pbagnoli ha scritto:Ma Falstaff deve veramente far ridere?
Adesso dico questo non per spezzare una lancia a favore di Gobbi, ma mi viene in mente una frase di Giulini che era riportata nel booklet dei dischi della DGG. Diceva più o meno questo: "Ricordo un Falstaff che feci con Sir Geraint Evans. Non era affatto buffo. Lavorammo su questo".
Falstaff non è buffo: sono le situazioni in cui si trova, ad esserlo (buffe).
Condivido in pieno...Certo per alcune situazioni si ride, per forza, ma poi non siamo di fronte ad una comicità fine a se stessa!
Che c'è poi nella baldanza di Falstaff? e non sono solo io a dirlo...C'è il Ttovatore, Rigoletto, Traviata..."
Vi riporto un testo che sto leggendo su questo:
"In quest'addome c'è un migliaio di li ngue che annunciano il mio nome : Falstaff. Ciò è la metfora del teatro verdiano che sembrava ormai superato. "Tutto declina " dice Falstaff: "Mondo ladro!"...
Invece del Simon Boccanegra del tribunale dell'inquisizione ecc. qui abbiamo i figuri loschi della taverna della Giarretttiera!
Il riso qui è PER FORZA AMARO, per forza esso deve far riflettere...
"Un intero patrimonio di idee, su cui si fondava il teatro verdiano e sul quale si erano educate intere, viene rimesso in discuzìssione, trasformato in burla" scrisse Giuseppe Barigazzi...
E questo riesumare, deridere per capire, rilfettere su principi valori ecc. che si credevano intangibili non è di una modernità pungente?
Il ridere qui non è un pretesto: è pura disillusione
Per tutti questi motivi Falstaff mi ha sempre ricordato vagamente il vecchio padre birbante dei fratelli Kramazov di Dostoievskij...Anche lui non era un intrallazzatore un pò pagliaccio, ma che alla fine la sapeva più lunga di tutti?
Mi pare anche che ad un certo punto dicesse qualcosa del genere: "io faccio il buffone e voi mi deridete, ma alla fine sono io che rido di tutto, anche di voi!".
Più Falstaff di così!.