Tuc mi chiedeva perché non mi piace la Devia...
Potrei rispondere perché non è come questa.
"Questa" è Felicity Lott, una delle più incredibili poetesse del canto del nostro tempo.
Qui è alle prese con un celeberrimo brano di Reynaldo Hahn, figura simbolo della Parigi della "Belle Epoque", intesa nella sua duplice accezione di slancio esistenziale, assalto del futuro e allo stesso tempo struggimento nostalgico di salotti, mondanità sfiorita e sfinimento emotivo.
Allievo di Massenet e Saint-Saens, amico di Verlaine, di Ravel, di Cortot, e naturalmente di Proust, Hahn ci ha lasciato un corpus incredibile di mélodies fra le più celebri ed emozionanti del repertorio vocale da camera.
Peccato che su Youtube non abbia trovato le due registrazioni di questo stesso brano che ritengo più suggestive: quella (davvero INCREDIBILE) di Emma Calvé, forse la sua interpretazione discografica più rappresentativa del suo genio, e quella del baritono Arthur Endrèze.
Ci consoleremo con un'altra registrazione d'epoca (1917), cantata da quella grande artista che era Alma Gluck...
Ok, non è la Calvé, specie nella filature, che non ricordano nemmeno alla lontanissima i suoni incorporei e sublimi della Francese.
Ma la Gluck è pur sempre evocativa di un'epoca dorata della storia del canto... Proprio come la Lott lo è della nostra...
Buon ascolto.
Mat