La fidanzata dello Zar di Rimskij Korsakov
Inviato: sab 08 feb 2014, 17:37
Ero indeciso se proporla come opera del mese. Visto lo straordinario successo arriso a Tosca (visto quante visite?), forse è meglio restare ad un titolo della grande tradizione.
Ciò non toglie che vi proponga di ascoltare anche "La fidanzata dello Zar" di Rimskij Korsakov, in attesa di vedere quest'opera alla Scala con la regia di Tcherniakov.
Ecco un link a wikipedia, utile per un'introduzione all'opera:
http://it.wikipedia.org/wiki/La_fidanzata_dello_zar
[i]Rimskij-Korsakov non era certamente compositore gradito al Teatro Imperiale dove, anzi, l’eventualità di produrre una sua opera non veniva più nemmeno presa in considerazione; mentre Cajkovskij, agli occhi dei funzionari del Teatro Imperiale, era il compositore nazionale che aveva elevato la cultura russa, resa in un linguaggio musicale internazionale. Rimskij, invece, partito dall’esempio di Glinka e formando le proprie idee nel circolo di Balakirev, non poteva essere un compositore ‘ufficiale’. Tuttavia La fidanzata dello zar sembra avvicinarsi al tipo di opere rappresentate al Teatro Imperiale, piuttosto che a quelle di Musorgskij o di Glinka; forse ciò è dovuto alla sua stesura in un periodo di ‘crisi d’identità’ del compositore: lungo l’arco dell’intera sua vita, Rimskij-Korsakov fu tormentato dal dubbio di non riuscire a comporre con originalità senza sacrificare la correttezza formale. In un’epoca in cui la ricerca stilistica stava diventando l’ossessione della nuova generazione di compositori, il cinquantacinquenne Rimskij ritornò – ancora una volta controcorrente – a uno stile ormai storicizzato come quello romantico, scegliendo di mettere in risalto la propria maestria compositiva in un’opera nella quale quintetti, sestetti e altri vari momenti d’insieme si susseguono incessantemente, per non parlare del virtuosismo delle parti vocali (specialmente quella del personaggio di Marfa). Una certa critica occidentale, sempre pronta a inquadrare la produzione di un compositore in un dato genere o stile, di fronte alla Fidanzata dello zar è rimasta piuttosto perplessa, non riuscendo a definirla come opera tipicamente ‘russa’, né come totalmente romantica; invece, in patria fu ed è a tutt’oggi celebrata dai critici come la migliore di Rimskij-Korsakov, poiché la si ritiene rappresentativa della cultura nazionale, soprattutto grazie al testo di Meij, un dramma pseudostorico che esaltava le tradizioni russe ai tempi di Ivan il Terribile e che ben si prestava a essere musicato.
[/i]
La trama è quella di un dramma a tinte fosche, connotato da momenti tragici che Rimskij sottolineò con frequenti progressioni sugli intervalli di terza maggiore e minore, già sistematicamente impiegate in altre sue opere per caratterizzare personaggi irreali e fantastici. La mano di Rimskij-Korsakov è riconoscibile anche dall’utilizzo di Leitmotive – altro elemento che distingue la sua produzione – come quello che annuncia le entrate in scena di Lijubasha, o quello di Ivan il Terribile, che in quest’opera compare – silente – solo una volta, e viene riconosciuto proprio grazie al suo tema musicale, lo stesso che lo aveva caratterizzato da protagonista nella Fanciulla di Pskov . Ma al di là dell’analisi delle singole tecniche compositive impiegate dal compositore, ciò che colpisce innanzitutto è l’atmosfera romantica della Fidanzata dello zar , che si percepisce già nell’ouverture (che avrà in seguito vita autonoma); la ricchezza di temi turbolenti e passionali, ma anche seri e solenni, caratterizza l’opera di un compositore che volle accostarsi all’estetica romantica senza per questo dimenticare la tradizione culturale russa, né sopprimere la propria particolare originalità, superiore a ogni tentativo di schematizzazione stilistica.
[DIZIONARIO DELL’OPERA BALDINI E CASTOLDI]
Su spotify ci sono due edizioni, quella PHILIPS diretta da Gergiev (bella, coloratissima, ma forse dai contorni un po' troppo sfumati) e quella diretta da Mansourov nel 1973 con Arkhipova, Nesterenko, e Vishneskaja (con cast meno omogeneo dal punto di vista qualitativo, ma con alcuni elementi di assoluta eccellenza).
Quest'ultima edizione è presente anche su youtube:
Impossibile reperire il libretto in lingua italiana sul Web (speriamo lo pubblichino sul sito della Scala).
Trovate un riassunto e dei brani scelti nella traduzione di Laureto Rodoni nel bel sito Web www.rodoni.ch
http://www.rodoni.ch/OPERNHAUS/zar/fidanzatazar.html
Io ho seguito il libretto nella traduzione in tedesco (l'unica che sono riuscito a recuperare) in questo sito:
http://www.opera-guide.ch/opera.php?id=312&uilang=de
Dall'opera è stato tratto anche un film:
In Russia è l'opera più amata e rappresentata di Rimskij Korsakov e, a mio parere, lo merita. Ricchissima di melodie di struggente melanconia (tratto comune anche alle opere di Mussorgksij e Tchaikovskij), con un'orchestrazione lussureggiante, una buona caratterizzazione dei personaggi, e una vicenda che, con buona pace di quello che scrive Elvio Giudici nel suo librone, tutto mi sembra tranne che una Gioconda ulteriormente peggiorata. Chissà cosa ne trarrà quel geniaccio d'un Tcherniakov!
Ciao!
DM
Ciò non toglie che vi proponga di ascoltare anche "La fidanzata dello Zar" di Rimskij Korsakov, in attesa di vedere quest'opera alla Scala con la regia di Tcherniakov.
Ecco un link a wikipedia, utile per un'introduzione all'opera:
http://it.wikipedia.org/wiki/La_fidanzata_dello_zar
[i]Rimskij-Korsakov non era certamente compositore gradito al Teatro Imperiale dove, anzi, l’eventualità di produrre una sua opera non veniva più nemmeno presa in considerazione; mentre Cajkovskij, agli occhi dei funzionari del Teatro Imperiale, era il compositore nazionale che aveva elevato la cultura russa, resa in un linguaggio musicale internazionale. Rimskij, invece, partito dall’esempio di Glinka e formando le proprie idee nel circolo di Balakirev, non poteva essere un compositore ‘ufficiale’. Tuttavia La fidanzata dello zar sembra avvicinarsi al tipo di opere rappresentate al Teatro Imperiale, piuttosto che a quelle di Musorgskij o di Glinka; forse ciò è dovuto alla sua stesura in un periodo di ‘crisi d’identità’ del compositore: lungo l’arco dell’intera sua vita, Rimskij-Korsakov fu tormentato dal dubbio di non riuscire a comporre con originalità senza sacrificare la correttezza formale. In un’epoca in cui la ricerca stilistica stava diventando l’ossessione della nuova generazione di compositori, il cinquantacinquenne Rimskij ritornò – ancora una volta controcorrente – a uno stile ormai storicizzato come quello romantico, scegliendo di mettere in risalto la propria maestria compositiva in un’opera nella quale quintetti, sestetti e altri vari momenti d’insieme si susseguono incessantemente, per non parlare del virtuosismo delle parti vocali (specialmente quella del personaggio di Marfa). Una certa critica occidentale, sempre pronta a inquadrare la produzione di un compositore in un dato genere o stile, di fronte alla Fidanzata dello zar è rimasta piuttosto perplessa, non riuscendo a definirla come opera tipicamente ‘russa’, né come totalmente romantica; invece, in patria fu ed è a tutt’oggi celebrata dai critici come la migliore di Rimskij-Korsakov, poiché la si ritiene rappresentativa della cultura nazionale, soprattutto grazie al testo di Meij, un dramma pseudostorico che esaltava le tradizioni russe ai tempi di Ivan il Terribile e che ben si prestava a essere musicato.
[/i]
La trama è quella di un dramma a tinte fosche, connotato da momenti tragici che Rimskij sottolineò con frequenti progressioni sugli intervalli di terza maggiore e minore, già sistematicamente impiegate in altre sue opere per caratterizzare personaggi irreali e fantastici. La mano di Rimskij-Korsakov è riconoscibile anche dall’utilizzo di Leitmotive – altro elemento che distingue la sua produzione – come quello che annuncia le entrate in scena di Lijubasha, o quello di Ivan il Terribile, che in quest’opera compare – silente – solo una volta, e viene riconosciuto proprio grazie al suo tema musicale, lo stesso che lo aveva caratterizzato da protagonista nella Fanciulla di Pskov . Ma al di là dell’analisi delle singole tecniche compositive impiegate dal compositore, ciò che colpisce innanzitutto è l’atmosfera romantica della Fidanzata dello zar , che si percepisce già nell’ouverture (che avrà in seguito vita autonoma); la ricchezza di temi turbolenti e passionali, ma anche seri e solenni, caratterizza l’opera di un compositore che volle accostarsi all’estetica romantica senza per questo dimenticare la tradizione culturale russa, né sopprimere la propria particolare originalità, superiore a ogni tentativo di schematizzazione stilistica.
[DIZIONARIO DELL’OPERA BALDINI E CASTOLDI]
Su spotify ci sono due edizioni, quella PHILIPS diretta da Gergiev (bella, coloratissima, ma forse dai contorni un po' troppo sfumati) e quella diretta da Mansourov nel 1973 con Arkhipova, Nesterenko, e Vishneskaja (con cast meno omogeneo dal punto di vista qualitativo, ma con alcuni elementi di assoluta eccellenza).
Quest'ultima edizione è presente anche su youtube:
Impossibile reperire il libretto in lingua italiana sul Web (speriamo lo pubblichino sul sito della Scala).
Trovate un riassunto e dei brani scelti nella traduzione di Laureto Rodoni nel bel sito Web www.rodoni.ch
http://www.rodoni.ch/OPERNHAUS/zar/fidanzatazar.html
Io ho seguito il libretto nella traduzione in tedesco (l'unica che sono riuscito a recuperare) in questo sito:
http://www.opera-guide.ch/opera.php?id=312&uilang=de
Dall'opera è stato tratto anche un film:
In Russia è l'opera più amata e rappresentata di Rimskij Korsakov e, a mio parere, lo merita. Ricchissima di melodie di struggente melanconia (tratto comune anche alle opere di Mussorgksij e Tchaikovskij), con un'orchestrazione lussureggiante, una buona caratterizzazione dei personaggi, e una vicenda che, con buona pace di quello che scrive Elvio Giudici nel suo librone, tutto mi sembra tranne che una Gioconda ulteriormente peggiorata. Chissà cosa ne trarrà quel geniaccio d'un Tcherniakov!
Ciao!
DM