Opere e fumetti
Inviato: ven 15 feb 2013, 18:44
["The data presented here is based on information from the freely available Inducks database."http://coa.inducks.org]
Delle opere più famose non c'è solo la discografia, ma anche la "fumettografia".
Inauguriamo ques'argomento con un famoso titolo wagneriano:
IL VASCELLO FANTASMA o L'OLANDESE VOLANTE
Questo titolo ricorre in diverse storie disneyane, alcune piuttosto importanti, altre decisamente minori.
Cito quelle che ho rintracciato, in ordine cronologico (ricavo le informazioni sulle varie pubblicazioni dal catalogo del progetto "Inducks", consultabile gratuitamente online: http://coa.inducks.org/index.php?xch=1&lg=it_IT ):
1 Paperino e la leggenda dello «Scozzese Volante»
Personaggi: Pap Mc Paper, Paperino, Qui Quo Qua, Zio Paperone
Scrittore: Romano Scarpa; Matite: Romano Scarpa; Inchiostri: Luciano Gatto, Romano ScarpaData di prima pubblicazione: November 10, 1957
•Topolino 174 e 175 (1957) • I Classici di Walt Disney (prima serie) 10 - Superpaperissimo (1962) • I Classici di Walt Disney (seconda serie) 11 - Superpaperissimo (1977) • Capolavori Disney 34 - Le grandi storie di Romano Scarpa 1957 (1996)
• I Classici di Walt Disney (seconda serie) 239 (1996) • I classici del fumetto 14 - Zio Paperone (2000)
• Zio Paperone 156 (2002) • Raccolta I classici di Walt Disney (seconda serie) 34 (2004)
• Topolino Story (Corriere della Sera) 9 (2005) • Topolino 80 anni insieme 1 (2012)
2 The Flying Dutchman
Personaggi: Paperino, Qui Quo Qua, Zio Paperone
Scrittore: Carl Barks Disegno: Carl Barks
Data di prima pubblicazione: March 1959 ; Data di produzione: April 20, 1958
La storia originale apparve su Uncle Scrooge n.25 del 1959.
Pubblicazioni italiane:
•Topolino 218 (1959) • Albi della rosa / Albi di Topolino 466 • Complete Carl Barks 21 (1980)
•Paperino di Barks collezione ANAF 35 (1987) • Zio Paperone 10 (1988) • Zio Paperone 99 (1997)
• Zio Paperone (ristampa) 10 (2001) • Topolino Story (Corriere della Sera) 11 - Topolino Story 1959 (2005)
• La grande dinastia dei paperi (Corriere della Sera) 17 • Raccolta Zio Paperone 15.
3 Captain Annie and the Flying Dutchman
Personaggi: Captain Annie (1st), Bella Quack, Qui Quo Qua,
Scrittore: Dick Kinney , Matite: Jim Fletcher, Inchiostri: Ellis Eringer
Data di prima pubblicazione: August 20, 1967
Pubblicata in Italia su Topolino n.612
4 Zio Paperone e il Vascello Fantasma
Sceneggiatura: Carlo Chendi Disegno: Luciano Bottaro
Data di prima pubblicazione: March 1972 (Almanacco Topolino n.183)
5 Zio Paperone e l’Olandese Volante (The Flying Dutchman)
Trama: Brian Claxton Sceneggiatura: Tom Anderson Matite: Vicar
Data di prima pubblicazione: June 17, 1980
Data di produzione: June 1979
Pubblicata in Italia su Paperino & C. n.19 (1981)
6 Zio Paperone e il vascello fantasma
Personaggi: Paperino, Qui Quo Qua, Rockerduck, Zio Paperone
Scrittore: Guido Martina Disegno: Giorgio Cavazzano
Pubblicazioni italiane:
•Topolino 1205 (1978) •I Grandi Classici Disney 15 (1985) •Paperino Mese 195 - Paperi e brividi (1996)
•Gli enigmi di Topolino 5 (2007) •Disney BIG 51 (2012) • Raccolta Paperino Mese/Paperino 22
7 Zio Paperone e il vascello fantasma
Personaggi: Paperino, Qui Quo Qua, Zio Paperone
Scrittore: Guido Scala Disegno: Guido Scala
Data di prima pubblicazione: February 24, 1985
Pubblicazioni italiane:
•Topolino 1526 (1985) • Raccolta Topolino 21 • I Grandi Classici Disney 54 (1991) • Topolino Adventure 5 (1995)
• I Classici di Walt Disney (seconda serie) 328 (2004) • Raccolta I classici di Walt Disney (seconda serie) 49 (2006)
• Raccolta I Grandi Classici Disney 13
1. La storia di Romano Scarpa, che precede di poco quella di Barks, era probabilmente ignota al grande uomo dei Paperi. D’altra parte non bisogna meravigliarsi troppo se, da un autore all’altro, non sempre i dati “storici” o le biografie dei personaggi coincidono.
In questo caso l’Olandese viene trasformato in Scozzese, in modo da farne un antenato di Paperone (antenato che è appunto ignorato da Barks, e di conseguenza anche da Don Rosa, autore della più spettacolare Saga di Paperon de’Paperoni che sia mai stata scritta, e del più affidabile e completo albero genealogico dei paperi).
Anche Scarpa rielabora alcuni elementi della leggenda modificandoli e ricontestualizzandoli nello sviluppo di un’avventura d’ambientazione moderna.
- Il “preludio” ci presenta una misteriosa e incredibile pioggia di sardine che si verifica puntualmente a Tegucigalpa il 3 maggio: gli scienziati non riescono a spiegarla.
Si torna indietro di un anno: Paperone, solo, malinconico e depresso, acquista per compagnia uno strano uccello chiamato kaibì, che va nutrito con mezza sardina fresca una volta alla settimana: ma improvvisamente pare che nel mondo intero ci sia penuria di sardine. Varie vicende e ricerche portano i paperi a solcare i mari in cerca di sardine: e si scopre che le sardine ci sono, e in grande quantità, ma vanno a nascondersi fuggendo terrorizzate ogni volta che appare nei cieli il misterioso vascello dello Scozzese volante. Solo a Tegicigalpa, il 3 maggio, piovono sardine dal cielo:
Paperone, per svelare il mistero, fa approntare dai suoi tecnici un aerostato e con i nipoti si avventura tra le nubi. Appare lo Scozzese, cannoneggia i paperi, li cattura in una rete da sardine, prepara la passerella per gettarli giù dalla nave, nel vuoto, ma in extremis Paperone lo riconosce.
E’ il suo antenato Pap Mc Paper, che a questo punto racconta la sua storia, la LEGGENDA DELLO SCOZZESE VOLANTE:
“S’era allora nell’aprile del 1666. Il mio galeone, da trent’anni, dominava indisturbato i mari del Centro America. Proveniente dalle lontane isole britanniche conducevo la pirateria per tutte le coste dei Caraibi. I miei uomini razziavano senza pietà il frutto del lavoro dei poveri pescatori dei villaggi. E le sardine, di cui ero favolosamente ghiotto, costituivano la mia preda preferita! Eccoci dunque al 3 maggio 1666! Calammo nel retroterra di Tegucigalpa, decisi a procurarci un buon bottino. In realtà fu la più grossa razzia di sardine che avessi operato in trent’anni di dura pirateria. Fui davvero terribile! Mi vergogno di dirlo, le portai perfino via di bocca a vecchi e bambini! Tornammo a bordo esultanti! Vendendo quel carico ci saremmo arricchiti, ma, ciò che più importava, avrei fatto una figurona di fronte alla concorrenza corsara. Senonchè, quando fummo molto al largo, il vento cadde e restammo immobilizzati. Non sarebbe stato un gran danno se nella precedente euforia non avessimo dimenticato di rifornirci del sale necessario alla conservazione delle sardine. Terribile! Se il vascello non fosse tornato al più presto a navigare… tutto il carico se ne sarebbe andato a male! Comunque, marce o no, io le sardine dovevo condurle in porto, o il mio prestigio di grande predatore sarebbe rimasto compromesso per sempre! Intanto il vento non si levava e restammo inchiodati! Tre giorni dopo… si ebbero i primi segni. Dopo sei giorni i miei uomini non resistettero più, e semiasfissiati mi chiesero di buttare a mare il carico. “Giammai!!” urlai loro. “Corsari di burro! Pappemolli di pirati!” gridai alla ciurma che preferiva abbandonare la nave e lasciarmi al mio destino! Io avrei resistito fino al ritorno del vento. Lo dovevo! Ma ben presto le esalazioni mi fecero scappare sulla coffa di maestra! Il vento non si levò per altri giorni ancora… e mi sentivo perduto! Era certo una punizione del destino per le mie malefatte! Lì in cima allora feci una solenne promessa! Per trenta lunghi anni avevo rubato e depredato! Ma se mi fossi salvat oprendevo l’impegno di pescare sardine e di donarle ai poveri di Tegucigalpa… per la durata di trecento anni! Svenni. Più tardi fui svegliato da un familiare scricchiolìo: erano gli alberi che si piegavano sotto un possente maestrale. Urrà! In breve avrei raggiunto la mia base! Ero salvo! E’ tutto. Siccome noi scozzesi siamo uomini duri, ma di parola, non dovete affatto stupirvi se mi trovate ancora qui sopra Tegucigalpa e per i sette mari”.
E’quindi lo scozzese che ogni anno il 3 maggio fa cadere le sardine dal cielo: ma confessa di essere stanco, dopo tanti anni (ingravescente aetate, direbbe qualcuno…), e non vede l’ora di portare a termine l’impresa (mancherebbero nove anni) e riposare le sue stanche ossa.
Paperone gli fa una proposta: “Facciamo un patto: tu ti impegni a smetterla di girare per i sette mari e rovinare la mia pesca delle sardine, e io provvedo a buttare per via aerea su Tegucigalpa qualche tonnellata di sardine ogni 3 maggio dei prossimi otto anni. Ti va? Accetta, ti scongiuro! E fai guadagnare un po’ di milioni di dollari a questo tuo diletto pro-pro-pro-etc.pronipote che si è ricordato di te dopo tanto tempo”
“Bene: se è per farti un favore, accetto!”, gli risponde lo Scozzese.
“Lo zio Paperone non vede che il suo tornaconto”, commentano i nipoti.
Ma come mai il vascello riesce a navigare tra le nuvole? Prosegue la spiegazione dello Scozzese:
“Vi dirò: verso il 1720 mi accorsi che la nave si sollevava sull’acqua! Capii più tardi che il legno si era tanto corroso e svuotato, alleggerito con gli anni, che bastava uno spiffero per farmi volare”.
E a bordo del vascello volante lo Scozzese riaccompagna i suoi discendenti a Paperopoli per poi rialzarsi verso il cielo.
“Stiamo assistendo a qualcosa di storico! È infatti l’ultima volta in cui sarà visto solcare i cieli lo Scozzese Volante”
“E, fatto un po’ meno storico, è anche un’altra delle tante volte in cui lo zio Paperone ha mostrato il suo senso degli affari”.
Ma sotto la rude scorza Paperone rivela ancora una volta il suo cuore d’oro, mormorando sottovoce mentre guarda la nave che se ne va: “Povero vecchio!sono riuscito a fargli accettare di mettersi a riposo senza che si sentisse umiliato! Ora avrà pace finalmente!”
Questa è la prima tavola della seconda parte della storia apparsa originariamente su Topolino:
2. Non c’è nella storia di Carl Barks nessun vero riferimento all’opera di Wagner, e dell’antica leggenda è presente solo il misterioso vascello, senza che appaia concretamente il personaggio dell’Olandese. Ma è pur sempre un grande capolavoro di Barks, nella struttura, nel testo, nel disegno, e ve la racconto nel caso in cui non possiate leggerla direttamente. Ho letto quella che credo sia la ristampa più recente, nel numero 17 de La grande dinastia dei Paperi (l’opera omnia di Barks allegata alcuni anni fa al Corriere della Sera): online si trova la versione originale in inglese (http://englishfortamils.com/comics/inde ... crooge/025)
Il “preludio” della storia è tipico di alcune vicende avventurose barksiane, e non solo: come in alcuni celebri romanzi di Verne si comincia con lo studio di antichi documenti che rivelano un mistero o l’esistenza di un tesoro nascosto.
Paperino e i nipotini, si sa, sono appassionati di pesca: ma zio Paperone non si lascia distrarre, perché ha comprato, al prezzo di ben 1000 dollari, alcuni vecchi bauli che contengono “tutto ciò che resta di un’antichissima compagnia olandese di navigazione”. “In questi vecchi registri ammuffiti sta scritto tutto ciò che è stato trasportato e dove, durante un intero secolo di commerci per tutti i porti del mondo”. I documenti sono scritti in olandese, ma questo non è un problema per il vecchio papero: “L’olandese non è arabo per me: l’ho imparato quando vendevo vento ai fabbricanti di mulini a vento dello Zudere Zee”. La notizia interessante è che “un intero vascello scomparve nel 1659, senza che sia mai stata data una spiegazione soddisfacente di questa scomparsa! Si tratta del Fliegende Hollander, partito da Ceylon carico di lingotti d’oro, che fu visto per l’ultima volta a sud della punta del Madagascar. La compagnia pensò che fosse affondato, e si rassegnò alla perdita. Il Fliegende Hollander, negli anni seguenti, fu visto molte volte nelle acque a sud del Capo di Buona Speranza. Fu sempre visto nelle notti di tempesta, con le vele color del sangue, e procedeva contro vento!"
L’azione vera e propria si avvia: al porto di Paperopoli è pronta una strana imbarcazione, incrocio tra una draga, un battello-recuperi e una biblioteca storica; a bordo di essa i paperi partono per i mari sel sud, dove, nonostante i giovani non pensino ad altro che alla pesca, Paperone è convinto di trovare nascosto il vecchio vascello, che secondo lui non sarebbe mai affondato, ma si sarebbe dato alla pirateria: “Il Fliegende Hollander?” – pensa uno dei nipotini – “Dove abbiamo già sentito questo nome?”. Paperone prosegue con le sue spiegazioni scientifiche: “Tutte le volte che fu visto venne presa nota della sua rotta. Io ho disegnato l’angolo di tutte le rotte, e ho trovato che convergono costantemente verso un solo punto. Ora distenderò questo disegno in carta lucida sulla mappa, e vedremo dove puntano tutte le rotte!”
Per colpa di Paperino il “lucido” delle rotte viene sovrapposto alla mappa dal rovescio: così il percorso si allunga, finché le ricerche notturne e segrete dei paperi davanti alle coste di un grande centro abitato del Sudafrica non vengono interrotte dall’intervento della Marina militare. Gli ufficiali si stupiscono del fatto che Paperone stia cercando il Fliegende Hollander (“E lo state cercando sotto la superficie marina?” “Tutti gli altri lo cercano in alto!” “Secondo me questi tipo è pericoloso!” “Deve avere i ragni nella zucca: portiamolo dentro!”). Ma i paperi riescono a sfuggire all’arresto, e navigando si trovano in pieno oceano quando sta per scoppiare una tempesta…
“Chissà perché quell’ufficiale ha detto che la gente guarda in su quando cerca il Fliegende Hollander” “Non lo so, continuo a dirmi che ho già sentito qualcosa a proposito di un vascello con quel nome, ma non ricordo” “Il Fliegende Hollander è sempre stato visto in queste acque durante le notti di tempesta… notti come questa!” “Hollander significa olandese, ma Fliegende che cosa vuol dire?”
All’improvviso, dall’oblò della nave, si affaccia Paperino a testa in giù: “Zio Paperone! Ragazzi! Venite, presto! C’è un vascello matto che naviga per aria!”
Ed ecco l’apparizione spettacolare, in una grande vignetta che occupa tutta la metà superiore di una pagina, del vascello volante, il vascello maledetto, il vascello fantasma con le vele rosse come il sangue, apparizione che è sempre segno di terribili sciagure…
I ragazzi scoprono che il grafico delle rotte si era capovolto; il punto di convergenza corrisponde a “un’isola o qualcosa del genere nell’Oceano Antartico: è laggiù che troverai i lingotti d’oro”.
Ma Paperone, prima così convinto e sicuro delle sue ricerche razionali e scientifiche, ora sembra aver paura dei fantasmi, e invano i tre nipotini cercano di ricondurlo alla ragione: “Ma zio Paperone! È impossibile che quello fosse un vascello fantasma! Aveva piuttosto l’aspetto di un miraggio”: il vecchio miliardario ordina a Paperino di tornare indietro, volgendo la nave verso l’Atlantico.
Quel pasticcione d’un nipote, però, pensando sempre alla pesca, e con la complicità d’un pescespada, riesce a fracassare la bussola. Sarà la maledizione dell’Olandese? La tempesta si placa, ma la nave procede in mezzo alla nebbia, il cibo scarseggia, nessun pesce abbocca alle lenze, il combustibile per la stufa sta per esaurisi: “Dannazione a te, Olandese Volante! Dimmi il tuo prezzo! Quanto vuoi per liberarci dalla maledizione?” - fulmini improvvisi colpiscono la nave – “Prepotente d’un fantasma! Non potresti essere più educato?!” – un fulmine colpisce la ruota del timone carbonizzandola.
Si scatena una nuova tempesta, la nave dei paperi infreddoliti continua ad andare alla deriva, e in mezzo ai fulmini appare di nuovo la visione del vascello che vola tra le nubi.
Quando la tempesta si placa, la nave procede spinta dal vento del sud (inutile accendere i motori, o tentare con i remi di cambiare direzione): appare un’aurora boreale (o forse australe?), gli iceberg brillano perché contengono fosforo, il paesaggio è spettrale…
Ed ecco un’altra vignetta spettacolare: “Per le trippe di Nettuno! L’Olandese! A vele spiegate, imprigionato in una montagna di ghiaccio!”
“Vedi? Lo dicevamo che il vascello fantasma era semplicemente un miraggio” “L’aurora e il fosforo proiettano la sua immagine per centinaia di miglia fra le nuvole e il mare”.
Naturalmente Paperone si ricorda dello scopo della missione: trovare i lingotti d’oro: con la draga si apre un varco all’interno dell’immenso iceberg, ed esplora il vascello, trovando il diario del Capitano: “A bordo si è scatenata la peste! L’equipaggio ha disertato! Il vascello, trascinato da un’impetuosa corrente, viene trascinato sempre più verso sud! Devo andarmene anch’io” “Il Fliegende Hollander deve essere stato imprigionato dal ghiaccio durante l’inverno” “E da quell’epoca, secoli di pioggia ghiacciata lo hanno incrostato! Ma perché è così alto sul livello del mare?” “Lo ha sollevato la pressione laterale dei bordi del ghiaccio”. “In tutti i casi l’oro si è conservato in modo che io potessi coglierlo 300 anni dopo!”
A bordo dell’olandese i ragazzi recuperano anche una bussola e una ruota di timone (e Paperino si procura una guardiola da pescatore), per navigare verso casa: “Un buon timone, una bussola esatta, e un gagliardo vento in poppa” “Comincio a credere che siamo riusciti persino a farci alleato l’Olandese Volante” “Guardate! Il gigantesco iceberg si sta girando e ora punta contro il vento!”. Un altro disegno straordinario, una sorta di formato panoramico che occupa lo spazio orizzontale corrispondente a due vignette, mostra in primo piano Paperone e la ruota del timone, manovrata da due nipotini; a destra la bandiera col simbolo del dollaro, e sullo sfondo il mare, e gli iceberg, dietro ai quali si vede ancora, in lontanza, dentro la montagna di ghiaccio, il grande vascello con la prua rivolta verso l’orizzonte…
“Ora capisco tutto! Ecco perché l’immagine dell’Olandese Volante sembra sempre galleggiare contro vento!” “E così se ne va il fascino misterioso di un’antica leggenda”.
Le ultime due vignette confermano il ritorno alla realtà e alla normalità, col maldestro Paperino alle prese con un pescespada che infilza il legno marcio della sua guardiola.
3. Nella terza storia "The Flying Dutchman" è semplicemente il nome di un vecchio scassatissimo battello di proprietà della miliardaria pasticciona (navigatrice sempre "in bolletta") Bella Quack, che appare come amica-rivale di Paperone in una serie di piccole storie degli anni '60.
4. Nella storia di Chendi e Bottaro del 1972 c'è un vascello fantasma con a bordo un pirata fantasma, ma senza riferimenti wagneriani.
5. Storia breve, di produzione danese, poco significativa e priva di riferimenti all'opera di Wagner.
6. Nella storia di Guido Martina e Giorgio Cavazzano del 1978, Paperone cerca nuove attrattive per il suo museo di cimeli: è vero che espone già la Ruota della Fortuna, il Pomo (morsicato) della Discordia, la Camicia (strappata) di Nesso, e perfino il Corno dell’Abbondanza: ma si tratta in realtà di bufale, “carabattole” che Rockerduck aveva gettato nell’immondezzaio e che Paperone ha raccattato furtivamente. Il biglietto costa un dollaro; ma di fronte c’è il Museo Rockerduck, dove per soli 50 cents si possono ammirare “autentiche rarità”: la Chioma di Berenice, l’Arco di Baleno, la Pelle dell’Orsa Maggiore…
Il rappresentante di una città dell’Argentina annuncia però a Paperone l’intenzione del proprio comune di donargli un vascello antico di mille anni, purché vada personalmente a ritirarlo. Così zio e nipoti raggiungono la cittadina del Sudamerica, devastata da piogge e tempeste, e ne ripartono a bordo del vascello, il “Florindo Duriban”, a bordo del quale i tre nipotini trovano due dadi “truccati” che, chiunque li getti, danno sempre sette. Insospettiti dalla vernice fresca con la quale è scritto il nome del vascello, apprendono dal loro manuale la storia dell’Olandese Volante, e scoprono che il “Florindo Duriban” è in realtà il “Flying Dutchman”, il vascello maledetto che, riapparso dopo secoli, si era arenato nella Terra del Fuoco portando maltempo e distruzione tutti i giorni tranne il sabato (“Non c’è sabato senza sole”). E quando finisce il sabato, scoppiano tuoni e fulmini e il vascello vola via trasportato da una gigantesca tromba d’aria, finché va a schiantarsi su un iceberg, dove i suoi resti vengono cosparsi di petrolio e usati per accendere il fuoco in attesa di soccorsi…
Paperone dovrà chiudere il Museo? Dovrà continuare a sbattere la testa contro il portone esclamando “Me misero?”. No, perché i nipotini gli suggeriscono di esporre ai visitatori (ingresso a un dollaro) i famosi dadi stregati dell’Olandese che giocando per mille anni con il diavolo era riuscito a salvarsi l’anima: e Rockerduck alla fine, come sempre, è costretto a mangiarsi il cappello!
7. Nella storia di Guido Scala del 1985 Paperino e i nipotini escono da una “Matinée” (tutto esaurito) del Paperopoli City Theatre. La locandina davanti al teatro annuncia “Il Vascello Fantasma” di Richard Wagner, diretto addirittura da Von Caravan, con i tenori Placido Provolotti e Luciano Domengon – opera romantica in tre atti.
Lo zio Paperone non è andato a teatro, per risparmiare: e aspetta nel suo deposito di denaro i nipoti perché gli raccontino l’opera. L’Olandese era stanco di vagare, così dopo aver messo al sicuro il vascello in un fiordo norvegese accetto l’ospitalità del capitano Dalando e ne sposò la figlia…
Mentre i nipotini raccontano si sente il rumore del vento e dei tuoni; Paperone si avvicina alla finestra per chiuderla, ma viene colpito in testa da… un’ancora. Manca la luce, si accendono le candele, ed ecco che dalla finestra entra...
Sì, è proprio lui, l’Olandese Volante, che ha ripreso il suo eterno vagare nell’aria per diversi motivi: in casa Dalando lo costringevano a lavare i piatti; Senta lo tradiva con Erik il Cacciatore; gli abitanti del villaggio lo evitavano credendolo preda di un sortilegio e non volevano giocare a scacchi con lui considerandolo uno jettatore. Ora che sono passati duecento anni, chiede ospitalità a Paperone, offrendogli in dono le sue ricchezze. Il vascello è ormeggiato in aria fuori dalla finestra del deposito, Paperone e i nipoti si arrampicano lungo la fune e vanno a visitare la stiva che trabocca di tesori, ma all’improvviso il vascello riparte, mentre l’Olandese rimane nel deposito: dopo vari incontri (con piloti di aerei, popoli selvaggi, navi moderne) e inutili tentativi di discesa, l’unica soluzione sembra quella del barone di Munchausen: i cinque paperi, tornati col vascello a Paperopoli, volano dentro al finsetra del deposito aggrappandosi a palle di cannone: una per Paperino, una per i tre nipotini, e una per Paperone, che è l’ultimo a “spararsi”, e purtroppo deve abbandonare le ricchezze del vascello!
Alla fine lo vediamo con un bernoccolo in testa: i nipoti gli dicono che è stato colpito un sacchetto di monete caduto da uno scaffale. Ha sognato tutto? E però in mezzo ai mucchi di denaro ci sono le palle di cannone…
Delle opere più famose non c'è solo la discografia, ma anche la "fumettografia".
Inauguriamo ques'argomento con un famoso titolo wagneriano:
IL VASCELLO FANTASMA o L'OLANDESE VOLANTE
Questo titolo ricorre in diverse storie disneyane, alcune piuttosto importanti, altre decisamente minori.
Cito quelle che ho rintracciato, in ordine cronologico (ricavo le informazioni sulle varie pubblicazioni dal catalogo del progetto "Inducks", consultabile gratuitamente online: http://coa.inducks.org/index.php?xch=1&lg=it_IT ):
1 Paperino e la leggenda dello «Scozzese Volante»
Personaggi: Pap Mc Paper, Paperino, Qui Quo Qua, Zio Paperone
Scrittore: Romano Scarpa; Matite: Romano Scarpa; Inchiostri: Luciano Gatto, Romano ScarpaData di prima pubblicazione: November 10, 1957
•Topolino 174 e 175 (1957) • I Classici di Walt Disney (prima serie) 10 - Superpaperissimo (1962) • I Classici di Walt Disney (seconda serie) 11 - Superpaperissimo (1977) • Capolavori Disney 34 - Le grandi storie di Romano Scarpa 1957 (1996)
• I Classici di Walt Disney (seconda serie) 239 (1996) • I classici del fumetto 14 - Zio Paperone (2000)
• Zio Paperone 156 (2002) • Raccolta I classici di Walt Disney (seconda serie) 34 (2004)
• Topolino Story (Corriere della Sera) 9 (2005) • Topolino 80 anni insieme 1 (2012)
2 The Flying Dutchman
Personaggi: Paperino, Qui Quo Qua, Zio Paperone
Scrittore: Carl Barks Disegno: Carl Barks
Data di prima pubblicazione: March 1959 ; Data di produzione: April 20, 1958
La storia originale apparve su Uncle Scrooge n.25 del 1959.
Pubblicazioni italiane:
•Topolino 218 (1959) • Albi della rosa / Albi di Topolino 466 • Complete Carl Barks 21 (1980)
•Paperino di Barks collezione ANAF 35 (1987) • Zio Paperone 10 (1988) • Zio Paperone 99 (1997)
• Zio Paperone (ristampa) 10 (2001) • Topolino Story (Corriere della Sera) 11 - Topolino Story 1959 (2005)
• La grande dinastia dei paperi (Corriere della Sera) 17 • Raccolta Zio Paperone 15.
3 Captain Annie and the Flying Dutchman
Personaggi: Captain Annie (1st), Bella Quack, Qui Quo Qua,
Scrittore: Dick Kinney , Matite: Jim Fletcher, Inchiostri: Ellis Eringer
Data di prima pubblicazione: August 20, 1967
Pubblicata in Italia su Topolino n.612
4 Zio Paperone e il Vascello Fantasma
Sceneggiatura: Carlo Chendi Disegno: Luciano Bottaro
Data di prima pubblicazione: March 1972 (Almanacco Topolino n.183)
5 Zio Paperone e l’Olandese Volante (The Flying Dutchman)
Trama: Brian Claxton Sceneggiatura: Tom Anderson Matite: Vicar
Data di prima pubblicazione: June 17, 1980
Data di produzione: June 1979
Pubblicata in Italia su Paperino & C. n.19 (1981)
6 Zio Paperone e il vascello fantasma
Personaggi: Paperino, Qui Quo Qua, Rockerduck, Zio Paperone
Scrittore: Guido Martina Disegno: Giorgio Cavazzano
Pubblicazioni italiane:
•Topolino 1205 (1978) •I Grandi Classici Disney 15 (1985) •Paperino Mese 195 - Paperi e brividi (1996)
•Gli enigmi di Topolino 5 (2007) •Disney BIG 51 (2012) • Raccolta Paperino Mese/Paperino 22
7 Zio Paperone e il vascello fantasma
Personaggi: Paperino, Qui Quo Qua, Zio Paperone
Scrittore: Guido Scala Disegno: Guido Scala
Data di prima pubblicazione: February 24, 1985
Pubblicazioni italiane:
•Topolino 1526 (1985) • Raccolta Topolino 21 • I Grandi Classici Disney 54 (1991) • Topolino Adventure 5 (1995)
• I Classici di Walt Disney (seconda serie) 328 (2004) • Raccolta I classici di Walt Disney (seconda serie) 49 (2006)
• Raccolta I Grandi Classici Disney 13
1. La storia di Romano Scarpa, che precede di poco quella di Barks, era probabilmente ignota al grande uomo dei Paperi. D’altra parte non bisogna meravigliarsi troppo se, da un autore all’altro, non sempre i dati “storici” o le biografie dei personaggi coincidono.
In questo caso l’Olandese viene trasformato in Scozzese, in modo da farne un antenato di Paperone (antenato che è appunto ignorato da Barks, e di conseguenza anche da Don Rosa, autore della più spettacolare Saga di Paperon de’Paperoni che sia mai stata scritta, e del più affidabile e completo albero genealogico dei paperi).
Anche Scarpa rielabora alcuni elementi della leggenda modificandoli e ricontestualizzandoli nello sviluppo di un’avventura d’ambientazione moderna.
- Il “preludio” ci presenta una misteriosa e incredibile pioggia di sardine che si verifica puntualmente a Tegucigalpa il 3 maggio: gli scienziati non riescono a spiegarla.
Si torna indietro di un anno: Paperone, solo, malinconico e depresso, acquista per compagnia uno strano uccello chiamato kaibì, che va nutrito con mezza sardina fresca una volta alla settimana: ma improvvisamente pare che nel mondo intero ci sia penuria di sardine. Varie vicende e ricerche portano i paperi a solcare i mari in cerca di sardine: e si scopre che le sardine ci sono, e in grande quantità, ma vanno a nascondersi fuggendo terrorizzate ogni volta che appare nei cieli il misterioso vascello dello Scozzese volante. Solo a Tegicigalpa, il 3 maggio, piovono sardine dal cielo:
Paperone, per svelare il mistero, fa approntare dai suoi tecnici un aerostato e con i nipoti si avventura tra le nubi. Appare lo Scozzese, cannoneggia i paperi, li cattura in una rete da sardine, prepara la passerella per gettarli giù dalla nave, nel vuoto, ma in extremis Paperone lo riconosce.
E’ il suo antenato Pap Mc Paper, che a questo punto racconta la sua storia, la LEGGENDA DELLO SCOZZESE VOLANTE:
“S’era allora nell’aprile del 1666. Il mio galeone, da trent’anni, dominava indisturbato i mari del Centro America. Proveniente dalle lontane isole britanniche conducevo la pirateria per tutte le coste dei Caraibi. I miei uomini razziavano senza pietà il frutto del lavoro dei poveri pescatori dei villaggi. E le sardine, di cui ero favolosamente ghiotto, costituivano la mia preda preferita! Eccoci dunque al 3 maggio 1666! Calammo nel retroterra di Tegucigalpa, decisi a procurarci un buon bottino. In realtà fu la più grossa razzia di sardine che avessi operato in trent’anni di dura pirateria. Fui davvero terribile! Mi vergogno di dirlo, le portai perfino via di bocca a vecchi e bambini! Tornammo a bordo esultanti! Vendendo quel carico ci saremmo arricchiti, ma, ciò che più importava, avrei fatto una figurona di fronte alla concorrenza corsara. Senonchè, quando fummo molto al largo, il vento cadde e restammo immobilizzati. Non sarebbe stato un gran danno se nella precedente euforia non avessimo dimenticato di rifornirci del sale necessario alla conservazione delle sardine. Terribile! Se il vascello non fosse tornato al più presto a navigare… tutto il carico se ne sarebbe andato a male! Comunque, marce o no, io le sardine dovevo condurle in porto, o il mio prestigio di grande predatore sarebbe rimasto compromesso per sempre! Intanto il vento non si levava e restammo inchiodati! Tre giorni dopo… si ebbero i primi segni. Dopo sei giorni i miei uomini non resistettero più, e semiasfissiati mi chiesero di buttare a mare il carico. “Giammai!!” urlai loro. “Corsari di burro! Pappemolli di pirati!” gridai alla ciurma che preferiva abbandonare la nave e lasciarmi al mio destino! Io avrei resistito fino al ritorno del vento. Lo dovevo! Ma ben presto le esalazioni mi fecero scappare sulla coffa di maestra! Il vento non si levò per altri giorni ancora… e mi sentivo perduto! Era certo una punizione del destino per le mie malefatte! Lì in cima allora feci una solenne promessa! Per trenta lunghi anni avevo rubato e depredato! Ma se mi fossi salvat oprendevo l’impegno di pescare sardine e di donarle ai poveri di Tegucigalpa… per la durata di trecento anni! Svenni. Più tardi fui svegliato da un familiare scricchiolìo: erano gli alberi che si piegavano sotto un possente maestrale. Urrà! In breve avrei raggiunto la mia base! Ero salvo! E’ tutto. Siccome noi scozzesi siamo uomini duri, ma di parola, non dovete affatto stupirvi se mi trovate ancora qui sopra Tegucigalpa e per i sette mari”.
E’quindi lo scozzese che ogni anno il 3 maggio fa cadere le sardine dal cielo: ma confessa di essere stanco, dopo tanti anni (ingravescente aetate, direbbe qualcuno…), e non vede l’ora di portare a termine l’impresa (mancherebbero nove anni) e riposare le sue stanche ossa.
Paperone gli fa una proposta: “Facciamo un patto: tu ti impegni a smetterla di girare per i sette mari e rovinare la mia pesca delle sardine, e io provvedo a buttare per via aerea su Tegucigalpa qualche tonnellata di sardine ogni 3 maggio dei prossimi otto anni. Ti va? Accetta, ti scongiuro! E fai guadagnare un po’ di milioni di dollari a questo tuo diletto pro-pro-pro-etc.pronipote che si è ricordato di te dopo tanto tempo”
“Bene: se è per farti un favore, accetto!”, gli risponde lo Scozzese.
“Lo zio Paperone non vede che il suo tornaconto”, commentano i nipoti.
Ma come mai il vascello riesce a navigare tra le nuvole? Prosegue la spiegazione dello Scozzese:
“Vi dirò: verso il 1720 mi accorsi che la nave si sollevava sull’acqua! Capii più tardi che il legno si era tanto corroso e svuotato, alleggerito con gli anni, che bastava uno spiffero per farmi volare”.
E a bordo del vascello volante lo Scozzese riaccompagna i suoi discendenti a Paperopoli per poi rialzarsi verso il cielo.
“Stiamo assistendo a qualcosa di storico! È infatti l’ultima volta in cui sarà visto solcare i cieli lo Scozzese Volante”
“E, fatto un po’ meno storico, è anche un’altra delle tante volte in cui lo zio Paperone ha mostrato il suo senso degli affari”.
Ma sotto la rude scorza Paperone rivela ancora una volta il suo cuore d’oro, mormorando sottovoce mentre guarda la nave che se ne va: “Povero vecchio!sono riuscito a fargli accettare di mettersi a riposo senza che si sentisse umiliato! Ora avrà pace finalmente!”
Questa è la prima tavola della seconda parte della storia apparsa originariamente su Topolino:
2. Non c’è nella storia di Carl Barks nessun vero riferimento all’opera di Wagner, e dell’antica leggenda è presente solo il misterioso vascello, senza che appaia concretamente il personaggio dell’Olandese. Ma è pur sempre un grande capolavoro di Barks, nella struttura, nel testo, nel disegno, e ve la racconto nel caso in cui non possiate leggerla direttamente. Ho letto quella che credo sia la ristampa più recente, nel numero 17 de La grande dinastia dei Paperi (l’opera omnia di Barks allegata alcuni anni fa al Corriere della Sera): online si trova la versione originale in inglese (http://englishfortamils.com/comics/inde ... crooge/025)
Il “preludio” della storia è tipico di alcune vicende avventurose barksiane, e non solo: come in alcuni celebri romanzi di Verne si comincia con lo studio di antichi documenti che rivelano un mistero o l’esistenza di un tesoro nascosto.
Paperino e i nipotini, si sa, sono appassionati di pesca: ma zio Paperone non si lascia distrarre, perché ha comprato, al prezzo di ben 1000 dollari, alcuni vecchi bauli che contengono “tutto ciò che resta di un’antichissima compagnia olandese di navigazione”. “In questi vecchi registri ammuffiti sta scritto tutto ciò che è stato trasportato e dove, durante un intero secolo di commerci per tutti i porti del mondo”. I documenti sono scritti in olandese, ma questo non è un problema per il vecchio papero: “L’olandese non è arabo per me: l’ho imparato quando vendevo vento ai fabbricanti di mulini a vento dello Zudere Zee”. La notizia interessante è che “un intero vascello scomparve nel 1659, senza che sia mai stata data una spiegazione soddisfacente di questa scomparsa! Si tratta del Fliegende Hollander, partito da Ceylon carico di lingotti d’oro, che fu visto per l’ultima volta a sud della punta del Madagascar. La compagnia pensò che fosse affondato, e si rassegnò alla perdita. Il Fliegende Hollander, negli anni seguenti, fu visto molte volte nelle acque a sud del Capo di Buona Speranza. Fu sempre visto nelle notti di tempesta, con le vele color del sangue, e procedeva contro vento!"
L’azione vera e propria si avvia: al porto di Paperopoli è pronta una strana imbarcazione, incrocio tra una draga, un battello-recuperi e una biblioteca storica; a bordo di essa i paperi partono per i mari sel sud, dove, nonostante i giovani non pensino ad altro che alla pesca, Paperone è convinto di trovare nascosto il vecchio vascello, che secondo lui non sarebbe mai affondato, ma si sarebbe dato alla pirateria: “Il Fliegende Hollander?” – pensa uno dei nipotini – “Dove abbiamo già sentito questo nome?”. Paperone prosegue con le sue spiegazioni scientifiche: “Tutte le volte che fu visto venne presa nota della sua rotta. Io ho disegnato l’angolo di tutte le rotte, e ho trovato che convergono costantemente verso un solo punto. Ora distenderò questo disegno in carta lucida sulla mappa, e vedremo dove puntano tutte le rotte!”
Per colpa di Paperino il “lucido” delle rotte viene sovrapposto alla mappa dal rovescio: così il percorso si allunga, finché le ricerche notturne e segrete dei paperi davanti alle coste di un grande centro abitato del Sudafrica non vengono interrotte dall’intervento della Marina militare. Gli ufficiali si stupiscono del fatto che Paperone stia cercando il Fliegende Hollander (“E lo state cercando sotto la superficie marina?” “Tutti gli altri lo cercano in alto!” “Secondo me questi tipo è pericoloso!” “Deve avere i ragni nella zucca: portiamolo dentro!”). Ma i paperi riescono a sfuggire all’arresto, e navigando si trovano in pieno oceano quando sta per scoppiare una tempesta…
“Chissà perché quell’ufficiale ha detto che la gente guarda in su quando cerca il Fliegende Hollander” “Non lo so, continuo a dirmi che ho già sentito qualcosa a proposito di un vascello con quel nome, ma non ricordo” “Il Fliegende Hollander è sempre stato visto in queste acque durante le notti di tempesta… notti come questa!” “Hollander significa olandese, ma Fliegende che cosa vuol dire?”
All’improvviso, dall’oblò della nave, si affaccia Paperino a testa in giù: “Zio Paperone! Ragazzi! Venite, presto! C’è un vascello matto che naviga per aria!”
Ed ecco l’apparizione spettacolare, in una grande vignetta che occupa tutta la metà superiore di una pagina, del vascello volante, il vascello maledetto, il vascello fantasma con le vele rosse come il sangue, apparizione che è sempre segno di terribili sciagure…
I ragazzi scoprono che il grafico delle rotte si era capovolto; il punto di convergenza corrisponde a “un’isola o qualcosa del genere nell’Oceano Antartico: è laggiù che troverai i lingotti d’oro”.
Ma Paperone, prima così convinto e sicuro delle sue ricerche razionali e scientifiche, ora sembra aver paura dei fantasmi, e invano i tre nipotini cercano di ricondurlo alla ragione: “Ma zio Paperone! È impossibile che quello fosse un vascello fantasma! Aveva piuttosto l’aspetto di un miraggio”: il vecchio miliardario ordina a Paperino di tornare indietro, volgendo la nave verso l’Atlantico.
Quel pasticcione d’un nipote, però, pensando sempre alla pesca, e con la complicità d’un pescespada, riesce a fracassare la bussola. Sarà la maledizione dell’Olandese? La tempesta si placa, ma la nave procede in mezzo alla nebbia, il cibo scarseggia, nessun pesce abbocca alle lenze, il combustibile per la stufa sta per esaurisi: “Dannazione a te, Olandese Volante! Dimmi il tuo prezzo! Quanto vuoi per liberarci dalla maledizione?” - fulmini improvvisi colpiscono la nave – “Prepotente d’un fantasma! Non potresti essere più educato?!” – un fulmine colpisce la ruota del timone carbonizzandola.
Si scatena una nuova tempesta, la nave dei paperi infreddoliti continua ad andare alla deriva, e in mezzo ai fulmini appare di nuovo la visione del vascello che vola tra le nubi.
Quando la tempesta si placa, la nave procede spinta dal vento del sud (inutile accendere i motori, o tentare con i remi di cambiare direzione): appare un’aurora boreale (o forse australe?), gli iceberg brillano perché contengono fosforo, il paesaggio è spettrale…
Ed ecco un’altra vignetta spettacolare: “Per le trippe di Nettuno! L’Olandese! A vele spiegate, imprigionato in una montagna di ghiaccio!”
“Vedi? Lo dicevamo che il vascello fantasma era semplicemente un miraggio” “L’aurora e il fosforo proiettano la sua immagine per centinaia di miglia fra le nuvole e il mare”.
Naturalmente Paperone si ricorda dello scopo della missione: trovare i lingotti d’oro: con la draga si apre un varco all’interno dell’immenso iceberg, ed esplora il vascello, trovando il diario del Capitano: “A bordo si è scatenata la peste! L’equipaggio ha disertato! Il vascello, trascinato da un’impetuosa corrente, viene trascinato sempre più verso sud! Devo andarmene anch’io” “Il Fliegende Hollander deve essere stato imprigionato dal ghiaccio durante l’inverno” “E da quell’epoca, secoli di pioggia ghiacciata lo hanno incrostato! Ma perché è così alto sul livello del mare?” “Lo ha sollevato la pressione laterale dei bordi del ghiaccio”. “In tutti i casi l’oro si è conservato in modo che io potessi coglierlo 300 anni dopo!”
A bordo dell’olandese i ragazzi recuperano anche una bussola e una ruota di timone (e Paperino si procura una guardiola da pescatore), per navigare verso casa: “Un buon timone, una bussola esatta, e un gagliardo vento in poppa” “Comincio a credere che siamo riusciti persino a farci alleato l’Olandese Volante” “Guardate! Il gigantesco iceberg si sta girando e ora punta contro il vento!”. Un altro disegno straordinario, una sorta di formato panoramico che occupa lo spazio orizzontale corrispondente a due vignette, mostra in primo piano Paperone e la ruota del timone, manovrata da due nipotini; a destra la bandiera col simbolo del dollaro, e sullo sfondo il mare, e gli iceberg, dietro ai quali si vede ancora, in lontanza, dentro la montagna di ghiaccio, il grande vascello con la prua rivolta verso l’orizzonte…
“Ora capisco tutto! Ecco perché l’immagine dell’Olandese Volante sembra sempre galleggiare contro vento!” “E così se ne va il fascino misterioso di un’antica leggenda”.
Le ultime due vignette confermano il ritorno alla realtà e alla normalità, col maldestro Paperino alle prese con un pescespada che infilza il legno marcio della sua guardiola.
3. Nella terza storia "The Flying Dutchman" è semplicemente il nome di un vecchio scassatissimo battello di proprietà della miliardaria pasticciona (navigatrice sempre "in bolletta") Bella Quack, che appare come amica-rivale di Paperone in una serie di piccole storie degli anni '60.
4. Nella storia di Chendi e Bottaro del 1972 c'è un vascello fantasma con a bordo un pirata fantasma, ma senza riferimenti wagneriani.
5. Storia breve, di produzione danese, poco significativa e priva di riferimenti all'opera di Wagner.
6. Nella storia di Guido Martina e Giorgio Cavazzano del 1978, Paperone cerca nuove attrattive per il suo museo di cimeli: è vero che espone già la Ruota della Fortuna, il Pomo (morsicato) della Discordia, la Camicia (strappata) di Nesso, e perfino il Corno dell’Abbondanza: ma si tratta in realtà di bufale, “carabattole” che Rockerduck aveva gettato nell’immondezzaio e che Paperone ha raccattato furtivamente. Il biglietto costa un dollaro; ma di fronte c’è il Museo Rockerduck, dove per soli 50 cents si possono ammirare “autentiche rarità”: la Chioma di Berenice, l’Arco di Baleno, la Pelle dell’Orsa Maggiore…
Il rappresentante di una città dell’Argentina annuncia però a Paperone l’intenzione del proprio comune di donargli un vascello antico di mille anni, purché vada personalmente a ritirarlo. Così zio e nipoti raggiungono la cittadina del Sudamerica, devastata da piogge e tempeste, e ne ripartono a bordo del vascello, il “Florindo Duriban”, a bordo del quale i tre nipotini trovano due dadi “truccati” che, chiunque li getti, danno sempre sette. Insospettiti dalla vernice fresca con la quale è scritto il nome del vascello, apprendono dal loro manuale la storia dell’Olandese Volante, e scoprono che il “Florindo Duriban” è in realtà il “Flying Dutchman”, il vascello maledetto che, riapparso dopo secoli, si era arenato nella Terra del Fuoco portando maltempo e distruzione tutti i giorni tranne il sabato (“Non c’è sabato senza sole”). E quando finisce il sabato, scoppiano tuoni e fulmini e il vascello vola via trasportato da una gigantesca tromba d’aria, finché va a schiantarsi su un iceberg, dove i suoi resti vengono cosparsi di petrolio e usati per accendere il fuoco in attesa di soccorsi…
Paperone dovrà chiudere il Museo? Dovrà continuare a sbattere la testa contro il portone esclamando “Me misero?”. No, perché i nipotini gli suggeriscono di esporre ai visitatori (ingresso a un dollaro) i famosi dadi stregati dell’Olandese che giocando per mille anni con il diavolo era riuscito a salvarsi l’anima: e Rockerduck alla fine, come sempre, è costretto a mangiarsi il cappello!
7. Nella storia di Guido Scala del 1985 Paperino e i nipotini escono da una “Matinée” (tutto esaurito) del Paperopoli City Theatre. La locandina davanti al teatro annuncia “Il Vascello Fantasma” di Richard Wagner, diretto addirittura da Von Caravan, con i tenori Placido Provolotti e Luciano Domengon – opera romantica in tre atti.
Lo zio Paperone non è andato a teatro, per risparmiare: e aspetta nel suo deposito di denaro i nipoti perché gli raccontino l’opera. L’Olandese era stanco di vagare, così dopo aver messo al sicuro il vascello in un fiordo norvegese accetto l’ospitalità del capitano Dalando e ne sposò la figlia…
Mentre i nipotini raccontano si sente il rumore del vento e dei tuoni; Paperone si avvicina alla finestra per chiuderla, ma viene colpito in testa da… un’ancora. Manca la luce, si accendono le candele, ed ecco che dalla finestra entra...
Sì, è proprio lui, l’Olandese Volante, che ha ripreso il suo eterno vagare nell’aria per diversi motivi: in casa Dalando lo costringevano a lavare i piatti; Senta lo tradiva con Erik il Cacciatore; gli abitanti del villaggio lo evitavano credendolo preda di un sortilegio e non volevano giocare a scacchi con lui considerandolo uno jettatore. Ora che sono passati duecento anni, chiede ospitalità a Paperone, offrendogli in dono le sue ricchezze. Il vascello è ormeggiato in aria fuori dalla finestra del deposito, Paperone e i nipoti si arrampicano lungo la fune e vanno a visitare la stiva che trabocca di tesori, ma all’improvviso il vascello riparte, mentre l’Olandese rimane nel deposito: dopo vari incontri (con piloti di aerei, popoli selvaggi, navi moderne) e inutili tentativi di discesa, l’unica soluzione sembra quella del barone di Munchausen: i cinque paperi, tornati col vascello a Paperopoli, volano dentro al finsetra del deposito aggrappandosi a palle di cannone: una per Paperino, una per i tre nipotini, e una per Paperone, che è l’ultimo a “spararsi”, e purtroppo deve abbandonare le ricchezze del vascello!
Alla fine lo vediamo con un bernoccolo in testa: i nipoti gli dicono che è stato colpito un sacchetto di monete caduto da uno scaffale. Ha sognato tutto? E però in mezzo ai mucchi di denaro ci sono le palle di cannone…