Si tratta di Andrea Chénier, Hymne à la Justice (Inno alla Giustizia).
La corrispondenza tra le parole di Gérard al primo atto e alcuni versi di questo poema di Chénier, sebbene non letterale, è tuttavia abbastanza forte:
“A' tuoi protervi, arroganti signori
hai prodigato fedeltà, sudori,
la forza dei tuoi nervi,
l'anima tua, la mente,
e, quasi non bastasse la tua vita
a renderne infinita eternamente
l'orrenda sofferenza,
hai dato l'esistenza dei figli tuoi.
Hai figliato dei servi!”
“J'ai vu dans tes hameaux la plaintive misère,
La mendicité blême et la douleur amère.
Je t'ai vu dans tes biens, indigent laboureur,
D'un fisc avare et dur maudissant la rigueur,
Versant aux pieds des grands des larmes inutiles,
Tout trempé de sueurs pour toi-même infertiles,
Découragé de vivre, et plein d'un juste effroi
De mettre au jour des fils malheureux comme toi.”"Ho visto nei tuoi villaggi la triste miseria,
la pallida miseria e il dolore amaro.
Ti ho visto nei tuoi beni, lavoratore indigente,
maledicendo il rigore di un fisco avaro e duro,
Versando ai piedi dei grandi lacrime inutili,
Tutto imbevuto di sudore per te infertile,
senza voglia di vivere e pieno dalla paura
di mettere alla luce figli infelici come te. "
Gérard qui sembra proprio esprimersi utilizzando le parole di Chénier! Sappiamo per certo che Illica conosceva tale testo, dal quale riprende diversi momenti per l´Improvviso (si veda ad esempio:
https://studifrancesi.revues.org/2960 ). Dal punto di vista cronologico, L´Hymne à la Justice venne pubblicato nel 1787, quindi due anni prima delle vicende del primo atto. Sappiamo infatti, dalle didascalie del libretto, che il primo quadro si svolge “sul finire di una giornata dell’inverno del 1789“. Ciò corrisponde a quando racconta l´Abatino (i riferimenti al Terzo Stato e a Necker si riferiscono all´inaugurazione degli Stati Generali del 5 maggio 1789, su iniziativa di Jacques Necker). Anche dal punto di vista cronologico è quindi possibile che Gérard conoscesse il poema di Chénier. Ed è altrettanto possibile che, in quale modo, lo stimasse e ne apprezzasse le idee. Questo spiegherebbe, tra l´altro, perché al termine del secondo quadro Gérard – dopo aver duellato con lui senza riconoscerlo (sebbene fossero entrambi presenti in casa Coigny al primo atto, non è detto che Gérard avesse avuto modo di osservare Chénier tanto da poterlo poi riconoscere) - sia a conoscenza che il nome del poeta si trova sulla “lista nera” di Fouquier-Tinville, lo riveli all´interessato e cerchi così di salvarlo, invitandolo alla fuga, affidandogli la protezione di Maddalena, e dichiarando poi alla folla di essere stato ferito da “Ignoto”.
DM