Luca ha scritto:Ma anche Lady Macbeth, dominata dall'avidità di potere (pensiamo alla frate "Nuovo delitto è necessario" in "La luce langue") potrebbe essere annoverata nei serial killer, questa volta 'in gonnella'. Ed egualmente la Katarina Izmailova, dominata dalla passione, nella Lady di Mzensk.
Ciao Luca!
Sì, avevo pensato anche io a un caso come quello di Lady Macbeth o altri assassini come lei.
Però... il fatto è che le efferatezze di Lady (come quelle di katerina Izmailova o Medea o Goneril del Re Lear e ) non mi pare presentino una "serialità".
C'è una differenza fra un Serial Killer e un semplice - si fa per dire - pluri-omicida.
Il pluri-omicida è mosso da ragioni specifiche per ogni omicidio e sempre, a suo modo, diverse.
Per il Serial Killer invece l'unica ragione per uccidere è l'appartenenza della vittima alla "serie" su cui ha deciso di accanirsi.
Sei una giovane donna in Ungheria? Attenta a Erszebet.
Devi farti fare la barba a Londra? Attento a Sweeny Todd.
Compri a Parigi i gioielli di Cardillac? Attento allo stesso gioielliere!
Sei un bambino che si perde nel bosco? Attento alla Knusperhexe!
E' la semplice appartenenza a una determinata categoria che fa di te una vittima potenziale del Serial Killer.
Invece Lady ha ragioni specifiche per ogni singolo delitto.
Duncan viene ucciso perchè la sua morte farà ascendere al trono Macbeth.
Banquo viene ucciso perchè i suoi figli hanno un posto privilegiato nella linea ereditaria della corona di Scozia.
Macduff deve morire perchè si mette alla testa dei ribelli.
Non c'è una serialità delle vittime, ma tante specifiche ragioni.
Cambio completamente argomento e finisco subito off topic, in quanto la tua citazione di Lady Macbeth mi ha fatto ricordare una mia vecchia teoria che mi piacerebbe sottoporvi.
A me pare che nel Macbeth verdiano, Lady non condizioni il marito che nel primo delitto: quello di Duncan.
Subito dopo non è più lei che decide. I successivi delitti li subisce.
Macbeth, che era così cepennante all'idea di compiere il primo passo (e forse, senza Lady, non l'avrebbe compiuto) dopo diventa l'unico traino della discesa all'abisso.
Proprio le parole che si scambiano all'inizio del secondo atto (e l'aria "La luce langue") ne sono la prova.
Vediamole.
Lady insegue Macbeth che evidentemente, quando appare la moglie, gira i tacchi.
Lo raggiunge... Lo ferma.
"Perché mi sfuggi?
..E fiso ognor ti veggo in un pensier profondo"Lei pensa che l'ostilità musona che Macbeth le rivolge sia dettata dai sensi di colpa per l'omicidio del re.
e così cerca di rincuorarlo...
"Il fato è irreparabile!
Veraci parlar le maliarde... e re tu sei!
Il figlio di Duncan, per l'improvvisa sua fuga in Inghilterra, parricida fu detto
e vuoto il soglio a te lasciò"Povera Lady!
Non sa che il Macbeth dubbioso e titubante dell'atto precedente non esiste più!
Ha creato un mostro!
E infatti Macbeth le risponde che non gliene frega più niente del re-ospite massacrato... o della paura di essere scoperto.
Quello che lo preoccupa ora, il suo pensiero fisso, è che i figli di Banco sono stati designati a succederlo!
"Ma le spirtali donne Banco padre di regi han profetato!
Dunque i suon figli regneran?
Duncano per costor sarà spenti?"Lady Macbeth è spiazzata!
Ha lasciato un uomo stravolto dalle sue paure e dai sensi di colpa, e se ne trova davanti uno assetato di sangue!
Pensava di doverlo consolare, e invece lui è già lì che sta pensando a nuovi omicidi.
Così Lady prende tempo...
"Egli e suo figlio vivono è ver"Ma Macbeth, ovviamente, risponde.
"Ma vita immortale non hanno"Vi invito a osservare che è MACBEHT e non LADY a parlare per la prima volta di un secondo omicidio!
Lady anzi non ne vorrebbe sapere...
Solo che è spiazzata dalla trasformazione del marito.
ancora una volta prende tempo...
"Ah...sì! Non l'hanno" Ma Macbeth incalza!
"Forza è che sparga un altro sangue o donna"Lady Macbeth è allibita... Non sa cosa dire... Cosa è diventato suo marito?
"Dove...? Quando...?"E Macbeth, che ha già pensato a tutto senza nemmeno farne parola alla moglie (anzi, sfuggendola)
"Al venir di questa notte"...Lady è inerme... non conta più niente... il marito non ha più bisogno di lei e procede per la sua strada, una strada lastricata di morti.
Notare come nella risposta imbarazzata gli lasci tutte le responsabilità di questo nuovo delitto...
"... E immoto sarai TU nel TUO disegno?"Ma lui nemmeno le risponde.
"Banco! L'eternità t'apre il suo regno"Lady resta sola... a occhi sbarrati, stupefatta, sconvolta!
Sono finiti i tempi in cui lei era quella che portava i pantaloni. Quella che doveva tenere la mano al marito incapace di uccidere...
Ha liberato il mostro che c'era in Macbeth e ora questo mostro agisce libero...
Un tempo era atterrito all'idea di ammazzare un vecchio re... Ora non ha scrupoli ad ammazzare il suo migliore amico e addirittura quell'innocente del suo bambino.
L'incredibile ambiguità con cui parte l'introduzione dell'aria di lei esprime benissimo l'agitazione della donna, la sua paura... Il suo guardare davanti a sè ad occhi sbarrati: tutto le sta sfuggendo di mano.
Qualcosa di spaventoso sta per scatenarsi!
Io mi irrito tutte le volte che sento le Lady stile Verrett, superficiali e banali, che cantano ques'aria con l'espressione sinistra di una strega che annusa il sangue.
Come al solito non sanno nemmeno leggere le parole del libretto.
Tutta la prima parte di "La luce langue" è dominata da questa sensazione di paura... di agitazione... , mentre il cielo si copre delle ombre della sera.
E questo dovrebbe lasciar trapelare la voce...
"La luce langue...
il faro spegnesi che eterno scorre per gli ampi Cieli...Quindi la paura di essere scoperti... la paura di non sapersi fermare in tempo...
"
Notte desiata (da chi? da lei? da Macbeth?)
provvida veli la man colpevole (!) che ferirà"
Poi finalmente l'ammissione! ...C'è qualcosa che non va!
Nuovo delitto?
...Nuovo delitto?"Poi la donna si fa forza, cerca di negare il presagio della tragedia a cui la mostruosità liberata del marito li condurrà...
"E' necessario! E' necessario!
Compiersi debbe l'opra fatale!"Eppure la paura continua a sentirsi nella foga con cui Verdi le fa ripetere i concetti... quasi ad autoconvincersi... a pugni stretti!
"Compiersi debbe! Compiersi debbe! L'opera fatale"Ma ancora il brivido dell'angoscia la attanaglia... e la determinazione si risolve in un pianissimo nelle profondità della voce... quasi un brivido, un alito di tomba...
"Ai trapassati regnar non cale... a loro un requiem, l'eternità"Solo a quel punto, come ribellandosi a se stessa e ai propri dubbi, parte l'esplosione di auto-convincimento, nel furore dell'allegro, i cui versi e le cui note però risultano meno convincenti e perentori che quelli del primo atto...
"Oh voluttà del soglio, o scettro alfin sei mio!
Ogni mortal desio tace e s'aqueta in te!"Per concludere, quello che secondo me emerge con chiarezze da questa scena è la necessità da parte di Verdi - per lo meno quello più maturo di Parigi - di tener fuori Lady Macbeth dalla catena di omicidi che seguono il primo "strappo" (l'omicidio del re Duncan).
Già dal secondo morto, lei sarà solo trascinata... il massimo che potrà fare (e cos altro potrebbe fare a quel punto?) è approvare... almeno finchè non crollerà schiantata dalle proprie responsabilità.
Quello che la Lady Macbeth sanguinaria del primo atto non poteva sapere è che l'omicidio di Duncan avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora.
Non sarebbe potuto essere - come era per lei - un punto d'arrivo, bensì un inizio i cui sviluppi non sarebbero più stati controllabili dalla ragione, ma nelle mani delle forze del male.
La morte di Duncan è servita solo per abbattere il muro della coscienza, scardinare i freni dell'umana morale.
Dopo... "non c'è che vigilia".
Sempre più Lady Macbeth merita di essere tolta alle "peccatrici" espressioniste e ricondotta alle "vittime" romantiche.
Scusate l'interminabile OFF TOPIC.
Salutoni,
mat