Medée (Cherubini)

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Medée (Cherubini)

Messaggioda Rodrigo » mer 25 mar 2009, 0:13

EMI 1955 - la Medea "ufficiale" di Maria Callas: riabilitazione?

Leggo sul forum ricorrenti giudizi limitativi sull'incisione ufficiale di Medea realizzata dalla Callas per la Ricordi. Personalmente, anche confrontandola con il live scaligero, non me la sento di condividere una generale svalutazione di questa incisione.
Lasciando pure "a parte" la prestazione della protagonista mi pare che il contesto non sia affatto male. Serafin, è vero, taglia come non mai (l'ho scritto anche altrove), ma dirige con un notevolissimo equilibrio ed evita le sonorità orchestrali roboanti presenti nelle registrazioni dal vivo. Mi pare, anzi, che cerchi una interessante dimensione "cameristica" dell'assieme. In questa linea colgo anche la rinuncia della Callas di interpolare nel finale II il do sopracuto che emetteva in teatro. Insomma, anche in un terreno pioneristico (come era Cherubini negli anni '50), Serafin propone un taglio personale, differenziato rispetto alle letture di Gui o di Bernstein.
Veniamo al resto del cast: la Scotto esegue l'aria di Glauce e il breve trio che la precede con un timbro privilegiato e con un'espressione trepidante drammaturgicamente molto a proposito. Certo il direttore le facilita non poco il compito "addomesticando" le impervie agilità dell'aria.
Picchi, tenore su cui vorrei sentire il parere degli altri forumisti, è un Giasone per molti versi ammirevole. Certo il colore della voce è metallico, ma la dizione è perfetta e nel duetto al calor bianco del finale I tiene testa (e non è poco) a tanta patner. L'espressione è giustamente concitata, ma senza scivolate veristeggianti e, dietro Giasone, si intravede il Pollione tante volte da lui interpretato. In generale mi sembra che non butti via una sillaba e che il personaggio, ad onta di un registro acuto talvolta un po' tirato, esca con naturalezza. Insomma io rilevo un'attenzione drammaturgia molto superiore al Gino Penno della recita scaligera e non indegna del confronto con Vickers. Se poi si va ad ascoltare Bruno Prevedi nell'incisione Decca con la Jones, trovo ancora una volta superiore il tenore toscano.
Su un piano di minore fantasia esecutiva sono certamente Giuseppe Modesti e Miriam Pirazzini. Ma entrambi cantano con timbro di buona grana e non colgo aspetti gravemente censurabili nelle rispettive prove. Senza troppi problemi (e sia pure con qualche provvido taglio) Modesti viene a capo alla tremenda "aria di furore" del primo atto mostrando una gagliardia ed una sicurezza in tutta l'estensione che Diaz, nell'incisione Decca, sarà ben lontano dall'avere. La Pirazzini, artista di ben nota affidabilità, non avrà il carisma di altre interpreti, ma l'aria col fagotto obbligato la trova nient'affatto inerte e, grazie ad un tempo piuttosto comodo, perfettamente in grado di fraseggiare con appropriatezza senza cercare a tutti i costi esiti illuminanti.
Ultima modifica di Rodrigo il ven 27 mar 2009, 21:47, modificato 1 volta in totale.
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Re: la Medea "ufficiale" di Maria Callas: riabilitazione?

Messaggioda pbagnoli » mer 25 mar 2009, 15:23

Mi sembrano osservazioni interessanti.
Qualche callasiano desidera commentarle?
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Re: la Medea "ufficiale" di Maria Callas: riabilitazione?

Messaggioda Tucidide » ven 27 mar 2009, 0:40

Non so se possa definirmi callasiano, ma conosco tre Medee della Callas: quella della Scala, quella ufficiale e quella di Dallas con Vickers, anche se non le ascolto da un po'.
Sull'incisione ufficiale, mi trovo d'accordo con Rodrigo sulla bravissima Glauce della Scotto e sulla bella padronanza del ruolo da parte di Picchi.
La direzione di Serafin la ricordo piuttosto anonima, e il tono generico dell'incisione, complice anche la qualità del suono piuttosto secca, non mi comunica quell'urgenza narrativa, quel senso di dramma a tinte fosche, quegli squarci quasi da film horror che Bernstein riesce ad infondere.
Quanto alla Callas, lasciando a parte il grandioso personaggio creato alla Scala, la trovo molto più "elettrica" a Dallas nel 1958, seppure appesantita, in forma precaria e priva dei soccorrevoli benefici della sala d'incisione.
E' però vero, come dice Rodrigo, che la visione "cameristica" di Serafin è abbastanza assecondata dai cantanti, in primis dalla Callas stessa.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: la Medea "ufficiale" di Maria Callas: riabilitazione?

Messaggioda Luca » ven 27 mar 2009, 22:29

A me francamente piace poco. La trovo fredda, rispetto ai vari 'live' in cui la Callas giganteggia anche in condizioni vocali poco felici. Qui mi pare costruita. Si è vero c'è la Scotto che si contrappone efficacemente con il suo lirismo al demonismo callasiano, ma Serafin - per me - è una palla al piede e così anche il resto del cast non mi soddisfa. Però se oggi si producono le edizioni con Antonacci e Filianoti: evviva quest'edizione!!!!

Salutoni, Luca.
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