da Milady » sab 06 mar 2010, 9:11
Carissimi amici,
è stato di fatto posto un quesito di estremo interesse ,relativo non solo alla vocalità di Otello , ma , di conseguenza, anche a quella dei moderni tenori che si sono cimentati in questo ruolo impervio .
Declamatori o esecutori "tardo romantici "alla Tamagno?
Ci vorrebbe , secondo me, un autentico tenore contraltino "vieux stile" , dalla voce agile ,robusta e svettante negli acuti, nonché in possesso di un fraseggio eloquente ,derivante da un profondo scavo psicologico.
Dove trovarlo?
Come prima cosa ritengo opportuno osservare che , oltre a una tecnica impostata su un metodo diverso dal passato, e oltre ad un irreversibile mutamento del gusto, c'è stato, sempre secondo me ,un mutamento genetico .
Sono infatti spariti dalla circolazione, per quanto ne so, i tenori contraltini.
"Se sbaglio, corrigetemi".
Mio nonno aveva una voce da autentico tenore contraltino. Se la scoprì tra i 18 e i 20 anni e , per ragioni economiche , non potè intraprendere studi seri." Nei primi anni,ho studiacchiato col Maestro Frazzi", un celebre mestro di canto del suo tempo, ma i soldi per pagarsi le lezioni non c'erano.Trovò però poco dopo ,in un qualche ricovero per artisti poveri , lui nato poco dopo il 1880, un vecchissimo tenore che aveva studiato in Spagna con un maestro seguace del " metodo Garsìa " : mi sono chiesta poi per anni chi fosse mai questo misterioso Signor Garsìa ( si scrive Garcia, lo so : è trascrizione fonetica la mia).
il fatto è che , pur non avendo studiato regolarmente- "Sei un irrequieto e un incostante . Non hai mai avuto neanche un filino ino ino di disciplina" sentenziava mia nonna, dal carattere fiorentino-prussiano- scuotendo amareggiata il capo.Mo nonno , dicevo, a 70 anni suonati , e con con una vita di "lavoratore metalmeccanico " (sic) alle spalle, sebbene nelle officine delle fabbriche , le polveri dell'acciaio, di ferro, d'amianto ecc. ecc.-colpissero allora senza pietà i polmoni di moltissimi operai-,a 70 anni e qualche spicciolo, eseguiva tranquillamente romanze impervie , aggiungendo agli acuti e sopracuti prescritti , molte puntature fuori ordinanza .
" Il diaframma , come tutti muscoli del corpo,invecchia e balla con gli anni , non ha più tenuta, gli acuti invece restano"- diceva , indicando vagamente le fosse nasali. "E poi bisogna tenere le costole ferme e stringere i denti ". Se poi qualcuno gli chiedeva come facesse ad avere un registro acuto così corposo, mordente e lucente in età avanzata , rispondeva sorridendo : Avere , gli acuti ce li avevo di mio ', ma poi , cari signori, io ho sempre cantato e canto secondo il il metodo 'Garsìa'",- con l'accento sulla i-e senza aggiungere a nessun altra nota esplicativa.
Aveva ed ha mantenuto sino alla fine una voce chiarissima e potente , con acuti e sopracuti intatti, prolungati o preparati da corone e terzine a suo piacimento, esibiti su pressante richiesta dei presenti e degli amici , che esplodevano in grandi applausi . Queste esibizioni durante la settimana avvenivano per lo più o la sera , in quella che ora si chama "enoteca" o "vineria" - " bettola", tout court secondo la nonna- o al ristorante, la domenica.
Mia nonna , cupa in volto, spelluzzicava il pane e , rossa in volto , dopo un iniziale : " Vergognati, prima o poi morirò per le tue pagliacciate",mormorava poi la solita gnegnera :" Vergognati Non ti manca che far girare il canino o la scimmietta col piattino dell'elemosine Risparmia il fiato, che tu se' vecchio.Vergognati , che esempio tu dai alla bambina? " (ossia a me ) e lui continuava imperterrito, anzi ,rinvispito dai tetri commenti della "mogliera".
Tanto per farla arrabbiare , una settimana prima di morire inopinatamente sotto i ferri, il nonno si lanciò in tre diversi finali, tutti aplauditissimi ,ovviamente tutti giuocati su acuti e sopracuti, di "La donna è mobile", " in amoroso omaggio della mia dolcissima sposa" . La quale soave sposa stava da una parte tutta immusonita, d'umor nero di seppia. Io gli chiesi il "Di quella pira" con tanto di do - che fosse o meno nello spartito non mi interessava nulla-, e lui si produsse in un "o vili ,il rio spettacolo " a passo di carica , ma con dizione scolpita" , e, il finale "all'armi" facile e arrogante nella sua perentorietà ,che fece spellare le mani ai presenti e sprofondare mia nonna nel più ostile mutismo.(E tra il pubblico c'era gente che di canto se ne intendeva veramente, nota per le feroci beccate lanciate dal loggione all'indirizzo dei malcapitati cantanti ).
Quando la nonna riacquistava la parola,ce ne aveva anche per me:"Vergognati , a dargli spago! Cosa studi a fare?".
Aggiungo che nella sua giovinezza, il nonno fu cacciato almeno due volte dal Comunale,perché , seccato da acuti "da impiccati" o "da moribondi" emessi da due celebri tenori, aveva baldanzosamente esclamato " Ciuco, si fa così!", sigillato dagli acuti mancati dal protagonista.
Chiudo la valigia dei ricordi.
L'ultimo tenore contraltino da me ascoltato per tipo ed estensione di voce è stato Giacomo Lauri Volpi : ma in altri ruoli e al tramonto - ma che tramonto !- della sua gloriosa carriera.
Secondo mio nonno che , non so come, era riuscito a sentirlo, in Otello , era stato "molto bravo e nuovo" anche se aveva "preso sottogamba" il personaggio , perché "non si era arrovellato dentro abbastanza : Otello è un omo complicato ". Era stato "un po' fischiato", ma dai soliti "ignorantoni" e "bacucchi", ovviamente , come diremmo oggi, tutte "braccia rubate all'agricoltura".
A suo dire , sentire Lauri Volpi, dal vivo era tutta un'altra cosa rispetto alla sala di incisione, dove spesso il sommo tenore si bloccava per l'ansia, lui sulla scena così guascone , magnatizio e aulico. Era stato proprio lui a fare questa confidenza al nonno, andato nel camerino per congratularsi. Dal vivo lauri Volpi non aveva il vibrato reperibile in certe incisioni.
Oggi , se non vado errata ,i tenori contraltini stile Lauri Volpi , sono spariti dall'orbe terracqueo, come pure certe voci di contralto capaci di sprofondare non so quanto sotto il rigo , senza note "poitrinées" e con naturalezza.
E veniamo all'Otello.
A Firenze Otello si identificava solo e soltanto in Mario del Monaco .
"Lui è Otello"".Amen
Del Monaco passava dal mio rione molto molto lentamente ,in una lussuosa macchina scoperta o in un'altra , altrettanto lussuosa ,col finestrino aperto , ma sempre col viso , bellissimo e virilissimo , in bella vista, spesso, con al una sciarpa bianca alcollo.
"Ma che bell'omo!" - sospiravano le signore-"e che bei gioielli che c'ha!". Infatti tutti potevano contemplare gli anelli sfavillanti e preziosi al dito , orologi aurei e qualche braccialetto aurato al polso.
I maschietti invidiosi smalignavano a bassa voce : " Ma fatela finita, gli è addobbato che pare la Madonna di Pompei".
Del Monaco non era solo un celebre tenore, ma il Tenore o il Tenorone per antonomasia.
Anche nella vita di ogni giorno parlava con la voce impostata.
Si preparava con certosina pazienza prima di andare in scena con i sontuosi costumi del Moro di Venezia.
Il cerone scurissimo metteva il risalto gli occhi chiari e dardeggianti. Le movenze ora scultoree ora "agitate con moto".
Il suo Otello era sconvolto dalla gelosia fino a perdere la ragione, ma "In Dio mi potevi scagliare " era come soffocato e macerato dal dolore e tirava fuori una sorta di mezzavoce.
Da lui emanava una palpabile corrente di magnetismo che ,dalla scena ,arrivava diritta
come un treno fino alla platea e la conquistava. Naturalmente l'"Esultate " era a dir poco elettrizzante.
Il resto rispondeva ad una precisa e ferrea ottica , che,al momento attuale, può anche essere definita tribunizia e sopra le righe, ma , chye allora incontrava il pieno favore di tutto il pubblico.
Erano od eravamo tutti una massa di poveracci dalle orecchie foderate di prosciutto ?
O forse sarebbe meglio storicizzare l'Otello di Del Monaco, collocarlo e inquadrarlo nel suo tempo e magari condannarlo, ma previa storicizzazione del suo contributo, e , possibilmente , spargendo meno fiele.
Quando uscì la prima Bibbia dei melomani ad opera di Rodolfo Celletti , rimasi letteralmente di sasso dinanzi alla condanna totale dell'Otello di Del Monaco , per di più scritta con esagerato livore e con la penna intinta nel cianuro .
Intanto mettiamo i puntini sull' i .
Del Monaco aveva col tempo elaborato una tecnica respiratoria adatta ai suoi mezzi vocali: discutibile come lo sono tutte le cose umane che rientrano nella variabile del gusto e della sfera individuale, ma Del Monaco non era aassolutamente uno sprovveduto vociferante.
Aveva un fiume di voce , ma sapeva incanalarlo con molta più sapienza di quanto non sembri alla Celletti & friends.
Dal vivo il famoso vtuperato ingorgo nel passaggio dal medium all'acuto non si notava,forse
perchè eravamo tutti con gli occhi a bottone , completamente coinvolti dal suo magnetismo e dalle sue capacità attoriali. E parlo a ragion veduta : ascoltato in disco il carisma strepitoso veniva ridotto e certe pecche si notavano, ma da qui a tirargli la croce addosso... no, non ci sto.
D'alltra parte non tutti ricordano -e invece sarebbe bene ricordare- l'Otello di Shakespeare nell'intrepretazione che ne dette Sir Lawrence Olivier.
Io per prima mi aspettavo un Moro di Venezia macerato e introspettivo come non mai. Davanti alle foto sui giornali non sapevo capacitarmi : un moro atletico che aspirava voluttuosamente il profumo di una rosa rossa. Stando alle didascalie Sir Lawrence esibiva una voce bistrata e faceva balzi ferini sul palcoscenico. Una mia amica di Londra mi scrisse che era tutto vero: aveva seguirto almeno due recite, inzialmente basita , poi incantata dall'inatteso sir Lawrence Olivier " so nice, so sexy"
E qui chiudo sull'Otello di Del Monaco, che, nella impostazione globale del personaggio ha dei nobili corrispettivi.
E Pavarotti ? Sarebbe stata l'occasione d'oro per rinverdire il modello Tamagno, ma è stata un'occasione perduta.
E dispiace veramente che Bergonzi abbia affrontato questo ruolo troppo tardi: ai tempi d'oro col suo fraseggio nobile e aulico avrebbe conferito una nuova veste all'Otello verdiano.
E qui fo punto : mi sono dilungata nei miei ricordi : scusatemi
Con simpatia
MIlady
Milady