Un ballo in maschera (Verdi)

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Re: Un ballo in maschera (Verdi)

Messaggioda beckmesser » mar 02 set 2014, 11:04

mattioli ha scritto:Se poi qualcuno volesse passarmi l'audio del Ballo diretto da Pappano a Roma... Live me lo sono perso.Al vostro buon cuore.


Io ce l’ho (anche perché si trova facilmente sul web), ma non saprei come fartela avere. In ogni caso, da quel che capisco, non credo proprio che la troveresti in linea con quello che cerchi: è musicalmente strepitosa, ma è la quintessenza del Ballo come opera emblema di amore/passione/morte; romanticissima, travolgente, molto seria… Siamo più o meno agli antipodi di Busch…

Quanto all’analisi del personaggio di Riccardo, è ovviamente suggestiva e verosimile, ma non mi torna del tutto: fatico a vedere in Riccardo un vitellone alla Fellini o un adolescente non cresciuto… Fin dall’inizio mi sembra chiaramente portato all’introspezione ed alla passione vera (quel meraviglioso scarto armonico alla lettura del nome di Amelia; il ricordo della sua passione nel “non sai tu…”). Il lato modaiolo, festoso, scherzoso mi è sempre sembrato un modo per sfuggire a quella sua realtà: chi fugge bevendo, chi facendo lo scemo… Ma tutto il lato leggero (essenziale e. ovviamente, la parte più originale dell’opera) mi ha sempre dato l’impressione di qualcosa di finto, simulato: una via di fuga di Riccardo da una realtà che alla fine della fiera lo annoia.

In questo senso, sono d’accordo, Busch è quello che meglio rende quello specifico aspetto dell’opera, e tutta l’introduzione è fenomenale per leggerezza e spirito. Ma mi manca quel senso di vertigine che mi faccia percepire il baratro sotto il can-can e la mazurka… Vero è che nessuno è mai riuscito a convincermi del tutto in questo senso. Anche se, dopo parecchio tempo, ho di recente riascoltato il vecchio Ballo di Toscanini: cavoli, sarà unilaterale e prevaricante come sempre, ma che teatro! La stessa stretta dell’introduzione non avrà il carattere offenbachiano di Busch, ma ha un carattere così travolgente, persino brutale, da far scattare una corsa all’abisso che non ha paragoni in tutta la discografia…

Saluti,

Beck
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Re: Un ballo in maschera (Verdi)

Messaggioda teo.emme » mar 02 set 2014, 18:25

mattioli ha scritto:Partiamo dalla famosa definizione di D’Annunzio: “il più melodrammatico dei melodrammi”. In effetti, il Ballo è forse l’opera in assoluto meno “politica” di Verdi...


Devo una risposta a Mattioli circa le ragioni (opposte) del nostro comune apprezzamento per il Ballo diretto da Busch. Concordo in parte sulle osservazioni circa la particolare apoliticità del Ballo e, soprattutto, con la caratterizzazione di Riccardo come un bon vivant superficiale e inetto. C'è da dire, però, che il ridimensionamento della componente politica dell'opera (nonostante il periodo di composizione e le peculiari attitudini del Somma) è anche motivata dal maniacale e ossessivo intervento della censura che frenò e contestò ogni aspetto che potesse solo lontanamente richiamare contenuti "rivoluzionari". Ma a prescindere dalle ragioni è innegabile che nel Ballo conviva una "leggerezza" offenbachiana e il dramma (più che il melodramma, proprio per l'atipicità del classico rapporto tenore/baritono/soprano e lo scardinamento del finale per i motivi suggeriti dal Dottor Malatesta: l'etica della rinuncia, il conflitto interiore, la rinascita spirituale e l'inutile omicidio conclusivo). Una materia, dunque, molto complessa e racchiusa in un testo rapido e conciso che spazia in continuazione tra alto e basso, tra dramma e farsa, tra humor nero e cupezza gotica. Davanti a tutto ciò si può scegliere di privilegiare un aspetto a discapito di altri (Muti coglie, suo malgrado, il vaudeville; Toscanini e Solti il melodramma; Karajan, pur in un esperimento assai poco riuscito, il dramma nero)...Busch, invece, riesce a cogliere perfettamente tutti i registri grazie ad un approccio sostanzialmente mozartiano: parlo di concretezza perché Busch, senza insistere sugli aspetti melodrammatici, riesce ad estrapolare la piena umanità dei personaggi, liberati dagli stereotipi operistici colti da D'Annunzio e restituiti ad una verità drammatica che mi fa sempre pensare a Così fan tutte. Busch coglie il divertissement offenbachiano e il carattere cialtronesco di Riccardo, ma anche la sua maturazione attraverso il dramma interiore. Con Busch è un dramma reale, lontano dagli stereotipi ottocenteschi. C'è un velo di malinconia, fin dall'inizio. La sensazione di un divertimento superficiale e annoiato, destinato presto a dissolversi. Con Busch si sente il passare del tempo: dall'illusione della spensierata giovinezza irresponsabile alla perdita dell'innocenza. E se mi permetti di fare un po' di suggestione biografica credo che Busch rifletta la sua esperienza di vita, lui da poco ritornato in una Germania ormai sconfitta e che aveva perso la propria innocenza attraverso la realtà della guerra.
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Re: Un ballo in maschera (Verdi)

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 03 set 2014, 0:54

1) Il Ballo di Pappano, a Roma ascoltato DAL VIVO (insisto su questo, anche per quanto dico al punto 2) era ricolmo di brillantezza e humour, là dove necessario, e drammaticissimo, là dove drammatico idem (con la sola tara, nel cast, del discutibile Figonhorovstvoskij o comeccavolo si scrive, che sarà pure figon ma caccia diversi ululati, accanto a qualche frammento non privo di fascino. Ma è il solo anello davvero debole, visto il miracolo operato da Pappano con l'Ulrica di Nonna-Boato).
2) No, no e poi no la registrazione su youtube del medesimo Ballo di Sta Cecilia: un orrore inascoltabile con un riverbero terrificante che non si capisce da dove chi ha registrato si sia inventato di far saltar fuori! Mattioli, se devi ascoltarlo cerca qualcuno che l'abbia registrato in proprio, ma non quell'obbrobrio: Pappano dovrebbe farlo cancellare!

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Re: Un ballo in maschera (Verdi)

Messaggioda beckmesser » mer 03 set 2014, 9:21

vivelaboheme1 ha scritto: Il Ballo di Pappano, a Roma ascoltato DAL VIVO (insisto su questo, anche per quanto dico al punto 2)


Ok, prendo atto che d’ora in poi si potrà parlare solo di spettacoli sentiti dal vivo: per un sito che si chiama OperaDISC mi sembra peculiare… Sottolineo solo che non ho mai detto che quello fosse un brutto Ballo in maschera, tutt’altro: è una splendida realizzazione. Semplicemente, non ci sento quelle che Mattioli indicava come (mi sembra) le sue aspettative per quest’opera…

vivelaboheme1 ha scritto:No, no e poi no la registrazione su youtube del medesimo Ballo di Sta Cecilia:


Tranquillo, non mi riferivo ad alcun video su youtube, che non ho visto. In diversi siti si trova senza molti problemi la registrazione della diretta Rai, di suono più che buono.

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Re: Un ballo in maschera (Verdi)

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 03 set 2014, 14:46

Grazie della riprecisazione. La mia drasticità sul "dal vivo" (pur se io resto, al fondo, un ascoltatore "live", il disco mi piace e mi diverte ed è utile ma lo prendo con i suoi limiti, anche in tempi di DVD e quant'altro) era legata appunto all'ascolto di quelle schifose (altro termine non ho) registrazioni su youtube (strano, di solito assai più civili). Se ce ne sono di migliori, meno male. Ciao


marco vizzardelli
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Re: Un ballo in maschera (Verdi)

Messaggioda mattioli » ven 05 set 2014, 16:57

Devo una risposta alle obiezioni di Beck e di teo.emme e mi scuso per il ritardo. Ho una scusa eccellente: la Passione secondo Matteo di Sellars a Lucerna ( : Love : : Love : : Love : e : Love : !).

Al Beck: non so se Riccardo faccia il buffone per dimenticare il suo colpevole amore o se il colpevole amore gli faccia smettere di fare il buffone. Resta il fatto che fa il buffone, il che, per il tenore protagonista di un melodramma romantico, mi sembra così insolito da diventare il tratto caratteristico della drammaturgia di quest'opera che altrimenti, come abbiamo visto, sarebbe assolutamente di routine. Credo (ma non posso dimostrarlo né ho sottomano i copialettere) che Verdi sia stato attratto dal soggetto appunto per questa ragione e sospetto (ma qui entriamo poi nel campo delle opinioni non personali, ma personalissime) che lo attirasse in particolare la possibilità di descrivere un ennesimo "tipo" nazionale. A mio modo di vedere, Verdi è anche (non solo e nemmeno soprattutto) uno dei pochi grandi intellettuali che abbiano raccontato gli italiani per come sono e non per come credono di essere o per come dovrebbero essere (così, mi vengono in mente solo Leopardi, Gramsci o Fellini) e Riccardo si inserisce in questa galleria di "ritratti italiani" ancora assolutamente attuali. Che poi, come dice il Malatestino con la consueta finezza, l'appagamento del suo amore consista nel rinunciarvi dà al personaggio una grandezza tragica (oltre a ricordarci moltissimo qualcuno che comincia con la W).

A teo.emme: noi sappiamo benissimo, in realtà, fino a che punto Verdi era disposto ad accettare gli interventi della censura napoletana. Non ho sottomano, scusatemi, la famosa lettera a Somma dove elenca le modifiche richieste e le ragioni per le quali non le avrebbe accettate, ma (vado a memoria) non c'è nessun rimpianto per una parte "politica" da sviluppare maggiormente. A parziale discolpa della censura napoletana, bisogna peraltro ricordare che Ferdinando II (DG) era appena stato vittima di un tentato omicidio e che quindi presentarsi con un'opera che mette in scena l'omicidio di un Re (anche se cammuffato da governatore) non era proprio il massimo dell'opportunità. En passant, devo dire che gli attuali scandalizzati per gli spostamenti d'epoca e di luogo nelle regie "moderne" che "tradiscono Verdi" si comportano esattamente come i censori ottocenteschi... Sono invece d'accordissimo sulla definizione di "mozartiano" nell'approccio di Busch, insomma teo.emme ha detto meglio quel che cercavo di dire io.

Ciò detto, anche se Pappano non c'entra nulla con l'idea che ho dell'opera, mi piacerebbe ascoltarlo lo stesso, quindi resta valida la prece a qualche anima buona che voglia provvedere...
Ciao miao bao

AM
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