Serial Killers
![Messaggio Messaggio](./styles/prosilver/imageset/icon_post_target.gif)
Ok, sarà pure una questione oziosa, ma poiché mi è venuta in mente mi fa piacare condividerla.
Ci sono casi di Serial Killers nelle trame operistiche?
Ebbene sì, ci sono.
Intanto colui che per tutti i Serial Killers del mondo è modello e costante fonte di ispirazione: Jack lo squartatore il quale, come è noto, fa una fugace apparizione nel finale della Lulu di Berg: è lui a chiudere il cerchio ammazzando la protagonista (e la Geschwitz). Ecco la scena.
Ma ci sono casi ben più pregnanti, in cui il S.K. è protagonista e i suoi omicidi sono al centro della vicenda.
I due più straordinari sono Cardillac di Hindemith e Sweeny Todd di Sondheim, entrambi - guarda caso - BassBaritoni.
Il primo è un artista francese (un orafo di genio dei tempi di Luigi XIV): egli uccide tutti coloro che comprano i suoi gioielli, non essendo in grado di staccarsi da loro.
Il secondo è un barbiere che l'orrore del mondo ha spinto a una sorta di cosmica vendetta: massacrare uno per uno i clienti della sua bottega in Fleet Street.
A dire il vero, in questo singolare musical, i Serial Killer sono due: il protagonista è infatti affiancato nelle orribili malefatte da Miss Lovett, una cuoca piena di iniziativa che utilizza i cadaveri "avanzati" dal barbiere per preparare gustosi manicaretti da rivendere.
Ecco i due creatori dei ruoli: Angela Lansboury e Len Cariou.
![Immagine](http://www.lencariou.com/photos/Sweeny1.jpg)
Ed ecco i due divi di Holliwood che hanno portato l'opera sugli schermi insieme a Tim Burton: Johnny Depp ed Helena Bonham Carter
![Immagine](http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/sweeney_todd_johnny_depp_tim_burton_013_jpg_cwfz.jpg)
Miss Lovett non è l'unica donna S.K. di cui si sia occupata l'opera.
Alla categoria appartiene, ad esempio, la Kusperhexe di Hansel e Gretel di Humperdink; una strega che attira i bambini nella sua casetta di marzapane nel bosco per cucinarseli.
Decisamente spaventosa, inoltre, è la contessa ungherese Erszebet di Charles Chaynes, stramba aristocratica realmente esistita, che fu murata viva nel suo castello per aver ucciso decine di ragazze sperando di mantenersi giovane col loro sangue.
L'opera fu creata a Parigi alla fine degli anni 70 con una strabiliante Christiane Eda Pierre.
![Immagine](http://www.eclipse-magazine.it/wp-content/uploads/stories/Arte/elizabeth-bathory.jpg)
C'è chi considera Erszebet un "vampira" e quindi il suo caso sarebbe un po' diverso... non essendo il vampiro proprio un essere umano (è questa la ragione per cui escludiamo Der Vampyr di Marschner).
Però nell'opera di Chaynes non si ha la certezza che la donna sia davvero un vampiro: la sensazione è piuttosto che sia compltamente pazza, terrorizzata dalla paura di morire e che si sia semplicemente convinta di poter sconfiggere la vecchiaia uccidendo. In questo senso il suo caso è perfetto.
Chi invece va escluso dal novero dei S.K, con nostro grande disappunto, è il mitico Barbablu che pure nella favola di Perrault sarebbe un Serial Killer coi controfiocchi.
![Immagine](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/84/Barbebleue.jpg/220px-Barbebleue.jpg)
Purtroppo a livello operistico compositori e librettisti sono stati molto indulgenti verso il pluri-uxoricida, presentandone il caso in modo tale da riscattarlo da ogni accusa.
Secondo Dukas e Maeterlink (Ariane ete Barbe-Bleu) egli non ha affatto ucciso le mogli... solo segregate. Dato che poi esse non hanno nessuna intenzione di scappare, al massimo lo si può accusare di poligamia.
Ecco l'inno ai diamanti, cantato dalla Balguerie!
Quanto a Bartok (A kékszakállú herceg vára) le sue mogli non sono affatto morte... e in fondo non sono nemmeno mogli.
Sono solo le stagioni della sua vita passata: l'infanzia, la gioventù e la maturità. Sono morte in quanto finite per sempre... E ora finirà anche l'ultima fase, la vecchiaia, che Judith rappresenta.
Questo è un incredibile frammento video - immagino della fine degli anni 50 o primi 60 - con Szekely. La scena è quella dell'apertura della quinta porta.
In pratica l'unico che mantiene a Barbe-bleu lo statuto di omicida seriale è Offenbach, nel suo divertentissimo capolavoro.
Vi vengono in mente altri casi?
Salutoni,
Mat
Ci sono casi di Serial Killers nelle trame operistiche?
Ebbene sì, ci sono.
Intanto colui che per tutti i Serial Killers del mondo è modello e costante fonte di ispirazione: Jack lo squartatore il quale, come è noto, fa una fugace apparizione nel finale della Lulu di Berg: è lui a chiudere il cerchio ammazzando la protagonista (e la Geschwitz). Ecco la scena.
Ma ci sono casi ben più pregnanti, in cui il S.K. è protagonista e i suoi omicidi sono al centro della vicenda.
I due più straordinari sono Cardillac di Hindemith e Sweeny Todd di Sondheim, entrambi - guarda caso - BassBaritoni.
Il primo è un artista francese (un orafo di genio dei tempi di Luigi XIV): egli uccide tutti coloro che comprano i suoi gioielli, non essendo in grado di staccarsi da loro.
Il secondo è un barbiere che l'orrore del mondo ha spinto a una sorta di cosmica vendetta: massacrare uno per uno i clienti della sua bottega in Fleet Street.
A dire il vero, in questo singolare musical, i Serial Killer sono due: il protagonista è infatti affiancato nelle orribili malefatte da Miss Lovett, una cuoca piena di iniziativa che utilizza i cadaveri "avanzati" dal barbiere per preparare gustosi manicaretti da rivendere.
Ecco i due creatori dei ruoli: Angela Lansboury e Len Cariou.
![Immagine](http://www.lencariou.com/photos/Sweeny1.jpg)
Ed ecco i due divi di Holliwood che hanno portato l'opera sugli schermi insieme a Tim Burton: Johnny Depp ed Helena Bonham Carter
![Immagine](http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/sweeney_todd_johnny_depp_tim_burton_013_jpg_cwfz.jpg)
Miss Lovett non è l'unica donna S.K. di cui si sia occupata l'opera.
Alla categoria appartiene, ad esempio, la Kusperhexe di Hansel e Gretel di Humperdink; una strega che attira i bambini nella sua casetta di marzapane nel bosco per cucinarseli.
Decisamente spaventosa, inoltre, è la contessa ungherese Erszebet di Charles Chaynes, stramba aristocratica realmente esistita, che fu murata viva nel suo castello per aver ucciso decine di ragazze sperando di mantenersi giovane col loro sangue.
L'opera fu creata a Parigi alla fine degli anni 70 con una strabiliante Christiane Eda Pierre.
![Immagine](http://www.eclipse-magazine.it/wp-content/uploads/stories/Arte/elizabeth-bathory.jpg)
C'è chi considera Erszebet un "vampira" e quindi il suo caso sarebbe un po' diverso... non essendo il vampiro proprio un essere umano (è questa la ragione per cui escludiamo Der Vampyr di Marschner).
Però nell'opera di Chaynes non si ha la certezza che la donna sia davvero un vampiro: la sensazione è piuttosto che sia compltamente pazza, terrorizzata dalla paura di morire e che si sia semplicemente convinta di poter sconfiggere la vecchiaia uccidendo. In questo senso il suo caso è perfetto.
Chi invece va escluso dal novero dei S.K, con nostro grande disappunto, è il mitico Barbablu che pure nella favola di Perrault sarebbe un Serial Killer coi controfiocchi.
![Immagine](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/84/Barbebleue.jpg/220px-Barbebleue.jpg)
Purtroppo a livello operistico compositori e librettisti sono stati molto indulgenti verso il pluri-uxoricida, presentandone il caso in modo tale da riscattarlo da ogni accusa.
Secondo Dukas e Maeterlink (Ariane ete Barbe-Bleu) egli non ha affatto ucciso le mogli... solo segregate. Dato che poi esse non hanno nessuna intenzione di scappare, al massimo lo si può accusare di poligamia.
Ecco l'inno ai diamanti, cantato dalla Balguerie!
Quanto a Bartok (A kékszakállú herceg vára) le sue mogli non sono affatto morte... e in fondo non sono nemmeno mogli.
Sono solo le stagioni della sua vita passata: l'infanzia, la gioventù e la maturità. Sono morte in quanto finite per sempre... E ora finirà anche l'ultima fase, la vecchiaia, che Judith rappresenta.
Questo è un incredibile frammento video - immagino della fine degli anni 50 o primi 60 - con Szekely. La scena è quella dell'apertura della quinta porta.
In pratica l'unico che mantiene a Barbe-bleu lo statuto di omicida seriale è Offenbach, nel suo divertentissimo capolavoro.
Vi vengono in mente altri casi?
Salutoni,
Mat