mattioli ha scritto:Se poi qualcuno volesse passarmi l'audio del Ballo diretto da Pappano a Roma... Live me lo sono perso.Al vostro buon cuore.
Io ce l’ho (anche perché si trova facilmente sul web), ma non saprei come fartela avere. In ogni caso, da quel che capisco, non credo proprio che la troveresti in linea con quello che cerchi: è musicalmente strepitosa, ma è la quintessenza del Ballo come opera emblema di amore/passione/morte; romanticissima, travolgente, molto seria… Siamo più o meno agli antipodi di Busch…
Quanto all’analisi del personaggio di Riccardo, è ovviamente suggestiva e verosimile, ma non mi torna del tutto: fatico a vedere in Riccardo un vitellone alla Fellini o un adolescente non cresciuto… Fin dall’inizio mi sembra chiaramente portato all’introspezione ed alla passione vera (quel meraviglioso scarto armonico alla lettura del nome di Amelia; il ricordo della sua passione nel “non sai tu…”). Il lato modaiolo, festoso, scherzoso mi è sempre sembrato un modo per sfuggire a quella sua realtà: chi fugge bevendo, chi facendo lo scemo… Ma tutto il lato leggero (essenziale e. ovviamente, la parte più originale dell’opera) mi ha sempre dato l’impressione di qualcosa di finto, simulato: una via di fuga di Riccardo da una realtà che alla fine della fiera lo annoia.
In questo senso, sono d’accordo, Busch è quello che meglio rende quello specifico aspetto dell’opera, e tutta l’introduzione è fenomenale per leggerezza e spirito. Ma mi manca quel senso di vertigine che mi faccia percepire il baratro sotto il can-can e la mazurka… Vero è che nessuno è mai riuscito a convincermi del tutto in questo senso. Anche se, dopo parecchio tempo, ho di recente riascoltato il vecchio Ballo di Toscanini: cavoli, sarà unilaterale e prevaricante come sempre, ma che teatro! La stessa stretta dell’introduzione non avrà il carattere offenbachiano di Busch, ma ha un carattere così travolgente, persino brutale, da far scattare una corsa all’abisso che non ha paragoni in tutta la discografia…
Saluti,
Beck