco significativo, almeno per me), ma nella discoteca personale non ho nessuna edizione di quest'opera perché l'unica che, a mio avviso, poteva dire qualcosa di nuovo oggi non l'ha incisa (abbiamo la verista Zamboni, la poco elegante Albanese, la declinante Callas, la fuori parte Tebaldi, la noiosetta e autoreferenziale Caballé, l'artefatta Te Kanawa e, in epoche più vicine, la Rautio e la Guleghina). Parlo di Renata Scotto che ha offerto una stupenda esecuzione con Domingo e Levine (alla quale Pietro fa cenno) e che ha scavato come non mai nella parola. Nella Freni c'è tutto questo in 'tutto ciò che fa' ? Temo proprio di no, nonostante la voce: bella, rigogliosa, saggiamente amministrata e quant'altro.... Ci troviamo davanti ad una secondo caso Tebaldi (Freni), accanto ad un secondo caso Callas (Scotto)? Un'occasione perduta - ecco il motivo del titolo - avere 2 edizioni Freni e 0 (ossia nessuna) Scotto (e parlo di ufficiali in studio) ?
Riguardo poi al musico della Fassbaender: c'è da osservare che, nella discografia, molte grandi mezzosoprani si sono cimentate con questo cameo (Elias, Cossotto, Bartoli...) e la tentazione di strafare è forte per quelle soliste grandi che si vedono confinati in questo 'ruolino comprimario'. Del resto non è la stessa cosa per i tenori che si cimentano nel cantante italiano del Der Rosenkavalier? Esempi ne abbiamo: da Rosvaenge a Pavarotti.
Aspetto vostre reazioni e vi saluto.
Luca.
Carissimi amici,
leggendo l’ articolata recensione di Manon Lescaut di Pietro mi sono ritrovato non lontano dalle sue idee circa i giudizi che ha dato. Aggiungo qualche ulteriore riflessione personale che farà discutere, ma che voglio condividere con voi. Anzitutto è da notare, per quanto riguarda la Freni, che è la sua seconda edizione dopo quella con Pavarotti-Chailly. In effetti, la Freni ha poco a che vedere, proprio per suo pragmatismo e per il proverbiale, almeno sul piano vocale, far bene tutto ciò che fa (riecheggiando le Nozze mozartiane) con l'eroina di Prevost tracciata da Puccini (e da Massenet: e la Freni, non dimentichiamolo, ha cantato anche quella, con Pavarotti, sebbene in italiano), poiché tal personaggio non si può risolvere solo con la vocalità. Amo molto Puccini (e Sinopoli che ne ha dato ottime esecuzioni: una bella Turandot in studio ci sarebbe stata proprio bene anche come terzo polo dopo i precedenti Mehta e Karajan ! Esiste il 'live' di Copenaghen con la curiosità di Gedda quale Altoum, ma con un cast poco significativo, almeno per me), ma nella discoteca personale non ho nessuna edizione di quest'opera perché l'unica che, a mio avviso, poteva dire qualcosa di nuovo oggi non l'ha incisa (abbiamo la verista Zamboni, la poco elegante Albanese, la declinante Callas, la fuori parte Tebaldi, la noiosetta e autoreferenziale Caballé, l'artefatta Te Kanawa e, in epoche più vicine, la Rautio e la Guleghina). Parlo di Renata Scotto che ha offerto una stupenda esecuzione con Domingo e Levine (alla quale Pietro fa cenno) e che ha scavato come non mai nella parola. Nella Freni c'è tutto questo in 'tutto ciò che fa' ? Temo proprio di no, nonostante la voce: bella, rigogliosa, saggiamente amministrata e quant'altro.... Ci troviamo davanti ad una secondo caso Tebaldi (Freni), accanto ad un secondo caso Callas (Scotto)? Un'occasione perduta - ecco il motivo del titolo - avere 2 edizioni Freni e 0 (ossia nessuna) Scotto (e parlo di ufficiali in studio) ?
Riguardo poi al musico della Fassbaender: c'è da osservare che, nella discografia, molte grandi mezzosoprani si sono cimentate con questo cameo (Elias, Cossotto, Bartoli...) e la tentazione di strafare è forte per quelle soliste grandi che si vedono confinati in questo 'ruolino comprimario'. Del resto non è la stessa cosa per i tenori che si cimentano nel cantante italiano del Der Rosenkavalier? Esempi ne abbiamo: da Rosvaenge a Pavarotti.
Aspetto vostre reazioni e vi saluto.
Luca.