Caro Bigandalu,
ti ringrazio per i video e la risposta. Talvolta, sul minimalismo, ho pensato che forse questa era la nuova via per riportare o riavvicinare un pubblico più vasto a certa musica (Kagel ecc., del resto, sono distanti anni luce).
Non c'è dubbio riguardo alla fruibilità a diversi livelli, quindi alti e bassi, delle composizioni come quelle del celeberrimo Glass. Non per caso il cinema ha attinto a piene mani dal loro repertorio!
Solo che per chi si abitua male, ossia a certa musica "dell'incomprensione" questo della comunicatività può fare paura. Non perchè si voglia negare che l'arte in quanto linguaggio è comunicazione, ma perchè si ha sempre il timore di suoni un pò furbetti, "fatti su misura", sull'esempio di quello che è riportato oggi nell'intevista a Luca Francesconi sul corriere a proposito di un Einaudi o di un Allevi. Non è ovviamente il discorso di un Riley o di un Adams.
Comunque l'autore che riconducibile alla catalogazione minimalista che apprezzo e conosco magiormente è Arvo Part. Posso dire che ne ho una "passione" sconfinata.
Di Corigliano ascoltavo ieri un bellissimo pezzo suonati da Hlene Grimaud, "Fantasia on an Ostinato ".
Ultima cosa, guardando i video che hai postato, l'aderenza musicale alle immagini è un effetto da prendere veramente sul serio; oggi l'immagine ha un'importanza troppo rilevante. Alcuni della classica sembrano averlo scordato o sembrano tenerne poco conto.
«Fortunato l’uom che prende / ogni cosa pel buon verso, / e tra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa»