da Raffaele » mar 03 giu 2014, 22:15
Ciao a tutti ( dall'oltretomba),
qualche giorno fa ho avuto modo di riascoltare (era davvero tanto che non lo facevo) la famosa Boheme diretta da Serafin( Tebaldi,Bergonzi,Bastianini...) e sono rimasto letteralmente affascinato dalla bellezza del suono e dalla meraviglia delle voci messe in campo...
Voci da "Eden perduto",tanto per citare Elvio Giudici( e io sicuramente non sono fra quelli che:"...Non ci sono più le voci di una volta...);
l'orchestrazione di Serafin poi, lungi dall'essere quella meravigliosamente originale e sconvolgente di un geniale Bernstein o tenera e intimista di un Pappano o,ancora, rapida e tagliente di Toscanini,è però, secondo me, veramente bella, sicuramente (tanto per ricitare Giudici)perfettamenterispondente all'era da boom economico in cui la registrazione viene effettuata; una direzione turgida e ricca ,talora, di dettagli sonori e meraviglie che francamente mi pare di non sentire in quella che da molti è considerata la Boheme di riferimento e cioe quella del sommo Karajan...
Certo che se qui cerchiamo ,per esempio, le introspezioni psicologiche della Callas, beh, sicuramente non le troviamo...c'è la Tebaldi , come al solito matronale e spesso poco aderente al personaggio...Però la voce è veramente meravigliosa ed in alcuni momenti tanto sublime da far dimenticare le eventuali carenze che toccano gli altri aspetti...Bergonzi poi, canta meravigliosamente anche lui, secondo me sicuramente meglio di Pavarotti...E sempre(o quasi) un Rodolfo dalla voce grande e potente,poco incline a sfumature e letture intimiste, ma che voce e che musicalità trascinanti però...
Mi sono ricordato di una lunga e interessante discussione di qualche tempo fa in cui si parlava proprio della Boheme di karajan in cui ,se non erro, Triboulet sosteneva di non capirne l'importanza poichè ne leggeva solo l'attenzione esagerata data dal grande direttore alla bellezza del suono in sè...In cosa ,secondo lui, questa era un passo in avanti ,per esempio, proprio a quella di Serafin che già aveva percorso questa strada della bellezza e opulenza sonora?...
Ricordo poi che Maugham aveva al contrario sottolineato l'importanza storica delle interpretazioni di Karajan delle opere pucciniane,proprio a partire da questa Boheme in cui per la prima volta venivano messe in campo forze di levatura internazionale(orchestra, cantanti...) e cura e attenzione per il dettaglio altrimenti riservate a ben altro repertorio...
Riascoltando allora questa bellisima incisione di Serafin qualche dubbio me lo sono posto...Perchè se parliamo di bellezza del suono, dell'attenzione al dettaglio, dell'opulenza delle voci messe in campo, allora mi pare che Serafin avesse già centrato il bersaglio un bel pò di anni prima...
Vero è che i magici " cuscini sonori " dello " stregone" Karajan restano ineguagliati e quel tono affabulatorio,dolcissimo e un pò amaro allo stesso tempo, quel particolare e inconfondibile " Karajan touch" sottolineato, a suo tempo, dallo stesso Maugham, continua a prendermi ogni volta che riascolto questa registrazione...
Forse il problema sono proprio le voci( e qui condivido pienamente quanto affermava MatMarazzi secondo il quale il problema delle incisioni, specie pucciniane, di Karajan era proprio il sottovalutare la fondamentale importanza della personalità dell'interprete al di là della bellezza dello strumento vocale)...La Mimi' della Freni è vocalmente stupenda ,non c'è dubbio, però nel meraviglioso tessuto orchestrale preparato da Karajan , denso e vaporoso allo stesso tempo, tende a risolvere la parte facendosi "piccolina", "buonina", "dolcina"...Ma forse questo non basta a entrare in perfetta sintonia con tutto il resto,ci vorrebbe una sfumatura "stregonesca", ammaliante ,che purtroppo secondo me decisamente le manca...
Nell'altra edizione la Mimi' della Tebaldi, matronale e pontificante quanto si vuole, delinea un personaggio ben più vivido e nettamente definito nell'altrettanto prezioso tessuto orchestrale predisposto da Serafin...e nei momenti in cui la Tebaldi esprime la dolcezza di Mimi' con la sua voce...beh sono momenti davvero paradisiaci...
Tornando alla Boheme di Karajan è stata spesso criticata per essere troppo "austriaca","operettistica"...Che ha ben poco a che vedere con la fame e il freddo delle notti da bohemienne a Parigi...
ben altrimenti rappresentate da direttori quali Toscanini, Votto con Callas/Di stefano ,ecc...
Io però comincio a convincermi che forse questo non va ricercato in un opera come Boheme, chè,forse, la magia di una Boheme come quella di Karajan vada ricercata proprio nel riuscire ad essere leggera e vaporosa come una operetta ma con un finale di una classicità e tragicità ancora , secondo me, ineguagliate...
E' là che c'è il crash finale, la "deflagrazione" come qualcuno l'ha chiamata, lo scontro irreversibile fra il sogno, la fantasia e la realtà della morte...e quindi della vita...Io un finale come quello di Karajan, sinceramente ancora non l'ho sentito...
Poi che le opere di Puccini siano piene di contraddizioni e temi irrisolti e forse mai risolvibili, secondo me è quasi un dato di fatto...
Quante volte si è discusso di personaggi come Cio Cio San o Manon Lescaut...A dire che ancora non ce ne va bene una perchè non percepiamo la giovinezza del personaggio(" ...quindici netti netti...")...Però quando vedo e ascolto una Manon che mi canta "in quelle trine morbide" io proprio non posso fare a meno(e mi riferisco soprattutto alla sensualità della musica)di pensare a una donna morbida e seducente...Francamente non mi viene in mente una ragazzina maliziosamente ingenua...la musica di Puccini mi porta ad immaginare ben altri e consapevoli sfinimenti d'amore...
Mah!,,, Un pò di sciocchezze qua e là, cosi', perchè mi piacerebbe capire chi sono davvero questi personaggi pucciniani cosi' complessi e contaddittori...
Ciao a tutti Raffaele