Alberich ha scritto:Scusate...spezzo un'arancia a favore di Giudici...
Primo, polpettone alla Meyerbeer non implica nessun giudizio su Meyerbeer, ma solo sul Renzi.
Secondo, se Giudici scrivesse delle dotte trattazioni su ogni opera che ha recensito, avrebbe scritto...delle dotte trattazioni. Il suo lavoro è un'altro: scrivere brevi/brevissime recensioni.
DottorMalatesta ha scritto:Sì, hai ragione, Giudici è un critico musicale, non un musicologo: e in fondo, se ha ascoltato davvero tutto, di sicuro Giudici conosce Meyerbeer e il Rienzi. E se dice che il Rienzi è un polpettone meyerbeeriano lo dirà a ragion veduta (e se anche ha torto, forse glielo si può perdonare
). Io non lo so, lo ripeto. La questione è: fidarsi di questo giudizio o no? Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Uno però ha bisogno di punti di riferimento anche orientativi (specie su un'opera di cui non sa nulla e poi prima di spendere 80-90 euro uno magari ci pensa su...)
I critici dovrebbero, secondo me, esattamente come i musicologi, argomentare quello che sostengono, e in particolare quelle loro posizioni più controcorrente o in qualche modo clamorose.
Tanto più per il fatto che, nell'intervista pubblicata da Pietro, Giudici si vanta di "aver sempre spiegato il perché delle sue opinioni", trovo le sue uscite - tutto fuorché argomentate - molto criticabili e in qualche modo presuntuose.
Il fatto poi che Giudici parli "a ragion veduta" a causa dell'esperienza di ascolto, questo va valutato sul campo e non in base ad un
ipse dixit. Stiamo parlando di una persona che a teatro è andata sicuramente tantissimo, ma non necessariamente più di tanti altri che scrivono solo su Opera Disc, sulla Stampa o altrove o che non scrivono affatto ma pensano. E' proprio questo meccanismo che mi dispiace e che va a scapito di chi non ha i mezzi o tempo per verificare con la propria testa le cose. Chi fa opinione influenza molto le masse; le masse dovrebbero stare attente a stanare gli affabulatori o chi non la racconta sempre giusta.
Per come la vedo io, poi, la lunghezza di un pezzo non ha niente a che vedere con il rigore e la meticolosità dell'argomentazione (che può anche essere espressa in una sola riga).